lunedì 8 agosto 2022

CUI PRODEST? OVVERO A CHI NON GIOVA?

di Francesco Salvatore - “L’uomo va giudicato soprattutto dai suoi vizi; le virtù si possono fingere; i vizi invece sono sempre genuini”. Questa frase pronunciata a suo tempo da Klaus Kinski mi colpì molto e mi ha fornito delle lenti originali attraverso cui guardare la realtà in modo meno tradizionale.
Nello specifico, in vista della prossima competizione elettorale, può aiutare a capire di chi “non fidarsi”, rappresentando un’efficace alternativa del processo che attira la fiducia degli elettori attraverso le promesse.

Vediamo allora alcuni esempi di eclatanti i “vizi” che nel recente passato hanno espresso le forze in lizza nelle prossime elezioni, chiarendo che l’attributo di vizio è determinato da quanto ci si discosta dal bene comune ovvero dagli interessi della collettività.

Procedendo:
  • Legge Severino, ovvero la legge che esclude i condannati dalle cariche elettive. Chi non la vuole in che modo fa gli interessi della collettività? Laddove una condanna può essere motivo di esclusione per concorsi pubblici, perché non dovrebbe valere per chi riveste il ruolo di rappresentante dei cittadini e, quindi, contribuire alla gestione della cosa pubblica?
  • Includere nei reati ostativi - ovvero reati gravi come contrabbando, stupro, mafia e terrorismo – anche la corruzione in modo che anche a chi si rende colpevole di corruzione non possano essere concessione pene alternative alla detenzione in carcere quando ha compiuto i 70 anni di età. È palese che chi si oppone a questa norma non lo fa a favore della grande collettività degli onesti ma della minoranza di disonesti, sgravandoli in tutto o in parte dell’applicazione ed espiazione delle pene comminate.
  • Eliminazione della prescrizione, ovvero dell’escamotage offerto per legge a possiede “mezzi” per rallentare gli iter giudiziari affinché non si possa emettere sentenza. Anche in questo caso chi si oppone all’eliminazione della prescrizione non lo fa a favore della vasta platea di coloro che non vengono chiamati a rispondere delle loro condotte in aule giudiziarie e, soprattutto, a favore di coloro che hanno subito torti. Ancora una volta si avvantaggiano minoranze chiamate a rispondere di azioni su grava il sospetto di essere poco edificanti.
  • Reddito di Cittadinanza per contrastare la povertà assoluta – cioè lo stato di indigenza che non consente l’acquisto di beni e servizi essenziali – che all’epoca della sua introduzione riguardava oltre un milione e 800 mila famiglie ovvero oltre 5 milioni di persone. Al netto dei fenomeni di abusi – che si manifestano anche per le invalidità, graduatorie case popolari, graduatorie per gli asili e via dicendo, ma non per questo nessuno ne chiede la soppressione - chi si oppone a questa misura assistenziale oltre a non farlo per motivi sociali, lo fa in pieno contrasto con principi morali, negando dignità ai meno fortunati o a chi ha meno mezzi per accedere all’ascensore sociale
  • Decreto Dignità per limitare il ricorso dei contratti a termine derogata in più riprese (prolungamento senza causa concordato con i sindacati e nuovo contratto a termine ai lavoratori già impiegato a termine per due anni). Chi si oppone a questa misura lo fa in palese contrasto con il primo articolo della Costituzione “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, sottraendo al lavoro quel fattore di stabilità che favorisce la crescita sociale e abbandonandolo alla precarietà che tarpa la possibilità di programmazione del futuro e di creazione di famiglie.
  • Salario minimo, sempre in coerenza con l’articolo 1 della Costituzione, per essere il fondamento della Repubblica il lavoro deve essere dignitosamente retribuito e questo è garantito dai sindacati; tuttavia il diverso contesto del mercato del lavoro vede, da tempo, una platea sempre più ampia di soggetti che non gode di tutele sindacali ed è perciò facile preda di “datori di lavoro” privi di coscienza. Chi si oppone a questa misura, peraltro diffusa in Europa, favorisce lo sfruttamento e rende più difficile il funzionamento dell’ascensore sociale
Questi sono solo alcuni esempi di quanto l’interesse della collettività faccia solo da facciata dietro cui si nascondono ben altri interessi di gruppi ristretti che fanno “pressione” su chi dovrebbe invece interessarsi della collettività. I fatti evidenziati e tanti altri che per amore di sintesi si lasciano alla memoria di chi vorrà leggere, pongono una domanda: perché la gente presta attenzione alle promesse - che starebbero a rappresentare le virtù di chi le fa, e non al contrasto di interventi che favoriscono la collettività, che per questo motivo rappresentano i vizi.

