di Torquato Cardilli - Draghi è davvero quel fulmine di guerra, che ci avevano annunciato con squilli di tromba e rulli di tamburi, capace di camminare sulle acque tempestose della politica italiana e rimettere il paese in carreggiata?È davvero l'uomo del nuovo miracolo italiano che con un tocco magico avrebbe risanato le antiche ferite dello Stato potendo il suo Governo contare su una “maggioranza extra large” dal diavolo all'acqua santa?
È davvero rispettoso, come ha promesso in Parlamento, delle regole della democrazia applicata o al contrario umilia sistematicamente i suoi ministri, costringendoli ad accettare, a scatola chiusa senza discussione, i suoi provvedimenti come fosse ancora il governatore della BCE?
È davvero sensibile alle istanze sociali o invece convoca i sindacati a Palazzo Chigi per una pura passerella d’immagine? Quale cura è riservata alle richieste del mondo del lavoro, al fatto che ogni giorno grandi imprese italiane trasferiscono sede legale e fiscale all'estero (da Mediaset a Stellantis ecc.), che ci sono licenziamenti di centinaia di lavoratori, chiusure di fabbriche di multinazionali (Alcoa, Caterpillar, Whirpool ecc.) che vengono delocalizzate con relativa scia di dolore di famiglie ridotte sul lastrico, morti sul lavoro, mentre le piaghe purulente della droga, del caporalato, e della criminalità di alto livello non vengono neppure scalfite.
Dove è finito il proclama che è il tempo di dare soldi al popolo e non di prenderglieli, mentre in realtà i benefici vanno a chi non ne ha bisogno? Possibile che da ex banchiere centrale, abituato a far di conto con cifre a 15 zeri, non veda l’allargamento della platea dei poveri e degli incapienti che fanno la coda alla Caritas per un piatto caldo?
Un anno fa nessuno credeva in buona fede che avrebbe potuto fare gran che su questioni spinose e incancrenite come l’Ilva, Alitalia, corruzione, evasione fiscale, inefficienza pubblica in tutti i settori, ma almeno si aspettava un provvedimento robusto per evitare la mazzata sui portafogli dei meno abbienti per il raddoppio del costo dell’energia. E invece niente.
È davvero ligio al dettato costituzionale quando zittisce il Parlamento con 35 voti di fiducia in 10 mesi, impedendogli un vero dibattito sulla legge finanziaria, scritta in sanscrito, e soffocando ogni proposta di modifica con un maxi emendamento governativo, enorme e illeggibile?
È risaputo che le leggi non sono scritte dai deputati o dai senatori, molti dei quali pur vantando, almeno sulla base dei loro curriculum, titoli accademici di tutto rispetto, si limitano ad un ruolo subalterno e servile, presentando emendamenti scritti da altri. Senza un minimo sussulto di dignità fanno proprio un testo, incomprensibile per il volgo (più di 80 parole di seguito senza punteggiatura), frutto del lavoro di uno stuolo di legulei annidati nei palazzi e nei ministeri, interessati solo a giustificare la loro esistenza.
Eppure i turibolari incensatori di professione, i cosiddetti politologi in servizio permanente sulla stampa e in televisione, che avevano criticato ogni santo giorno il Governo Conte, quello che battendosi come un leone aveva ottenuto a Bruxelles 209 miliardi del PNNR, ora non osano fare domande sul reale significato della legge finanziaria, affondata in un fraseggio intenzionalmente oscuro, involuto da azzeccagarbugli.
Ogni italiano ha il diritto di conoscere le leggi che disciplinano il funzionamento della società, ma i rappresentanti del popolo sotto la minaccia di elezioni anticipate, pur di salvare lo scranno, i privilegi, e le prebende, hanno messo il sigillo del voto favorevole senza aver letto, né capito il testo della legge, formulata in modo che nessuno ne comprenda il contenuto.
