di Maurizio Alesi - Ho letto un buon articolo di Lorenzo Vecchia, scritto col dovuto distacco da ogni tentazione partigiana, che ha proposto due possibili letture rispetto alla scelta del M5S di stare o non stare in questo governo. Il bravo autore afferma con umiltà di non avere certezze in merito. Forse ha ragione, ma fino a un certo punto. In politica contano molto le motivazioni che ti inducono a compiere certe scelte soprattutto quelle dirimenti, quelle che ti fanno rischiare l’osso del collo e lasciano alle spalle solo macerie e distruzione.
Se, come sostiene Grillo, a guidare la scelta di entrare in un governo, per quanto mostruoso, vi fossero state motivazioni robuste, non si sarebbe verificata una lacerazione così drammatica e profonda nel movimento fino a sfociare in una scissione. Sarebbe bastata una conferenza stampa per chiarire la propria posizione e convincere i più dubbiosi. Peccato che nessuno ha mai spiegato cosa ci fa un movimento come i 5S dentro un corpaccione sconfinato che ospita tutti. Potremmo decidere di rimanere nel dubbio posto da Vecchia, lasciando inevaso l’interrogativo sull’opportunità della presenza grillina a Palazzo Chigi, ora assolvendoli, ora condannandoli ma rimane comunque una scelta divisiva e conflittuale.
Tuttavia alcune considerazioni devono essere fatte per tentare di scorgere almeno una ragione plausibile e condivisibile. Si può legittimamente ritenere (concedendo un errore di ingenuità in buona fede), che la presenza grillina in questo governo dei peggiori, si renda necessaria per difendere le cose buone conquistate nel Conte1 e Conte2. Se fosse così, bisognerebbe però spiegare come mai nello spazio di 24 ore il M5S è passato dal diniego totale a partecipare ad un governo con dentro Berlusconi, Renzi, Salvini, e i banchieri, a un Si convinto e incondizionato a Draghi. Cosa mai sarà cambiato tra il giorno e la notte, al punto da provocare un ripensamento così draconiano e repentino. Se si vuole essere credibili questa sarebbe la prima spiegazione da dare agli italiani, altrimenti non ci si può lamentare dei malpensanti e dei fustigatori.
Certo è che l’adesione al governo Draghi non è stata frutto di una decisione collegiale presa all’interno dei Gruppi parlamentari e sancita da una votazione finale. L’iniziativa è stata assunta da una singola persona, al di fuori del Parlamento e privo di ogni mandato popolare che ne legittimasse l’agire politico. Grillo, dopo aver deciso per tutti, ha pure cacciato una quarantina di dissidenti che hanno avuto il coraggio di dire No ad un’operazione palesemente contraria ad ogni principio etico e morale.
Sono questi i punti fragili che rendono attaccabile il gruppo dirigente grillino schieratosi compatto col suo plenipotenziario che ha condotto, da solo, tutta la trattativa (anzi la non trattativa) con Draghi definito incautamente “grillino”, senza aver posto nessuna condizione, alcun paletto sui temi del programma, senza rivendicare nessun dicastero ritenuto strategico e senza aver preteso una linea di continuità col Conte2. Questa è la verità storica dei fatti su cui ci si può dividere, ma è impossibile confutare. Per non parlare del quesito beffa presentato agli iscritti, dopo essersi già impegnati con Draghi. Un quesito che non chiedeva di essere d’accordo o contro l’ammucchiata, ma che prometteva la nascita di un nuovo ministero (peraltro disatteso) e neppure gestito da un grillino. E senza prevedere la possibilità di astenersi, che pure era una delle opzioni consentite.
Siccome a me non piace essere equidistante, dirò anche che appare specioso e fuorviante sostenere che si partecipa ad un governo per controllare i propri alleati. Il controllo politico, secondo la nostra Costituzione, è affidato alle minoranze parlamentari non alla maggioranza il cui compito è quello di governare portando avanti un programma condiviso e dare risposte alle istanze dei cittadini. Lo ha detto anche Mattarella invocando un governo di solidarietà e non di guardie e ladri. Né fa onore bistrattare, come hanno fatto i grillini, il ruolo dell’opposizione definendolo inutile e controproducente.
