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giovedì 23 giugno 2022

DI MAIO… IL RENZI DEI 5 STELLE

di Giovanni Caianiello - Alla fine è uscito dall’ombra e si è manifestato per quello che è, il Renzi dei Cinque Stelle.
Come il Matteo da Rignano, Luigi da Pomigliano d’Arco, dopo averlo progettato a lungo abbandona la forza politica che lo ha reso prima deputato, poi leader politico e poi ministro. Come se tutto facesse parte di un copione che sembra scritto da molto tempo prima.

Il 13 Novembre 2017, erano stati in molti a chiedersi cosa ci fosse andato a fare Di Maio negli USA quando ancora non aveva alcun incarico?

Probabilmente, se l’era chiesto anche Alessandro Di Battista, senza trovare risposta alla domanda, almeno inizialmente, poi evidentemente si, visto il suo rifiuto di candidarsi nel 2018, nonostante un futuro certo da parlamentare e un posto già a lui destinato di ministro.

Ci aveva visto lungo, tant’è che non tardò neppure ad abbandonare il M5S, per dedicarsi, dice lui alla famiglia e viaggiare.
Cosa aveva scoperto Di Battista, che proprio non si conciliava con la sua indomabile fedeltà ai valori grillini della prima ora, tanto da preferire di continuare a fare politica da libero cittadino piuttosto che sotto l’ombrello della forza politica che aveva contribuito ad esaltare e portare al 33% dei voti nelle urne?

La risposta, potrebbe averla palesata a distanza di tempo proprio Luigi Di Maio, con la fuoriuscita che covava da mesi assieme ai suoi seguaci più fedeli.
“Dovevamo scegliere da che parte della storia stare…” ha detto.
Infatti, ha scelto di stare dalla parte della storia… la sua.
Quella in cui sapeva benissimo di tradire il mandato degli elettori, attivisti e colleghi.
Sui social la parola più generosa che circola è infatti Di Maio Giuda.

Seppure con qualche differenza. Giuda non aveva sperato nei trenta danari, il transfuga invece spera di trovare una nuova rielezione visto che nei 5 Stelle di triplo mandato non se ne parla proprio. E poi, male che vada un posticino di portaborse di Draghi è assicurato. Altro che grillini.

Eppure. Era stato proprio lui a postare ed a ripetere nelle piazze:

“Se vieni eletto con il M5S e scopri di non essere più d’accordo con la sua linea, hai tutto il diritto di cambiare politica. Ma ti dimetti, torni a casa e ti fai rieleggere, combattendo le tue battaglie. Chi cambia casacca, tenendosi la poltrona, dimostra di tenere a cuore solo il proprio status, il proprio stipendio e la propria carica.

Non so a voi, ma a me piace l’art. 160 della Costituzione del Portogallo: Perdono il mandato i deputati che s’iscrivono ad un partito diverso da quello per cui erano stati eletti. Parola di Di Maio! CHE COERENZA!

Nel frattempo, si viene a sapere, che negli angoli bui del M5S, già nel 2017, era stata organizzata una riunione riservata da parte di “alcuni”, per impedire che si votasse per Di Battista capo politico, ritenuto non condizionabile e poco incline ai compromessi e quindi favorire Di Maio, che difatti fu proclamato capo politico.

Si arrivò al governo bicolore con la Lega, e dopo a quello con il PD, che Di Battista non avrebbe mai accettato, a costo di chiedere il ritorno alle urne.

Ed infine al peggiore governo di tutta la storia della Repubblica, che al paese potesse toccare con a capo il non poco odiato Mario Draghi.

Oggi, dopo la transfuga, si scopre che il perché M5S, dal 2018 in poi, è diventato da forza anti sistema per eccellenza a forza pro sistema. Si capisce perché è stato deviato dai vecchi cavalli di battaglia a sposare politiche liberiste. C’era un filo conduttore, una regia che finalmente è venuta allo scoperto liberando così il grillismo dalla morsa della falsa via, ma indubbiamente debilitato all’interno del parlamento, avendo perso la capacità di incidere o condizionare le scelte del governo, che da suo canto, ha trovato invece una ulteriore stampella proprio nei secessionisti.

