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sabato 14 agosto 2021

LA LEZIONE DURIGON

di Salvatore Virga - Il caso Durigon ci sta impartendo una dura lezione (semmai ce ne fosse bisogno) su quelli che sono i governi di larghe intese, le tanto desiderate Grosse Koalition alla tedesca, alchimie politiche, dicono i politologi di grido, in voga sin dal lontano 1999… almeno in Germania.
Tecnicamente un governo di larghe intese, affinché possa definirsi tale, prevede un panorama politico pluripartitico, frastagliato, all’interno del quale almeno due delle formazioni più rappresentative trovano un accordo per formare un governo stabile e duraturo.

I partiti minori sceglieranno se aderire alla compagine governativa o starne fuori, all’opposizione.

Cade così, in men che non si dica, ogni barriera ideologica, al punto di avere grosse difficoltà nel collocare l’esecutivo a destra o a sinistra degli schieramenti tradizionali, al punto da indurre i militanti più radicali di ogni partito a cambiare l’identitario “io sono” nel più anonimo e squallido “io ero” rosso, verde, giallo piuttosto che nero o arcobaleno.

Questo perché, inaspettatamente, si invertono i ruoli, i meccanismi tradizionali, in quanto ora non saranno più i partiti a dare colore al governo, sarà semmai il governo a “scolorire” i partiti per appiattirli tutti verso la neutralità cromatica (ovvero ideologica).

Ed internamente alle coalizioni che succede?

Succede che, venuto meno, nei fatti, il controllo parlamentare, gli esecutivi diventano via via più isterici perché vittime dei compromessi che stanno alla base degli accordi di coalizione, che tendono a trasformarsi, rapidamente, in armi di ricatto.

Strano ma vero: meno controlli, più debolezza, ma in politica è così.

Provate per un attimo ad immaginare l’impatto sull’opinione pubblica qualora venissero svelati i patti, i mezzucci, che tengono in piedi le Grosse Koalition, anche quelli più miseri, quelli di minor impatto reale, ma di altissimo impatto mediatico, scandalistico.

Provate per un attimo ad immaginare un esponente politico di “maggioranza”, soprattutto se animato da afflato populista, che si mette a tirar fuori gli scheletri dagli altrui armadi o ad inventarsi fandonie destinate a passare di bocca in bocca ed a trasformarsi pur esse in spettri.

Dunque i governi di larghe intese che dovrebbero manifestare forza ed energia da vendere, in realtà altro non sono che giganti dai piedi d’argilla.

Per tornare ai fatti di casa nostra, anche noi abbiamo avuto precedenti esperienze di governi di larghe intese.


Il ricordo più immediato, probabilmente, potrebbe balenare alla fase pentapartitica della Prima (e unica) Repubblica, epoca, quest’ultima, segnata da turbolenze, instabilità, prese di posizione e crisi extraparlamentari divenute pressoché di routine.

Ma il paragone non regge per una serie di motivi, il più importante dei quali è riferito alla presenza di una fortissima (all’epoca ancora vitale) identità ideologica dei partiti che ha preservato e distinto il ruolo istituzionale dell’opposizione parlamentare ed impedito il nascere di alleanze, accordi di programma e/o di coalizione pericolose ed innaturali.

Semmai i parallelismi vanno fatti, a mio avviso, con i governi post – unitari, quelli della fase liberale della nostra storia, tanto per capirci, quando i governi di ampia coalizione erano frequenti perché figli dell’italico trasformismo, ovverosia di quel fenomeno, antidemocratico, che ha impedito la formazione di una destra storica e quindi l’odierno approdo al bipartitismo di “arcoriana” concezione, che non può trovare radici, sostituti o paragoni nei pastrocchi della destra estrema, che sono ben altra cosa.

Ora, per tornare all’attualità, alla luce di quanto appena detto, è chiaro, perché il Durigon non è stato già cacciato a calci nel sedere dalla compagine di Governo? È verosimile che abbia trovato anche più di uno sponsor all’interno della coalizione di Governo?

È normale che in un Paese civile si debba imbastire una sottoscrizione per cacciare via un misero, mediocre, sottosegretario appartenente alla più misera, mediocre, forza di Governo?

Si purtroppo, si.

