domenica 17 luglio 2022

LETTERA A ROBERTO LAGALLA SINDACO DI PALERMO

di Totò Cianciolo - E dopo 'a masculiata ru Fistinu, ogni palermitano raccoglie a truscitiedda, chiude 'a siggitiedda ed esclama “e finieru i picciuli”. Il Festino restituisce alle case, dopo lo sfarzo dei 3 giorni, una realtà quotidiana che consegna alla processione religiosa. E quando pure "a vara ri San Ruminicu" rientra in altare, Palermo si sveglia davanti a se stessa. Le notizie sulla nuova amministrazione sono incollate al quadrante dell'orologio che ha esaurito la carica e
campeggia sulla scritta "a voi saggi avvisa il suono l'ora sol che più non è" del prospetto della Real Casa dei Matti... Caro professore, anche tu lo sei, Roberto.

Se non lo hai vissuto, difficilmente lo potrai capire. Palermo non è quella che hai vissuto o che ti hanno raccontato e se non ti accosti da medico “ri clinichi ‘a Filiciuzza” anche tu sbaglierai. Poco centro e molta periferia, ma senza il vantaggio del policentrismo. Tante isole separate pure dalle inflessioni dialettali che variano da borgata a borgata. Dentro le stanze, rossa o gialla, non troverai Palermo, forse qualcosina dentro la cappella senatoriale dell’Immacolata Concezione e qualche spruzzo nella sala delle Lapidi.

Palermo è lontana dai Palazzi e vive dove gli odori esprimono una umanità incompresa, dentro le palazzine dei villaggi o nei dormitori di massificazione estrema. Palermo è un paziente che non sa descrivere i sintomi del suo disagio cronico e devi ascoltarne il respiro, vincendo tutte le resistenze che le abitudini borghesi ti hanno cucito addosso. Il camice ingiallito e le crestine delle infermiere, sono compagni di viaggio che devi tenere cari e mettere in funzione con l’oscultoscopio che potrai prendere nella vetrina del museo di radiologia.

Hai bisogno di ascoltare i rantoli di buona parte di questa Palermo e filtrare nella tua somma scienza con le capacità di un medico di strada… Porta con te chi lavora con le comunità degli immigrati e metti accanto a te i medici di famiglia. Tralascia le trombe e scegli il suono mesto delle campane. Scendi per strada e fatti accompagnare da chi si muove in autobus...

50 borghi isolati fanno una città affollata che pochi conoscono. 50 borghi lasciati nell’isolamento da oltre 40 anni nel paradosso che il più grande abbandono lo hanno consumato quei quartieri che volevano unirla. Non usare più la parola decentramento... Devi riunificare una città separata da tutto, dalla circonvallazione (esterna!?), dalla viabilità schizoide, dal mare, dalle colline, dalla sua storia agricola, da quella industriale e oggi anche da quella commerciale.
Palermo e la sua nuova identità astensionista che nutre diffidenze e rancori con la politica ed i suoi militanti. E tu che hai solo una strada per capirla ed assisterla. Indossa il camice! Porta con te infermieri e ausiliari. Devi sanificarla questa città, non puoi montare alcuna sala diagnostica se non igienizzi tutto. Comincia con ripulirla, TUTTA. Dal soffitto all’uscio, TUTTA. Non ti servono altri “scienziati” per fare questo. Prevedo che tra poco ti stancherai dei riti che la politica ti vuole imporre e “sarai costretto” ad orlandizzarti”.

È una strada che altri hanno percorso prima di te. Musotto ha retto la Provincia per due mandati senza i partiti, o quasi. L’importante che non perdi di vista che questa Palermo devi ricostruirla unita. Igiene, luce, acqua, fognatura, gas tra le case e nelle scuole. Indossa il camice e cura Palermo, dottore!

Totò Cianciolo

17 Luglio 2022

6 commenti:

  1. Quadro da brivido, ma vero! Difficile poter aggiungere altro.

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  2. Io continuo a sognare di, un giorno, poter visitare Palermo in compagnia dei miei concittadini svedesi senza dovermi vergognare. Così, purtroppo, è stato durante le mie ultime visite.
    PS sono palermitano.

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  3. Se l'inizio è questo penso che l'unica soluzione sono le dimissioni

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  4. Ce' moltissimo di vero,ma dobbiamo avere fiducia,anche se il Sig.Sindaco non vorra' o nn sente suo il seguire i consigli qui indicat.Continuare ad avere fiducia che riesca in altro modo a lui piu' congeniale.Io lo Spero e porglo gli Auguri al primo Cittadino.

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  5. Io credo che bisogna dare un po' di tempo, al nuovo Sindaco. È assurdo fare lettere letterine e letterone come se tutti fossimo dei sapientoni che la sappiamo lunga e gli altri sono degli emeriti cretini. Sono stanca di sentire sempre lamentele da tutti, se davvero vogliamo fare rinascere questa maledetta città e portarla a essere benedetta.... rimbocchiamoci le maniche e agiamo invece di fare i soliti trafiletti del tutto so io e tu non sei nessuno

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