martedì 17 settembre 2024

SALVINI, IL MINISTRO A SUA INSAPUTA SFIDA I GIUDICI

di Maurizio Alesi - Come può immaginare di non incappare in un’inchiesta un ministro che abbandona in mare aperto 147 disperati per 20 giorni tra cui donne, minori non accompagnati, gente in condizione di salute precaria in un ambiente ristretto e sovraccarico con gravi carenze igieniche e un alto rischio di infezioni e contagi, senza la possibilità di fare una doccia per settimane. Per far scendere dalla nave i bambini si è reso necessario l’intervento del presidente del tribunale dei minori di Palermo. Tutti gli altri sono stati trattenuti finché non è intervenuta la procura di Agrigento col sequestro della nave. Avuta la notizia di reato, diffusa da ripetuti servizi giornalistici e televisivi in diretta andati in onda per giorni e giorni cosa avrebbe dovuto fare la magistratura se non aprire un fascicolo e di vederci chiaro su come sono andati i fatti. Il ministro Salvini ha sottovalutato l’effetto del suo comportamento irresponsabile e disumano finito come doveva finire, cioè con la sua imputazione e una richiesta di condanna a sei anni di reclusione (quasi il minimo per un sequestro di persona che arriva fino a 15 anni di carcere per un pubblico ufficiale che impedisce le possibilità di locomozione o movimento. Art. 605 c.p.) 

Qualunque cittadino comune, al suo posto, non avrebbe potuto fare altro che nominare un avvocato e difendersi dalle accuse lontano dai riflettori e senza scudi umani che lo immolano sull’altare delle vittime dell’ingiustizia. Ma Salvini pensa di essere un cittadino speciale, al di sopra della legge e immune da ogni “intrusione” giudiziaria in quanto eletto dal popolo che, secondo lui, gli conferisce anche il mandato di commettere reati in nome della sua investitura popolare. Infatti, in questi giorni abbiamo assistito da parte dell’intero governo, dei partiti di maggioranza, presidenza del Senato e della stessa Meloni, ad una aggressione senza precedenti al potere giudiziario accusato (come da cliché), di fare un uso politico della giustizia.

Stona, purtroppo, Il silenzio del Capo dello Stato che sarebbe anche il presidente del Csm. Il ministro della Giustizia ed ex magistrato invece di difendere dalla lapidazione gli ex colleghi, essendo anche il titolare dei provvedimenti disciplinari, si è subito schierato con Salvini e contro la procura. Senza conoscere le carte è entrato a gamba tesa su un procedimento giudiziario in corso esprimendo valutazioni indebite nel merito delle accuse, secondo lui inopportune e fuori dal mondo. Ha poi definito i provvedimenti contro Salvini un attacco della magistratura contro la politica. Sembra incredibile ma stiamo parlando del ministro della Giustizia, quello che dovrebbe rispettare le istituzioni più di ogni altro e garantire la separazione dei poteri nonché l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. E invece parla come un reazionario che vuole sovvertire lo Stato democratico. Ora, come può la magistratura giudicante operare con la necessaria serenità e scrivere una sentenza in questo clima di aggressione e di delegittimazione, messa all’indice dell’opinione pubblica, contro la quale si annunciano presìdi, banchetti e contestazioni in varie procure italiane (stile Berlusconi), volte a condizionare le decisioni dei giudici. 

C’è da essere davvero preoccupati con un governo che sta dilaniando il Paese, che invece di difendersi nei processi come fanno i comuni mortali protegge i suoi inquisiti e li lascia al loro posto avvalendosi della propaganda garantita dai giornalisti e dalle testate amiche che ne diffondono il verbo. Questo governo crea imbarazzo e disorientamento tra i cittadini, dipingendo il più importante presidio di legalità, come una cricca di criminali e farabutti che trescano contro quei gigli di campo che sono i politici, sempre innocenti per grazia ricevuta. E che dire di quell’altro indegno di Gasparri che ha definito eversivo il comportamento della procura di Palermo che mina le basi della democrazia. La Russa, seconda carica dello Stato, invece parla di una giustizia di parte e - aggiunge - non tocca alla magistratura correggere le norme anche quando sono sbagliate. Infatti, la procura di Palermo non ha cambiato proprio nessuna norma ma ha esercitato le prerogative attribuitegli dalla Costituzione, cioè quella di interpretarle. Ma la cosa più irritante e insopportabile sono gli argomenti fuorvianti usati da Salvini e dai suoi ventriloqui. 

Parla incautamente di difesa dei confini, ma quando e da cosa sono stati minacciati i confini. Erano forse quei poveri disgraziati stremati, affamati e debilitati che costituivano un pericolo per la sicurezza nazionale. Poi farfuglia di una magistratura che gli impedisce di attuare il suo programma, di metterlo sotto accusa per ragioni politiche. Va raccontando che il suo processo lo ha deciso la sinistra (come se ne avesse il potere), e non il Tribunale dei ministri di Palermo. Salvini tenta di inquinare le acque buttandola in caciara con argomenti che nulla c’entrano con le sue imputazioni. Lo fa con vergognosi video studiati, creati ad arte per ingannare chi ci casca o non conosce la sua perfidia. Ecco perché va ribadito che Salvini non è imputato per ragioni politiche ma è accusato di reati ben definiti e contemplati dal codice penale come il sequestro di persona nei confronti di 147 migranti, di aver violato le convezioni internazionali e le norme in materia di soccorso in mare e tutela dei diritti umani e di aver abusato dei suoi poteri omettendo di indicare un porto sicuro (atto amministrativo che non c’entra nulla con la difesa dei confini), provocando la privazione della libertà personali dei migranti. Altro che persecuzione giudiziaria. 

Un ministro serio avrebbe innanzitutto fatto scendere dalla nave e messo in salvo i naufraghi, vigilati da un cospicuo contingente di forze dell’ordine e, solo dopo, avrebbe discusso sul da farsi. Ma Salvini si sente più a suo agio nei panni del perseguitato, come il suo collega Toti che dopo essersi dichiarato per mesi estraneo ai fatti, ha patteggiato e accettato la condanna.

Maurizio Alesi

17 Settembre 2024

6 commenti:

  1. Questo video di Salvini ha superato il ridicolo

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    1. Non serviva certo il video per definirlo ridicolo. Lo è sempre stato

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  2. Vergogna internazionale e' non realizzare un piano che aiuti gli africani a svilupparsi economicamente e socialmente nelle loro Patrie.
    L' Italia col pauroso debito pubblico e con moltissimi disoccupati per responsabilità dei precedenti Governi e di quello attuale NON HA PORTI SICURI.

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  3. L'ennesimo "eroe" di questo governo di fallimenti, ed è pure sostenuto, che vergogna.

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  4. L’unica cosa che il ministro dovrebbe fare piuttosto che parlare a vanvera è dimettersi immediatamente!

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    1. Lui non lo farà mai. Possiamo solo sperare nella magistratura.

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