Quando non si condivide la composizione e la linea di un governo, non vi si partecipa con la scusa di fare il cane da guardia ma, più dignitosamente, ci si colloca in un’opposizione costruttiva conducendo le proprie battaglie e preparandosi per tornare al governo la prossima volta, tra forze omogenee. Con coerenza e con la schiena dritta: queste sono le regole democratiche. Se dovessimo seguire il criterio descritto da Grillo, dovremmo dedurre che è lecito stare al governo sempre, in tutte le occasioni e con chiunque. Ma non può essere così e bisogna darsi un limite etico e morale che è stato abbondantemente superato.
Se il M5S sta governando con tutto l’arco costituzionale mi domando chi saranno i loro antagonisti nella prossima campagna elettorale. Con l’astensione grillina, il Paese non avrebbe corso nessun rischio. Si sarebbe comunque affrontata l’emergenza sanitaria e la campagna vaccinale che sono i problemi più urgenti. Su tutto il resto ci si sarebbe confrontati in Parlamento, ognuno con le proprie posizioni, i propri programmi e la propria dignità.
Maurizio Alesi
11 Marzo 2021
Credo,come anche i più accaniti stenitori a prescindere del M5S, che il sostegno a Draghi, non è stata, una scelta indolore e che questa sofferta posizione, andava spiegata fino in fondo, cosa che non è stata fatta.
RispondiEliminaChi come me, è legato a idee sovraniste, in risposta a quella oligarchica schiavista ed antidemocratica, di cui è espressione e parte attiva, l'attuale inquilino di Palazzo Chigi, proprio non può accettare l'illusoria scelta che possa essere un bene per il paese.
Mi turba fortemente, il solo pensiero che persone preparatissime e concettualmente avanti decenni rispetto alla media, come Grillo, possa non avere contezza del personaggio e degli intetessi di cui è portatore attivo.
A maggior ragione, di aver fortemente e giustamente già opposta stenua opposizione al suo emissario Mario Monti, con memorabili interventi in parlamento, da parte di tanti grillini.
Gettati alle ortiche, i veri cavalli di battaglia no euro, no Europa della finanza, si all'acqua pubblica e tanto ancora, Grillo presta il fianco e finisce col definire grillino, proprio chi ha già distrutto il patrimonio pubblico industriale italiano creato da Enrico Mattei, che ci poneva come 5^ potenza mondiale, per svenderlo alle banche, che oggi egli stesso rappresenta.
Mentre il miglior servizio che poteva offrire al paese il M5S, era non di stare al governo, ma occupare lo spazio dell'opposizione che gli spettava di diritto, per storia e finalità ed idee, dal quale essere davvero incisivo, anziché lasciarlo nelle sole mani della finta contestatrice Meloni, che invece siede allo stesso tavolo, proprio di Draghi, Monti, Prodi,Letta etc... nell'organizzazione mondialista fondata da David Rockefeller.
Nel frattempo, un altro golpe prende forma. Quello all'interno dell'altro partito della vecchia maggioranza, il PD.
E stato infatti, appena fatto fuori il fedele alleato Zingaretti, per piazzare al suo posto, Enrico Letta, l'uomo delle lobby per eccellenza, tanto che se ne era creata una tutta sua la "VeDrò".
Ed il M5S? Sempre più isolato.
L'Italietta sempre e comunque divisa su tutto e su tutti ha un pò stancato. Solo agli accecati da odio ed antipatie croniche può non star bene mai niente. Non ho mai votato 5 stelle e mai li voterò, ma non si può disconoscere che Grillo sia culturalmente e politicamente di una dimensione diversa e superiore rispetto a tutti. Chiedo agli odiatori di concedersi un anno sabatico, poi ricomincino pure.
