venerdì 11 ottobre 2024

SEMPRE PIÙ VICINI ALLA CATASTROFE

di Torquato Cardilli - Di fronte al precipizio che si apre vicino ai nostri piedi, per quanto sta accadendo non solo in Ucraina, ma soprattutto in Medio Oriente, il Governo italiano (che da presidente del G7, non ha messo sul tavolo nessuna proposta politico-diplomatica seria) e quelli europei si comportano come zombie.
Gli Stati Uniti, è risaputo, sono legati mani e piedi al volere della potente lobby ebraica che controlla politicamente buona parte dell’amministrazione statale e del Congresso. Ma l’Europa dovrebbe avere un sussulto di spinta morale. Essa, al di fuori dei dettami Usa, non vede la carneficina, non ode le urla di dolore, non si cura delle sofferenze dei sopravvissuti ai bombardamenti continui non solo a Gaza ma anche nel sud Libano, in piena Beirut, in Siria, in Iran.

C’è da chiedersi se Netanyahu sia impazzito e con lui la sua cerchia politico militare, o se ad essere fuori di senno sia più di metà del mondo che ha visibilmente manifestato la sua condanna per la guerra di sterminio di Israele.

La strategia militare di Netanyahu si ispira alle grandi tragedie del popolo ebraico, dal muoia Sansone con tutti i filistei alla strage degli innocenti, ordinata da Erode per colpire un solo bambino che avrebbe minacciato il suo potere. Sul piano politico Israele è uno stato razzista (copyright del Governo del Sud Africa che di apartheid se ne intende), fondato sull’ideologia messianica che quella terra tra i due grandi fiumi (il Nilo e l’Eufrate) sarebbe stata donata da Dio al popolo ebraico.

Per questo non c’è da stupirsi se Netanyahu (indiziato dalla Corte penale internazionale come criminale di guerra) e la sua cerchia di nazionalisti estremisti fanatici, usano ogni mezzo, incluso il terrorismo di stato, per eseguire la deliberata condanna a morte dei palestinesi a Gaza come in Cisgiordania, la rapina e la colonizzazione di territori assegnati dall’Onu allo stato di Palestina. Gaza è stata rasa al suolo, peggio di quanto fatto dai nazisti a Guernica cittadina rurale basca, con l’unico scopo di uccidere quanti più civili possibile nell’ottica della strategia del terrore.

Durante l’ultima sessione dell’Assemblea generale dell’Onu è stato un coro quasi unanime dei grandi paesi, Italia compresa, nel sostenere il principio di due popoli, due stati, ma sono state dichiarazioni ipocrite perché questi leader del mondo non hanno osato puntare il dito contro Netanyahu e gli Stati Uniti che sono andati oltre il mero boicottaggio, ponendo il veto alla risoluzione di riconoscimento dello Sato di Palestina.

Durante il suo discorso, l’Aula dell’Assemblea si è svuotata con urla di protesta, ma Netanyahu incurante del ridicolo cui esponeva il suo Governo e dei pericoli che sarebbero nati contro gli interessi israeliani nel mondo, ha pronunciato le sue folli minacce senza uditorio, convinto che quelle sarebbero arrivate comunque alle orecchie del presidente degli Stati Uniti e degli sfidanti in corsa per la sua successione.

Il mondo è rimasto sbalordito e quasi tramortito dall’arroganza del premier israeliano che ha definito le Nazioni Unite (quelle che hanno permesso la nascita di Israele) un pantano di antisemitismo. Accusa che ha fatto seguito al gesto plateale dell’ambasciatore israeliano che ha stracciato di fronte a tutti la carta delle N.U. (per la verità già sepolta dalla violazione con il sostegno americano di oltre cento risoluzioni) e addirittura alla dichiarazione contro il Segretario generale delle Nazioni Unite Guterres, definito persona non grata.

Tutti i governi occidentali hanno superato ogni limite di pavidità: nessuna condanna diretta o tramite stampa di questi atteggiamenti offensivi della comunità internazionale.

In una nota ipocrita di Palazzo Chigi, emessa dopo la riunione speciale del G7 sul Medio Oriente, si legge che “è stato convenuto di lavorare congiuntamente per favorire una riduzione delle tensioni a livello regionale, a partire dall’applicazione della Risoluzione 2735 a Gaza e della Risoluzione 1701 per la stabilizzazione del confine israelo-libanese”. Capito poveri palestinesi sotto le bombe e infelici libanesi sfollati a forza quale è il vostro destino?

Mentre il G7 dimostra tutta la sua impotenza, la ferocia israeliana nel mettere a ferro e fuoco Gaza e Beirut supera ogni immaginazione.

