lunedì 5 febbraio 2024

L'UOMO DELLA PROVVIDENZA

di Gigi Consiglio - Quando Papa Pio XI, nell'esaltazione di aver firmato il Concordato, chiamò Mussolini “Uomo della Provvidenza”, senza alcun dubbio ne aveva memorizzato il significato dalla lettura dei Promessi Sposi che come è risaputo è il prodotto di un autore – Alessandro Manzoni Beccaria - sponsorizzato dalla Chiesa, e forse l’unico assieme a Cantù, Pellico e Gioberti che forniva l’alibi di una presenza cristiana in un “risorgimento” caratterizzato dal laicismo carbonaro e massonico.
Il Duce divenne quindi, per la voce di papa Ratti, assiomaticamente, l’Uomo della Provvidenza e, come tale, autorizzato a condurre la governance della comunità in nome di principi superiori, ispirati e non discutibili.

Nel tempo, la Dx politica si è appropriata di questa figura retorica, nella fattispecie una “metafora”, perché nostalgicamente ricordava ad una generazione di sopravvissuti, l’Uomo decisionista che risolveva i problemi e che già la storia di Roma aveva identificato in Cincinnato. L’Uomo era il Duce che grazie allo sguardo magnetico, alla mascella volitiva e alla satiriasi del suo apparato riproduttivo era convinto che lo amassero tutti.

Anche Berlusconi si è presentato in tale veste nel 1994. E come è noto è stato un successo. Se poi si voglia considerare che la sua politica si è avvalsa subito nella identificazione del “nemico”, ideologia e strategia si sono fuse. Prima della guerra e durante, i nemici erano ebrei e comunisti, nel dopoguerra solo i comunisti, stando alla scomunica di Papa Pio XII. Poi sebbene già dall’89 era evidente che essi fossero ideologicamente orfani per il fallimento della politica sovietica, il Cavaliere pensò bene che era utile rispolverare l’anticomunismo.

L’Uomo della provvidenza resta comunque nel bagaglio culturale della DX e oggi che essa è al potere sta attivando la propaganda dei media per prospettarne i vantaggi. Presidenzialismo, Premierato sono le proposte che si odono sempre più pressanti dimenticando che la nostra Costituzione è stata voluta per tutelare una repubblica parlamentare democratica.

Voler attuare il Premierato piuttosto che il Presidenzialismo significa voler sovvertire la Costituzione e il suo sistema di pesi e contrappesi che garantiscono la divisione dei poteri e la democrazia.

Ci meravigliamo che la DX erede di un filone culturale piuttosto ricco considerando quello post bellico, quando il Movimento Sociale Italiano difendeva i “18 punti di Verona” come carta di politica economica meritevole di attenzione anche a SX, non rispolveri altri concetti, ivi contenuti e a suo tempo sbandierati, come personalità giuridica ai Partiti, la socializzazione delle imprese o la rivalutazione di un Senato come Camera sindacale delle Arti, Professioni, Mestieri, e attività produttive in genere dell’intelletto e delle mani. 

Tutto discutibile è vero ma che può trovare proprio per questo la possibilità di un dibattito in Parlamento senza che l’impianto garantista di Repubblica parlamentare venga ad essere sabotato nella vana ricerca di un Uomo della Provvidenza. E i Partiti personalistici a cui siamo stati abituati nell’ultimo trentennio ci hanno convinto che le fotografie dei leader non sono sufficienti per descrivere i loro meriti ma per ricordarci i loro carichi pendenti presso i tribunali e la conseguenziale ricerca della impunità.

Gigi Consiglio

05 Febbraio 2024

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