di Torquato Cardilli - In ogni occasione pubblica, il politico al potere recita al popolo bue e plaudente il solito ritornello che l'Italia è un grande paese, che non ha nulla da imparare, che ha da insegnare al resto del mondo, che presto tornerà ad essere guida in Europa, che non bisogna piangersi addosso, che è presidente del G7, rispettato e tenuto nella massima considerazione dai partner che ci ammirano a bocca aperta (salvo il disprezzo di Macron).
Il politico al potere si compiace nell'auto soddisfazione di sentirsi elogiato e invidiato e poco gli importa se il cittadino comune per un esame specialistico deve attendere un anno, se l’attesa per un passaporto è di sei mesi, se i treni dei pendolari fanno schifo, se i precari di una volta adesso sono diventati precari a tempo indeterminato, se l’inflazione ha mangiato parte del potere d’acquisto, se milioni di persone non hanno di che mettere sotto i denti, se i giovani sono senza occupazione o sono occupati con salari di fame, se l’inquinamento delle città e del paesaggio continua peggio di prima, se la corruzione e l’evasione marciano alla grande, se Roma capitale (che pretendeva di ospitare l’expo) è sempre più sporca, senza servizi decenti e insicura.Insomma al potere piace ascoltare il famoso refrain “Tout va bien, Madame la Marquise " (Tutto va bene Madama la Marchesa), anche se l’orizzonte è fosco.
I denari per finanziare la guerra non nostra, ma di altri, per favorire gruppi economici senza scrupoli si trovano, ma non quelli per assicurare lavoro, welfare e sanità decente.
L’amministratore capo della cosa pubblica, che si tratti di immigrazione, di devastazioni da inondazioni, di discariche e inceneritori, di inadeguatezza organizzativa degli uffici, delle scuole, degli ospedali, di mancata protezione dei cittadini, anziché chiamare questi guai con il loro nome usa una definizione ambigua, immutabile, permanente e li chiama “emergenze” perché si vergogna dell’assenza di progetti seri, della evidente impreparazione gestionale e così può aggirare ogni controllo.
Ormai lo sanno persino le singole gocce del Mediterraneo o ogni granello di sabbia delle coste di Pantelleria, di Sicilia, di Calabria cosa sia il fenomeno dell’immigrazione che da venti anni si rovescia di continuo sull’Italia. Ma il nostro Governo non l’ha affatto compreso, continua a considerarlo come un evento eccezionale, tipo pioggia torrenziale destinata ad esaurirsi dopo un certo periodo per lasciare spazio al sereno e si illude di arginare il problema con il risibile decreto “flussi”.
Invece è un problema epocale sistemico. Il mezzo milione di profughi arrivato negli ultimi tre anni, non è che l’avanguardia dello tsunami che potrà seguire, come accadde all’epoca delle invasioni barbariche, da far saltare la nostra società.
Il finto contrasto di questo fenomeno è indecorosamente sfruttato a fini politici per raccattare voti senza che venga indicato come farvi fronte, mentre ne approfitta la malavita che alimenta con un tozzo di pane il circuito perverso di affari loschi ad ogni livello locale e nazionale.
Il Governo di oggi ha perso la foga oratoria di un tempo sui blocchi navali, sui respingimenti, sulle carceri, sui rimpatri e tace. Non affronta la questione con mezzi adeguati, con una visione strategica, pensata da persone capaci di prevedere le conseguenze e non da politicanti e prefetti che si trastullano pensando solo a sovraccaricare di impacci burocratici i Comuni e le Ong nella speranza di tirare a campare.
Ci si commuove ipocritamente di fronte ai cadaveri ripescati, si accusa di insensibilità l’Europa, ci si sbraccia in commemorazioni e si lanciano fiori in mare insieme ad appelli all’emotività della gente, senza avanzare un’ipotesi sensata di soluzione che sia praticabile.
Il vuoto politico di idee e di programmi viene riempito con un balbettio infantile di rimedi immaginari in cui eccelle la Lega del tipo riportiamoli nel loro paese (quale è il loro paese? Quello di origine e quale, o quello di ultima partenza?), oppure aiutiamoli a casa loro (dove sono al potere governi composti da satrapi, dittatori, cricche tribali, militari violenti, tirannici e predoni delle risorse nazionali), oppure impiantiamo sulla costa africana dei centri di selezione e smistamento (a prescindere dalle difficoltà economiche, logistiche e di sicurezza di una sistemazione che ha una magnitudine gigantesca).
