Quello che credo vada indagato, sono due aspetti: 1) il
senso politico di un pesante esodo dalla casa madre (ancora in corso); 2) la
ricerca delle differenze di posizioni politiche tra Conte e la fronda
secessionista. Ancora ieri Grillo (che scende a Roma ormai una volta l’anno e
solo per intervenire su fatti gravi) insieme a Conte, ha ribadito la piena
fedeltà al governo Draghi, in linea e in condivisione con i draghini di
“Insieme per il futuro” di Gigino. Sia Conte che Di Maio si sono schierati in
Parlamento per continuare ad inviare armi all’Ucraina e, sui temi
internazionali, sia il M5S che gli ex, non hanno mai messo in discussione la
piena fedeltà alla Nato, all’UE, alla candidatura dell’Ucraina in Europa e
persino all’allargamento dell’Unione verso alcuni Paesi dell’est.
Sul piano della politica interna non si ravvedono divergenze
tra Conte e Di Maio per quanto riguarda l’assetto delle grandi intese (o
ammucchiata secondo i punti di vista), né sull’alleanza organica con il PD da
proseguire e consolidare anche nelle future competizioni elettorali. E allora
perché Di Maio ha mollato Conte nel momento di massima difficoltà del M5S, già
in grave e progressiva crisi di consensi resa ancora più drammatica dai recenti
risultati amministrativi in cui i grillini, in taluni casi, sono scomparsi
dalle città e dai territori.
Nessuno si era accorto di insanabili divisioni sul piano
politico, sulla linea e/o sulla visione e la strategia da adottare. Diciamo che
Gigino ha cercato il pretesto, atteso il risultato elettorale negativo per
scaricare addosso a Conte tutta la responsabilità dell’esito infausto, come se
nel voto non avesse influito il comportamento servile, remissivo e sempre
compiacente del ministro servo sciocco di un potere fine a sé stesso, ridotto a
fare il portaborse di Draghi e il suo ventriloquo.
Se tutto questo è vero le cause del divorzio risiedono
altrove, in ragionamenti meno nobili e confessabili che riguardano la sfera
personale dell’ex bibitaro e le sue ambizioni, a cominciare dal tanto
vituperato limite dei due mandati, un tempo sacralizzato da Di Maio e oggi
ridicolizzato pubblicamente. In questo contesto in cui, come abbiamo detto, è
in corso una guerra tra bande che nulla ha a che fare con la politica va
sottolineata un'altra vicenda di cui si continua a parlare da diversi giorni
con riferimento alla possibilità di decidere una deroga al limite dei mandati
per alcuni esponenti, forse perché qualcuno ha minacciato di andarsene e si sta
mediando per trattenerlo.
Si ricordi che Gigino, alle europee piazzò in ogni
circoscrizione un suo candidato capolista, imposto agli iscritti e fuori dalla
valutazione del web. Praticamente una sorta di riserva del re che tutto
decideva in assoluta solitudine. Questa arroganza fu punita dagli elettori che
infatti ne bocciarono quattro su cinque.
Oggi, sprezzante del pericolo, vuole riprovarci lanciando le
larghissime intese anche in regione. Vale la pena creare un precedente di
deroga ai due mandati per un soggetto del genere? Uno che è stato sconfitto ben
due volte e, preso dalla disperazione di uscire dal palazzo va incontro alla
terza figuraccia col rischio altissimo che, prima o poi, seguirà Di Maio al
quale deve politicamente tutto, compreso lo “stile” e la spregiudicatezza
infusa. Dai Conte, rifletti.
Maurizio Alesi
29 giugno 2022
Cancellare Cancelleri!!
RispondiEliminaOttimo articolo, ed analisi perfetta
RispondiEliminaNe lui ne altri avranno alcuna possibilità con la Chinnici ma tant'è!
RispondiEliminainnanzitutto Beppe Grillo non ha assolutamente decretato la piena fiducia ad oltranza a Draghi, perché ha chiesto a Conte un immediato incontro con lo stesso Presidente del Consiglio a cui porrà i termini per sostenerlo, e visto che ha deciso di porre fine a tutto ciò che il Movimento ha fatto, sarà piuttosto difficile che resti nel governo, soprattutto dopo avere affossato definitivamente il bonus edilizio. Secondo, su Cancellieri candidato in Sicilia, la risposta è stata semplicemente un no secco, addirittura sostenuto da un assolutamente no. Per cui scrivere una marea di minkiate e falsità su quanto ha detto Grillo in perfetta sintonia con Conte serve solo a creare altro caos. Un po' di vergogna non guasterebbe a voi spandiletame!.
RispondiEliminaCi sono ancora tanti talebani in giro che preferiscono tenere la testa sotto la sabbia e negare l'evidenza. Aggiorna le tue informazioni e ti accorgerai che l'ipotesi Cancelleri è tutt'ora in piedi, così come la fedeltà di Grillo a Draghi.
EliminaCaro di Maio tu e i tuoi compari avete imparato bene come funziona li dentro, funziona tu dai na cosa a me è io do na cosa a te attento al lupo
RispondiEliminaMa dove sta questo tradimento? Ma se Di Maio i due mandati li a fatto uno come ministro del lavoro nel governo giallo verde oggi è ministro degli esteri. Quindi sta lavorando per fare una nuova candidatura con un altro partito visto che col movimento 5 stelle non può essere eletto lui sta lavorando oggi e non è tradimento. E x vivere da politico.
RispondiEliminaMa tanto che speranza ha Cancelleri?
RispondiEliminaMi chiedo come si fa a candidarsi per la terza volta dopo due fiaschi consecutivi. Adesso che sta messo peggio del 2012 e del 2017 pensa di potercela spuntare. Poveretto
EliminaCertamente la politica in italia non finisce MAI di stupirci sicuramente di maio rappresenta in modo esemplare la personificazione di Giuda Iscariota un formidabile voltagabbana come direbbero a napoli omm'erda ..ma la schiera in parlamento e' numerosa i cambi di casacca in questi anni sono stati piu di 350 che con gli ultimi superano i 400 viva l'Italia viva i voltagabbana !
EliminaChi va con lo zoppo, impara a zoppicare e, guarda caso, col rischio di farlo meglio! Il limite dei due mandati è proprio irrinunciabile. Cancellieri rauss!
RispondiEliminaBene, ora possono dare il via al ponte sullo stretto e buttare via altri miliardi, con Cancelleri è cosa fatta 😂😂😂😂😂
RispondiEliminaAlla chiara analisi di Maurizio Alesi aggiungo due considerazioni. La prima: la posizione del M5S verso il Governo dipende dal faccia a faccia fra Conte e Draghi. La seconda: nessuna deroga al limite dei due mandati principio fondante del M5S. Dopo la scissione è importante, per il Movimento, ripartire dalle origini per recuperare parte dei consensi persi.
RispondiElimina