RispondiEliminaIn quale passaggio del testo ha ravvisato parole d’odio, perché io non me ne sono accorto. Poi mi spieghi anche cosa c’entra che Grillo è culturalmente e politicamente di una dimensione diversa e superiore rispetto a tutti. Forse intende dire che è infallibile, ineffabile, ingiudicabile, perfetto? Ci faccia sapere. Nel frattempo faccia così, si prenda lei un lustro sabatico, giusto per resettare il cervello e farlo ossigenare quel che serve per comprendere ciò che legge.
EliminaSig Alesi, preciso che non mi riferivo al suo articolo o alla sua persona o al suo pensiero. Aggiungo che la sua è tra le migliori penne di questo blog, prendo il suo invito rivoltomi ai 5 anni sabatici che dovrei osservare, lo considero un felicato pensiero. Le considerazioni su Grillo da me espresse, sono solo considerazioni per me oggettivo rivolte di certo non a un mio riferimento politico.
EliminaLe chiedo scusa per non aver capito il destinatario delle sue osservazioni. Non me ne abbia.
EliminaIo continuo ad essere convinto che avere deciso di partecipare sia stata una scelta giusta e, per certi versi, doverosa. Il momento è quello che è e non consente tentennamenti e diversificazioni. Le motivazioni, a mio avviso, ci sono tutte a cominciare dall'istituzione del MiTe che non è una parolina senza significato. Grillo lo ha spiegato benissimo ed è in perfetta linea con i principi fondanti del M5S riguardo ai temi dell'ambiente. Inoltre, e mi pare una questione molto importante, c'è l'ipotesi di Giuseppe Conte come risorsa per il rilancio e la riorganizzazione del Movimento che resta ancora la principale novità politica degli ultimi 45 anni. Ovviamente le ragioni per non partecipare, magari astenendosi, hanno anche loro motivazioni comprensibili e condivisibili. Ma non tali da spingere a lasciare, come hanno fatto alcuni, a votare contro o a dichiarare fallimento. Il M5S è vivo e può ancora dare molto alla politica e al Paese.
RispondiEliminaIl M5S è certamente vivo, ma solo grazie all'inserimento di Conte alla sua guida. Se avesse rifiutato l'offerta non so se avremmo potuto affermare la stessa cosa. In ogni caso sarà il futuro a dirci quanto vivo sarà, e che qualità di vita sarà. Il MiTe è di là da venire e fuori dalla portata dei grillini.
EliminaPremesso che questo governo, la parte politica almeno, disegnato da draghi e approvato da mattarella, composto dai peggiori parlamentari, individuati con precisione chirurgica in funzione dei demeriti e di ogni possibile conflitto di interesse, credo che sia stato appositamente così creato per dare uno schiaffo all’elettorato, come a volere dire guardate che persone votate.
RispondiEliminaAlla domanda se ha fatto bene Grillo a fare entrare il M5S nel governo facendo lacerare il movimento non credo ci possa essere una risposta univoca, sicuramente ha fatto male a permettere che si creasse questa frattura tra i puri e gli accomodanti, che non è tra i buoni e i meno buoni, tra gli epurati c’è gente di gran pregio, che ci ha sempre messo la faccia e gode di smisurato e guadagnato credito.
Indagare se Grillo lo abbia fatto per indolenza, errata valuta-zione del malumore che serpeggiava, fare mettere fuori i capi corrente dal duo cecchini Di Maio/Crimi non serve, addirittura potrebbe rivelarsi un bene se, conservando lo spirito di sx che sembra animare i fuoriusciti, in un prossimo futuro si potrà contare su di loro per avere una sponda.
E’ stato utile entrare in questo governo?
Restare fuori e con la meloni sarebbe stato sicuramente peggio, avrebbero dovuto sostenere qualche meloniana idea e sarebbero stati costretti a dire ogni minuto che le cose che fa il drago sono esattamente le stesse che faceva Conte.
