Putin ha già dichiarato che se la sicurezza nazionale russa fosse messa in pericolo dall’avanzata ucraina sostenuta dalla NATO, il ricorso all’arma atomica diverrebbe plausibile, in accordo con la dottrina strategica militare russa. La reazione della NATO, di fronte all'impiego dell’arma nucleare tattica, sarebbe devastante ed esporrebbe la Russia a gravi rappresaglie, che sfocerebbero in uno scontro nucleare simmetrico.
Dopo mesi di guerra e di perdite umane le posizioni di entrambe le parti si sono irrigidite. I falchi russi chiedono un utilizzo della forza senza remore, fino all'uso dell'arma nucleare tattica; ma anche nel campo occidentale molteplici sono le pulsioni per una continuazione del conflitto fino alla resa totale di Mosca.
Un tale scenario apocalittico fa orrore. È necessario per tutte le donne e gli uomini di buona volontà contrastarlo. Le armi devono tacere e cedere il passo alla diplomazia.
Neutralità dell’Ucraina e status dei territori contesi sono parti essenziali di una mediazione che possa stabilizzare la regione.
Come diplomatici, abituati da anni di esperienza all’analisi oggettiva delle relazioni internazionali, denunciamo i crimini atroci commessi contro l’umanità. Esprimiamo la nostra solidarietà alle vittime della guerra che ha provocato migliaia di morti e feriti, milioni di profughi e senza tetto, la repressione dei dissidenti e dei coscritti in fuga. Inoltre, ricordiamo che i costi economici causati dalla guerra sono pagati dagli strati sociali più deboli dell’Europa e dell’Africa, in cui stanno crescendo disuguaglianza, povertà e sofferenza di tanti innocenti.
Sentiamo pertanto il dovere di rivolgere un appello al governo italiano affinché si faccia promotore in sede europea di una forte iniziativa diplomatica mirante all'immediato cessate il fuoco e all'avvio di negoziati tra le parti. Italia, Francia e Germania – a cui si unirebbero auspicabilmente altri Paesi dell’Unione – possono influire, assieme alle Istituzioni europee, sulla strategia della NATO con una postura di fermezza, nell'ambito della solidarietà atlantica, come è accaduto altre volte in passato. Tale iniziativa contribuirebbe altresì al rafforzamento e allo sviluppo di una politica estera e di sicurezza comune: presupposto imprescindibile per la realizzazione di una Unione politica e federale europea.
È vitale delineare una proposta di mediazione credibile che, partendo dagli accordi di Minsk, tracci un percorso per giungere a un negoziato globale guidato dai principi della sicurezza in Europa. Devono essere ribadite le linee ispiratrici della coesistenza e della legalità internazionale: ossia l’inaccettabilità dell’uso della forza per l’acquisizione di territori, l’autodeterminazione dei popoli, la protezione delle minoranze linguistiche europee.
PRIMO OBIETTIVO è il cessate il fuoco e l’avvio immediato di negoziati tra le parti al fine di pervenire:
1) al simmetrico ritiro delle truppe e delle sanzioni;
2) alla definizione della neutralità dell’Ucraina sotto tutela dell’ONU;
3) allo svolgimento di referendum gestiti da Autorità internazionali nei territori contesi.
La convocazione di una Conferenza sulla Sicurezza in Europa sarà, infine, lo strumento del ritorno allo spirito di Helsinki e alla convivenza pacifica tra i popoli europei.
13 Ottobre 2022
Dopo mesi di guerra e di perdite umane le posizioni di entrambe le parti si sono irrigidite. I falchi russi chiedono un utilizzo della forza senza remore, fino all'uso dell'arma nucleare tattica; ma anche nel campo occidentale molteplici sono le pulsioni per una continuazione del conflitto fino alla resa totale di Mosca.
Un tale scenario apocalittico fa orrore. È necessario per tutte le donne e gli uomini di buona volontà contrastarlo. Le armi devono tacere e cedere il passo alla diplomazia.
Neutralità dell’Ucraina e status dei territori contesi sono parti essenziali di una mediazione che possa stabilizzare la regione.
Come diplomatici, abituati da anni di esperienza all’analisi oggettiva delle relazioni internazionali, denunciamo i crimini atroci commessi contro l’umanità. Esprimiamo la nostra solidarietà alle vittime della guerra che ha provocato migliaia di morti e feriti, milioni di profughi e senza tetto, la repressione dei dissidenti e dei coscritti in fuga. Inoltre, ricordiamo che i costi economici causati dalla guerra sono pagati dagli strati sociali più deboli dell’Europa e dell’Africa, in cui stanno crescendo disuguaglianza, povertà e sofferenza di tanti innocenti.