Questo, è indubbiamente il momento di dire basta a questo insulso governo del banchiere, che sta conducendo il paese verso il baratro sociale, economico e lo sta portando in una guerra che non ci riguarda.

È il momento del coraggio e dell’opposizione forte e decisa. Non è certo possibile restare in un governo a fianco, accanto oltre che di forze politiche ostili, anche di traditori che hanno causato danni enormi e mortificato ogni valore, programmi e progetti futuri.

È anche il momento di richiamare dentro Di Battista, che ha chiuso un recente post con un saluto che vale una dichiarazione: "A riveder le stelle…"

Non lo pronunciava più dal 2018. Il che può avere un solo significato.
“Adesso che il M5S è stato liberato, sono pronto per tornare”, ma ad una condizione:
Che si esca immediatamente dal governo dell’assembramento e si torni all’opposizione.

Giovanni Caianiello
23 giugno 2022

26 commenti:

  1. LA CARRIERA POLITICA DI DI MAIO

    Di Maio
    è partito piano
    ed è andato lontano:

    da cittadino
    è diventato
    candidato,

    da candidato
    è stato eletto
    deputato;

    da deputato
    e stato nominato
    ministro;

    da ministro
    è diventato
    guappo napoletano.

    (22-giugno-2022)
    salvatore r. mancuso

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  2. Indescrivibile ma.... un Signore c'è e sarà giudice inappellabile!

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  3. Rita Francesca Rosaria Caputo23 giugno 2022 alle ore 23:18

    Qualcuno ha avuto il coraggio di fare un gruppo dedicato a Di Maio e al suo partitino. Cosa assurda con una foto di lui con in mano la scheda del rdc.

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  4. Per coerenza Conte avrebbe dovuto lasciare la maggioranza di governo e provare con coraggio la strada dell'opposizione.Ma direbbe Don Abbondio:il coraggio bisogna averlo non si può inventare.

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    1. Salvatore Laterra, ti sbagli, nel giudicare Conte.
      Se il M5S esce dalla maggioranza adesso fa il gioco dei suoi vecchi e nuovi nemici.

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    2. Salvatore Mancuso, purtroppo è così, sicuramente non era una decisione facile, forse assai sofferta, ma con la porcheria fatta dal guastatore ed i suoi "fedeli" il male minore

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    3. Il movimento è al governo dal 2018 con ben tre maggioranze di segno diverso. Un bagno di gestione di potere che contrasta con il Waffa di Grillo. Conte non fa altro che continuare questa strana contraddizione. Forse alle prossime di fermerà al 5%. Oggi era l'occasione per dare un'anima politica al movimento andando all'opposizione, ma Conte non è Leader adatto a questo ruolo.

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    4. Torquato A. Cardilli26 giugno 2022 alle ore 19:23

      Salvatore Mancuso, invece se resta di chi fa il gioco? Continuerà a perdere consensi. Se di maio se ne è andato per restare attaccati al governo che senso ha per Conte restare?

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    5. Torquato A. Cardilli, probabilmente è nella stessa logica di Draghi.

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    6. Torquato A. Cardilli26 giugno 2022 alle ore 19:27

      Salvatore Laterra, ma se è nella stessa logica di Draghi perché di Maio se ne è andato?

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    7. Spiegate perché dopo un mese che Conte dice No! alle Armi all'Ucraina poi vota la fiducia al governo. Allora può essere che non era il ritrovato pacifismo di Conte bensì indebolire il Ministero degli Esteri vero suo rivale nel gestire il movimento. Quindi dal mio punto di vista si trattava di stabilire chi era più garantista nel rapporto con Draghi. Una vera disputa di miserie della politica. Ad ogni buon conto dopo avere perso vistosamente alle amministrative Conte, non dovrebbe trarne le conseguenze???

