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sabato 20 agosto 2022

SE NEL M5S C’E’ SCARPINATO CAMBIA TUTTO

di Maurizio Alesi - Ho sempre sostenuto che la politica è l’arte dell’impossibile, un mondo a parte dove niente vale per sempre, dove non esistono certezze né punti fermi definitivi cui fare riferimento per le proprie idee. È un ambiente instabile, imprevedibile e cangiante nello spazio di una stagione. Spesso prevale l’opportunismo politico, il posizionamento elettorale, il calcolo di convenienza e l’istinto di sopravvivenza. Per fortuna, a volte, si verificano anche stravolgimenti in positivo inattesi, quando ormai non ci speravi più. È successo con il nuovo corso del M5S.

Lo dice uno che non ha mai risparmiato critiche, anche aspre, alla deriva governista del movimento e dei suoi vertici che, fino a poche settimane fa, hanno inanellato una miriade di errori in quantità industriale, folgorati dall’ansia incontenibile del governo a tutti i costi, dall’agenda Draghi a cui è stata votata per 53 volte la fiducia, facendo scolorire e depotenziare la propria identità e perdendo milioni di elettori. Le risse, le divisioni, la guerra tra Conte e Grillo hanno completato l’opera. Oggi la situazione è radicalmente cambiata e non sarei obiettivo se non prendessi atto di una positiva revisione politica del M5S che va nella direzione auspicata da tanti delusi che si erano allontanati disgustati. A cominciare dalla saggia (ancorché tardiva) scelta di venire fuori da un governo ostile e contradditorio. Quando i fatti cambiano si ha il dovere morale di cambiare idea.

Il M5S di oggi è stato depurato da una sessantina di mercenari che hanno scelto di lasciare un galantuomo come Conte per seguire Di Maio, uno dei peggiori uomini politici, secondo me peggio di Renzi, Calenda, Salvini che almeno si fanno riconoscere per quel che sono, mentre lui è doppio, falso, viscido. E pensare che nelle mani di questo personaggio è stato consegnato il movimento per due anni nei quali si era già attivato per provocare le prime scaramucce e i primi veleni dentro i Gruppi parlamentari, divisi in dimaiani e antidimaiani costringendo il bibitaro a rassegnare delle finte dimissioni, continuando sott’acqua a condizionare le scelte politiche e seminare zizzania. Per fortuna, si è avuta la forza di inaugurare una nuova fase in cui Conte, svincolato dal condizionamento del governo Draghi, ha ritrovato la freschezza di poter esprimere pubblicamente le sue idee e i suoi programmi con la fermezza che tanti di noi avrebbero voluto sentire, libero finalmente dalla prepotenza e i ricatti dell’ex banchiere e dei suoi alleati che lo facevano apparire ambiguo e contraddittorio.

Bene ha fatto Conte a liberarsi anche da un’alleanza a perdere con il PD, ormai collocato al centro che imbarca tutto e il suo contrario. Adesso Conte ha ritrovato la sua vera identità abbandonando la paura di tornare all’opposizione. Da quando è stato fatto il cambio stagione nel movimento, ripulito delle scorie nocive e dalla logica governista, Conte appare un politico credibile e sincero, parla alla gente con una ritrovata limpidezza di linguaggio e contenuti che prima non poteva esprimere con la stessa libertà, proprio perché il vincolo di maggioranza glielo impediva. I sondaggi, le proteste sui social, le esortazioni a scappare da quella trappola mortale da parte della (poca) stampa seria e degli iscritti, hanno indotto Conte a fare la scelta più giusta. Chi scrive era ormai quasi deciso a non andare a votare tanta era la delusione maturata nel tempo, quando arriva una notizia davvero inaspettata che sovrasta ogni reticenza, ogni dubbio, ogni perplessità sulla scelta da fare.

Mi riferisco alla candidatura bomba dell’ex procuratore generale Roberto Scarpinato e l’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho nelle liste del M5S. Non sono due magistrati qualsiasi ma due monumenti alla legalità e alla lotta alla mafia. Due nomi che Conte è riuscito a portare a casa qualificando non solo il suo movimento ma le istituzioni di cui spero i due magistrati faranno parte. La candidatura di Scarpinato è la più bella dell’intero panorama politico, mediamente costituito da presenze mediocri, quando non impresentabili. 

Salvatore Borsellino, anch’esso da molto tempo critico col movimento e incline al non voto, alla notizia dell’accettazione della candidatura dell’ex magistrato, esultò: “con Scarpinato adesso cambia tutto”. E ha ragione perché una presenza così importante e dirompente come questa mette al centro temi che i partiti hanno rimosso dal dibattito politico come la lotta alla mafia, la questione morale e la legalità. Scarpinato, con la sua storia personale, giuridica e il suo spessore morale rappresenta una garanzia per tutte le persone oneste che ancora credono nei valori della Costituzione e della buona politica. Scarpinato si è candidato dopo essersi messo in pensione per evitare ogni interferenza con l’ordine giudiziario. Le sue prime parole dopo aver accettato la candidatura sono state: “Siamo alla restaurazione della politica dei clan. La giustizia è la questione democratica”. Ha parlato in un’intervista di una fase regressiva dello Stato democratico assimilabile alla clanizzazione della politica, cioè gruppi di potere simili ai clan che si contendono le risorse dei territori. Ecco perché la sua presenza ci onora e ci dà speranza.

