sabato 13 marzo 2021

LE REGOLE DELLA NOSTRA DEMOCRAZIA SONO SALTATE DA TEMPO: IN PRIMIS PER COLPA DELLA LEGGE ELETTORALE

di Lorenzo Vecchia - Il problema non risiede nel tradimento dei propri princìpi o ideali, o nel tradimento delle regole democratiche. Il problema è che le regole sono saltate da tempo, si “gioca alla rinfusa” e la pandemia ha ulteriormente aggravato il sovvertimento di ogni regola.

Ringrazio Maurizio Alesi per le considerazioni che ha voluto proporre, partendo dal mio articolo intitolato “Draghi, un male necessario? Semmai una necessità malefica!”.

Trovo certamente appassionante il confronto civile che si è sviluppato su questo sito, da me purtroppo “scoperto” solo di recente. Mi sembra qualcosa di raro. E invece, del confronto civile, sereno e costruttivo, ci sarebbe bisogno come il pane.

Leggendo appunto l’intervento di Maurizio Alesi che “mi chiama in causa” (in senso buono, ovviamente), molti altri articoli, e soprattutto rileggendo il mio, mi sono venute in mente alcune riflessioni ulteriori, e pure qualche precisazione, per chiarire meglio il mio pensiero.

Innanzitutto, la volontà di restare in genere equidistante, tra due posizioni, è secondo me un’esigenza irrinunciabile, se si vuole mantenere una certa obiettività, che non può mai prescindere dalla “lucidità di analisi”. Almeno in partenza occorre non essere mai “prevenuti”. Solo questo può garantire la capacità di scorgere pregi e difetti in entrambe le posizioni contrastanti che si esaminano. E solamente così si può costruire un quadro il più possibile oggettivo.

In definitiva non amo appunto schierarmi. Tanto meno a priori e a prescindere. Temo moltissimo che lo schierarsi conduca a una perdita di lucidità pressoché “letale”.

Poi è chiaro che, una volta soppesati i pro e i contro da ambo le parti, possa succedere che da un lato prevalgano i pro mentre sul fronte opposto prevalgano i contro. E questa differenza di “peso” va fatta notare, va evidenziata. Sempre ai fini della comprensione, però. Mai dello schierarsi.

E in fondo è un po’ quello che ho fatto proprio al termine del mio precedente articolo, sottolineando i grossi rischi che adesso il Movimento Cinque Stelle sta correndo. Mi è sembrata una conclusione bella chiara… E netta. Che rivela quello che penso. Ma ciò non significa che mi schieri apertamente con questa conclusione.

In un commentatore il beneficio del dubbio non deve mai mancare. Altrimenti, a mio avviso il commento risulta un po’ “monco”. E non deve mai mancare a maggior ragione in questa circostanza. Ecco, fatta una precisazione, ora passo alla nuova riflessione.

Che circostanza stiamo vivendo? Eccezionale? Inedita? Fuori dal normale? Direi di sì, tutti questi attributi sono azzeccati, e se ne potrebbero aggiungere tanti altri.

Ho come il sospetto che troppo spesso ci si dimentichi di questo elemento essenziale, che invece dovrebbe costituire lo sfondo, la cornice, il “campo da gioco”, dentro i quali è tenuta a muoversi ogni analisi.

Siamo nel bel mezzo di una pandemia, e questo evento ha sovvertito ogni cosa. Tutto risulta scompigliato e rovesciato. Anche la politica.

Sta accadendo ciò che capita in una partita di calcio… quando sopraggiunge qualche episodio o fuori-programma che scombina i piani tattici e le regole di gioco di ciascuna squadra. Non so, un’espulsione, più espulsioni, infortuni gravi a giocatori-guida, errori grossolani che consentono a una squadra di essere enormemente in vantaggio… Lì, gli schemi saltano completamente, le norme tattiche impostate minuziosamente alla vigilia vanno a farsi benedire, e si comincia a giocare alla rinfusa. Improvvisando.

