Persino il ministro tedesco della salute in un tweet, la settimana scorsa, mentre si trovava a Bologna, ha sbeffeggiato maldestramente l’Italia affermando che con questo clima non ha più futuro nel turismo.
Gli si sarebbe potuto rispondere con una reazione di classe, invece, in modo estremamente sgarbato, il compagno della premier ha reagito in TV invitandolo a tornarsene a casa. Gaffe imperdonabile. Certo la frecciata del ministro, motivata dalla carenza di servizi adeguati alla temperatura tropicale, fa male, ma non c’è da dargli molto torto: la responsabile del turismo, alle prese con l’inchiesta su possibili frodi, bancarotta e violazione delle norme sul pagamento del TFR, anziché curarsi degli affarucci di “open to meraviglia” avrebbe dovuto vigilare a tempo pieno su tutte le cose che non funzionano, che sono l’antitesi della fruibilità turistica.
La ministra, grazie a un Senato con una maggioranza più fedele alla disciplina di partito che a quella del rispetto dell’onore, più favorevole al capitale che alla povertà, più tollerante verso l’arrangiarsi con il fai da te che amante dell’organizzazione, ha superato la mozione di sfiducia, ma resta sul suo capo lo stigma della poca credibilità, per le indagini in corso sui conti pasticciati, sul mancato pagamento di tasse e tributi, su una sospetta compravendita di una villa, nientemeno che in società con la moglie del presidente del Senato, che avrebbe fruttato una plusvalenza di oltre un milione di euro.
Il turismo si fonda oltreché sull’immenso patrimonio archeologico, artistico, monumentale, religioso, che possediamo come nessun altro paese al mondo, sulla sicurezza dei cittadini nelle strade, nelle stazioni ferroviarie e metropolitane, sui treni, sul funzionamento dei presidi sanitari, sull’efficienza dei taxi, dei trasporti su rotaia e su gomma, sulla organizzazione per la diffusione di tempestive e chiare informazioni ai viaggiatori sempre abbandonati a se stessi in caso di emergenza, sulla qualità dei servizi, sulla lotta senza quartiere al bagarinaggio dei biglietti di accesso ai siti archeologici, sulla cura dei giardini, delle aiuole, sulla liberazione delle strade da cartacce e rifiuti di ogni genere ecc.
Invece “l’urbe eterna”, definita dalla stampa estera “infernal city”, è immersa nel degrado da bidonville: scale mobili della metropolitana ferme, ascensori e corridoi puzzolenti, fermate soppresse, aerazione deficitaria, assenza scivoli per handicappati, spazzatura abbandonata per strada, moltiplicata rispetto all’era Raggi, strade transennate senza l’ombra di operai al lavoro, presenza indisturbata di topi, cinghiali e gabbiani, erbacce infestanti i giardini, fogliame non raccolto che ottura gli scolatoi e rende navigabili i sottopassaggi alla prima pioggia, deiezioni canine che obbligano i passanti ad una vera gimkana, marciapiedi sconnessi, gallerie e tunnel cittadini sporchi e scarsamente illuminati, con cartelli di indicazioni stradali leggibili solo a un metro di distanza, da mondo delle carrozze, ecc.
La prima ministro dopo aver illuso gli italiani con una campagna elettorale d’attacco, con toni truculenti e promesse allettanti ma inverosimili, ora li ha confusi e disorientati per le penose retromarce. La girandola di viaggi all’estero, di cui si è sempre dichiarata soddisfatta a 360 gradi, succedutisi uno dopo l’altro, come tanti fuochi di artificio: dopo l’improvviso bagliore hanno fatto ripiombare la scena nel buio assoluto.
Nel suo programma politico c’erano impegni di quelli forti, vera musica per gli assalitori della CGIL, contro gli immigrati con il blocco navale a difesa dei confini, il perseguimento degli organizzatori del traffico di persone “nell’orbe terracqueo", la messa in mora dell’Europa spingendola con le spalle al muro sulla questione ripartizione dei migranti, l’espulsione dei clandestini che non hanno diritto d’asilo.
