Qualche giorno fa, invece, la notizia sui quotidiani con tanto di fotografia con Matteo Salvini e il coordinatore regionale della Lega in Sicilia. Un colpo a sorpresa che mi ha creato un certo malumore. E la dichiarazione a sostegno dell’infelice scelta ha rafforzato questo mio sentimento di riprovazione.
"La Lega, con i suoi principi fondati sulla valorizzazione e sulla difesa di tutte le nostre realtà territoriali oggi è l'unico partito ad avere idee chiare e innovative per lo sviluppo della Sicilia, a partire dalle infrastrutture, dal turismo, dall'agricoltura e dalla valorizzazione dell'autonomia. Ringrazio Salvini e Minardo, sono pronto a impegnarmi al massimo per la mia isola e per tutta Italia". La Lega. Quanto di più lontano dal mio sentimento politico, quanto di più antitetico e aberrante per un siciliano, e del M5S a maggior ragione. Un brivido. Ma non mi sono fermato a questo. Ho cercato la sua pagina Facebook e ho trovato un’intervista sull’argomento attraverso la quale ha motivato, a suo modo, la decisione “sofferta”.
E ha spiegato con rara franchezza che le critiche che sta ricevendo sui social sono del medesimo tenore e quantità quando tre anni fa venne “scelto” dai vertici del M5S per quel collegio uninominale del Senato. Lui, di Partinico, un paesone vicino l’aeroporto di Palermo, ammette che dopo essersi avvicinato al Movimento venne indicato dall’alto e imposto candidato senza alcuna consultazione della base del M5S di quella realtà. Uno dei tanti errori di selezione che ha portato in Parlamento, insieme a persone valide e leali, gente improbabile e con poca dignità. Proprio per questo le arrabbiature degli attivisti non lo toccano più di tanto. Insomma, la questione, semmai, riguarda chi allora lo volle in quel collegio elettorale che per le previsioni e la spinta che aveva il M5S rappresentava un seggio senatoriale sicuro. E così è stato. In conclusione, non condividendo le ultime scelte del M5S sul Governo Draghi si è avvalso delle prerogative dell’art. 67 della costituzione e ha cambiato bandiera.
Ecco il problema. I VOLTAGABBANA.
Fenomeno diventato una quasi consuetudine che ammorba da troppo tempo il sistema democratico parlamentare del nostro Paese. Qualcosa che ha determinato una crisi profonda della democrazia rappresentativa sulla quale si fonda l’equilibrio tra i cittadini/elettori e gli eletti in Parlamento. Per non andare lontano basta confrontare il quadro parlamentare di questi giorni con il panorama politico certificato alle elezioni del 2018.
Quando le forze politiche si sono presentate al voto popolare e gli elettori hanno sottoscritto simboli, programmi e candidati. Da quella data, e da quel risultato, è successo di tutto. Sono spuntati come funghi gruppi parlamentari mai votati dal corpo elettorale, Deputati e Senatori sono transitati in gruppi diversi che alle elezioni si erano presentati in partiti opposti. Ma che, pur non avendo alcuna legittimazione popolare, determinano maggioranze e governi. Un’aberrazione, per l’appunto, della democrazia rappresentativa.
Ecco perché appare ogni giorno più urgente mettere mano ai regolamenti parlamentari, al vincolo di mandato e alla sempre agognata regolamentazione per legge dei partiti e della partecipazione democratica dei cittadini come prevede l'art. 49 della Costituzione.
Questa prassi spregevole è uno sfregio agli elettori che hanno votato scegliendo una forza politica contrapposta ad altre. Un vero e proprio tradimento che stravolge la volontà popolare. Le regole interne, i contratti firmati prima delle elezioni, come si è visto con i voltagabbana del M5S, non risolvono il problema. La miseria umana e l’interesse personale non sentono ragioni.
Bisogna arginare questa pericolosa deriva, prima che sia troppo tardi.
Giangiuseppe Gattuso
18 Aprile 2021
Ecco perché appare ogni giorno più urgente mettere mano ai regolamenti parlamentari, al vincolo di mandato e alla sempre agognata regolamentazione per legge dei partiti e della partecipazione democratica dei cittadini come prevede l'art. 49 della Costituzione.
Questa prassi spregevole è uno sfregio agli elettori che hanno votato scegliendo una forza politica contrapposta ad altre. Un vero e proprio tradimento che stravolge la volontà popolare. Le regole interne, i contratti firmati prima delle elezioni, come si è visto con i voltagabbana del M5S, non risolvono il problema. La miseria umana e l’interesse personale non sentono ragioni.
Bisogna arginare questa pericolosa deriva, prima che sia troppo tardi.