Oggi, la politica italiana sta giocando alla rinfusa. È inutile, in questo frangente, che ci si richiami alle “regole del gioco” sulle quali si è costruito l’Ordinamento della nostra democrazia. Gli schemi sono saltati. Principi, compiti precipui… non si distingue quasi più nulla. Forse sto esagerando, ma più o meno è così…

Ormai pure Governo e opposizione sono parole private di senso, spogliate delle loro specifiche prerogative. I loro ruoli quasi si sovrappongono.

Non sto affermando che sia giusto o sbagliato: dico solamente che è così. Innegabile. Ma per quale motivo si è verificata una situazione del genere?

Io credo che la risposta tiri in ballo due cause… La prima è la pandemia in atto, ben lontana dall’essere superata: l’eccezionalità del periodo storico che si sta attraversando. Anche l’ex-premier Giuseppe Conte, nel momento delle dimissioni, aveva parlato della necessità di essere coesi, di “starci”, di fare ognuno la propria parte.

Qui tuttavia spuntano i dubbi e le domande. Poteva il Movimento Cinque Stelle fare la sua parte, dai banchetti dell’opposizione? Probabilmente no, in teoria, pena il rischio di vedere la gestione della pandemia finire nelle mani della Lega… pronta ad esportare a Roma il famigerato modello milanese che noi lombardi abbiamo pagato caro e ancora dovremo pagare caro!

Personalmente preferivo che venisse mantenuta la gestione imbastita dal precedente Governo. Però vedo che invece, senza (per ora) arrivare alla “calata dei lombardi sulla capitale”, quella gestione è stata parzialmente smantellata. Per queste ragioni, alla fine del mio articolo mi ero chiesto che cosa rimane a fare dentro il Governo, il Movimento Cinque Stelle, se non vigila e non si pone come argine ai cambiamenti in atto.

La gestione della pandemia non era la giustificazione principale per la scelta di stare dentro a un Governo nel quale altrimenti non si sarebbe mai stati? L’eccezionalità dello starci non era forse legata all’eccezionalità della pandemia?

In realtà magari ho dato per scontato che fosse così, “deviato” dalle parole di Conte. Perché Grillo non l’ha mai chiarito. Ha parlato soltanto di ambiente. Non di pandemia, e nemmeno di giustizia e prescrizione. Dunque si è barattata la gestione della pandemia del Governo Conte con gli evasivi obiettivi ambientali del 2050?

Questa è la grande perplessità! Il problema non è: hai tradito i tuoi principi fondanti. Una contingenza eccezionale può anche rendere momentaneamente accettabile questo “tradimento”. Il problema semmai è: non starai tradendo l’unico motivo, la contingenza eccezionale, che può giustificare il fatto di avere accantonato i principi fondanti?

La seconda causa che ha mandato gambe all’aria le regole democratiche si chiama… Matteo Renzi.

Adesso si “gioca alla rinfusa” per via della pandemia. Però già prima si giocava un po’ alla rinfusa. Per colpa di Renzi ma non solo.

Renzi era in maggioranza eppure anche all’opposizione. Salvini? Stava nel Governo e continuava a fare campagna elettorale come se si trovasse all’opposizione. E il Partito Democratico? Quello sta perennemente in campagna elettorale, anche al suo interno… Per non dire dei parlamentari che passano da una parte all’altra disinvoltamente.

Saltati tutti gli schemi… L’eccezionalità della posizione di Renzi gli ha permesso di sfruttare l’eccezionalità di un avvenimento esterno drammatico per portare la “caciara” esistente fino all’estremo. All’ennesima potenza. Per questo il comportamento di Renzi è doppiamente esecrabile.

In assenza della pandemia, forse non avrebbe potuto ottenere quello che ha ottenuto. Poteva far cadere il Governo soltanto sulla prescrizione e sarebbe stata ben più dura. E si sarebbe andati a votare, evento che lo spaventa: quantomeno fino a quando non sarà riuscito a ricompattare nuovamente attorno a sé il Partito Democratico, come guarda caso sta cercando di fare ora.