Non un piano serio per fare fronte alla sistemazione di circa 300 mila persone, né per fronteggiare il fenomeno immigratorio, ancor oggi considerato un’emergenza, mentre si tratta di un processo di sistema che durerà per anni. Ha sbandierato ai quattro venti un fantomatico piano Mattei di cooperazione con l’Africa, ma a parte il nome, si riduce al fatto che l’Italia paga senza trarne alcun dividendo. Il memorandum d’intesa tra Italia, Europa e Tunisia, sulla falsariga di quanto pattuito dalla Merkel e dall’UE con la Turchia “soldi in cambio di blocco alle partenze” è destinato a non entrare in funzione. Le sue condizioni (approvazione esplicita da parte di ciascuno dei 27 paesi dell’Unione compresi i sovranisti alleati di Meloni che non sono disposti a scucire un euro; sblocco degli aiuti del FMI che però pretende di vedere le riforme democratiche prima di aprire la borsa) rendono inapplicabile l’intesa prima di un paio d’anni salvo l’impegno italiano a versare subito qualche centinaio di milioni di euro.
Il Governo è stato rapidissimo nel varare un decreto legge anti rave che prevede pene severissime come per i reati di omicidio stradale, nel pretendere l’approvazione della definizione di reato universale per l’utero in affitto, mentre non ha fatto nulla e non farà nulla per stroncare gli incendi dolosi di criminali incalliti, né contro l’evasione fiscale giustificata da espressioni inammissibili sulle tasse, contrarie alla Costituzione e offensive per le istituzioni: “pizzo di stato”(premier Meloni); “italiani ostaggi dell’agenzia delle entrate (vice premier Salvini). Quest’ultimo ne spara una al giorno e si ostina a parlare del ponte sullo stretto e a prevedere sanzioni di ritiro per sempre della patente senza capire che i delinquenti se ne infischiano, perché le leggi sono ostacoli solo per le persone oneste.
Con la scusa del caldo torrido sono ricominciati gli incendi, tutti dolosi. Sono andati letteralmente in fumo e in diossina libera stabilimenti di stoccaggio e trattamento di rifiuti, boschi per migliaia di chilometri quadrati, colture di aziende agricole e zootecniche, edifici turistici per finire con gli aeroporti che hanno provocato maledizioni da parte di turisti imbufaliti, ecc.
Possibile che tutte le autorità locali (Sindaco, Questore, Prefetto, stazione dei Carabinieri e Forestali, commissariato di Polizia, comando dei Vigili del fuoco, Protezione civile, strutture della Guardia di Finanza pronte a schierarsi in assetto anti sommossa contro gli studenti in sciopero o contro i pastori sardi o i disoccupati, si facciano sempre cogliere di sorpresa? E a livello di Governo quale organizzazione è stata messa in piedi per prevenire gli incendi? A nessuno viene in mente l’idea di sorvegliare gli impianti dei rifiuti giorno e notte e di equiparare per legge ogni incendio al reato terroristico di strage contro la collettività punito con l’ergastolo?
Perché il Parlamento è al gran completo quando si tratta di fare da scudo alla ministra sotto indagine per bancarotta, mentre resta vuoto quando si tratta di prendere misure in favore degli alluvionati? Perché i parlamentari fanno gli straordinari per reintrodurre i loro vitalizi, aboliti dal M5S, per aumentare le loro indennità, per togliere ai più bisognosi il RdC, per negare l’istituzione del salario minimo, per stanziare miliardi in armi per l’Ucraina destinate alla distruzione al primo impiego e poi si auto assegnano 40 giorni di ferie, cioè il doppio di quanto consentito ad un lavoratore?
Il colmo dell’ipocrisia è stato servito agli italiani a ora di cena con lo spot pubblicitario della “carta povertà per te” con l’emblema delle mani giunte a cuore. Si dà agli indigenti una tessera di 380 euro una tantum (cioè un euro al giorno) al posto del RdC che valeva trenta volte di più, spingendo i disperati nelle braccia della criminalità come manovalanza a buon mercato.
