sabato 1 marzo 2025

LA VOLPE E LE GALLINE SCIOCCHE

di Torquato Cardilli - Credevamo di averne viste già tante da non osare stupirci più per le smargiassate arroganti di Trump, per i suoi annunci strampalati e deliranti, per le minacce da boss verso avversari e alleati, per le proposte politicamente indecenti, ed invece le ultime sue sortite ci hanno fatto riflettere sulla pochezza, sull’inettitudine, sulla cecità di quanti governano l’Europa.
Un proverbio cinese dice che è inutile prendersela con la volpe quando sono le galline sciocche ad aver lasciato aperto il lucchetto del pollaio.

Sembra proprio che le quattro galline d’Europa Von der Leyen, Metsola, Kaya Kallas e Lagarde abbiano accumulato errori su errori, mancanza di corrette analisi politiche, militari ed economiche tanto da aver ridotto l’Unione Europea a boccheggiare mentre Stati Uniti, Russia e Cina impongono un nuovo ordine mondiale.

Da tre anni i popoli europei si sentono raccontare dai loro Governi, dai vertici della Nato e dalla Commissione UE che la Russia esce sconfitta, che loro assisteranno l’Ucraina fino alla vittoria, che è necessario inviare sempre più armi, comprate in America con i soldi che occorrono invece per il welfare e la sanità, che le sanzioni vanno incrementate perché stanno funzionando nel mettere la Russia in ginocchio mentre a rimetterci, e parecchio, sono proprio gli europei.

Ci ha pensato Trump a svegliarci tutti dall’ipnosi generale. Ha cambiato il paradigma politico, portato avanti dalla coppia Biden-Harris e accettato in modo acritico pedissequamente dall’Europa, per concordare direttamene con la Russia la fine delle ostilità.

Improvvisamente ci siamo trovati spiazzati, senza una proposta politica e diplomatica alternativa che non sia quella dell’obbedienza e dell’intestardirsi nell’opzione militare.

Non si spiegherebbero altrimenti i goffi tentativi di Macron, Von der Leyen e Starmer nell’accreditarsi alla corte imperiale come interlocutori privilegiati nella speranza di ottenere un trattamento di favore, cioè elemosinare qualche briciola ai piedi del trono di chi comanda e che rovescia ogni giorno il tavolo delle regole. Mentre Kaja Kallas (non poteva essere fatta scelta peggiore come Commissario di politica estera) ha subito l’umiliazione di non essere nemmeno ricevuta dal Segretario di Stato americano,

Macron è con i piedi nella fossa e crede ancora di essere uno dei grandi leader della terra, vaneggiando di invio di truppe manco fosse Napoleone; Von der Leyen è sempre più invasata nel parlare di forniture di armi da acquistare con un fondo speciale pagato dai cittadini, di invio di uomini e miliardi che non ha nel tentativo di salvare la faccia dopo aver promesso la vittoria; Starmer che in pochi mesi è già al minimo dei consensi spera di poter rientrare nella famiglia europea, raccogliendo il pentimento generale per la Brexit.

Questi leader si trastullano in continui vertici a due, a quattro, a sette, a venti senza raggiungere il minimo risultato. Anzi fa rabbia vederli sazi e sorridenti mentre il popolo ha difficoltà quotidiane.

Tutti loro non si rendono conto che hanno distrutto la nostra forza economica e ideale, che Trump ci vede come il nemico da abbattere. Rinnegando secoli di storia e di amicizia codificata in trattati solenni accusa infatti l’Europa di essere nata per fregare l’America, mentre si potrebbe sostenere il contrario.

La minaccia dei nuovi dazi come colpo di grazia da assestare prima che le vittime si riorganizzino, è divenuta realtà.

Dal 4 marzo entreranno in vigore contro la Cina, il Messico e il Canada e dal 2 aprile contro l’Europa, in misura variabile dal 10% al 25%.

Possibile che nessuno abbia sollevato l’obiezione che le sanzioni anti Russia lungi dal conseguire il risultato sperato ci hanno impoverito, che gli Stati Uniti hanno lucrato sulla vendita di idrocarburi a prezzi maggiorati e di armi a danno dei bilanci europei?

Il nostro Governo tace, ma il mondo del lavoro e dell’economia ha già lanciato vari allarmi con il Governatore della Banca d’Italia, col Presidente di Confindustria, con le associazioni di categoria dei produttori perché si reagisca a questa guerra commerciale che strangola chi produce, chi non ha risorse ma solo forza lavoro nella manifattura.

Il Governo inchioda il Parlamento sulla questione della separazione delle carriere dei giudici, ma non apre un dibattito ed un confronto di idee sulla necessità del coraggio per impostare una visione di lungo termine, che metta al centro il rispetto della Costituzione, la competitività del sistema e la crescita sociale da raggiungere ad ogni costo, abbandonando posizioni controproducenti per il paese, imposteci da fuori.

Trump è un affarista: capisce poco di politica, ma bada ai miliardi di dollari e si è reso conto che ha di fronte un manipolo di politici ridicoli che non osano sfidarlo. Una metafora è calzante per descrivere lo stato dei rapporti: Ulisse fu fraudolento, ma i Troiani furono fessi.

Torquato Cardilli

01 marzo 2025

12 commenti:

  1. Trump fa politica partendo dagli affari: fa la politica degli affari. Nel mondo occidentale, l'economia e la finanza comandano e la politica obbedisce. Nel caso di Trump, economia e finanza assorbono la politica.

