Tuttavia non possiamo in ogni caso dimenticare, accecati dalla voglia di attribuire a Giuseppe Conte e ai suoi tutto il male del mondo, che questa forza politica ha tentato, cavalcando la pancia degli italiani, di recuperare alla partecipazione una parte dell'elettorato, e quindi dei cittadini di questo Paese che da decenni covava disaffezione, rinuncia, rabbia.
Il disprezzo che leggo in queste ore verso i pentastellati, dunque, è anch'esso frutto di una reazione istintiva che, in politica, rischia di confondere gli effetti con le cause portando il sistema pericolosamente al collasso.
Si abusa, in maniera devo dire assai discutibile, di un concetto nobile: il senso di responsabilità.
Tutti lo richiamiamo, sovente, quando si vuol riportare a ragione qualcuno verso decisioni più miti, più condivise, più adeguate.
A cosa? Alla convenienza del momento. Perciò il mancato sostegno al Governo Draghi viene presentato come senso di irresponsabilità massima: perché non è il momento giusto; perché c'è il PNRR; perché la guerra; l'Europa ci guarda; Putin ci guarda; le imprese ci guardano; l'economia attende.
Insomma, pare esserci un intero pianeta di guardoni che confidava nei 5 stelle a loro insaputa.
Ma ogni forza politica che si rispetti, anche quelle che cavalcano le pulsioni antisistema, deve fare i conti con le ragioni della propria esistenza.
C'è l'altro senso di responsabilità, se volete, che richiama un partito politico a fare i conti con le ragioni, le idee, si, anche le strategie del proprio agire politico, che richiede altrettanto senso di responsabilità per evitare che, alla fine, si renda responsabile solo di far "senso", al proprio percorso, alla propria storia, per quanto discutibile e tortuosa, al proprio elettorato.
Questa richiesta per cui l'intero arco costituzionale italiano si aspetta da un Movimento il senso di responsabilità che conviene a tutti per rimanere nello stallo in cui, oggettivamente, si trova questo Governo, è davvero singolare.
La politica è continuamente rottura di equilibri per costruirne di nuovi. È un processo dinamico in cui ragioni diverse si incontrano, scontrano fino a trovare la sintesi oppure ad allontanarsi velocemente. Proprio perché le forze politiche sono portatrici di interessi diversi.
Essere portatori di interessi non significa necessariamente essere degli affaristi.
Quando riconosciamo ad una forza politica la nostra rappresentanza, la investiamo di un interesse, il nostro, da rappresentare.
Mi riconosco davvero poco nei 5 stelle: non rappresentano gli interessi di giustizia sociale, lavoro, cultura, etc..., in cui mi identifico. Ciononostante dovremmo fare molta attenzione a non confondere le dinamiche politiche con le convenienze di sistema.
Il senso di responsabilità non può trasformarsi in silenzio assenso. Al netto della pretestuosità o meno di alcune argomentazioni e convenienze del momento storico.
Chiedere ad una forza politica, per quanto eterogenea e schizofrenica nei comportamenti, di uniformarsi ai desiderata degli altri, di Matteo Renzi, Carlo Calenda e compagnia briscola, in nome di un non meglio identificato "bene del Paese", è pericoloso per la democrazia. Del resto quale altro modo, in democrazia, può essere usato per dare forza al proprio dissenso se non quello di esprimerlo all'interno delle possibilità parlamentari che la democrazia stessa ha previsto?
Tanto più in un Paese come l'Italia, che si affida sempre al clamore degli uomini della Provvidenza e che vive perennemente in un vero o presunto stato di crisi, interna o esterna, per cui, ogni volta non è mai la volta giusta.
Dovremmo difendere, semmai, le scelte difformi, che non piegano il senso di responsabilità ad un assegno in bianco che i Governi scambiano a piacimento dimenticando che, per la nostra Costituzione, le rappresentanze politiche e parlamentari si riferiscono al popolo che le ha elette e che anche verso quest'ultimo dovrebbero avere le medesime attenzioni.
Gianluca Fiusco *
15 luglio 2022
Ideatore e Organizzatore del LURT, Laboratorio Umano di Rigenerazione Territoriale, Summer School sui temi del recupero delle aree interne, dello sviluppo rigenerativo e partecipativo (2020-2021).
Coordinatore dei progetti digitali della scuola: Formazione insegnanti, canale YouTube dedicato a temi educativi, uso del tablet, diario digitale, libri interattivi nelle classi (2020-21).
In precedenza, ha ricoperto ruoli di responsabilità presso diverse testate giornalistiche su carta stampata, media e new media e tuttora continua ad occuparsi di comunicazione, in particolare su temi legati al sociale, alla cultura, all’educazione e all’innovazione.