L’antico brocardo di origine latina ”la legge non ammette ignoranza” (ignorantia legis non excusat) incatena all’obbedienza cieca il cittadino che non capisce il rebus inestricabile dei rinvii a leggi, articoli, commi di altri decreti, tanto da disorientare anche i cosiddetti politici di professione. La sua lettura fa lo stesso effetto della frase apparentemente dotta, ma in realtà contorta e senza senso adoperata per secoli dai tipografi "Lorem ipsum dolor sit amet consectetuer" ecc.
Nei TG e nelle varie trasmissioni di dibattito politico c’è un coro unanime sulla crescita del 6%, superiore alle attese, che non è percepita dal mondo del lavoro, ma non si sente una parola sull’assenza di provvedimenti concreti in favore dei due pilastri, complementari ai vaccini per difendersi dalla pandemia, quali l'educazione e i trasporti rimasti fermi; in un anno di governo nulla in tema di edilizia scolastica, nulla sul rafforzamento della mobilità pubblica urbana su gomma e su rotaia.
Ci si trucca con le piume del pavone sbandierando una riduzione delle tasse per 8 miliardi, ma non si dice che questa mini riforma dell’Irpef nel favorire soprattutto un segmento della società, quello dei redditi tra 40mila e 50mila euro, si allontana dall’obbligo costituzionale della progressività, mentre la “no tax area”, quella dei lavoratori poveri, non ne trae alcun beneficio.
Chiunque confrontasse la legge finanziaria 2022 con la dichiarazione programmatica di un anno fa la boccerebbe senza appello: allora il premier si impegnò nel sostenere che non era un cammino virtuoso quello di modificare le tasse una alla volta, a pezzetti, dato che la riforma fiscale costituisce l'architrave della politica di bilancio e che bisogna «semplificare e razionalizzare, ridurre il carico fiscale e preservare la progressività».
Chi se ne ricorderà quando sarà chiamato alle urne?
Torquato Cardilli
4 gennaio 2022
Non c'è bisogno di porre domande retoriche né di tante parole, per dire chi è Draghi. Draghi è il rappresentante diretto dei poteri finanziari nazionali e internazionali e, in quanto tale, risponde esclusivamente a quei poteri, sia che faccia il banchiere, sia che faccia il capo di governo.
RispondiEliminaMario Draghi, è il peggior Presidente del Consiglio che potesse toccare a questo malandato paese e sarebbe il Peggior Presidente della Repubblica mai entrato al Quirinale. Ha già distrutto l'economia ed il futuro degli italiani neglli anni novanta, privatizzando e svendendo i nostri asset strategici industriali ai suoi comparuzzi banchieri, in cambio della vice Presidenza della Goldman Sachs bank americana ed una carriera da finanziere. Successivamente, dove aver inviato il suo emissario Mario Monti a Palazzo Chigi, è arrivato di persona per completare l'opera di riduzione in schiavitù economica questo paese ed i suoi cittadini. SERVE AGGIUNGERE ALTRO?
RispondiEliminaGiovanni Caianiello, serve alzarsi dalla poltrona e darsi da fare
EliminaDraghi....gli italiani o ci sono o ci fanno. Draghi è l'uomo delle Banche, dell'EU, delle multinazionali, dei grandi gruppi finanziari.... che volete gliene freghi della situazione sociale, politica, economica dell'Italia. È il presidente delle caste e delle lobby.....e gli italiani che pensano solo ad obbedire per comprarsi una finta libertà, non hanno capito che anni di sacrifici ci aspettano e quale Italia stanno preparando per i giovani, costretti come mai a farsi un futuro dove ci sono migliori qualità di vita e governanti meno dispotici e più vicini alle esigenze dei cittadini. Sono schifata di Mario Draghi che non vorrei né come presidente del Consiglio né come Presidente della Repubblica...��
RispondiEliminaMa quale squilli di tromba e rulli di tamburi, non c'è bisogno di essere una grande statista per fare quattro conti, stiamo morendo sommersi da TASSE e BOLLETTE che superano di gran lunga gli stipendi, se continuiamo così andremo al collasso. Nell'Alto dei suoi paradisi finanziari cosa gliene può fregare a uno come Draghi di chi non arriva a fine mese.
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