Eppure a mia memoria chi si propone in un posto di rappresentanza (dalle competizioni comunali a quelle nazionali) sbandiera nei loro programmi il “cambiamento” rispetto al passato salvo che, una volta eletti, si oppone o nel migliore dei casi si impegna affinché - come ebbe a dire Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel "Gattopardo": tutto cambia perché nulla cambi.

Forse perché gli uomini seguono soltanto chi regala loro illusioni e perché non ci sono mai stati assembramenti intorno a un disilluso?

Perché il cambiamento possa esserci occorre che avvenga nel modo in cui ciascuno guarda le cose, cioè con i propri occhi affinché possa percepirle per quelle che sono e non per quello che media e opinionisti suggeriscono.

Francesco Salvatore

08 Agosto 2022

6 commenti:

  1. Per favore non confondiamo Giuseppe Conte con gli altri due della foto.

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  2. Marcello Marcellino9 agosto 2022 alle ore 15:55

    I capi saldi che non gradiscono Giuseppe Conte Presidente... presumo che tutto dipende da loro se un domani andiamo a rotoli... e stavolta non c'è ...un Mario Monti come ancora di salvataggio... speriamo bene

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  3. Veramente il significato letterario é - a chi giova?

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  4. Francesco Salvatore, con arguta finezza, ci pone di fronte all'interrogativo che, ad ogni tornata elettorale, i cittadini elettori si trovano davanti. E lo fa sottolineando le parole di Kinski. Gli uomini possono mentire sulle proprie virtù ma non sui loro vizi. Nel caso della campagna elettorale, infatti, evidenzia alcuni importanti esempi di riforme approvate grazie al Movimento 5 Stelle e che, tutti gli altri, o quasi, tentano in ogni modo di abbattere in preda ai loro "vizi". E i cittadini, inconsapevolmente, sommersi dalla propaganda a senso unico rischiano di favorire i viziosi invece dei portatori di virtù. Il cambiamento, per esserci sul serio, dipende da ciascuno di noi se riusciamo a guardare e ragionare su ciò che avviene senza attendere i suggerimenti quotidiani che i media e gli opinionisti prezzolati e leccaculo ci propinano a reti quasi unificate.

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  5. La tormentata legislatura che sta per finire sarà ricordata per il trasformismo che ha prodotto tre diversi governi. Ai cittadini interessano i provvedimenti che migliorano la qualità della vita. Mi ricordo che Giancarlo Pajetta, in un Comitato Federale dedicato all’analisi del voto che aveva registrato una flessione del consenso al PCI, diceva che si deve lottare per le grandi riforme senza perdere di vista quei bisogni elementari che tutti i giorni affliggono i cittadini. Una risposta a questi bisogni è stata data dal Reddito di Cittadinanza. È un istituto di grande civiltà che ha bisogno di due correttivi: più investimenti e controlli rigorosi per evitare le truffe. Il RdC non ha eliminato la povertà ma ha evitato l’emarginazione sociale di tantissimi cittadini. Dopo il lungo periodo di emergenza sanitaria e di crisi economica che abbiamo e stiamo attraversando, in questa campagna elettorale, dalle forze politiche non possiamo accettare promesse irrealizzabili o progetti di fumose riforme istituzionali. Penso che sia arrivato il momento di parlare di uguaglianza per arrivare alla piena giustizia sociale. Ci riusciranno? Troppo caos, troppi personalismi, troppi egoismi, poca credibilità e tanta demagogia. Non credo di esagerare se penso che quello che diceva Enrico Berlinguer, purtroppo, è ancora attuale: “I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela; scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società, della gente; idee, ideali, programmi pochi o vaghi; sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune.” Non so cosa accadrà dopo il voto. Una sola amara certezza: l’aumento dell’astensione dovuta allo squallore di questa politica dove esistono poche virtù, anche finte, mentre i vizi sono sempre più genuini e contagiabili.

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