Ma il punto è che da questa situazione si potrà uscire solo quando, a pandemia finita (?), si risolverà il vero vulnus democratico: la legge elettorale (da riscrivere totalmente, e con l’introduzione del vincolo di mandato…). Solamente allora verranno ripristinate le regole basilari, e neutralizzati i Renzi di turno.

Interessa ancora a qualcuno? E prima di tutto, interessa ancora al Movimento Cinque Stelle, al di là dei proclami grillini?

Lorenzo Vecchia

13 Marzo 2021

12 commenti:

  1. Una legge elettorale che non garantisce la governabilita' in questo paese.Chi vince anche per pochi voti , dovrebbe avere la possibilita' di governare per 5 anni senza rottura di palle

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  2. Salvini che figura di merda aprendo tutti in gabbia a casa VERGOGNA la luce la vedremo nel Paradiso quando saremo tutti morti di fame VERGOGNA carogne

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  3. Che pena che fanno stesso nome Matteo la nullita solo a fare danni e arricchirsi votateli mi raccomando

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  4. Il dibattito intorno alla “volontà di restare equidistante tra due posizioni” (come ribadito da Lorenzo Vecchia) è molto interessante e si presta ad ulteriori spunti di riflessioni tra persone civili ed informate. Secondo Lorenzo Vecchia (che ringrazio per aver arricchito la squadra di questo blog), rimanere neutrali tra due diverse opinioni è un’esigenza irrinunciabile, se si vuole mantenere una certa obiettività. Io continuo invece a ritenere che, dopo aver analizzato i fatti (distinti dalle opinioni), ci si debba schierare senza essere tacciati di essere “prevenuti”. La prevenzione nei giudizi è una cosa diversa e attiene all’approccio con cui si affronta un problema. Se lo si fa con obiettività e onestà intellettuale si può agevolmente sostenere una tesi o un’altra. Costruire un quadro, il più possibile oggettivo, non è in contrasto con l’assumere una posizione netta e convinta. Certo ci sono temi sui quali è più difficile schierarsi, come la sfera dei sentimenti, della religione, delle categorie dello spirito; ma il tema che impegna il nostro dibattito è molto più modesto, trattandosi di politica e di schieramenti più o meno indigesti. Vecchia sul punto è assai drastico e ritiene che non bisogna “mai schierarsi” e che il beneficio del dubbio non deve mai mancare. Arriva a sostiene che lo schierarsi conduce a una perdita di lucidità pressoché “letale”. Ma posso essere giudicato poco lucido se affermo che Grillo e i suoi hanno cambiato idea in 24 ore passando da: o Conte o voto, mai con Draghi, mai con le larghe intese, a un SI incondizionato e senza riserve. Bisognava rimanere dubbiosi e super partes rispetto ad una giravolta così imbarazzante e mai spiegata ai propri elettori? Prendere posizione rispetto ad un quesito mal posto e tendenzioso volto a condizionare il voto degli iscritti (peraltro già concordato con Draghi fin dall’inizio), vuol dire perdere la lucidità? E perché mai di fronte all’evidenza si dovrebbe restare senza opinione. In difesa di quale principio bisogna astenersi dal giudizio quando la politica si comporta in modo palesemente difforme rispetto a quanto ha sempre sostenuto e senza neppure aver spiegato le ragioni. Io non resto neutrale quando sento Grillo che dice di stare nel governo perché c’è la Pandemia. La presenza grillina, privata di ogni strumento atto a poter incidere sulle emergenze del Paese e con 15 partiti che fanno parte della maggioranza, è del tutto ininfluente. C’è un momento per la riflessione, per l’analisi e poi c’è il momento per schierarsi. In politica funziona così altrimenti ogni porcheria diventa opinabile.

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  5. Ma chi lo dice che le posizioni siano due o tre o anche quattro o decine o centinaia? l'unica legge elettorale a mio avviso giusta, è il proporzionale purissimo.