Ma chi avanza queste proposte, compreso il ministro dell’Interno che invita i profughi a restare a casa propria in attesa che andiamo a prenderli, sa di cosa parla? Ha mai assistito in Africa all’assalto di una folla che travolge tutto e tutti per una pagnotta o un po’ di farina o solo di acqua potabile? Le scene selvagge di disperazione di Gaza non sono eloquenti? Sa che in quel continente più grande dell’Europa, crogiuolo di tribù ed etnie diverse, su 1 miliardo e mezzo di abitanti ci sono a dir poco 100 milioni di disperati pronti ad affrontare i disagi dell’anabasi fino alla costa, la spoliazione di ogni bene, i maltrattamenti e le torture, il rischio di annegamento pur di approdare in Europa?
Ci si rende conto che al giorno d’oggi, anche senza banda larga, in Africa le informazioni e i soldi corrono veloci con più rapidità di quanto si immagini e che al vertice della piramide del commercio di carne umana ci sono i poteri forti, gli stessi che controllano la droga, la prostituzione, le speculazioni finanziarie, la corruzione, il contrabbando di armi, petrolio, materie prime, ed altri minerali?
La Costituzione italiana contiene il principio sacro dell’accoglienza obbligatoria di chi scappa dalla guerra e dal pericolo di morte. Quindi si impone con urgenza che il Governo mobiliti ogni struttura e capacità per individuare in tempi brevissimi chi ha diritto ad essere protetto e chi no. Come? I paesi in cui si svolgono guerre e repressioni sono noti e certificati dalle Nazioni Unite. Non ci vuole né la CIA, né il KGB né tantomeno i nostri Servizi, che non si sono rivelati all’altezza della situazione, per capire chi tra i naufraghi, diversi per etnie, lingua e tratti somatici (tutti privi di documenti sequestrati dai trafficanti o buttati a mare di proposito o distrutti per evitare l’identificazione), abbia diritto all’asilo politico. Sta poi a noi imporre in Europa la condivisione della concessione dell’asilo.
Tutti quelli che non hanno diritto vanno riportati indietro da dove hanno iniziato la traversata del Mediterraneo. Si dirà che è un costo eccessivo. Forse che aver buttato nella fornace idiota della guerra in Afghanistan 8,5 miliardi e negli aiuti all’Ucraina altri 5,7 miliardi sono stati costi insignificanti per il nostro bilancio senza averne tratto alcun beneficio?
Si potrebbe obiettare anche che il diritto internazionale non lo prevede. Se è per questo non prevede nemmeno i muri di separazione tra USA e Messico o tra Israele e Palestina, o tra Ungheria e Serbia o il filo spinato nel tunnel sotto la Manica. Come mai si accetta che il Regno Unito deporti gli immigrati clandestini in Uganda e che l’Italia faccia finta di traslocare temporaneamente, e a rate, qualche migliaio di profughi in Albania, per riprenderseli dopo alcuni mesi?
Prima delle elezioni politiche del 2022 sembrava che l’unico argomento a disposizione dell’opposizione per contrastare il Governo di allora fosse quello dell’immigrazione. Forse ci siamo dimenticati che l’attuale premier coniava il nuovo verbo “nomadare” per dire che i nomadi dovevano andarsene, raccogliendo gli applausi degli incolti beoti o che era necessario fermare la transumanza o che l’attuale vicepremier prometteva con uno schiocco di dita la deportazione di 500 mila clandestini?
Ora sembra che il problema dell’’immigrazione, grazie alla minaccia di perseguitare gli scafisti e gli organizzatori dei traffici in tutto il globo terracqueo, non esista più. Organi di stampa e laudatores di penose trasmissioni non ne parlano, l’immigrazione è cancellata dall’orizzonte politico italiano.
Purtroppo la realtà è un’altra. In questo anno e mezzo di governo di destra sono già sbarcati in Italia quasi 250 mila immigrati nonostante tutti gli impedimenti messi in atto da un Ministro dell’interno con la tipica mentalità del questurino di provincia che dirotta le navi a piacimento dal canale di Sicilia nei porti dell’Adriatico quando sarebbe più pratico e meno oneroso organizzare ogni volta quattro pullman e trasferire i migranti via terra dalla Sicilia o dalla Calabria nei luoghi prescelti come destinazione.
