Se ha trovato un debito monstre e se ha risanato il bilancio del comune e di quello disastrato delle aziende come Atac, Ama e via discorrendo. Se ha avviato la sistemazione di un numero enorme di km di strade che non venivano asfaltate dai tempi della monarchia. E se chiunque altro al suo posto avrebbe potuto fare di meglio in cinque anni di sindacatura. Per avere un metro di paragone basterebbe osservare le differenze con altri sindaci, uno per tutti Leoluca Orlando che governa Palermo da tempo immemore, ed è sulla scena politica palermitana da oltre 40 anni.
Cinque anni, infatti, rappresentano un periodo troppo breve per riavviare una macchina amministrativa arrugginita, con tanti dirigenti implicati in vicende giudiziarie e molti altri impauriti, per programmare gli interventi, per dare corso alle procedure di legge e finalmente realizzare i lavori.
Per il sistema mediatico, quasi tutto di parte, per gli opinionisti delle TV e della carta stampata, pennivendoli asserviti e cattivi nell’animo, è sempre stata il nemico da combattere e abbattere con ogni mezzo. Quella che non ha voluto le olimpiadi, l’incompetente, l’inadeguata, colpevole di ogni nefandezza da sempre già prima della sua elezione. Quella in grado soltanto di fare le fotocopie presso lo studio Previti quando era poco più di una ragazza appena laureata. Credo, quindi, con molta convinzione, che i risultati ottenuti da Virginia Raggi, pur incontestabili, così come le questioni irrisolte, contino poco. Il tema principale resta uno: Virginia Raggi, donna e madre, è del M5S e ne rappresenta i valori fondanti.
E c’è pure da dire, per amore della verità, che Roma non ha mai avuto una legislazione speciale e nemmeno lo status che hanno le maggiori capitali europee come Londra, Parigi, Berlino. La miopia politica dei precedenti governi della repubblica ha attraversato tutte le forze rappresentate in parlamento non consentendo così quel respiro ampio e quelle prerogative che avrebbero dato a Roma la possibilità di essere ciò che la storia le ha consegnato. Capitale della cristianità, de “La Grande Bellezza” che tutto il mondo ci invidia.
Roma avrebbe bisogno, da decenni, di più autonomia, di risorse adeguate, di poteri ammnistrativi e legislativi al pari di una regione (per approfondire potete leggere un interessante articolo su HUFFPOST). Speriamo accada per il prossimo futuro.
Per il resto la Sindaca ha dovuto e potuto svolgere la sua funzione con gli strumenti che si è trovata a disporre che, in ultima analisi, sono quelli di un Sindaco di un comune qualsiasi. Con l’aggravante di avere trovato una Città stuprata dalle precedenti amministrazioni, anche commissariali, che hanno lasciato macerie.
Scrivo questa riflessione, amara, mentre si sta votando. E mentre l’ennesimo incendio ha ferito un simbolo di Roma, il Ponte di Ferro. Così come altri incendi dolosi hanno creato ulteriori difficoltà all’amministrazione romana. Ma ormai il dado è tratto. Domani pomeriggio leggeremo il giudizio dei cittadini romani, gli unici con il potere di decidere chi dovrà guidare la Capitale d’Italia.
E c’è pure da dire, per amore della verità, che Roma non ha mai avuto una legislazione speciale e nemmeno lo status che hanno le maggiori capitali europee come Londra, Parigi, Berlino. La miopia politica dei precedenti governi della repubblica ha attraversato tutte le forze rappresentate in parlamento non consentendo così quel respiro ampio e quelle prerogative che avrebbero dato a Roma la possibilità di essere ciò che la storia le ha consegnato. Capitale della cristianità, de “La Grande Bellezza” che tutto il mondo ci invidia.
Roma avrebbe bisogno, da decenni, di più autonomia, di risorse adeguate, di poteri ammnistrativi e legislativi al pari di una regione (per approfondire potete leggere un interessante articolo su HUFFPOST). Speriamo accada per il prossimo futuro.
Per il resto la Sindaca ha dovuto e potuto svolgere la sua funzione con gli strumenti che si è trovata a disporre che, in ultima analisi, sono quelli di un Sindaco di un comune qualsiasi. Con l’aggravante di avere trovato una Città stuprata dalle precedenti amministrazioni, anche commissariali, che hanno lasciato macerie.
Scrivo questa riflessione, amara, mentre si sta votando. E mentre l’ennesimo incendio ha ferito un simbolo di Roma, il Ponte di Ferro. Così come altri incendi dolosi hanno creato ulteriori difficoltà all’amministrazione romana. Ma ormai il dado è tratto. Domani pomeriggio leggeremo il giudizio dei cittadini romani, gli unici con il potere di decidere chi dovrà guidare la Capitale d’Italia.
Quando si parla di Leoluca Orlando si abbia l'onestà di ricordare che prima di lui i sindaci erano emanazione della mafia e, in alcuni casi della mafia in prima persona come Lima e Ciancimino. Da quando Orlando fa il sindaco la mafia non entra più a Palazzo delle Aquile ma fa i suoi affari altrove e non decide gli appalti a Palermo. Dopodichè si studi bene la storia prima di fare ironia su un sindaco che ha segnato una svolta indelebile con la Primavera palermitana. Si eviti anche di fare del problema dei rifiuti (irrisolto da sempre da tutti i sindaci che si sono succeduti a Palermo), una lettura esaustiva di un'attività amministrativa che non ha paragoni con nessun altro sindaco del passato. Meno enfasi sulla Raggi, anch’essa alle prese con la monnezza e le buche stradali, e più onestà nei giudizi.
RispondiEliminaSi abbia anche l'onestà di ricordare che le persone che lei cita erano targate DC, un partito con parecchie ramificazioni nel pubblico e sulla tavola del quale ci hanno mangiato parecchi cambiatori di casacca...
EliminaCaro Giangiuseppe condivido totalmente il tuo pensiero e, come ben sai, non mi capita spesso.
RispondiEliminaQuello che dici è sotto gli occhi di tutti ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire o non vuol vedere e, aggiungo, di chi ha interesse a non vedere e non sentire.
Tuttavia, godiamo ancora della libertà di esprimere il pensiero e mi fa piacere
Non intendo fare paragoni con altri sindaci uscenti. A parte Milano e Roma che, per diversi aspetti, hanno una valenza nazionale, tutte le altre realtà hanno valenza locale. Fra tutte le realtà, quella romana è la più complessa. Il sindaco della Capitale dovrebbe avere poteri particolari e risorse adeguate. La mancanza di questi elementi rende difficile amministrare questa realtà che registra il più altro conflitto sociale tra centro e periferie. Sono difficoltà oggettive che hanno avuto tutti i predecessori di Virginia Raggi. In diverse occasioni ho scritto che alla Raggi doveva essere data una seconda occasione. Saranno gli elettori romani a decidere. Virginia Raggi andrà al ballottaggio? Lo sapremo in serata. Comunque andranno i risultati, il M5S dovrà riflettere sulle cause del costante declino dopo lo strepitoso successo del 2018. Sono passati tre anni e sette mesi!
RispondiEliminaIl sindaco Raggi non è stato diverso dagli altri.
RispondiEliminaPer quanto riguarda Orlando, beh, stendiamo un velo pietoso.