Insomma, nell’attesa che venga prodotto e distribuito un efficace vaccino l’unica soluzione attuale per fronteggiare l’epidemia è quella di indossare bene la mascherina, di stare distanziati dal vicino, lavarsi spesso e bene le mani e/o indossare guanti. Di contro, nella recrudescenza dei mesi appena trascorsi settembre e ottobre si è vista la presenza arrogante dei cosiddetti negazionisti, degli esaltati che negano la presenza del virus, gridano circa una fantomatica dittatura sanitaria, contestano il n° dei deceduti, se morti per il virus o per altre cause.
Ciò premesso, ancor oggi, dopo alcuni DPCM susseguitisi con maggior frequenza, si incontrano cittadini che baldanzosamente non portano la mascherina rispondendo a chi li apostrofa che indossare la mascherina è contro la legge. Dimenticando, penso per ignoranza, che i problemi di salute pubblica sono previsti proprio dalla Legge. Ecco perché mi permetto suggerire la lettura di quanto segue.
La nostra Costituzione afferma che la Repubblica tutela il diritto alla salute che considera come diritto fondamentale dell’individuo e, contemporaneamente, interesse della collettività. (Cost. Art. 32). Ciò significa tale diritto comporta sia il rispetto dell’integrità fisica della persona sia l’assistenza sanitaria necessaria da garantire, in un modo o in un altro ai cittadini ed in modo particolare, gratuitamente, ai meno abbienti. Ma diritto alla salute non vuol dire solo diritto a curarsi o ad essere curati in caso di malattie ma anche diritto a non ammalarsi e perciò a premunirsi per tempo, non fare ammalare il prossimo e il diritto alla salubrità dell’ambiente circostante.
La Corte Costituzionale con sentenze 218 e 258 del 1994 si pronunciò circa l’AIDS che in quel tempo imperversava fra le coppie che consumavano rapporti sessuali non protetti e che, si paventava, comportasse rischi per la salute di terzi. Essa confermò che il diritto alla salute implica e comprende il dovere dell’individuo di non ledere né porre a rischio col proprio comportamento avventato la salute altrui. Ed era reato se il portatore di AIDS non lo comunicasse al partner.
Dal momento che la pandemia da Covid-19 è virulenta, sorge un altro problema che non è da poco ovvero il problema economico che sembra stare a cuore surrettiziamente alla Dx reazionaria e liberista, paladina, si fa per dire, del libero mercato, che pur di difendere il “Padrone” arriva a teorie negazioniste o minimaliste di tale virulenza. Certo è che i morti ci sono stati e continuano ad esserci, in oltre dai tamponi effettuati si capisce che anche gli asintomatici, cioè i malati senza sintomi sono contagiosi e magari in buona fede, possono arrecare danno a colleghi nei posti di lavoro. Ciò accade perché il portatore sano, che sano non è, spesso non indossa la mascherina, non lava le mani, non usa la distanza sociale.
Ciò premesso, ancor oggi, dopo alcuni DPCM susseguitisi con maggior frequenza, si incontrano cittadini che baldanzosamente non portano la mascherina rispondendo a chi li apostrofa che indossare la mascherina è contro la legge. Dimenticando, penso per ignoranza, che i problemi di salute pubblica sono previsti proprio dalla Legge. Ecco perché mi permetto suggerire la lettura di quanto segue.
La nostra Costituzione afferma che la Repubblica tutela il diritto alla salute che considera come diritto fondamentale dell’individuo e, contemporaneamente, interesse della collettività. (Cost. Art. 32). Ciò significa tale diritto comporta sia il rispetto dell’integrità fisica della persona sia l’assistenza sanitaria necessaria da garantire, in un modo o in un altro ai cittadini ed in modo particolare, gratuitamente, ai meno abbienti. Ma diritto alla salute non vuol dire solo diritto a curarsi o ad essere curati in caso di malattie ma anche diritto a non ammalarsi e perciò a premunirsi per tempo, non fare ammalare il prossimo e il diritto alla salubrità dell’ambiente circostante.
La Corte Costituzionale con sentenze 218 e 258 del 1994 si pronunciò circa l’AIDS che in quel tempo imperversava fra le coppie che consumavano rapporti sessuali non protetti e che, si paventava, comportasse rischi per la salute di terzi. Essa confermò che il diritto alla salute implica e comprende il dovere dell’individuo di non ledere né porre a rischio col proprio comportamento avventato la salute altrui. Ed era reato se il portatore di AIDS non lo comunicasse al partner.
