Un teatro dell'assurdo, l’antitesi della logica, quasi una pervicace volontà negativa di cui riesce difficile coglierne il significato pieno. Ma che suscita, almeno in me, una certa amarezza. Non è una partita su cui puntare, non si tratta di schieramenti tra due contendenti e nemmeno un menù da cui scegliere i piatti migliori. Si tratta della forza politica che ha cambiato e segnato profondamente il sistema. Che ha suscitato entusiasmi, ha riavvicinato alla Politica intere comunità, ha spinto milioni di cittadini a determinare con il loro consenso una rappresentanza parlamentare di maggioranza relativa.
Una realtà politica importante, innovativa, fondata su alcuni principi con al centro l’onestà, il rifiuto di finanziamenti pubblici, l’equità sociale, la riduzione dei privilegi. La dimostrazione plastica che ogni cittadino consapevole può svolgere l’alta funzione della Politica senza bisogno di appartenere a “famiglie”, potentati, correnti. E che possono partecipare attivamente attraverso la rete alle scelte più importanti che i rappresentanti eletti devono prendere nelle sedi competenti.
“Non dovete votare me, altrimenti siete dei bambini stupidi. Dovete condividere un’idea. Se aspettate un leader che vi risolva le cose, sappiate che non esiste, dovete essere voi a mettere qualcosa di vostro ognuno nel proprio campo, altrimenti questo Paese non cambierà più!”
Un concetto che racchiude in sé lo spirito fondante, che intravede una crescita culturale dei cittadini senzienti, sul loro ruolo, sulla capacità di svolgere azioni e scelte consapevoli per se stessi e, a maggior ragione, per la comunità in cui vivono. È la visione del cittadino che si fa stato, che entra nelle istituzioni, partecipa attivamente, prende decisioni, si confronta e assume responsabilità.
Tutto questo mentre c'è il rischio di un naufragio disastroso dal quale potrebbero uscirne tutti a pezzi. Un suicidio collettivo, una cazzata dopo l’altra, una mancanza di lucidità e lungimiranza da non credere.
Troppo tempo passato senza una decisione, senza una riorganizzazione vera, senza un punto di riferimento, senza una presenza anche leggera sui territori.
Troppo tempo senza reagire agli attacchi quotidiani, al dileggiamento a reti unificate, accettando come fosse colpa del destino di essere oltraggiati e incolpati di ogni nefandezza. Accusati di incompetenza, arroganza, scappati di casa. Aggrappati alle poltrone e da eliminare dalla scena politica per avere preso in giro gli italiani. Fatti passare come quelli del blocco delle opere pubbliche mentre di infrastrutture incompiute e bloccate ne esistono centinaia in giro per l’Italia, ferme da decenni e sulle quali hanno lucrato e sguazzato, quando la loro presenza sulla scena non era nemmeno nei sogni.
Mai un’azione di rilancio, mai una campagna per tentare di ristabilire la verità anche a costo di impiegare le risorse dei risparmi accumulati per pagare pagine di informazione sui media nazionali. Come se i post sulla rete potessero sostituire il potere d’impatto di quotidiani, radio e televisioni. Immaginando che l’onestà, la restituzione di parte delle indennità, il rifiuto dei finanziamenti pubblici potessero bastare.
Ma tutto non si salva con uno statuto nuovo, non si riaccende la speranza con qualche formalità, non si rifonda un’idea con la sola organizzazione e l’imposizione di regole vecchie e nuove.
C’è bisogno di comunità, di riflessione continua, di partecipazione, di incontri, di approfondimenti. Centinaia di parlamentari, ministri, uomini di governo, consiglieri, sindaci, consiglieri e deputati nelle regioni, iscritti e attivisti lasciati al loro destino per troppo tempo. Attese lunghissime, incomprensibili, come la vicenda della piattaforma per le votazioni e il recupero dei dati degli iscritti. Una battaglia estenuante, incomprensibile, assurda e inutile per avere i dati degli iscritti come fossero pacchi postali senz’anima.
Adesso siamo arrivati. Siamo al limite del burrone e non c’è spazio e non c’è tempo. C’è solo il buon senso, c’è l’onestà intellettuale di chi ce l’ha e ha voglia di rimediare. Per se stesso, per i tantissimi cittadini che sono disorientati, per gli attivisti frastornati, per i delusi, per la Politica.
