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domenica 8 agosto 2021

Quando l’essere diventa più importante dell’apparire

di Salvatore Virga - L’operazione appena compiuta dagli iscritti del M5S sotto l’accorta guida di Giuseppe Conte, ovvero, quella di trasformare un movimento in partito, è stata di importanza basilare per l’intero panorama politico non fosse altro perché un po' tutti ci eravamo assuefatti ad un clima soporifero, certamente ad un profilo troppo basso per un Paese che aspira a rimanere nel circolo dei grandi.
Conte ha compreso, infatti, che è tempo, ormai, di ricostruire i passaggi della democrazia disegnati dai padri costituenti e cancellati dalla pavidità di chi non ha saputo governare la tempesta, di indossare i sandali del pellegrino e camminare al fianco di una comunità nazionale che cerca di ritrovare la propria identità, di cogliere al volo un occasione unica, ovverosia, quella di ritornare alla Politica con la “P” maiuscola consapevole di rischiare, comunque, l’isolamento, di dover metterci la faccia, di poter rimanere vittima della collaudatissima macchina del fango di italica matrice.

Si, perché la caduta del muro di Berlino è stata la prima folata di un vento di novità che, divenuto burrasca, ha spazzato via barriere ideologiche, un tempo insormontabili, antagonismi (che sono il sale delle economie moderne) e sistemi politici che, in crisi, cominciavano ad avvitarsi su se stessi cancellando, in un colpo solo, le certezze di una vita.

In Italia, in verità, non è servita neppure la burrasca, è bastato il regime di brezza di “mani pulite” per mandare tutto a gambe per aria, partiti compresi, tutti compresi, nessuno escluso.

Ed in queste circostanze non è stato certo difficile cavalcare la protesta ed il disagio soprattutto se a mancare non era certo il denaro e la forza ipnotica del “quarto potere”.

L’era movimentista, succedanea di quella che è stata impropriamente definita Prima Repubblica, nata così, solo apparentemente dal nulla, ha tanto rapidamente pervaso la società italiana al punto da illuderci che potevano abituarci all’alternanza di un bipartitismo di facciata, al susseguirsi incoerente di leggi elettorali inadeguate, all’inconsistenza via via sempre più marcata di un parlamento retto da nominati piuttosto che da eletti.

Il tutto nell’ottica dell’apparire piuttosto che dell’essere.

Apparivamo, infatti, una delle economie più forti del pianeta ed in realtà non reggevamo più il peso di un debito pubblico smisurato: ci ha salvato solo la scialuppa dell’euro; sembravamo con le carte in regola per poter affrontare la resezione “chirurgica” dei buboni rappresentanti dalle mafie ed invece eravamo ostaggi di una vergognosa trattativa; sembravamo in condizione di poter assumere un certo contegno sugli scenari internazionali ed poi subivamo l’onta della palese derisione franco-tedesca ed anglo-americana.

Alla fine l’italietta da soap opera, ha dovuto fare i conti con le tensioni sociali appena mediate e mai sopite, con le ricorrenti crisi artatamente mascherate con false soluzioni, con proteste dure ma politicamente irresponsabili, gestite da un movimentismo interessato, quasi mai seguite da fasi propositive né tanto meno costruttive.

Bisogna tuttavia riconoscere la comodità di una posizione simile a quella assunta da questi “soggetti” politici, onerati solo dalla necessità di proporsi come unici, mediocri, interpreti del disastro sociale, mai spinti, nei fatti, dal bisogno di diventare, concretamente, alternativi al sistema.

Neppure il M5S è rimasto immune da questa condizione “patologica”, nonostante i buoni propositi degli albori, ne è stato vittima almeno sino al 2018 quando quel famoso 33% di consensi lo ha posto di fronte alle proprie, enormi, responsabilità.

I fatti successivi li conosciamo tutti, sono ancora cronaca e non storia, ma una cosa è certamente da sottolineare, ovvero la consapevolezza nata dalla certezza di non poter tornare indietro rispetto alla precedente, comoda, posizione dettata dall’irresponsabilità politica, seppur altri, gli ex alleati dell’esperienza giallo-verde per esempio o i loro “fiammeggianti” compagni di cordata, non si siano caricati del peso di crisi di identità alcuna, dimostrando che, nonostante tutto, la via del gattopardismo, ovvero l’arte di cambiare tutto per non cambiare niente, è pur sempre praticabile.

Era finita, comunque, l’epoca dell’apparire scalzata inesorabilmente da quella dell’essere.

