domenica 26 luglio 2020

M5S. PROFESSIONISTI DELLA POLITICA E REGOLA DEI DUE MANDATI

di Giangiuseppe Gattuso – Ho maturato questa convinzione da tempo. Ho esaminato lunghi periodi della vita politica, dai livelli più alti e giù giù fino ai piccoli comuni e alle circoscrizioni. E credo sia la soluzione migliore.
La più vicina alle esigenze della collettività che richiede sostanzialmente spirito di servizio, impegno e rigore morale. Semplici regole così evidenti da essere ritenute scontate e ovvie al limite della banalità per il solo fatto di parlarne.

Ma vediamo di entrare nel merito con un pizzico di ragionamento. Le questioni più importanti riguardano la cosiddetta competenza, l’esperienza, e, quella più delicata, l’attaccamento al “potere”, allo scettro del comando. Che un detto delle nostre parti descrive così: “cumannari è megghiu ca futturi”. Non necessita di traduzione. Si tratta di sentimenti umani spesso incontrollabili che con il passare del tempo emergono e si radicano. Quasi senza accorgersene si cominciano ad assaporare le tante agevolazioni, i benefit, le cortesie, la possibilità di decidere sulle persone con un tratto di penna o anche con il solo cenno. Con una telefonata, un messaggio. Ed è una sensazione di piacere che crea dipendenza. Esagero, ma non più di tanto.

Per la competenza va fatto un discorso a parte. Troppo vasto il significato del termine. E troppe le materie che comprende. Praticamente tutte. Ma la Politica non è un mestiere, non può essere una professione. È qualcosa di innato. Come affermare che per fare i genitori e gestire una famiglia necessita una specifica laurea. La confusione è voluta da chi, abituato a “gestire” avendo assaporato ben bene il potere, non ammette intromissioni. Da chi ritiene i cittadini come massa informe soggetta alle decisioni, non degni di assurgere al livello superiore: quello costituito dai detentori dei segreti della macchina del “sistema” e che addirittura fanno finta di preoccuparsi per i danni che la “plebe” potrebbe causare al posto loro.

Un esempio che ogni tanto viene tirato fuori dal frigo per “spiegare” la competenza è quello del chirurgo: “da chi vorreste essere operati tra un esperto professionista e un giovane medico appena laureato?”. Una cretinaggine che non c’entra nulla con la “Politica”. Un sentimento, un’arte nobile il cui fine è il miglioramento della società e di sé stessi. E che per far questo serve buon senso, spirito di sacrificio, visione. C’entra qualcosa con la specifica capacità del chirurgo?

Un politico, un cittadino che intende offrire il suo impegno per la collettività trova gli strumenti per operare nella pubblica amministrazione. Negli apparati tecnici e amministrativi costituiti da personale competente che ha proprio la funzione di tradurre in provvedimenti esecutivi la volontà del “politico”. La burocrazia, di cui si parla spesso a vanvera, non è un intralcio e nemmeno un freno allo sviluppo. Se qualcosa non funziona, come effettivamente succede, si cambiano le regole, le procedure e le norme.

L’esperienza la si acquisisce sul campo è vero. Ma l’essere “nuovo” non è un disvalore ma un valore aggiunto, un’immissione di novità, di aria fresca, uno stimolo a cambiare in meglio, a innovare, rinnovare e spingere il sistema a rinnovarsi.

Credo di avere spiegato, anche se sinteticamente, perché sono contro il professionismo della politica e concordo sulla regola dei due mandati del M5S.

Peraltro, una legge che limita il numero dei mandati già esiste da anni e non ha prodotto nessuna levata di scudi, da un lato, e nessun danno dal punto di vista della gestione della cosa pubblica. Il testo Unico degli Enti Locali (art. 51 del Dlgs 267/2000) prevede infatti la non rieleggibilità per chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di sindaco. Un precedente che dovrebbe far riflettere sulle ingenerose critiche alla regola del M5S.

