Meloni ha coniato addirittura il neologismo “nomadare” riferito agli immigrati, ha proclamato che bisognava fermare la loro transumanza, ha promesso ripetutamente il “blocco navale” al Nord-Africa, ha minacciato la persecuzione degli scafisti in tutto l’orbe terracqueo. Il suo vice premier Salvini, non è stato da meno: inconscio del ridicolo, di cui si copre ogni giorno, anziché occuparsi di un paese in ginocchio di fronte ai disservizi gravi delle ferrovie, delle strade e dei trasporti, sale su ogni podio possibile per vantarsi di aver difeso i confini della patria dall’invasione.
Una volta per tutte è necessario aprire gli occhi degli italiani sui benefici di questa “invasione” che con 4,6 milioni di occupati in mestieri mal retribuiti, che gli italiani non vogliono più fare (dall’industria metallurgica, alla raccolta di ortofrutta, al servizio di badanti ecc.) produce 164,2 miliardi di Valore Aggiunto, dà un contributo al PIL pari all’8,8%, e dichiara redditi per 72,5 miliardi di euro versando 10,1 miliardi di Irpef, e ben 15 miliardi, all’Inps con cui già oggi vengono pagate alcune pensioni agli italiani.
Fatta questa doverosa premessa poteva Meloni, prigioniera della sua retorica e delle fallaci promesse elettorali, non trovare un sistema per nascondere sul tema immigrazione la sua impotenza? Ci ha provato con il dittatore tunisino senza successo, così come non hanno prodotto grandi risultati gli aiuti alla guarda costiera libica. Dopo un anno di governo, nel 2023 resasi conto che questa “invasione”, punteggiata di morti e annegamenti di fronte alle nostre coste, non era stata minimamente arrestata, ma anzi aveva raggiunto il livello record di 140.000 arrivi, contro i 76.000 del 2022, ha voluto lavare lo smacco politico gestionale subito scavalcando i provvedimenti vessatori del suo ministro dell’Interno tesi a scoraggiare le immigrazioni con multe di 5.000 euro e pensando una trovata copiata dal governo inglese.
Durante le vacanze in Albania, ospite del primo ministro Rama, spinta da un orgoglio smisurato di porsi alla stessa altezza del premier inglese Sunak, che aveva decretato la deportazione degli emigrati in Ruanda (poi bocciata dall’Alta Corte inglese), ha elaborato la ricetta di un costoso piatto, indigesto per gli italiani: tutto fumo, ma niente arrosto.
Di lì a un paio di mesi ha firmato a Roma con gran fanfara mediatica, insieme a Rama un trattato (ratificato due mesi dopo senza discussione da un parlamento di ciechi obbedienti), che prevedeva la creazione, a totali spese del tesoro italiano, di tre strutture (un centro per il trattenimento dei richiedenti asilo di 880 posti, un Cpr di 144 posti ed un carcere di 20 posti).
Quale l’obiettivo di questi centri? Secondo la propaganda menzognera, diffusa a piene mani ad un’opinione pubblica disponibile a bere qualsiasi fandonia, sarebbe stato quello della deterrenza verso possibili migranti per il pericolo della loro deportazione in Albania e alleggerire la loro presenza in Italia.
In realtà si è trattato di una colossale truffa e di una sciocchezza politica, economica e sociale gigantesca, soprattutto pensando ai costi che avrebbero potuto essere risparmiati con nuovi centri in Italia e destinati ad alleviare i bisogni di tanti italiani, non solo gli alluvionati che hanno perso tutto.
E adesso attenzione al vero contenuto.
Il trattato prevede il trasferimento solo temporaneo (per un massimo di 6 mesi e per una capienza massima di 1.500 persone) dei soli migranti salvati in acque internazionali (dunque non la stragrande maggioranza di quelli che approdano giornalmente in Italia) che siano uomini, maggiorenni e provenienti da paesi sicuri, con lo scopo di far esaminare in Albania la validità e i requisiti per la richiesta di asilo.
Al termine dell’esame, condotto da specifiche commissioni inviate ad hoc, a prescindere dall’esito positivo o negativo, tutti i migranti vanno restituiti all’Italia che provvederà a concedere l’asilo a chi ne ha titolo e a rimpatriare chi invece non ne ha diritto. Non c’è persona dotata di buon senso che possa approvare una simile procedura cervellotica e ingannevole della buona fede pubblica.
E veniamo al costo economico.
Una relazione tecnica realizzata dalla Camera dei Deputati e dal Servizio bilancio dello Stato, ha stimato per la realizzazione e il funzionamento dei tre centri una spesa di 653 milioni per gli anni 2024-2028. Ci sarebbero però molti altri “costi nascosti” abilmente inseriti nei bilanci di vai ministeri, che potrebbero far lievitare sensibilmente il conto totale ben oltre gli 800 milioni.
Stando ai dati governativi, diffusi con una certa opacità, senza considerare tutte le difficoltà logistiche connesse ai collegamenti con uno Stato estero, la voce di spesa più imponente è quella di 252 milioni per pagare le trasferte dei funzionari, carabinieri, polizia, guardia di finanza e polizia penitenziaria (100 euro al giorno a testa). Questa ricompensa ha già innescato la gara all’interno dei corpi militari per poter strappare il biglietto vincente della lotteria di una vacanza, tutto pagato, con premio.