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    8. Salvatore, ma dopo tanti anni di fare politica non hai compreso il voto dei 5S?
      Il voto dei 5S è servito a spiazzare Di Maio.
      Se tu hai notato le dichiarazioni fatte alla stampa da parte di Di Maio, dopo il voto parlamentare, erano dissonanti rispetto al voto dei 5S.
      Il discorso è risultato surreale perché Di Maio parlava come se i 5S avessero votato contro.
      In parole povere è saltata la motivazione che si era creata Di Maio per la scissione: gli atlantisti contro i non atlantisti.

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    9. Torquato A. Cardilli26 giugno 2022 alle ore 19:31

      Nel 2019 di Maio alle europee ha perso ben 6 milioni di voti rispetto alle politiche di un anno prima. E che ha fatto? Ha menato il can per l'aia per un anno con la fandonia degli stati generali, ha fatto un mini passo di lato lasciando il movimento nelle mani di un uomo di paglia come Crimi, senza la minima autocritica, senza far votare la base, senza innescare subito un'assemblea per riflettere sugli errori. Poi pur di restare saldamente al governo, dopo i suoi disastri nel Conte I come vicepresidente, ministro del lavoro e ministro dello sviluppo economico (casi Alitalia Whirpool, Ilva, fabbriche chiuse e delocalizzate e migliaia di operai abbandonati) ha preteso il ministero degli esteri. Anche qui non ha combinato nulla, anzi ha perso quel minimo che ancora ci restava di potere e prestigio in Libia. Se ne è andato perché ha visto che di fronte aveva la strada sbarrata, ma farà la stessa fine di Alfano, di Renzi, di Calenda. Poveretto!

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    10. Torquato A. Cardilli, Di Maio non può aver preparato in due giorni l’uscita dal mov ben organizzata con tutti i parlamentari del secondo mandato! È fin troppo ovvio che ha provocato lo scontro per andar via adesso e aver il tempo di farsi la campagna elettorale per le politiche!

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    11. Salvatore Laterra, E' vero, Conte non è adatto a questo ruolo, come adatto non è a tutti i ruoli in cui, inciuci e politica vanno a braccetto creando difficoltà, disguidi, incongruenze, e strappi reiterati alla Costituzione che, pare, sia sempre più lontana nelle opere di una politica dissennata e, sovente truffaldina.
      No! Conte, Giuseppe Conte non è adatto a questo ruolo.
      Ma tutti questi pseudo e sedicenti grandi, che usurpano poteri non concessi dalla carta costituzionale, che stanno portando la Nazione al default sotto gli occhi di tutti, nell'inerzia colpevole di un Popolo drogato e dormiente ai cui vertici, anziché garanti della costituzione, pare esserci una pletora di politici decisi ad asservire l 'Italia a potentati e lobby straniere che hanno tutto l'interesse a succhiare il massimo della forza socio-economico-politica per abbandonare, dopo, le macerie che restano.
      Penso, però, che questa volta trovino uno scoglio non da poco sul cammino sciagurato che pensano di praticare. E credo che se ne accorgeranno alle prossime elezioni.

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  5. La manovra dell'uscita di Di Maio ha una regia esterna al M5S, la stessa regia che ha utilizzato Salvini e Renzi, per far cadere i due governi a trazione Cinquestelle.
    Lo scopo della fuoriuscita di Di Maio - Alì Babà e i 60 furboni, è quello dell'indebolimento del M5S, per rendere inefficace il suo ruolo in Parlamento.

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    1. Lo penso anch'io.

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    2. Salvatore Mancuso, esattamente!!!... La regia è sempre la stessa e l'obiettivo pure: depotenziare l'unico partito(movimento) che è contro il sistema di potere comune a tutti gli altri partiti...

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  6. Mi pare che molti gli abbiano dato fiducia sin dalle origini del Movimento stesso e si è dimostrato quel che è subito non solo ora.

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  7. L'ENFANT PRODIGE?? Vorrei chiedere ora al Parroco di Pomigliano d'Arco un commento.