Che però, come tutte le norme, va argomentata stabilendone i dettagli. Il mio punto di vista prevede che il mandato va conteggiato per la durata completa della consiliatura e della legislatura. E non per parti di esse. Inoltre, va fatta una distinzione netta, come per la verità già prevede la legge, tra consigliere comunale, assessore e sindaco. Ogni cittadino, quindi, può svolgere due mandati per ogni livello istituzionale, due come consigliere comunale e due come sindaco. Peraltro, la probabilità che si verifichi una tale eventualità è, per ovvie ragioni, così rara da non costituire un problema. Analoga regola può valere per il livello legislativo. Due legislature complete ma che non siano ostative per gli incarichi di governo.

Peraltro, nessuno può vietare l’attività politica senza alcun incarico. Per cui nulla è perduto e chi ha voglia di impegnarsi può benissimo farlo mettendo a disposizione della collettività le sue esperienze e le sue competenze.

P.S. Tutto questo dovrebbe essere regolato dalla legge e non lasciato alla libera volontà e interpretazione di partiti e movimenti.

Giangiuseppe Gattuso
26 Luglio 2020

24 commenti:

  1. La regola dei 2 mandati è una regola del cazzo. Basta essere Onesti. I mandati possono essere anche 5.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. signor Enrico Uggeri, il principio dell'onestà è giusto tuttavia, come ha sottolineato l'autore il potere genera una metamorfosi che col tempo fa allontanare dai principi. Inoltre visto che politica la si può fare anche fuori dai contesti istituzionali, non vedo cosa chi sia di negativo nel porre dei limiti di mandato, come peraltro già avviene con i sindaci e, prima di loro, col presidente della Repubblica

      Elimina
  2. Giuseppe Mosciarello27 luglio 2020 alle ore 00:20

    Questa regola insieme alle restituzione di parte degli emolumenti sono la causa del 50% della perdita di consensi e di decine di eletti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. perchè? è una regola che c'è da sempre. e vale solo per la camera e senato

      Elimina
    2. Condivido la riflessione di Pedro.

      Elimina
    3. Signor Giuseppe Mosciarello ogni cambiamento implica un prezzo da pagare. Il cambio di mentalità richiede tempo e sacrificio ma, se si teme di perdere qualcosa, nulla potrà mai cambiare

      Elimina
  3. Ancora una volta condivido il tuo pensiero tout court. La summa è in questa frase che riporto:Due mandati completi purché non ostative per incarichi di governo. Secondo me questo deve valere a tutti i livelli istituzionali, sia nazionali che locali. Da anni ho chiesto a Rousseau questa precisazione, affermando che trovo giusto il limite di due anni purché non ostativo per incarichi di governo (anche locale) e per incarichi quali Presidente del Consiglio, della Repubblica, Corte Costituzionale, CSM, CdA di Enti Pubblici, incarichi che non sono legati a candidatura popolare politica anche se legati a fattori e volontà politica. Trovo anzi giusto che ciò accada perché aver acquisito esperienza politica sicuramente giova alla gestione tecnico-amministrativa della PA. È noto che un DG o un Capo Ufficio Centrale con il suo lavoro intelligente potrebbe condizionare il risultato di una decisione politica quindi ben venga che un alto dirigente abbia trascorsi politici. Tra le altre cose un ex politico potrebbe anche essere impiegato all'interno del partito per migliorare l'organizzazione interna facendo tesoro della sua esperienza politica. Per togliere piacere al potere, quindi a incarichi politici, sarebbe bene rivedere i parametri stipendiali a ribasso dei politici, ridurre benefit e applicare per le loro pensioni gli stessi criteri di calcolo che l'INPS applica per i comuni mortali. Vedere Giorgio Napolitano che ha più diritti della regina Elisabetta di GB da il voltastomaco.
    Cordiali saluti

    RispondiElimina
  4. È una regola autolesionistica, come pure la restituzione di parte dello stipendio. I nostri ragazzi sono gli unici a farlo e non è giusto. O si fa una legge uguale per tutti o è meglio non restituire. Tanto la plebaglia non lo capisce neanche. Basta essere ONESTI

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Adriano, io faccio parte della plebaglia e capisco cosa voglia dire cedere parte dello stipendio. A qualsiasi livello e di qualsiasi cifra si tratti.
      Plebaglia, non è sinonimo di stupidità, né lo è di superficialità e di sciatteria: cose che, credo appartengano di più ed a buon diritto a coloro che dicono quello che sanno, senza sapere quello che dicono.
      Un cordiale saluto.

