venerdì 28 agosto 2020

REFERENDUM COSTITUZIONALE: PERCHÉ VOTERÒ SÌ

di Michele Ginevra - Si avvicina il referendum e proverò a spiegare le ragioni che mi inducono a votare SI alla riduzione del numero dei parlamentari. Non sono un giurista né tanto meno un costituzionalista per cui non mi addentrerò in dettagli tecnico-giuridici che non mi competono (abbiamo già fin troppi tuttologi) ma mi limiterò a considerazioni da semplice cittadino che però si informa su varie fonti e poi prende una posizione ragionata ed argomentata. D’altra parta i vari costituzionalisti sono tra di loro divisi con tesi del tutto contrapposte, a dimostrazione che anche tra esperti non c’è una verità assoluta e che anche questa materia è opinabile. Ma andiamo ad esaminare le singole problematiche. Partirò dalla principale argomentazione del fronte del NO per poi esaminare le altre questioni:

1. Per i fautori del NO un minor numero di parlamentari corrisponde ad una minore qualità della democrazia per carenza di rappresentatività. Per questa argomentazione il fronte del NO specie quello della sinistra tira in ballo persino Licio Gelli che sarebbe stato favorevole al taglio dei parlamentari. Lo trovo patetico, perché io allora contrappongo Nilde Iotti e Stefano Rodotà, entrambi favorevoli alla riduzione dei parlamentari e di certo più autorevoli del “Gran Maestro” della P2.
Nel 1948, quando è entrata in vigore la Costituzione, uscivamo dal fascismo e c’era la necessità di ristabilire un rapporto del tutto democratico con la società. Ma adesso ci sono Consigli Regionali che sono stati eletti nel 1970, Consigli Provinciali, Consigli Comunali, siamo cioè di fronte a una società molto più articolata, una democrazia molto più articolata. Allora io ritengo che il numero dei parlamentari sia davvero troppo alto”. Questo era l’autorevole pensiero di Nilde Iotti esplicitato tante volte in interviste, convegni e atti parlamentari, perché riteneva necessaria una riduzione dei parlamentari. Quello proposto da Nilde Iotti è esattamente quello votato già in Parlamento e cioè 400 deputati e 200 senatori, accompagnato da una legge elettorale di tipo proporzionale con soglia di sbarramento.

Per quanto riguarda la rappresentatività, una volta passato il referendum le forze politiche saranno OBBLIGATE a ridisegnare i collegi elettorali per garantire rappresentatività in tutto il territorio italiano. Oggi faccio presente che nonostante i 1000 parlamentari questa rappresentatività non è affatto garantita: la Basilicata con 562.869 ha eletto ben 7 senatori, mentre la Sardegna con 1,64 milioni di abitanti solo 8 senatori, vi pare una buona rappresentanza in questo parlamento? Direi di no! Inoltre se questo assioma, più alto è il numero dei parlamentari migliore è la democrazia fosse vero, perché allora non pensare di aumentarli questi parlamentari? Portiamoli magari a 2.000 o a 3.000 oppure, citando ironicamente Totò, anche a 10.000, abbundandis abbundantum!... avremmo la migliore democrazia del mondo! La verità è che non c’è un numero standard di parlamentari ottimale per garantire qualità alle democrazie, visto che ogni paese (mi riferisco alle democrazie occidentali consolidate) ha un numero diverso l’uno dall'altro.

2. Le idee di ognuno di noi non sono meglio o peggio rappresentate a seconda del numero di parlamentari. Non è incrementando il loro numero che si incrementa la rappresentanza delle nostre idee in sede parlamentare. La rappresentanza di idee, di interessi, ecc. in una democrazia rappresentativa, avviene attraverso la mediazione delle varie forze politiche, a prescindere dal numero totale dei parlamentari. È attraverso la democrazia interna nei partiti, cosa importantissima in democrazia, che questo si concretizza maggiormente ed è per questo che io sarei per una regolamentazione per legge della democrazia interna di ogni forza politica. Il partito è il portatore degli interessi e delle istanze dei cittadini che si confrontano all’interno di quella forza politica e che poi democraticamente ne scelgono la linea politica da portare avanti a prescindere se ha 10 o 200 parlamentari a rappresentarla in Parlamento.