Ma per assumere con fermezza nuovi ruoli, antitetici a quelli ricoperti, occorrono nuove vesti e tanto coraggio e Conte ha dimostrato di averne da vendere: lo ha dimostrato mettendosi in gioco in prima persona, mettendoci veramente la faccia, contestando, per esempio, da forza di governo in carica, finanche la pseudo riforma del processo penale pur nella consapevolezza della necessità di dover subito adottare uno strumento indispensabile per portare finalmente a casa il tanto sofferto risultato di una operazione di “fioretto” qual è stata quella del recovery fund.

Ed allora non posso che concludere così come ho iniziato, riaffermando che l’essere è certamente più importante dell’apparire, anche se la strada diventa, all’improvviso, tutta in salita, anche se i sandali del pellegrino – tanto per usare lo stesso eufemismo - saranno, imbrattati certamente dalla polvere e destinati ad inevitabile usura.

Ma è una questione di dignità e la dignità varrà pur un paio di sandali!

Salvatore Virga

08 Agosto 2021

14 commenti:

  1. Condivido pienamente, e mi permetto di dire, che l'universo tutto in cui siamo si evolve continuamente.. ogni singola cellula cambia, cresce in meglio....evolvere è sostanziale x tutte le cose, oltretutto è inarrestabile...

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  2. Sono d'accordo con tutto anche sull'aspetto dei sandali.

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  3. Questo non è fanatismo, ma consapevolezza!
    Buon lavoro Presidente!

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  4. Essere è sempre più importante che apparire. Occorre però poter soddisfare a una condizione imprescindibile. Per essere bisogna ESSERE

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  5. L'autore, Salvatore Virga, ha saputo camminare agevolmente su un sentiero molto ostico, che è quello della politica italiana. Ha individuato un uomo che potrebbe dare un po' di respiro alla politica con la sua integrità e semplicità, pur consapevole di doversi sporcare i sandali lungo il tragitto.
    Finalmente un partito, che, richiamandosi alle azioni politiche del Movimento non può che definirsi un partito Liberalsocialista
    Grazie Salvatore, ottimo articolo.

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  6. Magnifico excursus di decenni di pseudopolitici che fanno pseudopolitica per mascherare ogni specie di inadeguatezza, frammista ad interessi di bottega.
    Una lotta feroce si sta apparecchiando e credo che Giuseppe Conte sappia quello che fa e riesca a fare quello che si prefigge. Si: quello che si prefigge. E per due buoni motivi: uno, perché ci mette la faccia; due perché crede in quello che fa e sa di poter riuscire. Non per niente sono anni, almeno due, che studia la situazione ed ora, con gli ingranaggi ben oleati, con la via dritta davanti agli occhi, con polso fermo e sincera volontà di cambiamento e con dietro una compagine onesta, capace colta ed intelligente, si accinge ad operare, in modo sapiente, sagace ed umile ad un tempo, il cambiamento che porterà la Nazione Italia a ricoprire il ruolo che le compete nello scacchiere mondiale.
    Io ci credo, ne sono convinto, ed andremo avanti fino al cambiamento.

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    1. Certamente un onesto tentativo lo farà, con umiltà, con i sandali ai piedi, come si conviene a chi ha valori saldi alle spalle.

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  7. La Politica italiana, quella con la P maiuscola, quella rappresentata dai vari De Gasperi, Moro, Berlinguer, Iotti, Pertini, è rimasta orfana fino all’arrivo del professore Avvocato Giuseppe Conte. Finalmente l’Italia potrà vivere una nuova stagione di moralità e onestà intellettuale e amministrativa.

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  8. Ed orfana ancora lo è, perché di persone del calibro di Conte ne necessitano parecchie. Certamente traccerà un percorso, lascerà il segno ed il sistema Paese, se ne prenderà coscienza, non potrà che ricavarne crescita e maturità.

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  9. Bene, ora inizia a prendere decisioni serie come tornare alla sovranità monetaria, territoriale, combattere i poteri forti che ci vogliono eternamente ammalati, etc..... dai vediamo...

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  10. Mi piace Giuseppe Conte, persona eria e composta, bravo professionista e buon presidente del consiglio-Detto questo lasciamo riposare in pace De Gasperi, Moro, Berlinguer, La Pira, Pertini,Craxi, Spadolini etc.. etc.. none per fare un torto a conte, ma per fargli un favore.

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  11. Stimo molto Giuseppe Conte, come uomo e come politico. Ha un compito difficile, anzi due. Il primo è quello di finire di trasformare il Movimento Cinque Stelle in Partito: dovrà usare gli scarponi. Il secondo compito è quello di rivedere la strategia politica del Movimento/Politico e definire una chiara collocazione e le alleanze. Questo passaggio richiede umiltà: i “sandali” vanno bene. Presidente Conte, tantissimi auguri e buon lavoro!

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  12. Come la mettiamo con l'alleanza in Campania tre 5stelle e forza Italia?

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