Il dettaglio di tutti i costi pubblicato da Openpolis, in odine di grandezza, è il seguente espresso in milioni di euro:
-servizi sanitari 1,9
-manutenzione strutture 5,2
-assicurazione sanitaria 7,7
-procedure di frontiera 9,1
-commissioni territoriali 18
-gestione strutture 30,7
-realizzazione strutture 31,2
-assunzione nuovi funzionari 42,5
-processi e assistenza legale 65,9
-sorveglianza esterna 94
-noleggio navi 95
-diarie di trasferta 252
TOTALE 653 MILIONI
Dunque riassumendo una spesa annua di 134 milioni cioè 367.000 euro al giorno per esaminare a rotazione le pratiche di ammissibilità all’asilo di migranti, in numero molto limitato, davvero esiguo, rispetto a quello di quanti approdano che è almeno 10 volte superiore.
Prendendo per buone queste cifre, lo spreco è evidente considerando tutti i costi che sarebbero stati evitati o ridotti sensibilmente se i centri fossero stati costruiti in Italia. La dimostrazione plastica della insipienza progettuale si è avuta con la crociera di 16 migranti (mentre contemporaneamente erano sbarcati in Italia 1.500 naufraghi), portati addirittura da una nave militare (costo 18.000 a emigrante per l’andata, e 80.000 complessivi per il ritorno effettuato con un traghetto dedicato) circumnavigando l’Italia meridionale anziché avvalersi del tragitto più breve dalla costa pugliese.
La macchina della propaganda governativa ha ripetuto instancabilmente che il progetto Albania ha ricevuto il plauso esplicito di von der Leyen e di altri governi europei (olandese, tedesco e ungherese) che vi hanno visto la soluzione al problema della ripartizione dei migranti, ben felici che l’Italia si faccia carico di tutte le procedure di valutazione e respingimento, senza chiedere più l’intervento dell’Europa.
Meloni che si è messa da sola in questa trappola, anziché continuare a vantarsi con orgoglio di questo risultato, farebbe bene ad abbandonare il “tireremo dritto” di infausta memoria, a mitigare l’hybris che la contraddistingue o se vogliamo la tigna della popolana romana e riconoscere che è stato un errore. Temo però che sia lontana anni luce dall’insegnamento del noto poeta indiano Rabindranath Tagore secondo cui quando si chiude la porta al riconoscimento dell’errore, ciò che rimane fuori è la verità.
Torquato Cardilli
25 ottobre 2024
Sei partita bene, cara Meloni, con una nave da guerra per portare 16 persone, sei come il pelatone armatevi e partite vincere o vinceremo .... hai fatto davvero una bella cagata .....
RispondiEliminaMa non si vergogna il giornalista firmatario di questa indecente presentazione? Egli travisa le intenzioni e falsa i risultati. Ma la maggioranza degli italiani non sono stati instupiditi da 20 anni di malgoverno della sinistra, al punto di continuare a bere le vostre bugie.
RispondiEliminaosservazione del tutto partigiana ed ideologica. Prima di accusare di travisamento e di falsità bisogna dimostrare il contrario con dati di fonti non contestabili. Se non lo si fa si cade nella propaganda tirando fuori i 20 anni di malgoverno della sinistra che non c'entrano nulla. Ricordo inoltre all'anonimo che nel 2001 è andato al governo Berlusconi (che non era uomo di sinistra) poi costretto alle dimissioni nel 2011 per aver portato l'Italia al tracollo con lo spread a 575 ed aperto la strada alla politica di lacrime e sangue di Monti.
EliminaBalle! L'immigrazione è utile se c'è lavoro e se chi viene è in grado di farlo. I ciabattanti sono un peso per il nostro welfare e per questo chi paga di più è la povera gente che c'è in Italia, compresi gli stranieri che già ci sono
RispondiEliminaGiovanni, i lavori che fanno gli immigrati sono soprattutto quelli che gli italiani non vogliono più fare.. Vedi in agricoltura... Basta quelli, mi sembra
Eliminail signor Giovanni non può commentare a vanvera senza aver letto né capito quali sono i vantaggi dell'immigrazione certificati dal ministero del lavoro, dall'Ins e dalla Banca d'Italia. Ripeto ancora una volta che bisogna aprire gli occhi sui benefici di 4,6 milioni di immigrati, occupati in mestieri mal retribuiti, che gli italiani non vogliono più fare (dall’industria metallurgica, alla raccolta di ortofrutta, al servizio di badanti ecc.) che contribuiscono al PIL per l’8,8%, e dichiarano redditi per 72,5 miliardi di euro versando 10,1 miliardi di Irpef, e ben 15 miliardi, all’Inps con cui già oggi vengono pagate alcune pensioni agli italiani. Chi non vuol capire, resti pure nell'ignoranza dei fatti.
EliminaSiamo governati da truffatori
RispondiEliminaD'accordissimo sottoscrivo in toto
RispondiEliminaPossiamo dire che da questa operazione chi ci guadagna, a spese di chi paga le tasse, sono i funzionari e gli operatori dell’ordine con la trasferta di cento euro al giorno mentre, in Italia, aumentano i lavoratori poveri e poveri assoluti. Verrà il giorno in cui anche gli elettori della destra capiranno la truffa oggi coperta dalla vergognosa propaganda contro una parte dell’umanità che scappa dalle violenze delle guerre e dalla fame.
RispondiEliminaLa sorellastra di Renzi, fotocopia in tutto !!!
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