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martedì 30 luglio 2024

RICCHEZZA E POVERTÀ. ESSERE CONTRO LA RICCHEZZA?

di Giangiuseppe Gattuso - È una questione che interessa indistintamente tutti per gli effetti che riverberano sulle nostre vite e sui nostri figli. Leggiamo e sentiamo delle prodezze di personaggi famosi, di spese enormi in locali di lusso, di soggiorni nelle suite di alberghi di lusso per cifre record. E di compensi milionari a sportivi, manager di aziende pubbliche e private, calciatori, responsabili di multinazionali e società finanziarie. Di spartizioni miliardarie, di lasciti stratosferici, di patrimoni da far impallidire di cui è pure difficile immaginare la grandezza e l’effettiva consistenza. E poi aerei privati, barche paragonabili a traghetti di linea che solo per muoversi hanno bisogno di equipaggi con costi incredibili e carburante da bruciare alla faccia dell’ambiente. Così come le residenze personali e familiari nei posti più esclusivi e la cui sfarzosità e ampiezza fanno diventare, al confronto, appartamenti prestigiosi umili alloggi per la servitù.

Io cerco di immaginare cosa fare con le quantità di denaro di cui stiamo parlando. Con le disponibilità di centinaia di milioni pronta cassa, immobili a non finire e il resto investito in mille opzioni per preservarne il valore e accrescerne sempre più la grandezza. E, nonostante gli sforzi della mia fantasia, arrivo quasi sempre a una conclusione. Che la ricchezza eccessiva, non ha senso ed è pure inutile. Oltre che immorale. Si, immorale. E vengo al punto.

Una casa bellissima, grande, creata e arredata da professionisti, munita di ogni comodità, con il personale adeguato e necessario. Una villa al mare, una in montagna e residenza all'estero. Aereo privato, automobili con autisti e sicurezza al seguito, cosa manca ancora per soddisfare ogni tipo di esigenza personale e della famiglia. Credo ci sia poco altro, almeno se restiamo nell'ambito del lecito e nel "normale".

Ecco, dopodiché, tutto si trasforma in un mezzo per soddisfare smanie di potere, affermare la superiorità a danno degli altri. Emerge, tranne rare eccezioni, tutto l'armamentario che caratterizza l'essere umano nei suoi aspetti più estremi.
La quantità di ricchezza concentrata nelle mani di poche decine di migliaia di individui è tale da sconvolgere l’economia di intere nazioni e il loro assetti politici e istituzionali. I patrimoni di pochi paperoni superano di gran lunga le dimensioni finanziarie delle manovre che molti governi si sforzano di mettere in atto annualmente, per correggere bilanci e intervenire su problemi complessi come i servizi sanitari e la previdenza di centinaia di milioni di cittadini.

Come si può accettare e giustificare che solo l'1℅ della popolazione mondiale possieda la ricchezza di poco meno del 50℅ dei patrimoni? E che milioni e milioni di esseri umani sono costretti a patire la fame, essere preda di malattie banali che altrove sono scomparse o vengono curate senza problemi e a sopravvivere con meno di un euro al giorno? Questi numeri che riguardano i miliardari, tra l’altro pure aumentati nel corso degli ultimi anni, determinano diseguaglianze enormi e ingiustizia sociale. Mentre, paradossalmente, le disponibilità degli Stati per gli interventi sociali e per lo sviluppo, al confronto, si riducono a pochi spiccioli.

E allora bisogna essere contrari alla ricchezza? Dobbiamo immaginare un sistema al ribasso che livelli tutti senza differenze? Nessuno lo dice e nemmeno il sottoscritto. Ma bisogna porre un argine, un limite alla ricchezza. Ridurre per quanto possibile le spaventose disuguaglianze, accrescere le disponibilità economiche delle classi più povere del pianeta, intervenire con forza ed efficacia per migliorare le condizioni sociali di miliardi di esseri umani. Qualcosa si muove, ci sono iniziative che tendono a stabilire una tassazione dei super-ricchi, i miliardari della terra, per una necessaria maggiore equità fiscale. Il presidente brasiliano Lula da Silva ha lanciato la proposta di una tassa sui super-ricchi per contribuire alla soluzione di fame e povertà nel mondo. Proprio ora che ci sono così tanti miliardari: 3.000 persone possiedono 15.000 miliardi di dollari, la somma dei Pil di Giappone, Germania, India e Regno Unito.

Al recente vertice del G20 Finanze di Rio de Janeiro, del 24-25 luglio 2024, a conclusione dei lavori è stata approvata la dichiarazione sulla cooperazione fiscale internazionale, definito “una pietra miliare” nella discussione globale sulla tassazione dei super-ricchi. In linea con l’appello di Oxfam che ha promosso la raccolta firme La Grande Ricchezza. Una iniziativa
che, incredibilmente, proviene da alcuni illuminati facoltosi per introdurre un’imposta europea sui grandi patrimoni per finanziare sanità, scuola, lavoro e lotta ai cambiamenti climatici.