Dal momento che la pandemia da Covid-19 è virulenta, sorge un altro problema che non è da poco ovvero il problema economico che sembra stare a cuore surrettiziamente alla Dx reazionaria e liberista, paladina, si fa per dire, del libero mercato, che pur di difendere il “Padrone” arriva a teorie negazioniste o minimaliste di tale virulenza. Certo è che i morti ci sono stati e continuano ad esserci, in oltre dai tamponi effettuati si capisce che anche gli asintomatici, cioè i malati senza sintomi sono contagiosi e magari in buona fede, possono arrecare danno a colleghi nei posti di lavoro. Ciò accade perché il portatore sano, che sano non è, spesso non indossa la mascherina, non lava le mani, non usa la distanza sociale.
Il problema economico sta particolarmente a cuore al Presidente del Consiglio Conte, a Di Maio, a Gualtieri ministro dell’Economia perché è lapalissiano che i contagiati che emergono dai tamponi dovranno andare nella migliore delle ipotesi in quarantena quindi si dovranno assentare dal proprio posto, e nella peggiore, in terapia intensiva o al cimitero. Certo non si può negare che è un cane che si morde la coda e il dilemma è: lasciare che il Covid sia dannunzianamente “l’igiene del mondo” o tentare di frenare la Pandemia così da salvare commercio, affari, servizi difendendo la salute pubblica dei cittadini con l’unica arma che in atto si ha: la prevenzione.
Conte viene accusato dalla Meloni di “navigare a vista”; ancora nessuno ha chiarito alla signora Giorgia che proprio la navigazione a vista è la scelta ottimale per dosare le decisioni sovente drammatiche che il Governo è tenuto a prendere su indicazioni del comitato tecnico-scientifico di supporto. E cerca di farlo al meglio, invitando anche l’opposizione a collaborare anziché lasciarsi trascinare dall’odio ideologico.
27 Ottobre 2020
Il diritto alla saluta è fondamento di tutto, in alternativa c'è la fine, della vita e dell'economia.
RispondiEliminaCon i DPCM presta il fianco alle polemiche, tante cose sono corrette e tante ridicole, quindi non dovrebbe esserci questa lotta (che è solo politica) e pubblicarlo dopo una discussione in parlamento, cercando con un regolamento di non allungare i tempi.
RispondiEliminaGrazie a Gigi Consiglio per aver introdotto il tema con argomentazioni fondate sui principi costituzionali e giurisdizionali che assi spesso vengono ignorati dai dissertatori che dai talk show e informazione tanto al chilo spandono l'eco tra i sempre più troppo pigri che preferiscono affidarsi e diffondere l'eco che arriva alle proprie orecchie.
RispondiEliminaGiusto il richiamo alla Carta Costituzionale la quale, affermando il primato della salute, al di là del preservare un principio morale, di fatto tutela le conseguenze economiche del non preservare la salute dei cittadini.
Per quanto si viva nel ventunesimo secolo uno dei pilastri su cui si fonda la stabilità e la forza di uno Stato è ancora la sua consistenza demografica su cui si basa la sua capacità di produrre e finanziare l'erario.
Pertanto, molto cinicamente, a coloro che antepongono questioni produttive e costi delle misure di contenimento del contagio sull'economia io pongo una domanda: quanto verrebbe a costare nel medio-lungo periodo un atteggiamento ispirato al "laisser faire" in termini sanitari, produttivi, fiscali...?
Trovo esaustivo ed equilibrato l'articolo dedicato alla pandemia Covid compresi i riferimenti alla Costituzione. Condivido tutti gli strumenti messi in campo da parte del Governo per affrontare in maniera molto responsabile l'immane battaglia contro il virus, malgrado le ingiuste e distruttive critiche sollevate da chi dovrebbe istituzionalmente collaborare in maniera acritica e costruttiva.
RispondiEliminaI provvedimenti del Governo per bloccare la diffusione del Covid 19 rispondono al principio costituzionale della tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo e di tutta la collettività. Il diritto alla salute vuol dire rispetto dell’integrità fisica dell’individuo e può essere fatto valere nei confronti di tutti. Anche il diritto all’assistenza sanitaria richiama il concetto solidaristico della Costituzione. La piena affermazione del diritto alla salute si concretizza con la costituzione del Servizio Sanitario Nazionale (Legge 883/1978 e successivi D. Legs.). Il Governo con i DPCM sta agendo nel pieno rispetto della Costituzione. Tutti i provvedimento hanno un punto di riferimento nel dettato costituzionale, come:
RispondiElimina- Limitare la circolazione e il soggiorno per motivi di sanità o di sicurezza, è previsto dall'art. 16;
- Impedire riunioni in luoghi pubblici per motivi di sicurezza o di incolumità pubblica, è previsto dall'art. 17;
- Il Governo, per pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica, nel caso di mancato rispetto delle norme può sostituirsi alle Amministrazioni Territoriali, lo prevede l'art. 120.
L'obiettivo finale è tutelare la salute dell'individuo e dell'intera collettività, lo prevede l'art. 32.