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  8. La "mossa "fatta da di maio (minuscolo) perche lui e' un piccolo minuscolo ometto un vero autentico GIUDA per il resto solo il tempo ci dara' la risposta lui rimarrà il peggio della politica perche' il movimento era nato contro la vecchia classe politica corrotta ora il "sogno " di Grillo si infrange contro la malafede ed il "tradimento del piccolo ometto di maio !!

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  9. Non dimenticherò mai quel giorno in cui Luigi Di Maio, con un discorso delirante, ha evocato l’articolo 90 della Costituzione per mettere in stato di accusa il Presidente della Repubblica. Da allora ho capito che la sua vera ambizione era il potere. Lo ha dimostrato passando da un governo all’altro e con tre diverse maggioranze trascinando il M5S in una repentina caduta. Perdere più del 50% dei consensi in poco tempo avrebbe dovuto spingere tutto il Movimento ad analizzare le cause della caduta con un confronto trasparente. Nulla è stato fatto mentre il Movimento continuava a perdere consensi e a disgregarsi con la migrazione dei parlamentari voltagabbana in altri gruppi. Alla faccia degli ideali e dei principi costitutivi. Quello del vincolo dei due mandati, sottoscritto e orgogliosamente sbandierato, è il vero motivo di questa scissione. Di Maio, il Renzi dei 5 stelle? Solo per il tempismo! Di Maio con il suo “ignobile tradimento”, parole di Alessandro Di Battista, ha decretato il fallimento politico del M5S. Se “Insieme per il futuro”, dai primi sondaggi, vale meno del 3%, quel che resta del M5S quanto vale? Non è più il Movimento delle origini. Oltre alla perdita di alcune stelle ha perso tanti valori costitutivi che avevano conquistato il consenso degli elettori e l’interesse degli attenti osservatori dei processi positivi della Politica. Conte ha il compito difficile di risanare e rinnovare un movimento in crisi. Dovrà definire, senza ambiguità, una precisa collocazione. Un rientro di Di Battista, per le sue posizioni, non gioverebbe al rinnovamento. Anche perché Conte non intende abbandonare la maggioranza. Le prossime elezioni dimostreranno la reale consistenza delle forze politiche. Comunque sono convinto che il M5S non dovrebbe sostenere maggioranze raccogliticce. Anche il PD dovrebbe pensare ad una sana e costruttiva opposizione. L’importante è servire il Paese senza tradire il mandato degli elettori. A proposito delle elezioni, la riduzione dei parlamentari richiede una legge elettorale che garantisce la rappresentanza. Dovrebbe essere ripristinato il potere degli elettori di scegliere i candidati. I tempi sono stretti e si rischia di varare una ulteriore pessima riforma elettorale influenzata dai sondaggi. Torneremo a votare con il “Rosatellum” che, sul piano della legislazione elettorale, non rappresenta una normalità.

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  10. Salvatore Laterra La coerenza si può mantenere solo all'opposizione.
    Dentro il Governo lo scenario è completamente diverso perché, a causa della Legge elettorale scellerata Rosatellum voluta da quell'infame di Rosato e votata da tutti i Partiti per non consentire ai grillini di poter governare da soli, nel 2018 il M5S fu costretto a scendere a compromessi per cercare una alleanza che trovò nella Lega.
    Successivamente, quando Salvini stupidamente fece cadere il Governo, il M5S si alleò con il PD.
    Lo stesso PD che nel 2018 rifiutò la richiesta di alleanza volta dal M5S e lo spinse verso la Lega.
    Sono compromessi di palazzo e inciuci politici?
    Certo, lo sono.
    Ma qual era a suo tempo l'alternativa per il M5S che aveva raggiunto il 33% dei consensi alle ultime elezioni?
    Nessuna... o meglio, una sola, la peggiore. Rinunciare al Governo con una alleanza e, di conseguenza, consentire un altro governo tecnico tipo Monti/Fornero. Dopodiché il M5S sarebbe tornato all'opposizione ad imprecare, urlare e denunciare le porcate dei Partiti per altri 5/ 10 anni.
    In ogni caso, considerando tutti gli insulti rivolti ai 5 stelle (bibitari, scappati di casa, incapaci e quant'altro) ad oggi, rimangono sempre i migliori di TUTTI gli altri politici nessuno escluso perché si tagliano lo stipendio da 9 anni (tranne pochi) rinunciano ai rimborsi elettorali MILIONARI, non rubano, non delinquono e non si lasciano corrompere. E, quando qualcuno del M5S fa la pipì un po' fuori dal vasetto (solo un po') lo cacciano via.
    A differenza di tutti gli altri partiti ma soprattutto del CDX che vanta orgogliosamente al proprio interno il maggior numero assoluto mondiale di politici delinquenti, lestofanti, ladri, corrotti, indagati, processati, arrestati, prescritti e in attesa di giudizio.
    Questa è la vera sostanza da valutare. Il resto sono solo chiacchiere inutili.