Un uomo schivo, colto, aristocratico nel senso più nobile del termine, l’unico vero custode dell’eredità di Falcone e Borsellino di cui fu stretto collaboratore in molti processi storici come quelli sull’omicidio di Mattarella, Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Michele Reina e le stragi del 1992 e 93. Come siciliano mi sento doppiamente onorato per questa candidatura senza la quale, davvero, non so quale scelta avrei fatto. Spero che il M5S siciliano, sia coerente con le scelte nazionali correndo da solo, altrimenti la gente non capirebbe. Io continuerò a vigilare e la mia apertura non sarà mai bieco fanatismo ma partecipazione vigilie.

Maurizio Alesi

20 Agosto 2022

11 commenti:

  1. articolo lucido e condivisibile

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  2. Grande Maurizio Alesi, ottima esposizione e analisi perfetta

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  3. Se ci crede il grande ex magistrato antimafia Scarpinato tutti i detrattori del Movimento e di Conte dovrebbero riflettere

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  4. Gente seria, gente perbene!

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  5. Come si fa a non comprendere che l'unica forza politica onesta è il M5Stelle non si può proprio capire. Una forza politica senza indagati, arrestati, processati e condannati. A quelli che non riescono a farsene una ragione, ormai dico "libero/a di votare destra, sinistra, centro e centrini, con candidati indagati, arrestati, processati e condannati ed essere connivente con il malaffare".
    Buona domenica

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    1. Maria Teresa Bollero22 agosto 2022 alle ore 10:11

      Santussa, purtroppo c'è ignoranza e disonestà intellettuale...

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  6. Oh finalmente, qualcosa di nuovo, originale, stupefacente, uno specchietto per le allodole, anzi due. La qualifica di boccalone forse porta in se l'assenza di memoria. Correva l'anno 2018 gigginu u bibitaro portava sottobraccio, in lungo e largo per l'Italia isole comprese, Nino di Matteo, convegni sull'antimafia, comizi conferenze con la promessa del ministero della giustizia. Com'è come non è al magistrato più scortato d'Italia venne preferito un dj (vallo a spiegare all'estero), non contenti dello scorno, al nostro eroe, viene proposto la direzione del DAP, salvo che l'indomani, candidamente, dire "abbiamo scherzato" qui finisce la parte comica (per dire) e inizia la parte tragica. Cafiero de Raho (niente succede per caso) comincia ad assestare botte da orbi al nostro eroe, lo denuda, gli toglie tutto ed anche di più. Per fortuna il ns eroe, non si sa come e perché entra al CSM, un bell'ombrello per ora, altrimenti sarebbe finita come ninitto Ingroia, a fare l'avvocato delle dive, Ingroia la Gina nazionale e il ns Sofia Loren. Ci sono varie domande cosa fa credere a Scarpinato e de Raho che il caso di Matteo è un unicum, the show must go on.

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    1. Totò Madonia hai finito di scrivere stronzate??? Non hai capito un cxxxxo ma parli lo stesso di argomenti che non sai.

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    2. Francamente neanch'io ho colto il senso di quel commento campato in aria.

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  7. Il M5S che si prepara alla sfida elettorale del 25 settembre 2022 è diverso da quello del 2018. Questo cambiamento è opera di Giuseppe Conte. Auspico una buona affermazione elettorale del Movimento per consolidare la leadership di Conte, anche nei confronti del padre padrone Grillo. In breve alcune considerazioni. In un sistema elettorale che prevede le liste bloccate i nomi delle persone portatori di valori hanno un peso, ma non basta. Senza un programma politico credibile, specialmente dopo la negativa esperienza di questa legislatura, sarà difficile sconfiggere le perplessità di un elettorato deluso e molto volubile. Continuare nell’indecisione “né di destra né di sinistra” porta a pensare che si rimane aperti a qualsiasi alleanza. Intanto Conte ha detto che lavorare con il PD ci può stare, ma saremo intransigenti. Poi ha precisato che le sue parole erano state travisate. Mettiamo da parte quello ch’è accaduto, ma dopo il 25 settembre il problema delle alleanze per governare o per le battaglie dall’opposizione tornerà e sarà determinante. Dopo la rottura dell’accordo per le regionali siciliani, non mi faccio illusioni. Quando gli interessi generali vengono barattati per un pugno di voti tutti i valori vacillano e difficilmente possono essere recuperati dalla presenza di illustri personaggi nelle liste elettorali.

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    1. Le novità del nuovo M5S non sono soltanto la presenza di due valorosi magistrati, ma una revisione complessiva della loro azione politica che si era identificata con una generica e contradditoria condivisione di un percorso di governo incoerente che non era il suo . Il nuovo corso di Conte un programma molto preciso adesso ce l'ha e sono i nove punti che ha presentato a Draghi e a Letta, ricevendo il silenzio più assoluto. Quindi, vada come vada, deve portare avanti le istanze dei cittadini a cui quel programma è rivolto.

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