3. La qualità dei nostri parlamentari la si vede anche da come si è giunti a questo referendum. Dopo un’approvazione bulgara in aula di questa riforma (ricordo che votarono a favore M5S, Pd, Leu, Italia viva, FdI, Fi e Lega) tranne qualche rara eccezione, un gruppo di 71 parlamentari, gran parte forzisti e parte di leghisti, ne chiede il referendum, ma guarda caso erano gli stessi parlamentari che poco prima avevano votato favorevolmente in Parlamento… siamo alle comiche!

La verità è che come lascia intendere la stessa Nilde Iotti, madre costituente della Repubblica, la riduzione dei seggi parlamentari non ha nulla a che fare con la tenuta della democrazia, semmai (aggiungo io) con la riduzione di poltrone che è scomoda non solo per chi occupa quella poltrona, ma soprattutto chi si giova di quella poltrona, cioè quella schiera di lobbisti di ogni genere. Non è un caso che la stragrande maggioranza dell’informazione (stampa e TV), notoriamente in mano a grossi gruppi economici, dediti ad un lobbismo esasperato e fin troppo noto, stia spingendo per il NO, con una campagna insolitamente aggressiva: da Repubblica al Corriere della Sera, dal Messaggero alla Stampa fino a passare per il Sole24Ore. Dietro ad ognuna di queste testate per il NO infatti sappiamo bene chi c’è, dagli Agnelli ai Caltagirone, da Berlusconi a Cairo, passando per Confindustria (Sole24Ore), che in altre parole significa tutti i potentati finanziari ed economici, a cui fanno capo lobbisti ed affaristi di ogni genere, che da un taglio netto del numero dei parlamentari avrebbero tutto da perdere, perché vedrebbero restringersi il bacino dove da anni e anni pascolano portando a casa lucrosi affari (a quando una legge sul lobbismo?).
A me basterebbe solo questo per convincermi di votare SI in modo convinto. Ma c’è altro.

4. Per i fautori del NO non è vero che il nostro paese è tra quelli col più alto numero di parlamentari rispetto alla popolazione. Se questo può essere vero per le piccole e piccolissime nazioni come Malta, Lussemburgo, Cipro, Finlandia, Danimarca, ecc. è fin troppo evidente che il paragone con il nostro paese va fatto con i grandi paesi europei simili al nostro per popolazione ed estensione territoriale. E così si scopre che Germania, Regno Unito, Francia, Spagna, Polonia hanno tutte un numero di parlamentari inferiore al nostro rispetto al numero di abitanti, così come si evince da una fonte autorevole come quella del Senato (questo il link per accedere alla nota completa) precisamente alla tabella n. 2 alla fine dell'articolo. Da precisare che il Regno Unito nella tabella risulta prima di noi solo perché vengono considerati 1477 parlamentari, ma gli eletti sono meno della metà (cioè 650, i veri rappresentanti del popolo) perché gli altri fanno parte della Camera dei Lord i cui membri non sono elettivi ma nominati a vita, una cosa unica al mondo e inconcepibile per noi. Per cui la Gran Bretagna ha un parlamentare eletto ogni 102.000 abitanti, seconda solo alla Germania che ha un parlamentare ogni 118.000 abitanti, che insieme alle altre nazioni citate, hanno TUTTE un numero di parlamentari (rispetto alla popolazione) inferiore al nostro... e non hanno di certo un deficit di democrazia, anzi forse proprio l'opposto rispetto a noi.