Giangiuseppe Gattuso
18 Aprile 2021
che vuoi farci le poltrone fanno comodo
RispondiEliminaCi sarà stato un buon motivo per cui i Padri Costituenti non hanno inserito il vincolo di mandato nella Costituzione. Nei quasi 85 anni di vita, la repubblica italiana ha avuto dei parlamentari che a elezione avvenuta hanno ricevuto in dote la libertà di agire e di scegliere il destino del proprio mandato parlamentare. Questo ha permesso, nel bene e nel male, la nascita di più governi nella stessa legislatura. Il cosiddetto cambio di casacca ha sempre suscitato polemiche e indignazioni, ma essendo una cosa permessa dalla Costituzione non avrebbe dovuto scandalizzare nessuno. Il problema sollevato nell'articolo è controverso e fa il paio, secondo me, con quello della effettiva corresponsione tra la composizione del parlamento e il vero peso che i partiti hanno al momento, nella volontà popolare. Due problemi difficilmente risolvibili, uno, quello del vincolo di mandato, che contrasta con la Costituzione, l'altro, quello della rappresentanza del parlamento rispetto al peso attuale dei partiti che contrasta con la durata quinquennale della legislatura. L'assenza del vincolo di mandato ha dato luogo al mercato delle vacche, il cui un governo traballante nei numeri, o con i soldi o tramite lo spauracchio di andare a casa prima del tempo, entrambi cose disdicevoli e ugualmente indegne, si convincono i parlamentari scambiare casacca. La democrazia non è un sistema perfetto, ma anche così è mille volte migliore di tutti gli altri che l'umanità finora abbia sperimentato. A voler fare polemica, dispiace che questo articolo sia stato scritto adesso che il cambio di casacca riguarda qualcuno del M5S e non prima, ma si sa come vanno le cose, uno cerca o propone un rimedio quando la ferita fa male a se stesso, mentre se riguarda gli altri...si arrangino!
RispondiEliminaNon è un male se i fascisti ed i razzisti escono fuori dal Movimento 5 Stelle
RispondiEliminaanche io la penso cme te e chissa' cosa hanno combinato sinora. Comunque a loro penserà la natura visto sono degli snaturati approfittatori.. ecco perchè dentro al M5S c'era maretta.. con questa gentaglia. Meno male che se ne sono andati ma saranno atrettanto pericolosi anche fuori dal M5S. E se lo hhanno accolto vuol dire che sono tutti snaturati.
EliminaI miserabili, purtroppo, esistono e sono tanti.
RispondiEliminaDire voltagabbana a figure insignificante è come dargli una MEDAGLIA.
RispondiEliminaContinuo a pensare che le soluzioni al problema dei voltagabbana siano mal poste. E’ perfettamente inutile pensare di cambiare la Costituzione per impedire ai turisti della politica di fare i globetrotter. Si può essere voltagabbana anche senza cambiare Gruppo o partito, con effetti addirittura più gravi. Per esempio si può fare la guerra al proprio partito dall’interno, votando in dissenso col Gruppo di appartenenza, sostenendo i provvedimenti della controparte politica, pur rimanendo tranquillamente al proprio posto. Dunque serve a poco pensare di abolire il vincolo di mandato. La nostra Costituzione affida al cittadino-elettore la selezione del personale politico da mandare in Parlamento, e spetta a lui censurare o approvare con la rielezione il mandato conferito, sulla base dell’impegno e il comportamento istituzionale mostrato.
RispondiEliminaCon 49 milioni si comprano tutti e dai senza onore e dignità bei valori di politica diciamo che il portafoglio è più ghiotto
RispondiEliminaSe vi considerati UOMINI vi dovresti sputare in faccia
RispondiEliminaIl vostro movimento-partito non ha nulla da copiare da singoli voltagabbana, in quanto la metamorfosi, che ha coinvolto voi, si è rilevata generale a tutti i livelli, da Grillo all'ultimo dei simpatizzanti, per un cambio di strategia politica da rivoluzionari del sistema a accomodanti seguaci del potere costituito e imperante.
RispondiEliminaProblema irrisolvibile il parlamento accoglie tutti e c'e' di tutto vincolodi mandato una utopia ilmercato e'aperto i voltagabbana saranno sempre ben accolti
RispondiEliminaRomanato Liliana
RispondiEliminaIl voto è sacro...
Calpestare il voto... significa calpestate gli Italiani
La MAFIAMASSONERIA ha una liquidità enorme e troppi disonorevoli mercenari.
