L’esigenza almeno apparente di tale misura, che a mio giudizio non ha nulla di sovranista, è quella di fare cassa. Chi più chi meno utilizziamo tutti l’automobile per effettuare i nostri spostamenti. Da segnalare inoltre che l’attuale prezzo del petrolio è di circa 79 dollari al barile, non un prezzo alto se paragonato a quello registrato in altri periodi. Siamo in presenza di un paradosso, quello dovuto al fatto che il prezzo del petrolio sia basso ma il prezzo alla pompa è alto e ciò è sicuramente dovuto alla speculazione che, ha avuto il suo culmine durante la primavera del 2022, quando il prezzo dei carburanti era al di sopra dei 2,20 euro al litro. Ciò che poi incide sul prezzo finale, a parte il costo per l’estrazione della materia prima in esame, ovviamente basso è l’iva. Dunque Iva e accise incidono complessivamente sul prezzo finale per il 56%.
Fare cassa in questo modo è molto facile, dal momento che lo stato introita molti fondi che poi verranno destinati all’erogazione di ulteriori servizi, quali la Sanità, la sicurezza e l’istruzione. In teoria il ragionamento posto in essere dall’attuale esecutivo e dai tecnici del ministero dell’Economia e finanze fila, ma ricordiamoci sempre che dietro i numeri si celano le esigenze dei cittadini che hanno la necessità di spostarsi con la propria automobile. Da un governo politico mi sarei aspettato una maggiore attenzione. Se l’obiettivo del presidente Meloni era quello di fare cassa, tanto equivaleva confermare Draghi fino alla naturale scadenza della legislatura, o al massimo chiamare un ragioniere più o meno esperto.
Un governo politico non può basare la propria strategia solamente sul fare cassa, deve andare al di la e conciliare tenuta dei conti e stabilità sociale, e dunque le misure adottate devono essere tali da soddisfare entrambe le esigenze. Allo stato attuale andavano trovate le risorse per confermare lo sconto carburanti, si potevano tagliare le risorse destinate all’accoglienza degli immigrati, si poteva decidere di tassare i colossi del web, Amazon, si potevano tagliare gli sprechi che i vari bonus comportano. Vedete poi quante risorse si potevano liberare. Altroché 30 centesimi, si potevano addirittura tagliare sia le accise che l’Iva.
Detto ciò va comunque elaborata e messa a terra una nuova politica ambientale, ma è normale che noi in Italia, abbiamo ingenti quantità di petrolio, specie nel meridione del bel Paese e non si estraggono, per via dell’integralismo ambientale di parte della Sinistra italiana? Che peraltro comportano la totale dipendenza, per quanto riguarda le risorse petrolifere, dai Paesi arabi e non solo. Il presidente Meloni, vinca queste resistenze, e ponga in essere le opportune misure per una nuova politica ambientale, che ci consentirebbe di diventare il quanto più possibile autarchici da quel punto di vista.
L’aumento delle accise, cari lettori, non è né di destra né di sinistra, semplicemente in questo momento è inopportuno e senza senso.
Daniele Romito
07 Gennaio 2023
La presidente Meloni non fa niente pensa a sistemare la sua famiglia e amici.
RispondiEliminaA lei che gli frega che prende oltre un sacco di euro al mese?
RispondiEliminaTi hanno messa al governo sei solo un melone avariato fattene una ragione non sei nessuno
RispondiEliminaSono d'accordo che il RDC vada controllato a dovere ma vorrei vedere la stessa determinazione e ferocia contro l'evasione fiscale.
RispondiEliminaSappiamo bene quella che sei cara Presidente del Consiglio!?
RispondiEliminaPoveri noi, oltre a essere una fascistella "de borgata" é pure supponente la caciotta.
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