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    1. Lorenzo, credo che questa tornata elettorale, sia fuori dai canoni consueti seguiti da elettori non informati, drogati da una maggioranza, quale che sia, finalizzata ai propri interessi di bottega senza minimamente curarsi delle conseguenze.
      Credo in coscienza che il prossimo anno la gente saprà finalmente, dove andare a parare, poiché i giochi adesso sono scoperti.
      Ci sono stati trucchetti che hanno spento due governi efficienti ed efficaci, al punto da essere additati quali esempi per il mondo intero e da tutti seguiti.
      Spenti da due figuranti di secondo piano che tra un bicchiere, ed un intrallazzo sono riusciti nell'intento fetido di lasciare l'esecutivo acefalo e subito dopo con un trapianto, da molti, me compreso, considerato pessimo, se non colpevole, a sostituirne la guida con una testa tutta volta da un'altra parte ricca di curriculum, è vero, ma di quale curriculum! di persona persona già da altro Presidente della Repubblica considerata e definita in modo non certo nobile e non certo tale da dover esserne fieri. E qualche azione dal soggetto compiuta pare avvalorar tale definizione.
      Sono convinto che l'ultima ora sia per suonare: La guerra, il malcostume dominante, un vento di rinnovamento che soffia sempre più forte e gagliardo, sono tutte "scadenze" delle quali, almeno una decreterà un cambio di rotta definitivo: che sia più o meno cruenta, più o meno desiderabile, più o meno foriera di cose nobili e di nobili comportamenti, comunque per questa classe suonerà l'ora fatale.

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  11. Condivido tutto eccetto il rientro di Di Battista. Come lui stesso sostiene può fare politica anche senza avere incarichi politici. Il movimento, aldilà del comportamento di Di Maio e company, ha tradito i valori cardini che millantava. La morte stessa di Casaleggio ha svelato gli interessi economici che si celavano dietro questa forza politica , annientata dai propri eletti. Il movimento è stata la fine di un sogno utopico ovviamente la fine del sogno di chi credeva che la politica fosse quell’attività che uomini e donne svolgono per scegliere chi prende decisioni e come distribuire risorse, prestigio e cariche per migliorare la qualità di vita di tutti. Chi fa politica, vuole arricchirsi! Migliorare il proprio status sociale. Avere privilegi, visibilità e potere. E soldi, tanti soldi per poterli investire nella creazione del consenso e continuare così a guadagnarne ancora e più di prima. Solo che per fortuna non tutti sono stupidì da qui il declino del movimento. Per di più chi ha scelto di essere un’attivista ha anche scoperto che la logica del movimento era sempre la stessa ovvero creare correnti e annientare i meritevoli. Vedi le nomine di parenti e amici, giustificati dal principio della fiducia. Penso possa bastare. Un caro saluto Giangiuseppe Gattuso

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  12. Lo avevo capito da molto tempo. Da quando DI Battista si è DIMESSO. La sua ambizione non conosce limiti. Vergognoso...

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