La realtà è che questo governo ha preso alla lettera la critica del presidente di Confindustria che parla dell’Italia come il paese del “sussidistan” e toglie il poco ai bisognosi per darlo ai ricchi, alle corporazioni tipo balneari che pagano per la concessione delle spiagge canoni irrisori a fronte di fatturati milionari. Non è forse questo un sussidio a chi non ne ha bisogno?
Perché il Governo fa passare per successo lo sblocco della terza rata del PNRR decurtata di 16 miliardi di euro, quando invece si tratta della confessione della propria incapacità di esecuzione di progetti vitali (ferrovie Roma-Pescara e Palermo-Catania, tuttora funzionanti come negli anni quaranta del secolo scorso, piano energetico, rigenerazione urbana, riassetto idrogeologico, asili e alloggi per studenti)?
Quelli che in campagna elettorale dicevano che erano pronti si dimostrano incapaci di assicurare il bene comune, ma capacissimi nell’arraffare posti e posizioni di potere in ogni ganglio amministrativo.
Gli italiani, specialmente quelli che hanno disertato le urne, se ne facciano una ragione: sono costretti a sacrifici da traversata del deserto prima del ritorno al voto. Allora, è sperabile che si siano rinsaviti.
Torquato Cardilli
31 luglio 2023
La definirei una situazione drammatica, non sono pessimista per carattere, ma la vedo bruttissima ..
RispondiEliminaE che c'è da dire? L'Italia è su una brutta china. Paese benedetto da Dio con una natura meravigliosa, una storia di millenni che nessuno può vantare, un popolo capace di fare cose straordinarie. Ma non si riesce a trovare un governo che non sia fatto da imbecilli.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaUn'articolessa, questa di Torquato Cardilli, che quelle di Marco Travaglio impallidiscono, diventano articoletti di giornale parrocchiale. Bisogna però dire che molta parte delle sue lamentele possono essere tranquillamente attribuite a tutti i governi precedenti. Perché, ad esempio, io vorrei sapere quale governo precedente ha fatto qualcosa contro gli incendi estivi e i loro piromani, oppure quale governo precedente ha fatto una efficace lotta all'evasione fiscale, tanto per dire qualcosa. Lamentarsi e fare critiche al governo è la cosa più facile di questo mondo. In quanto a cambiare il mondo, beh, bisogna iniziare ad alzarsi dal divano...
RispondiEliminacerto le responsabilità risalgono nel tempo, lo scivolamento del paese nel piano inclinato non è iniziato ora, ma non è questa la sede per un esame storico. Esiste una continuità nello stato e se il governo che viene dopo non fa nulla o poco per arrestare il declino è quello che si assume la responsabilità maggiore.
Eliminatorquato cardilli
Il problema è che, se e quando rinsaviranno, i cittadini manderanno a casa Meloni & C e si ritroveranno come alternativa quel partito democratico che ha smantellato i diritti sociali, per sostituirli con i diritti civili che, a chi non arriva a fine mese, interessano ben poco. Il degrado parte da lontano ed è inarrestabile con questa UE autolesionista e prona agli interessi degli Usa.
EliminaPessimi individui!! non chiamiamoli politici perché la politica è tutt’altra cosa loro neanche la conoscono , gli serve soltanto per prendersi il lauto stipendio a fine mese senza fare nulla !!
RispondiEliminaMentre la mummia tace
RispondiEliminaUn affresco desolante!
RispondiEliminaInsorgere, non lamenti perpetui!
RispondiEliminaBrutte facce fasciste
RispondiEliminaFintanto che sarà l'ignorantismo di massa a decidere le sorti di un intero Paese la rovina sarà l'unico obiettivo..... ma quando poi subentra l'imbecillitá è tutto perduto!.
RispondiElimina