Stranamente, sui media nazionali, poco o nulla è trapelato e non mi risultano servizi e trasmissioni televisive per perorare l’iniziativa. Tantomeno si sono viste attività politiche dei partiti di maggioranza e di opposizione. Peccato. Come, per esempio, sulle condizioni di vita dell'ex Presidente dell'Uruguay, Pepe Mujica, che vive in una piccola fattoria in campagna e che quando era in carica tratteneva per sé soltanto il 10% della sua indennità donando circa il 90% a favore di organizzazioni non governative e a persone bisognose. 

Pensate che il libro TAX THE RICH! (Tassate i ricchi!), scritto da Morris Pearl, presidente di Patriotic Millionaires, un’organizzazione di multimilionari e miliardari che chiedono ai governi di pagare più tasse, non è tradotto in italiano.

Nella prima pagina del sito di OXFAM (un’organizzazione che da oltre 80 anni è attiva nella lotta alla povertà e all’esclusione sociale) viene indicato che in Italia, in 50.000 hanno ricchezza tre volte superiore a quella di 25 milioni di Italiani poveri. Un divario dannoso e pericoloso. Un divario figlio di una partita truccata in cui alla lunga perdono tutti.

Allora c’è una speranza? Io credo di si. Ma soltanto se ci sarà una presa di coscienza dei cittadini, una maggiore consapevolezza del ruolo che ognuno di noi può e deve svolgere. Tutto il contrario dell’affidarsi a questo o quel beniamino politico limitandosi, quando va bene, a esprimere la propria volontà sul futuro apponendo una croce su un simbolo nella scheda elettorale.

Iniziamo con impegnarci a coinvolgere quanta più gente possibile nella raccolta firme promossa da OXFAM. È già qualcosa.

Giangiuseppe Gattuso

30 Luglio 2024

19 commenti:

  1. Sono d’accordissimo con l'articolo.

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  2. ...e Unicef e altri rompono il caxxo ogni giorno con spot strappalacrime in tv.
    Rompessero il caxxo a chi sta buttando miliardi nella guerra in Ucraina.

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    1. È una ossessione continua tanto che ogni volta devo cambiare canale, e dopo qualche minuto arriva anche in quel canale, insopportabile, e loro fanno la guerra, uccidono bambini e adulti, queste contraddizioni non aiutano nessuno il denaro che viene usato e sperperato per le guerre è in quantità ciclopiche e loro li chiedono a noi per curare le malattie che loro stessi creano anche attraverso le guerre. Questo mondo oramai e rimasto senza anima e andrà ad estinguersi.

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  3. Condivido interamente, nella vita tutto ha un limite.

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  4. Il capitale ha vinto su una massa anestetizzata dai media che non ha avuto neanche la contezza della guerra combattuta. Quando il problema del poveraccio è il morto di fame la speranza di rinascita è morta. Letale è stata mettere a disposizione di tutti l'istruzione e il diritto di voto. La truffa è prima di tutto semantica. Istruzione e cultura sono tra loro solo lontani parenti mai conosciuti. Istruire è sinonimo di addestrare, ad abituare qualcuno a rispondere a degli impulsi non a coltivare i propri talenti, le propri capacità. Il voto senza cultura, senza la capacità di comprendere, di analizzate la realtà in cui siamo immersi è un guinzaglio, è un'illusione di libertà, e una finestra aperta sul mondo con una grata indistruttibile. Istruzione e democrazia con un'informazione gestita dalle oligarchie finanziarie ha generato tutto questo rendendoci schiavi inconsapevoli, schiavi senza neanche la consapevolezza delle proprie catene, lo schiavo perfetto. La libertà , la democrazia, non può essere per tutti. La massa è una mandria instupidita dal caldo che corre verso il baratro. La storia ce lo racconta, sono sempre piccole eccezioni, singoli individui a fare la storia. In tutto questo che siano i miliardari a redimersi e riaggiustare il tiro la vedo dura. Lo scontro è tra sistemi non tra popolo occidentale e la sua elite. Le dinamiche geopolitiche di questi ultimi anni, islamofobia e russofobia, nascono proprio dalla guerra già in atto. Vedremo chi vincerà. È uno scontro che non farà prigionieri.
    Diffidate da parole come libertà e democrazia.

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  5. Si Giangiuseppe, sono l'egoismo e l'avidità umana a rendere "immorale" ogni cosa che viene donata dalla vita per il bene di tutti.
    Se ci fai caso, la guerra è immorale, la violenza... l'ingiustizia.. il potere.. certo, la ricchezza è una delle chiavi fondamentali per potere creare giustizia e far del bene al prossimo e, per noi credenti, è il metro del giudizio con il quale alla fine, saremo giudicati: "avevo fame e mi hai dato (o non mi hai dato) da mangiare... la ricchezza spesso corrompe l'animo umano, ma per fortuna non può comprare la morte.
    Un vivo saluto e buona giornata.