Nonostante tutto continuo a crederci. Ritengo sia l’unica vera novità politica degli ultimi decenni costituita da semplici cittadini e a difesa dei più deboli. Un’enormità.
Le responsabilità, però, sono gravissime e non si salva nessuno. Nessuno.
Resta ancora la speranza. Quella è l’ultima a morire.
Mai un’azione di rilancio, mai una campagna per tentare di ristabilire la verità anche a costo di impiegare le risorse dei risparmi accumulati per pagare pagine di informazione sui media nazionali. Come se i post sulla rete potessero sostituire il potere d’impatto di quotidiani, radio e televisioni. Immaginando che l’onestà, la restituzione di parte delle indennità, il rifiuto dei finanziamenti pubblici potessero bastare.
Ma tutto non si salva con uno statuto nuovo, non si riaccende la speranza con qualche formalità, non si rifonda un’idea con la sola organizzazione e l’imposizione di regole vecchie e nuove.
C’è bisogno di comunità, di riflessione continua, di partecipazione, di incontri, di approfondimenti. Centinaia di parlamentari, ministri, uomini di governo, consiglieri, sindaci, consiglieri e deputati nelle regioni, iscritti e attivisti lasciati al loro destino per troppo tempo. Attese lunghissime, incomprensibili, come la vicenda della piattaforma per le votazioni e il recupero dei dati degli iscritti. Una battaglia estenuante, incomprensibile, assurda e inutile per avere i dati degli iscritti come fossero pacchi postali senz’anima.
Adesso siamo arrivati. Siamo al limite del burrone e non c’è spazio e non c’è tempo. C’è solo il buon senso, c’è l’onestà intellettuale di chi ce l’ha e ha voglia di rimediare. Per se stesso, per i tantissimi cittadini che sono disorientati, per gli attivisti frastornati, per i delusi, per la Politica.
Nonostante tutto continuo a crederci. Ritengo sia l’unica vera novità politica degli ultimi decenni costituita da semplici cittadini e a difesa dei più deboli. Un’enormità.
Le responsabilità, però, sono gravissime e non si salva nessuno. Nessuno.
Resta ancora la speranza. Quella è l’ultima a morire.
Articolo perfetto!
RispondiEliminaun pò troppo pessimista ed anche ingeneroso
RispondiEliminaBRAVISSIMO!!!!! Aggiungo un'ulteriore osservazione, o' voi che siete diventati "persone importanti" e state pensando ai cazxi vostri, al vostro futuro, alla possibilità di utilizzare la vostra "fama" per mettervi il kulo al caldo, per i prossimi anni, sappiate CHE LO DOVETE A NOI, SE SIETE DOVE SIETE (ci sta, anche, che ve lo siate guadagnati il posto al sole), quindi pensate prima a sistemare l'Italia, nella nazione in cui vivete anche voi e poi ai cazxi vostri!!!! Ogni riferimento a colui (dice Dibba) che gli ha consigliato di "buttarsi" nel governo del "coccodrillo", è puramente voluto!!!!!
RispondiEliminaUno sfogo, il tuo, Giangiuseppe, lo sfogo del marito tradito dalla moglie zoccola.