È delle ultime 48 ore la notizia del nuovo tragico naufragio di un barcone partito dalla Libia e rimasto alla deriva per una settimana senza che i vari SOS di aiuto fossero raccolti: 60 migranti morti di fame, sete, ustioni e infine affogati.
Una nave della Ong Sos Méditerranée ne ha salvati 25, mentre la Ocean Viking che ne ha presi 224 è stata dirottata ad Ancona (distante 1.450 km per ulteriori 3 giorni di navigazione). Questo è il principio umanitario che ci distingue!
È passato un anno dal terribile naufragio di Cutro: allora con le 94 salme recuperate, di cui 34 bambini, allineate sulla spiaggia, assistemmo alla sceneggiata del Consiglio dei Ministri tenuto a Crotone, seguito subito dopo dalla invereconda scena di iattanza dell’allegra brigata di Governo trasferitasi con il volo di stato in Lombardia per celebrare a champagne la festa di compleanno di Salvini accompagnato dalle note di Marinella.
Spettacolo indecoroso che ha rivelato l’assenza di sensibilità, del senso di umanità e di pietà per le vittime e per i sopravvissuti. Quali i provvedimenti positivi presi a parte le intese risibili con la Tunisia e con l’Albania?
Il memorandum con la Tunisia, volto a contrastare le partenze da quei lidi, è rimasto lettera morta perché prevedeva l’erogazione di qualche miliarduccio europeo che non è mai arrivato, mentre il protocollo italo-albanese (non ancora operativo) si riferisce solo ai migranti soccorsi nel Mediterraneo da navi militari italiane da trasferire con procedure accelerate di frontiera, compreso il pagamento della fantasiosa cauzione di 5.000 euro in attesa del verdetto sulla richiesta di asilo. Se non arriva i migranti vengono restituiti all’Italia. È questo il modo di affrontare il problema? Senza contare che la Corte di Cassazione ha stabilito che sia la Corte di Strasburgo a stabilire la correttezza della procedura della cauzione che contrasterebbe con la direttiva UE.
Come se non bastasse l’accoppiata Meloni Von der Leyen, non paga dell’insuccesso con il dittatore tunisino si è recata a baciare la pantofola del dittatore egiziano, per intenderci quello che ha sulla coscienza la copertura degli assassini di Regeni, e finanziargli il fermo delle partenze. Anche qui varrà il proverbio arabo pagare moneta, vedere cammello!
Ora si accendono i motori della campagna elettorale per le elezioni europee. Il cittadino italiano è disposto a seguire ancora la folle politica imposta dalla Commissione Von der Leyen tutta dedicata agli armamenti, all’obbedienza cieca all’America che danneggia l’economia europea facendo finta di proteggerla, o intende sostenere una politica di tutela degli interessi nazionali? Vuole confermare gli attuali parlamentari europei che hanno appena votato la follia di aiuti militari all’Ucraina fino al conseguimento della vittoria sulla Russia, o pensano di revocare il loro mandato e chiamare la neuro? Tout va bien, Madame la Marquise!
Torquato Cardilli
17 marzo 2024
Ma chi avanza queste proposte, compreso il ministro dell’Interno che invita i profughi a restare a casa propria in attesa che andiamo a prenderli, sa di cosa parla? Ha mai assistito in Africa all’assalto di una folla che travolge tutto e tutti per una pagnotta o un po’ di farina o solo di acqua potabile? Le scene selvagge di disperazione di Gaza non sono eloquenti? Sa che in quel continente più grande dell’Europa, crogiuolo di tribù ed etnie diverse, su 1 miliardo e mezzo di abitanti ci sono a dir poco 100 milioni di disperati pronti ad affrontare i disagi dell’anabasi fino alla costa, la spoliazione di ogni bene, i maltrattamenti e le torture, il rischio di annegamento pur di approdare in Europa?
Ci si rende conto che al giorno d’oggi, anche senza banda larga, in Africa le informazioni e i soldi corrono veloci con più rapidità di quanto si immagini e che al vertice della piramide del commercio di carne umana ci sono i poteri forti, gli stessi che controllano la droga, la prostituzione, le speculazioni finanziarie, la corruzione, il contrabbando di armi, petrolio, materie prime, ed altri minerali?