Pur convinto che le guerre al sistema si combattano facendo parte del sistema, e anche se non sembra essere di nessuna utilità pratica per il M5S partecipare da due di coppe quando la briscola è a mazze, solo per fare il cane da guardia e ogni tanto proclamare “Grazie a noi abbiamo.…” (tutto poi da verificare), esserci continua ad essere la migliore opzione.
Nel frattempo la gente, che stupida non è, avrà modo di giudicare l’operato di questo governo e, se un giorno si andrà a votare, prendere gli accorgimenti del caso.
Per il M5S e il PD, in un primo momento, ho pensato ad un appoggio esterno per garantire la nascita del Governo Draghi. La gravità del momento suggeriva una soluzione immediata per evitare i danni che avrebbe potuto provocare un lungo periodo di crisi. Una crisi che non doveva essere aperta. Avevamo un governo non sfiduciato che, malgrado i dissidi interni alla maggioranza, ha lavorata bene. Il come e il perché è nato il Governo Draghi lo sappiamo. Ripeto l’interrogativo che ho sollevato commentando l’articolo di Lorenzo Vecchia: “ A questo punto, a cosa serve il dibattito o la diatriba interna al M5S? “ Anche perché la decisione di sostenere “un governo tecnico politico”, come da statuto, è stata votata dagli iscritti. Vito Crimi afferma che “La democrazia del Movimento passa per il voto degli iscritti che è vincolante”. Questa è la realtà. Il mio pensiero, le mie preoccupazioni e le mie speranze le ho esternate con il seguente post che oggi ho scritto su Facebook.
RispondiEliminaL “CAMBIO DI PASSO” , PROPAGANDA O REALTÀ’ ?
GIUSEPPE CONTE, LA GARANZIA PER UN FUTURO DIVERSO.
LA CRISI DEL PD, LA PREOCCUPAZIONE.
Per fare un confronto fra il Governo Draghi e il precedente Governo Conte, dobbiamo aspettare. Però, a tutti coloro che hanno voluto questo cambiamento possiamo dire che quel “cambio di passo” strombazzato sui giornali e nei talk show non si vede. Il Governo Conte ha fatto tutto quello che doveva e poteva essere fatto. L’attuale governo, come il precedente, rincorre l’emergenza pandemica e per vaccinare la popolazione attende la fornitura dei vaccini: come prima. Dai sondaggi che girano, molti cittadini dichiarano di non aver notato alcuna differenza fra i due governi. Nella graduatoria della fiducia degli italiani, Giuseppe Conte è al secondo posto. Dopo la notizia che diventerà il leader del M5S, nella graduatoria, dal 41 è salito al 42. La leadership di Giuseppe Conte fa volare in alto il M5S nella graduatoria dei sondaggi elettorali: è posizionato al secondo posto, ad un passo dalla Lega. Questo dimostra che Conte è stimato da gran parte degli italiani. Con la sua guida il M5S, rinnovato, potrebbe recuperare i consensi persi e andare oltre conquistando parte della galassia degli astenuti. E’ una speranza, anche per me che non sono un elettore del M5S ma ho molta stima per Conte. Quello che mi preoccupa è il crollo del PD, non per le dimissioni di Nicola Zingaretti ma per l’incapacità progettuale di questo partito. Il PD riuscirà a trovare una leadership capace di farlo uscire dalla crisi che, da tempo, attraversa? Da elettore di questo partito, continuo a sperare!
EliminaAver affidato agli iscritti la decisione di entrare nel governo, dopo che Grillo e Crimi hanno assunto l’impegno solenne nei confronti di Draghi, è pura ipocrisia e segno di scorrettezza. Inoltre con l’astensione dei grillini non si sarebbe perso più tempo per la crisi. Sarebbe nato un governo di minoranza, come tanti altri nel passato, e avrebbe richiesto lo stesso tempo di risoluzione.