La lezione Durigon sta proprio qui, nel ricordarci che la storia ritorna, che siamo il Paese che ha dato i natali a Vico e che dopo l’esperienza trasformista abbiamo subìto il dramma del ventennio che ora si vuole a qualunque costo rievocare se non rivalutare secondo le pericolosissime regole del revisionismo storico.

Personalmente preferisco rimanere su un altro fronte, ovvero dentro quello schieramento di persone comuni, anonime, ma che tengono fede ai princìpi e che ancora si emozionano al primo accenno di “Bella ciao”.

Salvatore Virga

14 Agosto 2021

26 commenti:

  1. Mi piacerebbe sapere quanti democratici di sinistra e grillini si dichiarano scandalizzati per la via Stalin di Raffadali in provincia di Agrigento.

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  2. Non si può fare nessun paragone, prima i partiti seguivano ideologie e principi e i Leaders di ogni partito erano persone di spessore ora a parte l'anomalia del M5S tutto il resto sembra un unico partitone.

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  3. ne sono convinto anch'io....e mi chiedo perchè non facciamo sentire la nostra voce....

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Ecco le glorie d'Italia! Od almeno una di esse! E tra le maggiori, oserei dire!
    Una vergogna nello scacchiere internazionale!
    E chi dovrebbe parlare tace!
    Ed è questa la vergogna piu' grande!

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  6. Deve essere cacciato senza se e senza ma

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  7. Essere disdicevole destroide sfascista , cacciatelo è ignorante ed arrogante

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  8. Mandatelo ambasciatore d'Italia in Nuova Guinea

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  9. La cosa tragica è che lui non farà il fatidico passo indietro.

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  10. La linea "tutti dentro" da l'opportunità a furbetti della politica, a giorni alterni, di fare il "solista politico"...........

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  11. I bambini della borgata Lo chiamavano ciccio bello, lo hanno mobbizzato e questo è il risultato

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  12. Sono tutti amici di draghi quindi non si tocca anche se mi meraviglia chi vota uno cosi

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  13. Non avevamo bisogno di una ennesima lezione e sappiamo chi ringraziare : dal buffone fannullone renzi, a mattarella, al drago del governo. Basta guardare la fedina penale di chi lo compone. Il popolo è stato estromesso e, di questo passo, andremo sempre peggio

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  14. Il chihuahua è un cagnetto molesto, ma non fa paura a nessuno. Giorni fa sull' argomento Durigon avevo estorto in modo rude ed eccessivo una risposta al titolare di questo blog, del tono ognuno ha il diritto di pensarla come vuole, si è vero, ma una cosa su cui non bisogna indulgere, è la verita e non la mistificazione. Il parco di Latina era stato intestato al fratello del duce a seguito della bonifica dell'agro pontino, negli anni venti , forse per qualche merito specifico, da ricordare sommessamente che Arnaldo Mussolini aveva ricevuto nel ventotto la laurea honoris causa in scienze agrarie, forse qualcosa aveva costruito, ma la cosa derimente il tutto, sta nel fatto che è morto nel trentuno, cioè circa dieci anni prima che il fratello si macchiasse dell'abominio delle leggi razziali . Dunque la signora Boldrini con il sindaco neo eletto di Latina cosa volevano cancellare nel momento in cui (2017) hanno cambiato il nome del parco da Mussolini a Falcone e Borsellino( quest'ultimo notoriamente di simpatie M.S.I.) cosa si voleva addebitare ad Arnaldo Mussolini? Ora la domanda sorge spontanea, chi ha sbagliato di più, chi vuole demagogicamente cancellare la storia,( che nesso hanno i giudici eroi Falcone e Borsellino con la bonifica dell'agro pontino) o l'ingenuo sottosegrario che nella foga di un comizio paventa l'eventualità, in caso di vittoria elettorale di ripristinare la storia?. Lo squadrismo una volta connotava una parte politica, oggi ha cambiato colore ed interpreti, se era esecrabile ora è orrendo, raccogliere le firme per fare fuori un giornalista, un sottosegretario perchè milita in una parte politica avversa è da miserabili, e non giustifica la depressione, per averle perse tutte e nemmeno la vedovanza. L'ultima menzogna che voglio cercare di smentire, il sottosegretario è uno bravo, molto bravo forse in tempi di scappati di casa da fastidio. Ciao Giangi lo so che mi stimi, o forse no, ma ti voglio bene lo stesso. Buon ferragosto.

