lunedì 25 novembre 2024

LA RIVOLUZIONE GENTILE DI GIUSEPPE CONTE

di Maurizio Alesi - Con l’Assemblea costituente del M5S, denominata NOVA, conclusa con una strepitosa e chiara vittoria di chi l’ha pensata e realizzata, nonché Giuseppe Conte è stato compiuto un gigantesco passo in avanti verso una vera e propria rivoluzione gentile della politica italiana. Forse troppo avanti, nel senso che nessun altro partito penserà mai di seguire un esempio così concreto e reale di esercizio della democrazia compiuta, proprio perché troppo rischioso per chi detiene il potere. 

Un modus operandi così moderno, aperto e trasparente da rappresentare una vera lezione su come si sta in politica. Tanto all’avanguardia da far apparire tutte le altre forze politiche anacronistiche e ancorate ai vecchi criteri partitocratici fatti di pacchetti di tessere controllate e leadership a tenuta stagno garantiti dalla casta. In astronomia, Nova è un oggetto stellare che subisce un improvviso e significativo aumento di luminosità. Ma cosa c’è di tanto rivoluzionario nella concezione di un’assemblea costituente di cui si parla da mesi. 

Qualcuno potrebbe obiettare che non c’è nulla che non sia già stato visto o fatto. In fondo quasi tutti i partiti organizzano i propri congressi nei quali viene presentata la relazione programmatica del leader, le eventuali mozioni di minoranza che si concludono con l’elezione del segretario mediante il voto dei delegati. Anche questa in fondo è democrazia. In realtà c’è una differenza sostanziale tra le due procedure adottate. Esiste infatti una democrazia omeopatica controllata e una democrazia senza dosaggio nè rete di protezione per chi la concede. Intanto perché i lavori congressuali, le mozioni, gli OdG, nonchè la linea politica, in casa degli altri partiti sono calati dall’alto e proposti alla platea dei delegati che votano quasi sempre in maniera bulgara secondo le indicazioni di partito. Il vulnus sta proprio nella composizione della platea dei delegati espressione di questo o quel parlamentare o capo corrente come nel caso del PD, di FI, della Lega e FdI. Il voto finale non può che essere scontato in quanto già deciso in camera caritatis e privo di sgradite sorprese. Il congresso si limita semplicemente ad un’operazione di ratifica. 

Come sono andate invece le cose nell’Assemblea del M5S. Alcune centinaia di iscritti hanno selezionato ed elaborato, in assoluta libertà di pensiero, con piena autonomia e senza la “tutela” di soggetti istituzionali, una serie di quesiti individuati in base alle priorità decise dal gruppo di lavoro, organizzato per aree tematiche. Si è discusso di regole e comportamenti interni al movimento (vedi limite dei due mandati, criteri per le candidature), che di strategie e linee politiche a tutto campo da adottare per il futuro. I quesiti, una volta definiti, sono stati sottoposti al voto di 96 mila iscritti che hanno deciso la fisionomia e il nuovo corso del movimento. 

Stiamo parlando di temi decisivi che presuppongono una responsabilità politica non indifferente, completamente affidati al definitivo giudizio della base che ha deciso su tutto. Dal tema delle alleanze al ritorno al vecchio isolazionismo, né di destra né di sinistra, alla posizione da tenere sui diritti civili, sui temi economici, le questioni internazionali, la priorità dei temi fondamentali dell’attività legislativa. L’esito di questo lungo e impegnativo lavoro non era affatto scontato, tenuto conto che nessuna indicazione era stata suggerita da parte dei dirigenti. Lo stesso Conte ha rischiato l’osso del collo. Si è messo in discussione affermando, prima dell’esito assembleare, di essere disponibile a lasciare il suo incarico se fosse stato messo in minoranza dalla base rispetto alle scelte politiche ed elettorali fin qui perseguite. 

Si è trattato di un triplo salto mortale senza rete, dove tutto poteva accadere in un clima dove il garante ha fatto di tutto per boicottare l’assemblea invitando al non voto e chiamando uno per uno gli iscritti, minacciando la ripetizione del voto e spargendo la voce di una sua irruzione disturbatrice nella fase di pieno svolgimento delle operazioni di voto. Purtroppo per lui gli è andata male e il giudizio sul fondatore è arrivato implacabile e senza appello: fuori da ogni incarico elettivo e da ogni indebita retribuzione percepita senza alcun merito. Bocciato su tutta la linea. Anche nel M5S dell’era Di Maio era stato concesso agli iscritti il voto su alcuni quesiti ma le domande erano proposte dal movimento su cui rispondere sì o no con un click, decidendo su quello che passava il convento. Spesso nella domanda era anche contenuta subdolamente la risposta, come nel caso del voto per salvare in Commissione Salvini nel caso della nave Diciotti. Stavolta è successo il contrario: il popolo grillino ha votato su temi selezionati da essi stessi. 

È il movimento che ne ha dovuto prendere atto. Ecco dove risiede la novità politico-culturale che ogni altro partito si guarderà bene dall’imitare. In ogni caso sarebbe uno spettacolo miserrimo. Si pensi alla Lega se dovesse far scegliere la leadership tra un pagliaccio e un generale omofobo razzista. Devo dire che anche a me era sembrato un azzardo relegare il futuro del movimento agli iscritti proprio per l’alto tasso di rischio legato all’incognita dei votanti di cui non era scontata la piena e totale consapevolezza sugli effetti prodotti dalle loro decisioni. Oggi possiamo dire che il gioco è valsa la candela e che adesso Conte esce molto più forte e legittimato dal consenso popolare con cui è in piena sintonia. Ci auguriamo che il nuovo corso trovi pieno riscontro anche con un rilancio elettorale. 

Resta il rammarico per l’atteggiamento inqualificabile di Grillo che messosi da parte da almeno tre anni, sparando a palle incatenate contro Conte e la sua creatura, boicottando il voto dell’Assemblea, pretende di indicare la direzione politica del movimento rimasto in piedi grazie al suo presidente. Lui non andava neppure a votare. Ha definito Conte gesuita ma a lui, che si dichiara francescano, non resta che avviarsi verso la strada del convento.

Maurizio Alesi

25 Novembre 2024

6 commenti:

  1. Non ho mai visto prendere 300 mila euro l'anno ad un francescano. Quindi: chi è il "gesuita"? Per giunta solo "sparlante ed inciuciante dragliano"?

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  2. CONTE, SEMPLICEMENTE STRAORDINARIO

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  3. Il nostro presidente è differente, solo lui è il Magnifico ❣️❣️❣️

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  4. Grillo è un francescano molto attaccato ai 300mila euro annui presi come garante.... l'ordine di boicottaggio sarà partito da Draghi?
    Invecchiato malissimo...da miserabile

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  5. Giuseppina Marrandino25 novembre 2024 alle ore 21:35

    Beppe Grillo ha dimostrato di essere un uomo vergognoso

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  6. La rivoluzione gentile? Erano 170mila iscritti, ne sono stati cancellati 88mila.Tutto studiato a tavolino per far fuori Grillo. Mai cosa più immorale è avvenuta nella politica italiana. Vergogna assoluta.

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