mercoledì 15 gennaio 2025

DONNA GIORGIA LA STATISTA CHE NON PESTA LE FORMICHE

di Maurizio Alesi - Questo è il governo dei provvedimenti Prêt-à-Porter scritti su misura come abiti sartoriali disegnati sulla scia degli accadimenti e dei fatti di cronaca mediaticamente rilevanti. La risposta è sempre in sintonia con la pancia dei propri elettori a cui si risponde con l’inasprimento delle pene mostrando il pugno di ferro. Si inventano nuovi reati, spesso inutili o addirittura già contemplati e puniti dal Codice penale. Non sono rari i casi in cui Nordio e gli altri geni del governo riproducono doppioni di capi d’imputazione a cui viene dato un nuovo titolo per presentarli come nuovi. Gli esempi di scempiaggini e incompetenza in questo campo sono numerosi. Si pensi, solo per citare un esempio, al cosiddetto “omicidio stradale” partorito dalla mente instabile di Salvini. Pensato, come gli altri, sotto l’emotività di un avvenimento drammatico, in questo caso legato al caso di una persona investita da un automobilista e deceduta per le gravi ferite. Peccato che questa fattispecie delittuosa è tale e quale quella già prevista dall’art. 589 del Codice penale che punisce l’omicidio colposo in qualunque luogo si verifichi, compreso le strade. 

Il delitto di omicidio e di lesioni personali causati per colpa, senza intenzionalità esiste dalla notte dei tempi ma il solito pierino Salvini finge interventismo prendendo in giro gli italiani. Siamo alla solita propaganda spacciata come tutela della sicurezza dei cittadini. Si ricorderà che nel primo CdM del governo appena insediato, donna Giorgia fece approvare il decreto-legge contro i Rave-party che punisce, non solo organizzatori e promotori, ma anche i partecipanti ai raduni illegali con sanzioni più gravi per i primi e diminuite per i secondi. La pena prevista va da tre a sei anni di reclusione, come uno stupro, e la multa da euro 1.000 a euro 10.000. Stiamo parlando di una punizione abnorme se commisurato al comportamento contestato che prevede la prigione, quando “più di 50 persone che occupano in modo abusivo terreni o edifici, al fine di organizzare un evento”. La geniale idea nacque dopo che una comitiva di studenti occuparono un capannone abbandonato, con il solo scopo di organizzare una festa, ancorché non autorizzata per ballare, ascoltare musica e stare insieme. 

L’immobile, alla fine dell’evento, venne peraltro sgomberato senza bisogno dell’intervento della forza pubblica e, successivamente, ripulito dagli stessi giovani senza aver creato tafferugli, disagi o disordine alla collettività. L’intenzione di questi comici che si atteggiano a statisti, era originariamente quella di impedire, minacciando pesanti conseguenze penali, il ripetersi di questi assembramenti musicali ritenuti fastidiosi e illegali e, apriti cielo, dove si fuma anche qualche canna criminalizzata da una destra oscurantista e moralizzatrice (con gli altri ma mai con la casta). Il problema è che, abituati a scrivere leggi con i piedi, nessuno si era accorto che il divieto istituito dal governo non aveva specificato, nella norma, né i soggetti, né le circostanze, né i motivi sottoposti al divieto di riunione. A quel punto la legge vale anche nei casi di riunioni sindacali a cui partecipano più di 50 lavoratori, le manifestazioni studentesche, i cortei pacifici, i sit-in in piazza e ogni altra occasione in cui ci si ritrovava a qualunque titolo in un numero superiore a 50. 

Dopo essere stati sommersi dalle critiche e dalle accuse di incompetenza il governo corse ai ripari e dovette premurarsi frettolosamente a riscrivere l’art. 434 bis sostituendolo con il 633 bis che restringe e limita il campo di applicazione del decreto alle feste esclusivamente musicali non autorizzate. Ma anche questo divieto era già contemplato dal nostro codice e non c’era alcun bisogno di prevedere un clone che trasforma un illecito amministrativo in un reato. Ma il governo degli amichettismi e sorellismi pensa solo a fare propaganda e dare l’impressione di un governo forte e decisionista. Un commerciante uccide il rapinatore, ed ecco pronta una norma che elimina la legittima difesa. Nessuno può essere processato se il ladro si porta l’incasso e tu gli spari anche alle spalle mentre fugge. 

Il fallimento dei centri per gli immigrati in Albania, utilizzati come canili e costati un patrimonio sono l’esempio più illuminante di un’azione politica
ridicola la cui cifra è l’improvvisazione. I giudici della sezione immigrati disapplicano le leggi incostituzionali del governo? Si toglie loro la competenza e si trasferisce ai tribunali sperando che siano più accomodanti. Prevista la galera anche per chi sporca i monumenti con vernice lavabile o fa i blocchi stradali per manifestare contro l’inquinamento del pianeta. 

Un ragazzo di 20 anni che non si è fermato a un posto di blocco è stato, secondo alcuni testimoni, speronato e fatto cadere mortalmente da una gazzella dei carabinieri che lo ha inseguito per diversi chilometri e che sembra non abbiano tenuto un comportamento degno della divisa che indossano. Sull’episodio sta doverosamente indagando la magistratura che accerterà eventuali responsabilità. 

Il governo naturalmente si schiera dalla parte dei militari a prescindere, ritenendo che stiano sempre dalla parte della ragione e che sono innocenti per grazia ricevuta. Ma c’è di più. Adesso, dopo il corteo che chiedeva giustizia per Ramy dove si sono verificati atti di violenza per la presenza di alcuni provocatori, il governo pensa a una legge per scudare le forze dell’ordine che non devono più essere processati, anche quando uccidono o esercitano violenza contro i cittadini. Secondo il duo Meloni-Nordio il caso Cucchi non è mai esistito.

Maurizio Alesi

15 Gennaio 2025

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