La Costituzione italiana contiene il principio sacro dell’accoglienza obbligatoria di chi scappa dalla guerra e dal pericolo di morte. Quindi si impone con urgenza che il Governo mobiliti ogni struttura e capacità per individuare in tempi brevissimi chi ha diritto ad essere protetto e chi no. Come? I paesi in cui si svolgono guerre e repressioni sono noti e certificati dalle Nazioni Unite. Non ci vuole né la CIA, né il KGB né tantomeno i nostri Servizi, che non si sono rivelati all’altezza della situazione, per capire chi tra i naufraghi, diversi per etnie, lingua e tratti somatici (tutti privi di documenti sequestrati dai trafficanti o buttati a mare di proposito o distrutti per evitare l’identificazione), abbia diritto all’asilo politico. Sta poi a noi imporre in Europa la condivisione della concessione dell’asilo.
Tutti quelli che non hanno diritto vanno riportati indietro da dove hanno iniziato la traversata del Mediterraneo. Si dirà che è un costo eccessivo. Forse che aver buttato nella fornace idiota della guerra in Afghanistan 8,5 miliardi e negli aiuti all’Ucraina altri 5,7 miliardi sono stati costi insignificanti per il nostro bilancio senza averne tratto alcun beneficio?
Si potrebbe obiettare anche che il diritto internazionale non lo prevede. Se è per questo non prevede nemmeno i muri di separazione tra USA e Messico o tra Israele e Palestina, o tra Ungheria e Serbia o il filo spinato nel tunnel sotto la Manica. Come mai si accetta che il Regno Unito deporti gli immigrati clandestini in Uganda e che l’Italia faccia finta di traslocare temporaneamente, e a rate, qualche migliaio di profughi in Albania, per riprenderseli dopo alcuni mesi?
Prima delle elezioni politiche del 2022 sembrava che l’unico argomento a disposizione dell’opposizione per contrastare il Governo di allora fosse quello dell’immigrazione. Forse ci siamo dimenticati che l’attuale premier coniava il nuovo verbo “nomadare” per dire che i nomadi dovevano andarsene, raccogliendo gli applausi degli incolti beoti o che era necessario fermare la transumanza o che l’attuale vicepremier prometteva con uno schiocco di dita la deportazione di 500 mila clandestini?
Ora sembra che il problema dell’’immigrazione, grazie alla minaccia di perseguitare gli scafisti e gli organizzatori dei traffici in tutto il globo terracqueo, non esista più. Organi di stampa e laudatores di penose trasmissioni non ne parlano, l’immigrazione è cancellata dall’orizzonte politico italiano.
Purtroppo la realtà è un’altra. In questo anno e mezzo di governo di destra sono già sbarcati in Italia quasi 250 mila immigrati nonostante tutti gli impedimenti messi in atto da un Ministro dell’interno con la tipica mentalità del questurino di provincia che dirotta le navi a piacimento dal canale di Sicilia nei porti dell’Adriatico quando sarebbe più pratico e meno oneroso organizzare ogni volta quattro pullman e trasferire i migranti via terra dalla Sicilia o dalla Calabria nei luoghi prescelti come destinazione.
È delle ultime 48 ore la notizia del nuovo tragico naufragio di un barcone partito dalla Libia e rimasto alla deriva per una settimana senza che i vari SOS di aiuto fossero raccolti: 60 migranti morti di fame, sete, ustioni e infine affogati.
Una nave della Ong Sos Méditerranée ne ha salvati 25, mentre la Ocean Viking che ne ha presi 224 è stata dirottata ad Ancona (distante 1.450 km per ulteriori 3 giorni di navigazione). Questo è il principio umanitario che ci distingue!
È passato un anno dal terribile naufragio di Cutro: allora con le 94 salme recuperate, di cui 34 bambini, allineate sulla spiaggia, assistemmo alla sceneggiata del Consiglio dei Ministri tenuto a Crotone, seguito subito dopo dalla invereconda scena di iattanza dell’allegra brigata di Governo trasferitasi con il volo di stato in Lombardia per celebrare a champagne la festa di compleanno di Salvini accompagnato dalle note di Marinella.