5. Ultimo punto l’aspetto economico. L’ho lasciato per ultimo perché capisco che non è di vitale importanza perché con il risparmio che ne deriverebbe non si risanerebbe certo il bilancio dello Stato. Tuttavia qualche considerazione in merito va fatta. Consultando diverse fonti, il risparmio si aggirerebbe tra 82 e 100 milioni di euro all'anno, a seconda del tipo di conteggio che viene fatto. Considererò pertanto una media 91 milioni di euro l’anno, cioè circa 250.000 euro al giorno, che detto così fa un po’ impressione. Ma andiamo sul pratico e vediamo cosa si potrebbe fare con 91 milioni di euro all'anno. Faccio solo qualche esempio che riguarda la sanità, il mio settore di competenza professionale. Considerando gli stipendi annui lordi del personale sanitario (medici e infermieri) alla loro assunzione in ospedale, con quelle cifre si potrebbero assumere a tempo indeterminato circa 1.000 medici e 2.000 infermieri, che per come sta messa la nostra sanità in termini di personale, sarebbe una bella boccata d’ossigeno. Oppure incrementare di almeno 4.000 le borse di studio per la specializzazione dei medici, che come sappiamo rappresenta il vero imbuto formativo, causa della carenza di medici nel SSN. Non mi sembra poco.

Michele Ginevra
28 Agosto 2020






39 commenti:

  1. Visto che Lega, FI, FdI, PD, e M5S ...tutti assieme stanno spingendo per il si... io Voto per il NO, il Partito 5S ...ha già preso per i fondelli per ben 2 volte prima allenatori con la Lega e poi con il PD...
    Io Voto NO

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    1. complimenti una bella motivazione, molto ben argomentata!

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  2. Loro voterebbero No, perché erano dei veri difensori della democrazia e della costituzione e comunque tirare per la giacchetta chi non c'è più e non può dire la sua, non va mai bene. #iovotono

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    1. evidentemente non ha letto l'articolo, altrimenti avrebbe letto le parole di Nilde Iotti riportate virgolettate. Non si tratta di una supposizione (come è invece la sua) ma di atti verificabili, tra interviste, registrazioni di trasmissioni televisive ed atti parlamentari.

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  3. Io voto convintamente si!

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  4. Gaetano Silvana Dell Arte28 agosto 2020 alle ore 17:04

    Io voto SI!!!

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  5. Io ce l’ho solo con chi in parlamento ha votato SI e adesso ha la faccia tosta di fare campagna per il NO. Questa è la vera vergogna. Per il resto non bisogna eccessivamente esaltare il taglio dei parlamentari come se dopo ci aspettasse un Paese meraviglioso. È una modesta riforma che poteva essere accompagnata tranquillamente dall’abolizione di una vergogna (quella si), che è il CNEL, ente inutile e dispendioso, che non poneva nessun problema di rappresentatività, nè di rappresentanza e che non avrebbe fatto parlare nessuno di attentato alla democrazia. Visto che il quesito è in campo voterò SI, ma senza fare Hula hoop

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  6. Salvatore Totò Granata28 agosto 2020 alle ore 17:19

    Convintamente NO!

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  7. l'unico partito del parlamento, che dice chiaramente di votare per il si è il M5S, quindi io voto SIII

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  8. una informazione... Ma durante la votazione dell'anno scorso in Parlamento praticamente un plebiscito per il si.. Che combinano ora alcuni partiti?

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  9. Votero si per mandare ha casa un po di gente che non serve ha nulla solo a pagare lo stipendio ora basta a vivere sulle nostre spalle il 20 e 21 mandiamoli ha casa votiamo si

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  10. Poteva citare Benito Mussolini, che con ottant’anni di anticipo rispetto al Movimento 5stelle ridusse la Camera dei deputati esattamente a 400 membri.

    Poteva citare Licio Gelli, che, cinquant’anni dopo, al punto dieci del Piano di rinascita democratica della P2 previde un drastico taglio della rappresentanza parlamentare.

