Elenco pagine statiche

sabato 16 maggio 2020

UN’AVVENTURA. UNA DURA BATTAGLIA. E RITORNO

di Giangiuseppe Gattuso - Tutto inizia con leggeri malesseri. Niente di eclatante che non si possa ricondurre a qualcosa di passeggero.
Anche se queste fastidiose sensazioni mi accompagnavano da qualche giorno. Ben prima della botta pesante e insidiosa che mi ha colpito investendomi frontalmente. Che si manifesta in tutta la sua evidenza domenica 15 marzo 2020. Bisogno di stare sdraiato sul divano e coperto dal mio plaid. Freddo, doloretti sparsi, malessere profondo. E lei, la febbre. Ecco il segnale preciso. Che però con la tachipirina da 1000 ogni otto ore si attenuava e mi fa faceva stare meglio.

Pensavo, addirittura, di andare in ufficio l’indomani lunedì per completare le procedure per il cosiddetto “lavoro agile" su cui avevo lavorato con altri colleghi. Ma non ci sono riuscito. La sensazione strana che mi avvolgeva era qualcosa di mai sentito prima. La febbre saliva. Il termometro superava facilmente i 38, con punte di oltre 39 che duravano. Male. Malissimo.


Nei giorni immediatamente successivi consultando amici medici e medico personale ci si convinceva che non poteva essere. In fondo erano sintomi riconducibili alle conseguenze di un’influenza con febbre alta. Non accusavo tosse, mal di gola e anche la respirazione sembrava buona. Insomma, in un primo momento, tutto poteva risolversi in un’ennesima sindrome influenzale da trattare con un ciclo di tre giorni di antibiotico. Zitromax per la precisione. E per maggiore sicurezza mi è stato consigliato di acquistare un misuratore dell’ossigeno del sangue portatile, pulsossimetro da dito si chiama, facendo attenzione alla soglia minima dalla quale non bisognava scendere, 95.

Spinto, però, fortemente da mia moglie che ha fatto di tutto, e con il conforto di una dottoressa, Adele Busardò (non me ne voglia se la cito), persona sensibile e preziosa, provo pure a chiamare un mio amico di vecchia data, Fabio Genco, capo del 118, (anche lui mi perdonerà).

Dopo qualche incertezza e molta insistenza si decide di procedere con il famigerato “tampone". Arriva a casa l’ambulanza con il personale vestito come gli astronauti e fanno ciò che devono fare. Per saperlo, nemmeno il tampone è una passeggiata: il lungo bastoncino infilato nelle narici che arriva alla gola provoca una bruttissima sensazione. Io sono quasi svenuto.

È lunedì, giorno 23 marzo. L’indomani una telefonata dell'apposito servizio dell’ASL di Palermo mi certifica l’esito positivo del tampone. Sento un brivido, ma me l’aspettavo. Mi vengono pure indicate le linee di comportamento da tenere in casa nei confronti dei membri della famiglia.

Ma stavo male. Molto male. La febbre con la solita Tachipirina e il suo effetto attenuante mi distoglieva dal prendere decisioni drastiche. Come quella che poco dopo, giovedì 26 marzo 2020, si è compiuta. L’ambulanza del 118, dopo numerose telefonate e notevole perseveranza, finalmente mi ha prelevato e trasferito al Civico di Palermo, reparto Pneumologia appositamente trasformato in unità speciale Covid 19, “degenza C”, così si chiama la stanza. Ampia, confortevole, con il bagno e una bella finestra.

Arrivo con insufficienza respiratoria acuta con polmonite interstiziale bilaterale da Sars-Cov-2 confermata dalla TAC eseguita poco dopo.

È l’inizio della decisiva, durissima battaglia. Per la vita.

I primissimi giorni sono davvero difficili. Il malessere è profondo e anche i ricordi non sono perfettamente nitidi. Mentre ho la percezione perfetta degli incubi che mi hanno tormentato per alcune alcune notti di fila. Sensazioni terribili, momenti che vorrei dimenticare ma non ci riesco. Il tempo allevierà.

Non ho mai sofferto d’insonnia, anzi. È sempre stato uno dei miei punti di forza per affrontare le giornate dopo un sonno ristoratore.

Qui è cambiato tutto. Le notti sono diventate lunghe, molto lunghe. Da affrontare quotidianamente con tanta pazienza. Il mio telefonino è stato il mio compagno di viaggio. Fedele, pronto, disponibile e pieno di risorse che manco avrei immaginato. Ho sempre preferito il PC per qualsiasi attività che non fosse quella di base del telefonino: fare e ricevere telefonate, la messaggistica di WhatsApp.