Sentiamo pertanto il dovere di rivolgere un appello al governo italiano affinché si faccia promotore in sede europea di una forte iniziativa diplomatica mirante all'immediato cessate il fuoco e all'avvio di negoziati tra le parti. Italia, Francia e Germania – a cui si unirebbero auspicabilmente altri Paesi dell’Unione – possono influire, assieme alle Istituzioni europee, sulla strategia della NATO con una postura di fermezza, nell'ambito della solidarietà atlantica, come è accaduto altre volte in passato. Tale iniziativa contribuirebbe altresì al rafforzamento e allo sviluppo di una politica estera e di sicurezza comune: presupposto imprescindibile per la realizzazione di una Unione politica e federale europea.
È vitale delineare una proposta di mediazione credibile che, partendo dagli accordi di Minsk, tracci un percorso per giungere a un negoziato globale guidato dai principi della sicurezza in Europa. Devono essere ribadite le linee ispiratrici della coesistenza e della legalità internazionale: ossia l’inaccettabilità dell’uso della forza per l’acquisizione di territori, l’autodeterminazione dei popoli, la protezione delle minoranze linguistiche europee.
PRIMO OBIETTIVO è il cessate il fuoco e l’avvio immediato di negoziati tra le parti al fine di pervenire:
1) al simmetrico ritiro delle truppe e delle sanzioni;
2) alla definizione della neutralità dell’Ucraina sotto tutela dell’ONU;
3) allo svolgimento di referendum gestiti da Autorità internazionali nei territori contesi.
La convocazione di una Conferenza sulla Sicurezza in Europa sarà, infine, lo strumento del ritorno allo spirito di Helsinki e alla convivenza pacifica tra i popoli europei.
13 Ottobre 2022
- Maria Assunta ACCILI
- Antonio ARMELLINI
- Antonio BADINI
- Giorgio BARONCELLI
- Anna BLEFARI
- Mario BOFFO
- Mario BOVA
- Sergio BUSETTO
- Rocco CANGELOSI
- Giovanni CARACCIOLO
- Torquato CARDILLI
- Francesco CARUSO
- Paolo CASARDI
- Giuseppe CASSINI
- Sandro DE BERNARDIN
- Enrico DE MAIO
- Luca DEL BALZO
- Giuseppe DEODATO
- Roberto DI LEO
- Giovanni DOMINEDO’
- Giovanni FERRERO
- Patrizio FONDI
- Paolo FORESTI
- Giovanni GERMANO
- Elisabetta KELESCIAN
- Luigi MACCOTTA
- Giorgio MALFATTI
- Carlo MARSILI
- Roberto MAZZOTTA
- Maurizio MELANI
- Elio MENZIONE
- Laura MIRAKIAN
- Enrico NARDI
- Claudio PACIFICO
- Mario Brando PENSA
- Michelangelo PIPAN
- Cesare RAGAGLINI
- Armando SANGUINI
- Alberto SCHEPISI
- Riccardo SESSA
- Mario SICA
- Massimo SPINETTI
- Stefano STARACE JANFOLLA
- Maurizio TEUCCI
- Domenico VECCHIONI
(DIPLOMATICI NON PIÙ IN SERVIZIO ATTIVO)
E dei deportati dalle zone occupate che ne facciamo?
RispondiEliminaIl terzo punto, quello sui referendum, l'aveva già proposto anche Elon Musk
RispondiEliminaFinalmente qualcosa si muove: il contenuto dell'appello dei diplomatici è quello che scrivo dal 24 febbraio.
RispondiEliminaSante parole magari lo fosse
RispondiEliminaCon tutto il rispetto e il prestigio di cui gode questo blog, nutro qualche dubbio che l'appello lanciato al governo italiano affinché si faccia promotore in sede europea di una forte iniziativa per il cessate il fuoco e l'avvio di un negoziato, possa raggiungere direttamente il Governo italiano. Forse potrebbe avere maggiore fortuna se venisse girato a Giuseppe Conte e al M5S, per farsi più agevolmente tramite con Palazzo Chigi.
RispondiEliminaVale a dire Crimea russa, Donbass autonomo e Ucraina neutrale, come da sempre chiede Putin, e la guerra non sarebbe neppure cominciata. Chi ha voluto e vuole la guerra e perché?
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