    Luigi Di Maio ha invece voluto citare Nilde Iotti, e ancora una volta ha mentito. Oppure si è, ancora una volta, sbagliato. Una forzatura in malafede? Un errrore in buonafede? Non si sa cosa sia peggio per un ministro in carica.

    A smentirlo, comunque, è stato Giorgio Frasca Polara, non un giornalista qualsiasi ma l’ex portavoce di Nilde Iotti. La quale, ha scritto Frasca Polara, non ha mai e poi mai teorizzato un taglio lineare della rappresentanza parlamentare come hanno invece fatto i grillini. Un taglio fine a se stesso.

    “È francamente un po’ avvilente che Di Maio scenda a questi livelli di falsificazione dei fatti”, ha concluso l’ex portavoce della presidente, comunista, della Camera.

    È avvilente, certo, ma è perfettamente coerente con la sistematica falsificazione della realtà che caratterizza, non da oggi, l’azione fintamente politica, in quanto essenzialmente demagogica, di Luigi Di Maio e del Movimento 5stelle.
    Copiato e incollato
    Anche per questo #IoVotoNo

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  11. Io voterò No perchè penso che molto più importante del limitare i numero dei parlamentari, siano da ridurre stipendi, rimborsi, privilegi e gettoni di presenza. Introduciamo i gettoni negativi di assenza!

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    1. ma lei pensa veramente che gli stessi parlamentari sarebbero capaci di fare leggi che dimuniscano gli stipendi e i privilegi a loro stessi? Purtroppo non viviamo nel paese delle favole. E' come chiedere ai ladri di fare una legge che aumenti le pene per chi ruba... suvvia!

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  12. Neanche spreco il tempo a leggerlo io voto #Si

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    1. Daniela Eramo, oh mi ha rovinato la cena. Che paura bisogna votare si perché lo dice marco manetta un'arca di scienza un premio Pulitzer del fango. Io voto no è spero che uno tsunami travolta tutti i grullini, amen

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    2. Totò Madonia, Perché solo i grillini. E tutti gli altri che in parlamento hanno votato si ti stanno bene?

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    3. Perché per i grillini è l'ultima spiaggia, dopo l'abiura di tutto il programma elettorale, quindi se, ma mi sembra improbabile, vincesse il no salterebbe tutto. Per il pd e gli altri le motivazioni da qui a venti giorni credo faranno delle giravolte incredibili.

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  13. Decisamente NO

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  14. Lo avevano stabilito in Costituzione un numero variabile di Parlamentari in relazione al variare della popolazione. Poi loro hanno modificato portando all'attuale numero fisso. Quindi l'assunto è sbagliato

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  15. Raffaele De Vincenzi28 agosto 2020 alle ore 20:10

    Dire che Rodotà e Nilde Iotti oggi voterebbero "si" è, prima che una scorrettezza storica, un'indecente strumentalizzazione che non fa onore all'onestà intellettuale di chi la sostiene.

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    1. La strumentalizzazione infantile e patetica è quella di tirare in ballo Licio Gelli per screditare le ragioni del SI.
      La Iotti dice testualmente che ormai (quindi già dagli anni 80) non c'è più nessun rischio per la democrazia per una diminuzione del numero dei parlamentari (di cui era favorevole) perchè "con i Consigli Regionali che sono stati eletti nel 1970, Consigli Provinciali, Consigli Comunali, siamo cioè di fronte a una società molto più articolata, una democrazia molto più articolata". Ora si possono fare tutte le elucubrazioni mentali che si vogliono ma questo dice la Iotti. Poi accompagnava questo progetto di riforma con una legge di tipo proporzionale con soglia di sbarramento alla tedesca, ed è esattamente quello che è nell'accordo di governo. A cui si dovrà aggiunge la riorganizzazione dei collegi elettorali. Se passa il NO, sono convinto che tutto verrà congelato com'è adesso, cioè con l'attuale legge elettorle non proporzionale (ed io sono un proporzionalista). Col la ratifica di questa riforma invece le forze politiche saranno OBBLIGATE a cambiare la legge elettorale e a ridisegnare i collegi. Già è notizia di queste ore che pare che ci sia l'accordo nelle forze di governo di cambiare la legge elettorale in senso proporzionale prima del referendum e approvarla almeno in commissione. Con la vittoria del NO tutto rimarrebbe congelato nel peggiore dei modi... e temo per moltissimo tempo. Se passa questo treno secondo me dovremo rassegnarci ad una rappresentanza stabilita dalle segreterie dei partiti e all'assalto delle lobbies (come ho spiegato nell'articolo) che brinderebbero con spumante e Dom Perignon... ed io non voglio sentirmi loro complice.