      Elimina
  5. Avrei voluto pubblicare un commento ma penso che l'argomento meriti maggiore approfondimento, ed è per questo che ho scritto un articolo sul tema. Spero che venga pubblicato, naturalmente senza la pretesa che venga apprezzato. Come sempre.

    RispondiElimina
  6. Io uno come Aldo Moro l'avrei tenuto vita natural durante, altro che soltanto due mandati

    RispondiElimina
  7. Io lascerei tutti i mandati che gli elettori vorranno... ma lo devono scegliere gli elettori e non i segretari di partito. Preferenza singola !!

    RispondiElimina
  8. Il M5S non è strutturato come un partito e sono gli iscritti che potranno decidere in funzione dei risultati chi rieleggere e chi lasciare a terra, rinnovando con il tempo che ci vuole la propria classe politica. La regola dei due mandati e qulla della trattenuta di parte dello stipendio sono due regole stupide che fanno inutilmente parlare i soliti competenti, come continuamente capita, dando loro modo di criticare regole che loro non hanno. Sarebbe invece necessario ridurre gli stipendi di tutti i parlamentari e istituire il vincolo di mandato e infine abolire il famigerato gruppo misto diventato il buon ritiro della feccia politica di tutti i partiti, un luogo di spaccio di indegni politicanti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eliminando il Gruppo Misto non si risolve il problema dei voltagabbana. Chi vuole lasciare il proprio partito andrebbe direttamente in un altro dove sarebbe accolto a braccia aperte.

      Elimina
  9. ma quale due mandati: col la restituzione di una parte dello stipendio tanti se so dati. I furbi scappano e a quelli bravi gli neghiamo di continuare a governare. Troppe incongruenze.

    RispondiElimina
  10. Vedremo alla prossima tornata elettorale se i vari Cancelleri, ormai occupanti poltrone da ben oltre due mandati (o scusate, due li ha fatti, all'Assemblea Siciliana e ora gliene toccano altri sue alla Camera o al Senato forse cambiando di posto con la sorella Azzurra attuale seputata) alzeronno le terga dalle loro ricche POLTRONE o meno! Cosa ne pensa Lei di questo nuovo familismo rampante caro Giangiuseppa Gattuso?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Alfonso, mi occupo raramente di questioni familiari, di persone e di miserie umane.
      Avrebbe impiegato meglio il suo tempo a entrare nel merito del mio ragionamento.
      Per quanto riguarda il duo Cancelleri posso solo dire che mi pare una questione incidentale conseguenza del fatto che ambedue erano attivisti della prima ora.

      Elimina
  11. Giangiuseppe, non sono fissato sulla limitazione dei due mandati che ritengo il minimo indispensabile, in base alla funzione, per acquisire esperienza utile ad esercitare altri incarichi nella Pubblica Amministrazione e per dare la possibilità ai Sindaci di completare quanto programmato. Ammetto che non sono contrario, per casi particolari, ad un terzo o più mandati. E’ vero che la lunga permanenza potrebbe causare una overdose di potere. Dipenderà dal soggetto e dai sentimenti che lo hanno spinto ad abbracciare la scelta politica. In merito alla competenza mi piace il tuo accostamento fra il fare Politica e il fare i Genitori: non sono un mestiere né una professione. Però, per entrambi i casi occorre una scelta ponderata piena di consapevolezza. Sia il politico che il genitore maturano la loro esperienza con il passare del tempo, a entrambi è richiesto di agire con la “Diligenza del buon padre di famiglia”. Non trovo giusto che l’esperienza maturata sul campo venga dispersa per limiti normativi o, peggio, per dare spazio alle scelte delle baronie che si creano all’interno delle forze politiche. Il tuo ragionamento è chiaro per coloro che fanno politica per passione. Per questi soggetti non interessa il luogo dove fare politica.
    Chiudo con una nota personale: esercitare un mandato amministrativo, come semplice consigliere o incarichi di giunta e contemporaneamente lavorare come dipendente, diventa faticoso. Due mandati bastano ed avanzano. E’ stata una delle mie esperienze. Alla fine del secondo mandato ho chiuso ma ho continuato a far politica e a dare il mio contributo, come funzionario, nella pubblica amministrazione. Sempre con passione.