I voltagabbana sono la conferma del deterioramento della qualità della politica. Il loro comportamento, deprecabile, non trova alcuna giustificazione nelle norme costituzionali. L’articolo 67, con il divieto del mandato imperativo, rappresenta il pilastro dell’autonomia del Parlamento. L’assenza di responsabilità giuridica del parlamentare nei confronti del proprio elettorato non esclude la sua responsabilità politica che sarà valutata con il voto successivo. Bisogna superare il regime delle liste bloccate formate dai leader dei partiti. La Costituzione condanna espressamente l’idea del partito del capo. Il soggetto dell’articolo 49 non sono i patiti, sono i cittadini. L’articolo detta il principio inderogabile del metodo democratico che non riguarda solo la competizione fra partiti, ma anche il comportamento interno di ciascun partito. Il problema dei voltagabbana fa parte della questione morale. Per sconfiggerlo bisogna iniziare con l’affermare il diritto di scelta dell’elettore e modificare i regolamenti parlamentari impedendo la formazione di gruppi diversi da quelli formati all’inizio della legislatura.
RispondiEliminaQuello dei voltagabbana, come dite voi, non dovrebbe essere considerato un problema, ma il segno che il parlamento e i partiti non sono sclerotizzati. D'altronde, per andare contro la linea del proprio partito, come ben dice Alesi, non è necessario cambiare o abbandonare il partito in cui si è stati eletti. Anzi io sostengo che chi cambia partito è più meritevole di chi rema contro all'interno del partito stesso, perchè si espone a feroci critiche, perchè ci mette la faccia e perchè ha il coraggio delle proprie azioni. Perciò io non allungherei più il sugo su questo argomento. Domanda da un milione: quando Scilipoti si esibì nelle sue metamorfosi, vi siete arrabbiati con lui o invece vi siete fatte quattro risate? Io credo nella seconda delle ipotesi, perchè la cosa non riguardava il M5S. Adesso Mollame molla il movimento (scusate il gioco di parole) e la vicenda diventa uno sfregio agli elettori e bisogna con urgenza mettere mano ai regolamenti parlamentari e al vincolo di mandato. Non credo a queste necessità, quanto invece alla correttezza della linea politica dei gruppi parlamentari nei confronti degli stessi che ne fanno parte. Poi si sa come si comincia e non si sa come ci si evolve. In quanto a sfregio agli elettori non so se sia più sfregio l'azione di Mollame o il comportamento sconcertante del Movimento che ha smentito e contraddetto tutto il possibile, da Mai col partito di Bibbiano a tutto quello che tutti sappiamo e che io non sto a ripetere. Mi pare che la punizione stia venendo dall'elettorato, visto che il Movimento si è più che dimezzato nelle intenzioni di voto. Diciamo che l'orchestra continua imperterrita ad eseguire le sue note dissonanti mentre il Titanic sta imbarcando acqua, non elettori.
RispondiEliminaCi si dimentica, che la Costituzione fu scritta nel 1947, cioè subito dopo la grande guerra ed un lungo periodo di dittatura assoluta, in cui essere parlamentare non era sinonimo di libertà ed espressione del pensiero e dove bastava molto poco per infoltire la schiera dei dissidenti silenziati, spessissimo con risvolti anche tragici.
RispondiEliminaOvvio, che il legislatore, nel suo slancio opposto, ne fosse fortemente condizionato, nella ricerca della massima libertà possibile.
Di certo, non aveva previsto, o aveva poco considerato il voltagabbanismo, capace di stravolgere persino la volontà popolare, che invece pensava o di aver garantito.
Dove i cittadini, incredibilmente, dopo aver dato fiducia ad un partito e le sue idee, si vedono oggi, defraudati da una migrazione di massa, verso un altro partito, che nelle liste elettorali, neppure esisteva al momento del voto.
L'anacronismo, di quella norma Costituzionale oggi, è evidente e contraria alla volontà popolare.
Va rivista e corretta.
Il cittadino, nella quasi totalità dei casi, non solo non conosce neppure i candidati di persona, ma non ha neppure un ruolo nella loro scelta, perché a farlo sono i partiti.
Si trova quindi nella condizione pratica di votare il partito e non un "suo" rappresentante diretto.
Di conseguenza, il cambio di casacca, danneggia l'idea e l'indirizzo politico di un partito, come pure tradisce palesemente anche il voto dell'urna.
Altro che libertà.
Chi lo stabilisce se un parlamentare che cambia partito abbia ragione o torto nel farlo. Chi può escludere che non sia il partito a spingere un parlamentare a cambiare casacca. C'è un solo soggetto che può stabilirlo e comportarsi di conseguenza. Si chiama "corpo elettorale". Lasciamo stare la Costituzione.
EliminaAssodato in generale che chi fa politica lo fa per proprio interesse ed è evidente che perfetti sconosciuti si sono serviti del movimento a questo scopo uscendo dall'anonimato.
RispondiEliminaFascisti cambiarono posizione e si misero contro il loro partito, pagarono con la vita con regolare processo e relativa esecuzione. Comunisti in numero mille volte più alto fecero la stessa fine con medesime procedure. Erano voltagabbana o erano eroi? Mi piacerebbe se qualcuno mi rispondesse e commentasse.
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