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  6. L'esigenza di porre un limite o di requisire il patrimonio personale viene in subordine: se un soggetto usa il proprio potere economico a danno del prossimo allora gli andrebbe requisito o limitato il patrimonio. Va da se che il potere eccessivo non moderato porta quasi ineluttabilmente all'abuso. Purtroppo con la ultra-celebrata rivoluzione francese il potere è stato consegnato a imprenditori e grandi gruppi bancari, che hanno via via annichilito i governi eletti, pertanto vengono a coincidere moderatori e moderandi, forse in nome... dell'egalitè.

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  7. La ragione per cui nessuno tasserà mai i magnati e gli straricchi risiede nel fatto che essi sono quelli che decidono il destino dei governi e gli equilibri mondiali. I poveri sono molto di più e tassare loro è molto più facile, indolore e produttivo. E poi non fanno paura a nessuno.

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  8. Sono pienamente d'accordo

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  9. Fanno pena chissà cosa se ne fanno di tutti quei soldi,con un decimo del loro patrimonio starebbero bene per cento e più anni mentre la povertà mondiale è enorme ,una situazione voluta dai potenti padroni egoisti crudeli schifosi.

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  10. Concordo. L'ECCESSO DI RICCHEZZA È IMMORALE

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  11. Sebastiano Pietroluongo31 luglio 2024 alle ore 11:00

    No non sono contro la ricchezza bisogna vedere l'uso che se ne fa.

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  12. Anni e anni di storia, ha vinto il " capitale " ..e questo è l'unico messaggio che ha saputo dare.. "fregatene degli altri, l'unico scopo che nella vita devi trovare ..è quello di fregare il prossimo e ricco diventare! ".. Il potere ha insegnato ad annulare gli uomini di successo.. invece di tassarli li salva e li protegge, han poche tasse .. queste però le paga il gregge!

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  13. Concordo totalmente su quanto espresso da Giangiuseppe. Cambiamo lo stato di fatto con una espressione di voto ponderata, al fine di rendere maggiore equità umana e finanziaria.

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  14. Masochisti, spregevole vergognoso c'è una fine pure per voi. Non vivete in eterno squallore

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  15. Già, nel 2019, Winnie Byanyima, direttore esecutivo di Oxfam International, sosteneva che: "il crescente divario tra ricchi e poveri ostacola la lotta contro la povertà, danneggia l'economia e alimenta la rabbia globale. I governi devono assicurare che le multinazionali e i ricchi paghino la loro quota di tasse". Oggi la situazione è peggiorata: i ricchi, pochi, sempre più ricchi e i poveri, in aumento, sempre più poveri. Quando un lavoratore non percepisce la giusta paga per i bisogni individuali e familiari vuol dire che il solco della diseguaglianza sociale è diventato un abisso. Il ricorso alla Caritas, anche per i lavoratori, è diventato un ancora di salvezza. Non riesco ad accettare e giustificare il concentramento della ricchezza del mondo in poche persone mentre molti muoiono di fame e non riescono, nemmeno, a curarsi dalle malattie. Si "la ricchezza eccessiva non ha senso, è inutile (all'umanità) ed è immortale (per l'umanità)'. Di questa situazione, molte colpe sono della politica. È inutile elencarle, sono ben note a tutti. Le ricette per la giustizia sociale ci sono. L' ingegnere Adriano Olivetti sosteneva che la differenza tra stipendio minimo e massimo sta nel rapporto di 1 a 10. Papa Francesco ha detto: "Se la differenza di stipendio tra l'operaio e il top manager è troppo alta si ammala la società." Dov'è la politica?!

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  16. Sono andato sul sito di Oxfam Italia e ho firmato la petizione che ha per titolo "Un futuro di uguaglianza"

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  17. La concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi è una costante nella storia umana. Oggi imbarazza di più perchè è relativamente facile reperire i dati.
    Dopo questa considerazione occorre riflettere su un'altra costante: chi ha il potere fa di tutto per mantenerlo e aumentarlo. Quindi ostacola qualsiasi azione di mutamento dello status quo in chiave sociale.
    Se, poi si aggiunge che la gente si estranea dalla politica e, quindi, dalla gestione di una leva che in parte potrebbe agire da leva per limitare l'ingordigia dei pochi che concentrano le risorse, ne consegue che lo scenario non potrà mutare, almeno in un periodo medio-breve.
    Ciò non significa che bisogna arrendersi e, a tal proposito, vale rammentare che Paul GeJohn Paul Getty III a chi gli chiese quanto volesse ancora guadagnare ... rispose MORE

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  18. Assolutamente contro. Perché allontana dalla realtà e inevitabilmente si rivolge contro i poveri cristi. Che siamo Noi. Con i risultati che stiamo misurando proprio in questa epoca storica.

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