Continuando a beffarsi delle regole e del diritto internazionale, mentre tutti gli occidentali parlano ipocritamente di inviti alla de escalation, hanno ucciso con un attentato terroristico a Baghdad il generale iraniano Soleimani, hanno bombardato l’ambasciata iraniana a Damasco per uccidere un gruppo di dirigenti politici militari, incuranti dei cosiddetti “collateral damages” (così definiti con infinita ipocrisia) di palazzi sventrati con tutti gli abitanti, hanno fatto saltare in aria il palazzo a Teheran dove era ospitato Haniyeh, capo negoziatore di Hamas con cui fino al giorno prima avevano trattato, mentendo, per il rilascio degli ostaggi israeliani, hanno fatto esplodere con raffinata tecnica terroristica migliaia di telefonini e cerca persone a Beirut causando la morte o il ferimento grave di migliaia di persone innocenti, hanno centrato con tonnellate di bombe di profondità americane il palazzo di 6 piani per uccidere Nasrallah, capo del partito Hezbollah.

E ci si meraviglia se l’Iran reagisce, tanto per salvare la faccia, con una salva di missili inutili che non hanno ucciso un solo israeliano?

Israele sta pianificando nell’afasia totale degli Stati Uniti, della Nato e della Commissione europea, di sferrare un colpo spettacolare e micidiale alle strutture energetiche e militari iraniane, compiendo un ulteriore passo verso il baratro della catastrofe generale.

Biden, lo zombie per eccellenza, fa filtrare comunicati in cui sostiene di aver chiesto a Netanyahu, ricevendone pesci in faccia, di moderare la sua reazione che “deve essere proporzionata“. Inoltre affezionato al regime sanzionatorio, che si trasforma sempre in un vantaggio economico americano, ha avanzato l’ipotesi di applicare all’Iran nuove sanzioni, ribadendo l’incrollabile impegno alla sicurezza di Israele.

Compiendo lo stesso errore che commise Nasser nel 1967, quando pretese che i caschi blu dell’Onu lasciassero il Sinai, Netanyahu ha chiesto con arroganza all’Unifil di ammainare la bandiera azzurra e di togliersi dai piedi per avere via libera alla massiccia invasione di terra del Libano, paese sovrano e indipendente.

Guterres, unico leader mondiale con il senso del diritto, ha risposto che i soldati del contingente internazionale rimangono nelle loro posizioni e che su di esse continuerà a sventolare la bandiera dell’ONU. Come nella legge della giungla dove il più forte impone la sua volontà a cominciare dal colpire la preda più debole, l’aviazione e i carri armati israeliani non hanno esitato ad aprire deliberatamente il fuoco contro la base dei soldati italiani, nonostante che Tajani avesse garantito di aver ottenuto dall’omologo israeliano l’assicurazione di incolumità.

Credete che il Governo dei patrioti, che sostiene ad ogni ora che l’Italia è rispettata nel mondo, osi prendere le necessarie contromisure punitive, interrompendo la fornitura di armi ad Israele e rompendo le relazioni diplomatiche?

Al massimo si limiterà ad una protesta verbale con l’ambasciatore di Israele a Roma, cioè pura fuffa, seguita dall’appello comico e oltraggioso ad astenersi da ulteriori forme aggressive del nostro ministro degli esteri che, dopo due anni alla Farnesina con il mondo in fiamme, non ha avanzato nessuna proposta politico diplomatica concreta.

Si apprende all’ultima ora che la protesta verbale è stata espressa all’ambasciatore israeliano in Italia da Crosetto, ministro della difesa e non al più alto livello da Meloni o da Tajani, e che poco dopo l’incontro, quando i notiziari ne avevano già dato notizia, l’Ambasciata di Israele ha replicato con un comunicato di pura arroganza specificando che lo scontro a fuoco è avvenuto perché i soldati Unifil hanno rifiutato di abbandonare la loro base. Ditemi voi se questi non son metodi di stampo nazista nel rifiuto reiterato di riconoscere il diritto internazionale, quasi che fossero i padroni del Medio Oriente.

Torquato Cardilli

11 ottobre 2024

Laureato in lingue e culture orientali e in scienze politiche presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli . È stato nominato per la prima volta presso l'ufficio politico del Ministero degli Esteri italiano nel 1967. Già ambasciatore italiano in Albania, Tanzania, Arabia Saudita e Angola.

2 commenti:


  1. I due nella foto sono pappa e ciccia due Hitler uniti nella distruzione

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  2. Giovanni Antonio Sanna12 ottobre 2024 alle ore 16:28

    Siamo politicamente una vergogna l'italia in mano pazzi ignoranti

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