Spettacolo indecoroso che ha rivelato l’assenza di sensibilità, del senso di umanità e di pietà per le vittime e per i sopravvissuti. Quali i provvedimenti positivi presi a parte le intese risibili con la Tunisia e con l’Albania?
Il memorandum con la Tunisia, volto a contrastare le partenze da quei lidi, è rimasto lettera morta perché prevedeva l’erogazione di qualche miliarduccio europeo che non è mai arrivato, mentre il protocollo italo-albanese (non ancora operativo) si riferisce solo ai migranti soccorsi nel Mediterraneo da navi militari italiane da trasferire con procedure accelerate di frontiera, compreso il pagamento della fantasiosa cauzione di 5.000 euro in attesa del verdetto sulla richiesta di asilo. Se non arriva i migranti vengono restituiti all’Italia. È questo il modo di affrontare il problema? Senza contare che la Corte di Cassazione ha stabilito che sia la Corte di Strasburgo a stabilire la correttezza della procedura della cauzione che contrasterebbe con la direttiva UE.
Come se non bastasse l’accoppiata Meloni Von der Leyen, non paga dell’insuccesso con il dittatore tunisino si è recata a baciare la pantofola del dittatore egiziano, per intenderci quello che ha sulla coscienza la copertura degli assassini di Regeni, e finanziargli il fermo delle partenze. Anche qui varrà il proverbio arabo pagare moneta, vedere cammello!
Ora si accendono i motori della campagna elettorale per le elezioni europee. Il cittadino italiano è disposto a seguire ancora la folle politica imposta dalla Commissione Von der Leyen tutta dedicata agli armamenti, all’obbedienza cieca all’America che danneggia l’economia europea facendo finta di proteggerla, o intende sostenere una politica di tutela degli interessi nazionali? Vuole confermare gli attuali parlamentari europei che hanno appena votato la follia di aiuti militari all’Ucraina fino al conseguimento della vittoria sulla Russia, o pensano di revocare il loro mandato e chiamare la neuro? Tout va bien, Madame la Marquise!
Torquato Cardilli
17 marzo 2024
Tutto quanto riportato nel presente articolo giornalistico rispecchia quanto poco ci vuole in Italia x assumere il potere e poi comportarsi come i precedenti governi. Anzi peggio.
RispondiEliminaNON SI POSSONO LEGGERE LE MINCHIATE SCRITTE IN QUESTO ARTICOLO, come i milioni di persone che non hanno di che mangiare o i sei mesi per il passaporto. Ma per favore
RispondiEliminaMi complimento con la scrittura e le argomentazioni, seppur ripetitive del dott. Torquato Cardilli.
RispondiEliminaMa con tutto il rispetto mi sembra un elenco sterile di cose negative. Infatti invito il dott. Cardilli,
tenendo conto della sua esperienza e capacità come uomo delle istituzioni, se lei potesse invece suggerire come poter meglio governare il complesso fenomeno dell'immigrazione, della povertà e del mostruoso debito pubblico, dove tutti i governi di destra e/o di sinistra, tirano solo a campare! Cmq complimenti per il suo articolo e buon lunedi.
Il senso di appartenenza non vuol dire avere le bende sugli occhi da non vedere tutto quello che non va. La lista delle cose negative già lunga da tempo, con questo governo di destra e populista, si sta allungando. Il senso di umanità applicata alla povertà e all'accoglienza ha perso il suo valore primario. Il resto è tutta propaganda mistificatoria.
RispondiEliminaBah, forse il contribuire al massacro di innocenti è diventato un MOTIVO per RIDERE? di questi personaggi (oltre che a vomitare) che ce ne facciamo?
RispondiEliminaQuesti pazzi cosa ci stanno a fare sulla terra, rischiamo la guerra totale!
RispondiEliminaCostituzione Italiana art 11, L'ITALIA RIPUDIA LA GUERRA COME STRUMENTO PER RISOLVERE LE CONTROVERSIE INTERNAZIONALI ECC.
RispondiEliminaMacron crede di essere Napoleone ? In Russia Napoleone la piglio' in quel posto !
RispondiEliminaSignori io credo che questi campioni di mediocrità arrogante ci hanno spinto fin troppo OLTRE verso un punto di non ritorno.
RispondiEliminaNecessita FARE QUALCOSA.
Organizzare una Manifestazione per la Pace il più presto possibile.
Prima che sia troppo tardi…