    RispondiElimina
  12. Ho letto e condivido molte cose, ritengo comunque che porre un limite ai mandati elettorali a qualsiasi livello è una limitazione all'espressione democratica degli elettori che non potrebbero rivotare la persona che bene li ha rappresentati. La mia forse è pura utopia perché tutti sappiamo benissimo come si raccolgono i consensi in Italia e poco o niente cambierebbe per certi politici navigati che farebbero candidare figli, nipoti e parenti vari per non perdere quanto guadagnato con promesse, favori e clientelismo perpetrato negli anni e queste cose le abbiamo già viste. Diverso è per il M5S perché non avendo basato la loro azione politica su clientelismi vari la ricandidatura rappresenterebbe la continuità del lavoro svolto nelle legislature precedenti. È chiaro che mi riferisco comunque a persone capaci, moralmente e politicante oneste. Ritengo inoltre che il M5S dovrebbe aprire la stagione dei congressi dove poter dibattere democraticamente su tutte le tematiche interne che sulle linee politiche da adottare e portare avanti in parlamento e nel governo e sulle eventuali alleanze future, perché sono convinto che la piattaforma non è sufficiente. Non essendo un iscritto al movimento la mia è soltanto una opinione che è dettata da quello che leggo, sento e vedo sui media.

    RispondiElimina
  13. Questo articolo non sarebbe mai nato se a monte non ci fosse una delle solite idee balzane e stravaganti dei 5 stelle. Quella dei due mandati. A parte il fatto che tanti di loro più o meno hanno rimediato a questa castroneria o scappando a gambe levate dal Movimento o mettendo in moto il meccanismo del voto sulla piattaforma Rousseau (povero filosofo imbarcato in una cazzata da gente che probabilmente nemmeno lo conosce bene), e quindi dimostrando loro stessi che la regola dei due mandati era una sciocchezza, abbiamo l'amico GGG che continuando a prendere per oro colato tutto quello che esce fuori dalla filiera Grillo-Casaleggio padre e figlio-piattaforma pseudo politico-culturale, ci ragiona un pò, ma poi conclude così: "Ho esaminato lunghi periodi della vita politica, dai livelli più alti e giù giù fino ai piccoli comuni e alle circoscrizioni. E CREDO SIA LA SOLUZIONE MIGLIORE". Cioè, la regola dei due mandati, sconfessati abbondantemente dai parlamentari a 5 stelle, è la soluzione migliore. E quì il caso è grave, al limite del patologico. Una dipendenza totale da quello che viene partorito dal M5S, anche dalle minkiate, che, provenendo dai sacri testi della summenzionata filiera pentastellata vengono accettate per buone, anche se per arrivare a tale risultato l'amico GGG è costretto a ragionamenti e arzigogoli vari per far diventare "buone" cose che in realtà sono lontane dall'esserlo. Oso pensare che qualora la regola dei due mandati fosse stata partorita dal cazzaro verde, lui si sarebbe scagliato contro detta regola e chissà quanti post avrebbe dato alla luce per dimostrare a tutti l'inconsistenza di questa regola irricevibile, antidemocratica e fascioleghista. Che ci vogliamo fare, così va il mondo delle idee, soprattutto quelle sbagliate. .

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come puoi pensare che questo mio convincimento sia legato all'idea del M5S non lo so. E per giunta, incredibile, ritieni il mio ragionamento un arzigogolo per giustificare la tesi strampalata.
      Rabbrividisco

      Elimina