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Per chi vuol vedere la storia recente - e a mio avviso sono purtroppo pochi - siamo in un periodo di restaurazione che nei cicli e ricicli storici ha sempre seguito tentativi di cambiamento.
RispondiEliminaIl Sistema, come centro di Potere, non ama i cambiamenti e di conseguenza coopta sempre coloro che occupano posti chiave da cui dipende la difesa del Sistema da pericoli esterni.
Non a caso le Rivoluzioni, ovvero quelle che sovvertono l'ordine costituto creando profonde fratture con il Sistema di potere preesistente, sono state poche nella storia e sono state contraddistinte da versamenti di sangue, isolamento esterno e una durata relativamente breve.
Nel vaso Italiano lo spiraglio dischiuso dal M5s è stato un tentativo democratico di rottura che il Sistema, attraverso tutti i suoi difensori (politici, mass media, opinionisti, giornalisti, burocrati, finanzieri....) ha arginato, circoscritto e si avvia a eliminarlo.
Un copione già visto in passato con il Fronte dell'Uomo Qualunque di Giannini di cui si è persa addirittura la memoria storica.
Quanto sopra potrebbe sembrare una visione pessimistica delle possibilità di cambiamento, ma non lo è perché di sono dei pericolosi spiragli che possono minacciare il Sistema: il suffragio universale che sceglie i rappresentanti, la libertà di pensiero e di parola garantita dalla Carta Costituzionale, l'istruzione aperta a tutti che favorisce l'accesso "autonomo" alle informazioni, il diritto di critica e di manifestazione...insomma un quadro decisamente favorevole per far scoccare la scintilla di un cambiamento adeguato ai tempi.
Se ci si riflette, nonostante tutto quello che favorisce il sistema democratico, di fatto, si vive fondamentalmente come quando erano le élite che governavano per" grazia di Dio".
Spero che movimenti come quelli alimentati dai 5 stelle possano continuare a esistere e, cercando di apprendere la lezione della storia, sappiano agire di conseguenza
Non riesco più a sentire giustificazioni, spesso facendo ricorso al M5S di 10 anni fa trascurando cosa sono diventati adesso, nei confronti di una forza politica che ha sconfessato tutto il proprio bagaglio politico-culturale col quale si è presentata agli elettori. Ma perchè non si può ammettere con serenità che il progetto iniziale era buono, e che poi è fallito clamorosamente per le debolezze umane legate ad ogni essere vivente che, di fronte al sapore del potere, si piega e si modella adeguatamente per il suo mantenimento.
RispondiEliminaDraghi puà mettere e levare cosa gli pare in un decreto aiuti a livello nazionale? e tutti zitti se no se ne va? a me sembra un abuso di potere a livelli mega, la spazzatura di Roma e un problema di Zingaretti, non di Draghi, Letta nulla da dire? meglio inserire l'inceneritore invece che gli stipendi da 4ora lordi? possono due persone lavorando portare a casa 700euro in due? era piu importante l'inceneritore in questo momento? ricordo che x costruire l'inceneritore ci vogliono 5/7 anni non mi pare che avesse un'urgenza cosi da inserirlo in un decreto aiuti immediati potevate mettere anche qualche mld x finire il Mose in accordo con il CDX, mi sa che avete tirato troppo la corda caro Letta, Zingaretti, Gualtieri, Orlando, i veri nemici del M5S sono quelli del PD gli altri sono nemici semplici che si arrampicano sugli specchi.
RispondiEliminaAbbiamo una classe politica abituata a falsificare tutto anche le evidenze, con la complicità di tv e giornali.
RispondiEliminaIl M5S ha diverse responsabilità su cui riflettere.
RispondiEliminaLa prima in assoluto, è aver permesso la nascita di un governo Draghi, la seconda è non averlo mandato a casa subito dopo. La terza è non aver saputo comprendere che al suo interno aveva arruolato un infiltrato della prima ora, che come una mela marcia ne ha contagiate altre.
Solo adesso, si comprende il perchè della deriva di un movimento antisistema, che ha improvvisamente cambiato rotta e diventato di sistema. Mentre solo con la fuoriuscita dell'infiltrato e suoi adepti ha potuto riavere le mani libere di agire dando segni di un ritorno alle origini.
Oggi, nella politica italiana c'è un ritorno alle origini del M5S.
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EliminaIl ritorno alle origini del M5S, quando è così tardivo e arriva solo perchè si è alla canna del gas, serve a ben poco. Bisognava tornarci ben prima alle origini, saltando il passaggio del governo di tutti.
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