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  2. L'articolo non fa una grinza..

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  3. Il pallone gonfiato sembra tipicamente molto grande per via del gas che lo riempie.. ma è una illusione. Il peso specifico è zero.

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  4. Mi sembra un mondo da operetta!!! E la cosa è preoccupante

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  5. Gli Stati Uniti che conosciamo da tanti decenni, non esistono più. Facciamocene una ragione. Fine di un'epoca e si volti pagina.

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  6. Quel presidente ieri ha dimostrato di essere un individuo ignobile che non merita rispetto. Passerà la sbornia di questo bullismo. Ci dobbiamo augurare che quando gli effetti negativi dei dazi colpiranno il ceto americano più debole, molti elettori capiranno di aver sbagliato e cercheranno di riparare l'errore con il voto di medio termine. Allora il bullo potrebbe diventare un'anatra zoppa. In quanto all'Europa, le quattro signore non hanno tutte le colpe. La debolezza dell'Unione Europea dipende, molto, dai tanti galli che rappresentano gli Stati Membri. Questo è il momento di cambiare le regole: riconoscere la sovranità del Parlamento europeo cedendo, in alcune materie, parte della sovranità degli Stati Membri. Chi non ci sta: fuori dalle scatole. Colgo l'occasione per esprimere solidarietà a Zelensky e al popolo ucraino.

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  7. TRUMP è quello che sta cercando di demolire il cosiddetto DEEP STATE americano, i satanisti, pedofili e guerrafondai che hanno causato i guai a livello mondiale, compresa la guerra in Ucraina, e il proposito di fare la guerra nucleare contro la Russia. Perciò quello che fa, comprese quelle che Cardilli chiama smargiassate, sono funzionali ai suoi propositi. Trump vuole la pace, vorrebbe avere il Nobel, e se riuscirà a fare cessare la guerra in Ucraina avrà salvato forse anche l'umanità. Perciò non starei tanto a dargli addosso. L'analisi sulle galline sciocche la sottoscrivo in pieno. È la prima volta che mi capita con Cardilli, e sono un po' preoccupato. Ma onestà intellettuale mi obbliga. Sull'immobilità del governo ... Lascio perdere

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    1. Commentare un articolo non è obbligatorio, ma se lo si fa bisogna averne capito il senso. Il mio articolo è stato scritto prima dello spettacolo osceno del litigio violento tra Trump, Vance e Zelensky in qualità di ospite. Una cafonaggine in mondo visione che non è ammessa nemmeno tra banditi.
      Vedo che ho destato sorpresa perché ho utilizzato il termine smargiassate arroganti, gli annunci strampalati e deliranti, le minacce da boss verso avversari e alleati, le proposte politicamente indecenti di Trump. Allora ne spiego meglio il significato. Come definire le minacce di deportazione di 10 milioni di immigrati, di dazi doganali di stampo medioevale, il proposito di acquistare con le buone o con le cattive la Groenlandia, di incorporare il Canada negli Stati Uniti, di eradicare dal proprio territorio due milioni di palestinesi ed appropriarsi di Gaza per farne un resort-casino a cielo aperto?
      Qui non c’entra la lotta al deep state, ma solo la megalomania di un soggetto pericoloso.
      Quanto al Nobel per la pace l’ho già scritto in un mio articolo precedente che è la sua ambizione per dimostrare di meritarlo più di Obama che non ha fatto nulla per guadagnarselo e che gli è stato conferito solo per piaggeria internazionale.

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  8. Nella foto di copertina ne manca una

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  9. A volpe a queste vecchie galline se le fa in brodo, ma forse non vanno nemmeno bene perché puzzano

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  10. Amministrazione e legalità3 marzo 2025 alle ore 07:19

    Chi oggi non sta dalla parte di Zelensky è diventato un traditore quasi quasi da perseguire penalmente. Siamo tornati esattamente a tre anni fa, dove l'unica cosa contemplata è quella di essere schierati per la guerra alla Russia
    Oggi forse siamo al punto più pericoloso dal febbraio 2022, perché gli Usa hanno abbandonato il suo fantoccio e l'Unione Europea sembra intenzionata a prendere in mano la situazione della guerra. Una follia intanto perché l'Unione Europea così facendo si sta totalmente isolando, dagli Usa, dalla Russia, dalla Cina e direi da tutto il mondo.
    Poi perché, lingua, non abbiamo capacità politiche militari e nemmeno sociali (visto che la maggior parte delle persone è totalmente contraria alle politiche UE anche se la minoranza oggi viene fatta passare come maggioranza) per portare avanti una guerra contro la Russia. Qua siamo arrivati alla follia più totale. Non si riesce a capire fino a che punto riescano a spingersi e la cosa "meno peggiore" che potrà capitarci, rendiamoci conto, è quella di un riarmo di un migliaio di miliardi.
    Tutto questo perché Zelensky, un dittatore pure scarso che nel suo paese ne ha fatte di cotte e di crude, un personaggio che fino a qualche mese fa firmava le bombe con un sorriso a 32 denti e che non ha alcuna capacità e alcuna voglia di sedersi a un tavolo per porre fine a una guerra nel cuore dell'Europa che ha devastato il suo paese.

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  11. Le galline europee si sono fatti mettere da parte dagli americani, che fino a ieri erano i loro dipendenti

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