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    2. Raffaele De Vincenzi, diciamo che tirare in ballo i morti per avvalorare le proprie convinzioni è un operazione scorretta, considerato che non possono nè smentire nè confermare. In ogni caso non è detto che oggi, dopo 50 anni e un contesto politico profondamente mutato, avessero ancora le stesse opinioni di allora.

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  16. Loro non voterebbero affatto si. Avrebbero votato si quando i deputati venivano eletti con le preferenze. Chi non capisce questo è un ignorante che di politica non può parlare.

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    1. La Iotti dice testualmente che ormai (quindi già dagli anni 80) non c'è più nessun rischio per la democrazia per una diminuzione del numero dei parlamentari (di cui era favorevole) perchè "con i Consigli Regionali che sono stati eletti nel 1970, Consigli Provinciali, Consigli Comunali, siamo cioè di fronte a una società molto più articolata, una democrazia molto più articolata". Ora si possono fare tutte le elucubrazioni mentali che si vogliono ma questo dice la Iotti. Poi accompagnava questo progetto di riforma con una legge di tipo proporzionale con soglia di sbarramento alla tedesca, ed è esattamente quello che è nell'accordo di governo. A cui si dovrà aggiunge la riorganizzazione dei collegi elettorali. Se passa il NO, sono convinto che tutto verrà congelato com'è adesso, cioè con l'attuale legge elettorle non proporzionale (ed io sono un proporzionalista). Col la ratifica di questa riforma invece le forze politiche saranno OBBLIGATE a cambiare la legge elettorale e a ridisegnare i collegi. Già è notizia di queste ore che pare che ci sia l'accordo nelle forze di governo di cambiare la legge elettorale in senso proporzionale prima del referendum e approvarla almeno in commissione. Con la vittoria del NO tutto rimarrebbe congelato nel peggiore dei modi... e temo per moltissimo tempo. Se passa questo treno secondo me dovremo rassegnarci ad una rappresentanza stabilita dalle segreterie dei partiti e all'assalto delle lobbies (come ho spiegato nell'articolo) che brinderebbero con spumante e Dom Perignon... ed io non voglio sentirmi loro complice.

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    2. Fermo restando che voteró Si (senza enfatizzare troppo una piccola e incompleta riforma), non capisco il ragionamento della Iotti, quando parla dei consigli regionali, comunali e provinciali (che non esistono più), mettendoli in relazione con il numero dei parlamentari e con i mancati rischi per la democrazia. Gli enti locali hanno scarsissima rilevanza rispetto alle scelte che vengono fatte a livello nazionale. Le leggi ordinarie e costituzionali le fa solo il Parlamento, e sono le uniche che determinano l’assetto e il futuro del Paese. Le leggi regionali valgono solo nel perimetro di un limitato territorio e i Comuni non legiferano. Usare questi argomenti è fuorviante e dà l’impressione di voler prendere in giro gli elettori. Se si vuole proficuamente fare propaganda per il SI, la si smetta di utilizzare le opinioni di altri (anche perché neanche la Iotti è il sacro Vangelo), e si dicano quelle poche cose sensate che spingono a votare SI. Per esempio avere un Parlamento più efficiente, più motivato, più vicino ai numeri europei e meno dispendioso. Questo basterebbe, senza caricare eccessivamente il referendum di eccessivi poteri salvifici che non esistono.

