venerdì 6 settembre 2024

Gennarino “o’Minist”

di Torquato Cardilli - All’estero, quando si parla dell’Italia, vengono ripetuti, a torto o a ragione, tanti luoghi comuni dai piatti di cucina all’abitudine ad arrangiarsi, dall’ossessione per la bella figura all’amore per il gusto estetico, dagli stornelli romani al mandolino napoletano, dalla lirica alla commedia dell’arte. E questa volta, proprio nella sceneggiata da pochade non ci siamo smentiti.
“O Minist” della cultura (cioè della bellezza e non dell’agricoltura) che vota in giuria per libri non letti, che confonde la scoperta dell’America con le teorie di Galileo vissuto due secoli dopo, che ridisegna la geografia e la toponomastica assegnando a Londra Times Square, è stato protagonista di una storiella mediocre da feuilleton, facendo precipitare il paese nel dramma comico, già messo in musica dal pesarese Rossini. La cavatina cantata da don Basilio sulla calunnia, che poi si è rivelata verità, ha avuto una rappresentazione plastica di vero teatro.

Lo scandalo, infelicemente derubricato dalla primo ministro Meloni e dai suoi caudatari a gossip, come un venticello, ha iniziato a sussurrare terra terra, sottovoce, sibilando con un crescendo progressivo volando in alto loco fino ad esplodere come un colpo di cannone. E il meschino calunniato (nel nostro caso reo confesso), “avvilito, calpestato, sotto il pubblico flagello per gran sorte va a crepar”.

Oddio non vorremmo che o’ minist crepasse, ma certo non ci ha fatto fare, di fronte al mondo, una bella figura, né l’ha fatta la presidente del consiglio, né l’intero governo, zeppo di mezze tacche, dalla gaffe facile e dallo strafalcione politico ad ogni passo.

Chi ha un po’ di dimestichezza di come vanno le cose in campo internazionale ricorda non solo il ruolo della stampa estera le cui notizie sulle nostre miserie vengono amplificate dai social media, ma anche quello dei commenti salaci degli ambasciatori stranieri a Roma che riferisco senza freni ai rispettivi governi.

Molti politici e reali nel mondo hanno avuto cadute di stile in relazioni affettive extraconiugali con signore di bell’aspetto (da re Edoardo a re Juan Carlos, a re Alberto, a Mitterrand, a Clinton, a Hollande a Berlusconi), ma nessuno ha scaricato pubblicamente, e senza dignità, la partner-amante, fino al giorno prima tenuta nella massima considerazione, come ha fatto “o minist” con la pompeiana, definita mitomane e arrivista, che si è vendicata sbugiardandolo con continue pubblicazioni di foto e documenti.

Berlusconi in questo senso ha rappresentato un caso unico di protettore delle sue favorite, ricoprendole d’oro e di prebende a spese del contribuente facendole entrare a Montecitorio dalla porta principale come elette o nelle assemblee regionali, o facendo addirittura votare dal Parlamento il riconoscimento di una parentela inesistente con un capo di Stato.

La primo ministro Meloni, che si vanta di scrivere la storia per aver riportato l’Italia al centro della considerazione internazionale, ha commesso l’ennesimo errore di valutazione. Volendo allontanare da sé l’amaro calice del rimpasto governativo per le caselle occupate malamente da personaggi di scarso valore, collezionisti di gaffe, o transfughi all’estero, o con problemi con la giustizia (Fitto, Santanché, Lollo, Piantedosi, Calderone, Del Mastro, Nordio, Urso) ha bevuto fino alla feccia quello del ridicolo.

Ha creduto di poter risolvere la questione con lo stesso piglio di una pescivendola che dirime una lite tra venditori ambulanti, controllando per un’ora scontrini e ricevute e alla fine obbligando o Minist a autoflagellarsi in tv, ad ammettere la relazione (altro che gossip da uscieri ministeriali che sapevano tutto con florilegio di battute da caserma) fino al pianto con perdita di ogni dignità per l’incarico che secondo la Costituzione avrebbe dovuto essere esercitato con disciplina e onore.

Anziché accettare le dimissioni che avrebbero potuto essere giustificate, sin da un mese fa, con l’espressione diplomatica dei motivi di salute, ha insistito perché o Minist resti al suo posto, giustificando che non era stato commesso alcun reato di uso improprio di fondi pubblici.

Ve li immaginate i delegati del G7 che parteciperanno tra dieci giorni al summit culturale di Napoli (è stato evitata all’ultimo momento la sede di Pompei che avrebbe evocato l’eruzione distruttiva) con quali sorrisini e commenti salaci guarderanno il tapino che dovrà dirigere i lavori?

Questa è una vera questione di credibilità e di onore, che ha coperto di ridicolo la nazione. Mentre alle nostre porte si svolgono guerre devastanti, il Governo del degrado assomiglia ad una corte bizantina dove impera la consapevolezza che chi esercita il potere può fare tutto quello che vuole.

Ed è triste che in un paese del G7 si debba ricordare ogni giorno il dovere di tenere alta la bandiera dell’etica pubblica, dell’onore delle istituzioni, della trasparenza, obiettivi che vengono prima delle convenienze politiche contingenti.

Il cittadino italiano non può continuare a sopportare comportamenti di così basso profilo e così offensivi della vita istituzionale.

Torquato Cardilli
6 settembre 2024

8 commenti:

  1. Fascisti arruffoni, nu poco maneggioni, pro domo loro. Come disse LUI a Sodoma e Gomorra, dammi 100 giusti e salvo le città. Ma Signore sono tanti. Dammi 10 giusti ecc ecc. Signore te né basta uno: va bene accetto disse e dopo mezza giornata rase al suolo TUTTO. La fine che farà questi comandanti di latta, partendo da gioggia, la più, il resto è sterco....

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  2. Condivido ogni sua parola, ogni sillaba...dalla prima all'ultima. Povera Italia cone persone di questo calibro.

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  3. Grande donnaiolo, il ministro, non ce lo facevo…..

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  4. Sono come il topo e la volpe!!

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  5. Se è vero che "IL TAPINO" non ha commesso nessun reato, si può derubricare tutto questo a tam tam mediatico, il tam tam di un'opposizione che non trovando altro di più consistente, tutto sommato si attacca al tram. Meglio una caduta di stile che una caduta determinata dalla magistratura di sinistra. Certo però che questo Sangiuliano c'è la sta mettendo tutta per coprire di ridicolo se stesso e chi gli sta intorno.

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  6. La Premier scriverà la storia................

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  7. E del tg1 che si presta al ruolo di angelo consolatore di un Ministro della Repubblica che , per salvare culo e camicia, confessa patetiche avventurette senili, che dire? Lui, Gennaro , si è sforzato più volte di stillare lacrime di pentimento, io ho riso a crepapelle, per non piangere a dirotto…pensando a come hanno sconquassato questo Paese!

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  8. Per il caso Sangiuliano comu finii, PILU PI TUTTI ?

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