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    1. Caro Totò la stima non viene meno per le battute su facebook, stai sereno... (ah ah). Per il resto devi rivolgerti all'autore dell'articolo che conosci anche tu. Buon pomeriggio di ferragosto.

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    2. Totò Madonia Però, i servizi di REPORT, riguardanti comportamenti non proprio, diciamo così "esemplari", non proprio da persona "brava" anzi "molto brava" come lei sottolinea, chissà perchè, riguardano questo sottosegretario e non quegli "scappati di casa" a cui si riferisce lei...

      Ma pensa te, quando si dice la "coincidenza"...

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    3. Ci sono delle cose, dei luoghi e delle persone che rivestono, per ciascun individuo, in relazione al suo modo di essere, alla sua unicità, un valore particolare: i simboli rientrano tra queste. Non di rado intorno ai simboli si aggrega il sentire comune ed allora questi assumono un valore condiviso, talvolta universale, per la difesa dei quali chiunque è pronto a prendere decisa posizione. La bandiera, ad esempio, è la manifestazione del sentirsi uniti nel bene e nel male come nazione:intorno ad essa si può soffrire, si può gioire, si può inneggiare alla vittoria così come piangere per la sconfitta. Ora anche i nomi di determinate persone, di Falcone e Borsellino, per esempio (e poco importa il credo politico che scandito il loro tempo) hanno assunto il valore simbolico del sacrificio, della legalità, del riscatto di una terra, della lotta alla mafia ed al malcostume generalizzato. Di converso il cognome Mussolini (così come quello di Stalin, per riferirsi anche ad un precedente commento) per tanti, per troppi, evoca il ricordo di un epoca buia, nefasta, gravida di conseguenze, che gronda di sangue innocente. Bene: qualcuno può negare che valori del sacrificio, della legalità, del riscatto , della lotta alla mafia ed al malcostume, della libertà e della democrazia, del pluralismo, del rispetto dei valori umani abbiano assunto il connotato dell'universalità? Certo è pur vero che in democrazia non si può negare il diritto ad alcuno di non omologarsi all'universalità del principio, ma di certo la storia non si rinnega,i simboli non si toccano perché sono cuciti nell'anima.
      La storia, infatti, segna il difficile percorso delle comunità (che sono, alla fine, qualcosa di più della pura sommatoria di esperienze individuali) ed i simboli sono le pietre miliari di questo cammino, che piaccia o no.




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  15. I bordelli greci erano più seri del nostro parlamento.

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  16. Queste persone non dovrebbero entrare nelle sedi istituzionali spero che il presidente della Repubblica prende seri provvedimenti non possiamo permettere che questi individui calpestano la dignità del popolo italiano

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  17. Sono meravigliata di come tace Mattarella e Draghi sul comportamento di questo fascioleghista

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  18. Questo paese è pieno di questi vigliacchi grazie alla complicità di chi alle urne li vota.in un paese normale non c'è bisogno di una petizione ma doveva scappare via da solo invece lo difendono evidentemente il sistema è quello.

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  19. Durigon dovrebbe anche rispondere della frase che ha detto al riguardo dei 49 milioni rubati dalla lega agli italiani, quando ha affermato che il generale della guardia di finanza che indaga sul furto :"ce lo abbiamo messo noi".

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  20. Non ho molta stima degli americani, faccio molta fatica a definirli "civili", il caso Afganistan mi conferma nella mia idea, ma ogni tanto hanno lampi di civiltà. Ad esempio la STAMPA AMERICANA E' RIUSCITA A FAR DIMETTERE CUOMO per lo scandalo sessuale. La nostra stampa invece di DURIGON, che inciucia con la Gua rdia di Finanza e che vuole intitolare un giardino al fratello di Mussolini non gliene frega assolutamente niente. Ma che bella stampa libera abbiamo......bene, bravi, bis.

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  21. Quanti italiani sono morti per avere un paese migliore? Ne è valsa la pena? Non credo il caso durigon in minuscolo ne è la prova.

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  22. Ma dai.E proprio un fascismo evidente.Tra poco diranno che bisogna salutare con il braccetto alzato,visto che non ci si può salutare con la stretta della mano.Che volete di più.

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