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  17. io voterò sì. in nome di nobili ideali, quale la rappresentanza o la rappresentatività (argomenti differenti), la democrazia e altre amenità politichesi, da dare in pasto al popolo ignorante, è stato creato un Sistema ignobile che garantiva maggiore rappresentanza personale e poco popolare. quando sento dire: sono gli italiani che ce lo chiedono! mi incazzo e penso: vieni a chiedere a me personalmente cosa vorrei chiederti, quali siano i motivi per cui ti ho dato il mio voto. silenzio. ovvero, una sequenza infinita di supercazzole, atte a convincermi della bontà delle proposte. oscene, per lo più. il Sistema ha creato la casta. ci vogliamo prendere in giro, parlando degli ideali e non pensando che, chi dovrebbe portare avanti le nostre reali necessità, sempre più spesso, non ha nemmeno lontanamente l'idea di cosa ci occorre. e soprattutto di come fare. e qui, va a farsi friggere pure il concetto di competenza.
    già che io, sinceramente, sarei anche stanca del modo in cui, il S., ci prende per i fondelli, facendoci credere che siamo noi a votare loro, invece sono già prescelti. già che sono anche dubbiosa, sulla stessa elezione, che considero un metodo medievale, tra eletti e nominati, tra senatori a vita e cavalierati della Repubblica... per me, chi dovrebbe guidare lo Stato, dovrebbe essere assunto per competenza e meriti, dovrebbe ricevere uno stipendio, congruo all'impegno assunto, licenziato, con obbligo di restituire il maltolto, qualora il suo operato recasse danno allo Stato stesso. e, allora, in merito all'argomento del dibattito, voterò sì. perché
    da qualche cosa bisogna pur cominciare e questa mi sembra già un avvicinamento alle esigenze reali della popolazione, non più risparmiate! ma risparmiamo! non mi importa molto se, in passato, ci sono stati personaggi noti che avvaloravano le tesi del no o del sì. lasciano il tempo che trovano, oggi, queste affermazioni. il contesto è completamente stravolto e quell'idea di politica non esiste più! il resto dei discorsi, per me, è mangime per pesci. piranha! ciao GGG! ��

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  18. Ho letto una analisi perfetta e veritiera. Non potendo in alcun modo obiettare, chi tenta di controbattere se la spiccia scrivendo di non tirare in ballo i morti, che guarda caso erano già allora per la riduzione di un bel po' di mangiapane a tradimento. Senza offesa, ma si può contare solo tanta miseria di menti pensanti nelle ragioni del no.
    Io voto SÌ.

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  19. Siete una truffa
    Se vai a vedere bene in realtà la riduzione dei parlamentari la fece MUSSOLINI
    Oltre ad essere il sogno di luci gelli
    Ora legittimo votare si e ci mancherebbe ma questi accostamenti non si possono vedere

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  20. Nilde Iotti lo ha dichiarato molte volte che bisognava ridurre il numero dei parlamentari e ne spiegava i motivi. Voi votate come vi pare ma non mettete in dubbio delle verità storiche. La Iotti non ruttava come i destronzi, quelli erano politici seri.