RispondiElimina... Analisi profonda, sicuramente in buona parte veritiera. Ma x come la vedo io troppo pessimista. Al "tutto" espresso se mi permette, manca un termine o se preferisce "sintetizzerei" con una parola.... Schiaffo, xche è questo che Grillo è Casaleggio Senior hanno dato a questo Paese. Poi, ognuno lo interpreta come crede in senso costruttivo o punitivo. Grazie������
RispondiEliminaQuesto articolo pieno di amarezza dimostra coraggio, onestà e intelligenza politica. Solo Giangiuseppe Gattuso poteva scriverlo. Da non grillino, con attenzione, ho osservato il M5S. Ho condiviso alcune scelte politiche e ho criticato quelle che non condividevo. Le critiche sono state troncate dal fanatismo di certi grillini, alcuni mi hanno cancellato in malo modo. Nell’articolo di Giangiuseppe si coglie non solo amarezza ma tanta coerenza che si concretizza nella speranza. Chi pensa o spera la fine del M5S: è un incosciente e qualunquista. Quando un partito scompare o fallisce nella sua azione politica muore un pezzo di democrazia. Qui non sono in gioco il futuro o la poltrona di alcuni parlamentari ma il destino del Paese. Il Paese andrebbe in mano alle destre di Berlusconi, Meloni e Salvini. Per intenderci: quelli del cartello europeo sovranista con l’illiberale Orban e altri che negano i diritti fondamentali. Confesso che non ho mai stimato Grillo anche perché il vero fondatore e suggeritore del M5S era Gianroberto Casaleggio. Ho pensato e creduto che con la leadership di Conte il Movimento avrebbe superato la crisi e recuperato parte dei consensi persi. Alla luce dei fatti penso che Conte dovrebbe tornare a fare il professore e Grillo a fare il comico. Il Movimento è un patrimonio che appartiene agli iscritti e agli elettori. Gli eletti, anche quelli che hanno cambiato casacca, devono dimostrare di essere degni della fiducia degli elettori. Agli eletti, agli attivisti, agli iscritti e agli elettori fedeli spetta il compito di rinnovare e rinsaldare il Movimento. Da non elettore che ama la Politica e la Democrazia mi affido alla speranza.
RispondiEliminaIo spero che si salti bel burrone, ma velocemente. Voltiamo pagina con Conte ma da zero.
RispondiEliminaTi vedo un po' giù di corda... mai vedere il bicchiere mezzo vuoto ma mezzo pieno
RispondiEliminaGiangiuseppe non posso che essere d'accordo con te.
RispondiEliminaHai assolutamente ragione. Condivido !
RispondiEliminaVero! Io stesso che non ho istruzione né pratica politica, da tempo ho esortato ad uscire dalle sacre stanze del potere per far conoscere il lavoro fatto, e quello in itinere. Da ultimo ho pregato, scritto, postulato quasi, di affrettarsi, perché le cose scadono di giorno in giorno, perché in atto c'è una guerra: la guerra del bene contro il male, che, sciaguratamente è stato lasciato libero di tracimare senza alcuno che mettesse mano a rinnovare ed a rinforzare gli argini.
RispondiEliminaSiamo ancora in tempo, credo! Ma occorre far presto onde evitare che i fatti di Roma, le defezioni abbiano a ripetersi minando anche la fiducia di noi cittadini. Un effetto domino che significherebbe il ritorno a cose più retrive, bieche, sporche. Avanti allora! Con cuore e con le menti perché torni ad accadere quello che avvenne un secolo fa!
Abbiamo ancora un novello Diaz, lasciamo che comandi e seguiamolo, perché in lui è la novità, la via dolorosa ma necessaria, col sacrificio di crede ancora nell'italico valore fino alla vittoria finale.!
Viva l'Italia, Viva i 5S, viva Giuseppe Conte! Uniti tutti alla vittoria!
Conte non deve cedere e creare un suo partito
RispondiEliminaCi sono nel M5S, come in tutti i movimenti nati dall'iniziativa di un singolo, e cementati non da una visione ideologica comune, ma solo da un generico richiamo all'onestà e alla buona volontà, due problemi ineludibili, e spesso insormontabili. L'affrancamento dal padre padrone, quando questi non riesce più ad avere un ruolo propositivo, ma diventa una zavorra ingombrante, e gli interessi dei singoli eletti che, posti davanti ai privilegi che la politica dispensa, sono indotti a seguire gli interessi individuali, piuttosto che quelli collettivi, facendo venir meno l'unità di intenti e, quindi, la stessa ragione fondante. Anche per i 5 stelle i nodi sono venuti al pettine e, o diventano un partito, snaturandosi, o restano un movimento e si condannano all'estinzione.