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  6. Renzi stai sereno che ti rende il sereno

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  7. Domenico Edi Malvinni13 marzo 2021 alle ore 19:45

    RENZI CHE SEMINI RACCOGLI COSA AI SEMINATO? QUELLO RACCOGLIERAI PEZZO DI LESTOFANTE BUGIARDO E FIGLIO DI INDAGATI E CONDANNATI

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  8. Più che altro sono evaporati i cervelli

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  9. Quello con il rosario, mio Dio, non si vergogna ? Non lascia in pace neanche la religione! Vergognoso, per un voto che non farebbe!

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  10. Credo che un dato saliente dell'articolo di Lorenzo Vecchia sia la legge elettorale da rifare e, ancora più importante e rivoluzionaria come idea, sia il vincolo di mandato. Immaginate cosa sarebbe accaduto se i numeri scaturiti dalle elezioni del 2018 fossero rimasti identici e i cosiddetti voltagabbana avessero abbandonato lo scranno parlamentare. Non saremmo qui a discutere di Draghi di quel delinquente presuntuoso megalomane di Renzi e nemmeno di tante altre situazioni politiche che si sono venute a creare per responsabilità di tutti questi personaggetti che hanno approfittato indecentemente del dettato costituzionale. Per il resto io continuo ad essere convinto che questo governo rappresenta un momento di passaggio che, oltre ad affrontare le urgenze e le emergenze come la pandemia e ad avviare il nuovo ministero della Transizione ecologica, dovrà servire alle forze politiche come il M5S di riconsiderare la loro organizzazione e la loro presenza nel panorama politico del Paese.

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  11. Mi domando il popolo italiano è per caso scomunicato, è una vita che abbiamo i peggiori politici, possibile che i Santi ci lasciano ha un duro destino, porca miseria!..

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  12. Condivido il ragionamento di Lorenzo Vecchia. Ho qualcosa da dire sul sistema elettorale. La legge elettorale , in un sistema democratico, ha una importanza fondamentale e se duratura è anche un ulteriore elemento di stabilità politica. I costituenti approvarono un ordine del giorno così formulato “ L’Assemblea Costituente ritiene che l’elezione dei membri della Camera dei deputati debba avvenire secondo il sistema proporzionale”. Nella stesura definitiva della Costituzione nessun articolo recepì questo ordine del giorno. Alla luce dei fatti, ritengo di affermare che fu una svista nefasta. Le leggi elettorali, in quanto leggi ordinarie, possono essere facilmente modificate dal Parlamento. In Italia le riforme elettorali hanno avuto una breve durata, mentre in altre realtà hanno mantenuto la duratura con rarissimi cambiamenti significativi. Ora, dopo la riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, la modifica del sistema elettorale rappresenta un elemento indispensabile di bilanciamento. Il sistema misto dovrebbe essere superato adottando solo quello proporzionale con uno sbarramento, non inferiore al 4%, per entrambe le Camere. Un sistema elettorale che garantisce la stabilità facilita anche la governabilità. Si potrebbe parlare di un premio di maggioranza che scatterebbe soltanto se un partito o una coalizione conseguono il 50% dei consensi. In quanto al vicolo di mandato, divieto costituzionale imperativo, dovremmo aprire un lungo dibattito. Mi limito a dire che un vincolo di mandato snaturerebbe il fondamentale ruolo del Parlamento in quanto il parlamentare diventerebbe un mero portavoce del partito. Questa situazione è già favorita dal sistema delle liste bloccate. Sistema che deve essere sostituito da liste aperte al voto di preferenza. L’assenza di responsabilità giuridica del parlamentare non esclude una sua responsabilità politica verso il corpo elettorale. Bisogna adottare un sistema per impedire il trasformismo dei parlamentari. Si potrebbe iniziare modificando i regolamenti delle Camere non facilitando la nascita di gruppi parlamentari diversi da quelli originali.



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