Mi ha confortato la notte mi ha collegato con l’esterno e con il mondo. E grazie agli occhiali per la mia presbiopia che mi sono portato appresso ho letto di tutto, ho visto film e serie tv. Controllato la posta e le bollette. E, fatto più importante, mi ha consentito di sentire vicine le persone a me più care. Insomma, un incredibile aggeggio che, in queste lunghe giornate e nottate, ha reso la mia permanenza in ospedale meno pesante e più umana. Compatibilmente con l'assistenza medica le terapie e l'organizzazione del reparto. Farmaci per bocca e via endovena. Anti virali e medicine sperimentali utilizzati per altre malattie, antibiotici e cortisone a fiumi. E ossigeno 24 ore su 24. Prima in una quantità che sentivo il rumore dei tubicini e poi piano piano a scalare fino al miracolo della respirazione naturale.

La giornata era scandita dai suoni che ho imparato presto a conoscere. Quello tipico, una sorta di bip bip inconfondibile, della macchinetta per i controlli della pressione, dell’ossigeno, e della temperatura. Quello dello stridio delle ruote del carrello della colazione che sembrava proprio una frenata di automobile. Le voci di medici e infermieri, degli addetti alle altre mansioni, dai rumori esterni.

Dall'abbaiare dei cani che stazionano in quell’area. Io li guardavo dalla mia finestra al primo piano che tanto ho apprezzato. Calcolavo l’arrivo del sole, intorno a mezzogiorno, e godevo dei suoi calorosi raggi. Sporgendomi riuscivo a vedere l’ingresso dell’ospedale. Dopo qualche giorno con uno di loro, lo vedete nella foto, si è creta un'intesa e siamo diventati amici. Lo guardavo e lui ricambiava affettuosamente, come se capisse tutto.

Devo dire che, fin da subito del mio arrivo, ho percepito un’immediata attenzione e un’adeguata assistenza. Ricordo bene le flebo, i numerosi prelievi venosi, dolorosi senza esagerare. Le iniezioni sottocutanee in pancia, l’impianto fisso da cui iniettare direttamente in vena che ogni tanto bisognava togliere e rifare. Ma ricordo con brivido i prelievi arteriosi. Molto fastidiosi da sopportare con notevole sofferenza. Qualcuno del reparto che leggerà questo scritto ricorderà le mie (forse) esagerate reazioni. Ma posso garantirvi che è un’operazione davvero dolorosa.

Con questa nota, che scrivo con un certo ritardo, voglio sottolineare, con tutta la sincerità di cui sono capace, la preziosità del lavoro di medici, infermieri, operatori tutti. La loro gentilezza, l’impegno, la pazienza, la fatica. Si, la fatica di svolgere le loro mansioni bardati dalla testa ai piedi. Di loro non ho potuto apprezzare i lineamenti del viso, coperti tranne gli occhi che però dicono tutto. I nomi ho imparato a conoscerli leggendo la visiera e chiedendo ad ognuno.

Abbiamo passato insieme la Pasqua e hanno portato la colomba. Mai ne avevo apprezzato così tanto la bontà, una fetta me la sono conservata per la colazione dell’indomani. E per la Pasquetta anche la cassata a forno, grandioso.
Un ricordo indelebile è legato al caffè, al suo aroma, al piacere di berlo lentamente, amaro e lungo. Un desiderio che, per caso, rivolgo a Benny. E quasi per magia riesce a farmelo arrivare. Una goduria indescrivibile che mi fa felice.

Insomma, voglio essere testimone di una realtà, per esprimere il mio apprezzamento nei confronti di un servizio pubblico “ospedaliero” efficace ed efficiente, e sottolineo "ospedaliero".

Pensate che, incredibilmente, mia moglie ancora aspetta il tampone, nonostante le sollecitazioni e le telefonate inascoltate all'Asp che non si possono contare. Per non parlare dell'angoscia di una persona rimasta a casa da sola senza sapere se è stata contagiata, senza conforto e assistenza medica per una problematica così grave. Si, questa è stata ed è ancora una carenza ingiustificabile del servizio sanitario territoriale in capo alle regioni. Urgono provvedimenti riparatori.

Il servizio ospedaliero, invece, lo ripeto, è costituito da personale competente, serio, adeguato, disponibile. E non è un’esagerazione. Lo affermo per esprimere gratitudine e riconoscimento per l’immenso e prezioso impegno che viene svolto nei confronti della collettività.

Sabato 18 aprile, quasi a sorpresa, e dopo alcune incertezze "burocratiche", arriva il verdetto finale. Si esce! Devo chiamare casa per gli indumenti. Tutto ciò che avevo in ospedale, utilizzato o meno, sarebbe rimasto lì. Compreso la vestaglia e il mio plaid a cui mi ero affezionato. Avrei portato via solo il telefono e gli occhiali. Ma sigillati e sanificati da potere riutilizzare soltanto dopo 72 ore. Faccio l’ultima telefonata per avvertire che sarei ritornato a casa. Le operazioni d’uscita sono complesse. Tutto si svolge in locali adeguatamente sanificati. Doccia e shampoo, poi vestizione e bardatura per spostarmi in altro locale attiguo alla via d’uscita. Primi saluti con il gruppo che mi ha accompagnato e prime lacrime. All'apertura della porta attigua vengo accolto dagli altri che mi applaudono e mi fanno fotografie. Ancora commozione e sensazioni indescrivibili. Poi, finalmente, mi prende per il braccio Benny, quello del caffè. Che riconosco per il nome scritto sulla visiera. Così come tutti gli altri. Sarà lui ad accompagnarmi giù, all'ingresso dove avremmo atteso il taxi per casa. E solo in quel momento riesco a guardare il suo viso. L’unico che ho potuto conoscere. Ma tutti gli altri resteranno nei miei ricordi.