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  21. Molti politicanti per abbindolare i cittadini, parlano di attacco alla rappresentanza, una vera e propria storpiatura della realtà, se vogliamo combattere la mancanza di rappresentanza bisogna eliminare i listini bloccati e niente più multicandidature. Si assolutamente ne licenziamo una buona parte e per il resto inserirei i tesserino da timbrare, se vai al lavoro ti pago ed eliminiamo parassiti con assenze che vanno dal 75% al 97%, pazzesco

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  22. Un progetto TOTALMENTE diverso che introduceva tra l'altro la "sfiducia costruttiva" come in Germania, strumento stabilizzatore dei governi. "Ma ecco un brano del pensiero di Nilde Iotti riguardo la riduzione del numero. dei parlamentari, riportato dall’on. Livia Turco (Pci/Pd) in un’intervista del 19 giugno 2019 a il Sole 24 Ore: “Le sue idee riformatrici erano: centralità del parlamento, il superamento del bicameralismo per costituire il Senato delle autonomie locali, la riduzione del numero dei parlamentari, maggiori poteri all'esecutivo con l’introduzione dell’istituto della sfiducia costruttiva, ampliamento dei poteri d’inchiesta e di controllo da parte del Parlamento". Non c'entra niente con la riduzione del numero dei parlamentari, era una riforma complessiva.

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    1. Non la penso affatto come sostieni tu e di fatto la diminuzione del numero dei parlamentari è stata un'idea che è maturata all'interno del PCI negli anni 80, che io frequentavo come attivista e di cui ne sono testimone. Lo stesso senatore Agostino Spataro del PD ne parla in un articolo dove dice testualmente che "nel 2012 presentò questo stesso progetto di riforma con la riduzione del numero dei parlamentari perchè era un progetto di riforma del Pci, purtroppo accantonato come tanti altri che i suoi “eredi” hanno abbandonato ai ciarlatani senza fissa dimora. Non si capisce la ragione di tanto imbarazzo, a sinistra."

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  23. Caro Michele, se mi permetti vorrei offrire, da giurista, una riflessione più ampia dalla tua posizione, che poi mi pare si appoggi abbastanza fedelmente su quella di Nilde Lotti. Personaggio e personalità che ho amato profondamente, ma che non significa debba avere necessariamente ragione. Soprattutto in un contesto mutato rispetto a quello in cui lei operava. Ridurre in modo significativo il numero di rappresentanti ( oggi sono meno di un migliaio per più di 50 MILIONI di italiani..) sarebbe nell'ordine: non così efficace in ordine ad un preteso contenimento dei costi della politica; aumenterebbe notevolmente l'onere di commissioni e sottocommissioni allungando i lavori parlamentari e rallentando il già problematico iter legislativo che si ritroverebbe non solo spesso con carenze di competenza ma anche veloce come un bradipo, ridurrebbe la rappresentanza (e dunque il peso) dei territori. I problemi della politica e della rappresentanza nel nostro paese sono legati al cattivo uso dei soldi pubblici e al ruolo egemonico dei partiti nella scelta dei candidati, non al numero dei parlamentari. Questa proposta è l'ennesimo scempio populista (dopo l'aberrazione della prescrizione..) di riforme MONCHE che in realtà non sono affatto risolutive dei problemi ma che rischiano di aggravarli. Io non me ne renderò certamente complice.

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  24. Vorrei fare presente che la legge è stata approvata dai parlamentari con una percentuale superiore al 90% e che se non ci fosse stato l’intervento di una sparuta minoranza (la costituzione lo consente) non ci sarebbe stato neanche il referendum, diventato una scusa per un ultima lotta politica senza quartiere, con voltafaccia inverosimili!

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  25. E' indubbio che ha ragione l'Autore dell'articolo e lo dimostra le coglionerie che vengono elencate dai "fautori del no" dettate più che altro da un livore preconcetto e ingiustificato neo confronti del M5S sull'opera del quale al governo si ignorano volutamente e ipocritamente i provvedimenti presi, la loto mole, e rutto in armonia col programma elettorale e le promesse conseguenti. Manon c'è peggior bugiardo del finto bugiardo che agisce solo per "invidia" e "delusione" per aspirazioni personali non soddisfatte. Cerchiamo di essere almeno una volta nella vita sinceri con noi stessi.

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