RispondiEliminaResta ancora la speranza. Quella è l’ultima a morire. E' questa l'unica frase che mi piace del pezzo. C'è troppo pessimismo. Mi sembra comprensibile che siamo arrivati a questo punto con tutti i poteri forti contro. Ma: “Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perché oltre la nera cortina della notte c'è un'alba che ci aspetta.” “Per arrivare all'alba non c'è altra via che la notte.” (Khalil Gibran)
RispondiEliminaSIAMO LO ZERBINO DEL GOVERNO DRAGHI... RENZI CONTINUA A DETTARE LA LINEA A LETTA, CHE OBBEDISCE SENZA BATTERE CIGLIO.... NOI PURTROPPO SE SPERIAMO CHE GENTE COME DI MAIO. DINCA', PATUANELLI, CRIMI BATTANO UN COLPO ASPETTA È SPERA... FINO ALLE PROSSIME POLITICHE SIAMO PRIMO PARTITO, POTREMMO RICATTARE O METTERE IN DIFFICOLTÀ IL GOVERNO...MA SIAMO ASSENTI NULLA DI NULLA... INSULTATI RIDICOLIZZATI QUESTI STANNO LI SENZA BATTERE UN COLPO,... ORGOGLIO, DIGNITA INESISTENTI COME IL MOVIMENTO...
RispondiEliminaAncora Mea culpa :ma la vogliamo finire con queste analisi? Il movimento dimostra senza dubbio le sue contraddizioni, ma anche a sua vitalità , la sua ricerca di identità e di posizionamento nella società; questo è ciò che conta : è come un adolescente , schiacciato dai pregiudizi, dagli interessi degli adulti e soprattutto dalla malafede di chi li guida; quindi, agiscono , parlano, cercano soluzioni; vi pare niente questo travaglio? Facciamo noi un passo indietro e non giudichiamo li , ma facciamoli lavorare! .
RispondiEliminaGrillo quanto sei esagerato ma proprio tanto tanto, ci perdi tu e non vali più come comico. (O FORSE SI)
RispondiEliminaTolto Conte non vedo dove siano le altre intelligenze della foto di copertina.
RispondiEliminaBellissimo articolo che condivido e allora in alto i nostri cuori!
RispondiEliminaAd maiora!
Spero veramente che Giuseppe Cnte riesca a fondare un partito vero e scalabile, con regole democratiche, anche se dovesse essre un piccolo partito rappresenterebbe un punto fermo per andare avanti.Grillo ha fatto il suo tempo, ha stancato tutti, non fa ne ridere ne piangere, si dedichi a ciò che vuole, magari alla sua famiglia. ma lasci vivere gli altri.
RispondiEliminaprima che arrivino ai disastri e ruberie della destra e sinistra, troppo che ce ne vuole !!!
RispondiEliminaPrincipali ragioni del fallimento, La prima che è poi la causa di tutte le altre è stata determinata dal destino: morte di Gianroberto Casaleggio; con lui in vita tutte le ragioni esposte non si sarebbero verificate. 2) Non abbiamo affrontato il problema giustizia. Una forza politica che vuole cambiare le cose non può essere assente su ciò che ha determinato il decadimento morale ed economico; la perdita di bellezza e salute del territorio della nazione. Ignorato tutte le vittime di malagiustizia. 3) La votazione per introdurre i pannelli fotovoltaici nei terreni. Questa votazione ha determinato sfiducia in quanti credevano in un movimento capace di conservare la bellezza e la salute del territorio;30% circa degli iscritti. Senza questi temi il m5s non sarebbe mai nato. In un colpo solo si sono fatti fuori tutti gli elevati. Il mondo non si migliora con concezioni mediocri. 4) Tra nuovo statuto, codice etico, organigramma e regolamento per le candidature c'è poca armonia e risultano lunghi e ripetitivi. b)Se hai superato i 40 anni di età non puoi essere eletto alla camera, salvo per decisione del capo politico, e non puoi diventare capo politico; decisioni idiote che denotano mancanza di cultura. c)Il capo politico sceglie i candidati per i collegi uninominali; questa decisione è un tradimento di tutta la linea politica originaria e non rispetta gli iscritti-attivisti. Esclusa qualsiasi possibilità di iniziative da parte degli iscritti. 5) Il principio che non bisogna vivere di politica è esatto, ma la regola andava cambiata. La campagna elettorale spostata più sulla competenza e meno su parole come onestà e giustizia ha spento gli entusiasmi. c) Molti portavoce dopo il successo alle parlamentarie hanno preso le distanze dagli iscritti-attivisti che esprimevano critiche, isolandoli. Tutte queste ragioni ci hanno impedito di superare il 40% alle elezioni politiche del 4 marzo 2018. Il m5s è finito allora.
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