Davanti casa trovo un comitato d’accoglienza. Applausi, foto, e un cartello di benvenuto con i palloncini preparato dalle bambine della casa accanto. Ancora lacrime.

Ecco, cari amici, cosa mi è successo. Un’avventura inaspettata e una dura battaglia contro un nemico invisibile. Ma adesso sono qua, una lunga quarantena e vari accorgimenti e controlli. Ma sono sicuro verranno giorni migliori.

Un affettuoso, sincero, abbraccio virtuale ad ognuno di voi.

Giangiuseppe Gattuso
16 Maggio 2020

P.S.
Ecco i nomi a cui mi sono riferito e che hanno fatto di tutto per farmi ritornare: Prof. Di Gesù, dott.ssa Giaramitaro, dott. Angelo Arena, dott. Renato Fumagalli (dalla voce inconfondibile). Gianluca, Tonia, Simona, Giacomo Lo Piparo e Giacomo Greco. E poi Mimma, Elisa, l’altra Mimma, Giorgia, Benny D’Amico (quello del caffè!, l’unico che ho potuto guardare in faccia quando mi ha accompagnato all’uscita in attesa del taxi per casa), Federica, Daniela, Salvo, Stefano, Vincenza (che ha portato da casa il latte e il the e lo ha distribuito caldo!), Lorena, Andrea, Fausto. E mi scuso per chi ho dimenticato.
Un grazie particolare al mio medico personale, il dott. Giacomo Musso, che mi ha sostenuto durante la lunga traversata e mi segue costantemente.
In ultimo, ma non ultimi, i vicini di casa. Un aiuto quotidiano prezioso che ha contribuito molto a superare questo lungo difficile momento. Grazie a tutti di vero cuore.

117 commenti:

  1. Bellissimo racconto! Genuino e sincero come Te !
    Ti vogliamo un mondo di bene. ^_^

    RispondiElimina
  2. Un dramma che hai affrontato con il coraggio che conosco e una liberazione felice come meriti con i tuoi cari un abbraccio forte.

    RispondiElimina
  3. Mi dispiace per la disavventura, ma per fortuna è tutto passato. Un abbraccio

    RispondiElimina
  4. Povero, non sapevo nulla. Comunque bentornato ci sei mancato. Ora forte più di prima.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi hai fatto piangere con il tuo racconto di vita. Ma ora è tutto finito!
      Auguri grandi e tutti colorati!

      Elimina
  5. Concetta Maria Sapienza16 maggio 2020 alle ore 14:19

    Caro Giangiuseppe tante volte la vita ci mette davanti a percorsi difficilissimi ed esperienze che vorresti fare a meno di affrontare....i guerrieri però non si arrendono e lottano...lottano tanto ma vincono...un abbraccio forte forte e buona e lunga vita

    RispondiElimina
  6. Hai dimostrato di possedere una grande tempra, la forza indispensabile per affrontare momenti di critici come quello che hai passato.
    Mi rallegro sinceramente per la tua guarigione augurandoti le migliori cose per l'avvenire.
    Con i migliori saluti.
    Carlo Capilupi

    RispondiElimina
  7. Mi sono commossa. Capisco che è stata durissima ma adesso sei qua, ce l'hai fatta e col tempo "dimenticherai". Però devo tirarti un po' le orecchie... ci hai fatto stare veramente in ansia in tanti, anche a me che non ti conosco personalmente, un piccolo cenno lo potevi dare a tutta la comunità dei tuoi amici! L'importante è però che adesso sei tornato, buona vita!

    RispondiElimina
  8. Racconto emozionante. Bentornato Giangiuseppe

    RispondiElimina
  9. Una brutta esperienza, ma come tutte le esperienze negative, vissute da ognuno di noi,poi superate, ti rimangono gli aspetti e gli insegnanti positivi che ti accompagneranno per tutta la vita.

    RispondiElimina
  10. Non potevi scrivere un reportage più efficace e realistico di questo che rende perfettamente l'idea di come si trascorre un lungo periodo di degenza, molto particolare, dominato dalla paura, dall'incertezza e dalla speranza a cui ci si aggrappa disperatamente quando una malattia, pressochè sconosciuta e dagli esiti imprevedibili, ti aggredisce. Adesso che tutto si è concluso felicemente bene, posso dirti che tanti di noi siamo stati davvero preoccupati per la tua salute, guardando la Tv e pensando a quanti non ce l'hanno fatta e se ne sono andati senza neppure il conforto e l’affetto dei propri cari per l’ultimo saluto. Adesso che sei “tornato”, sono sicuro che apprezzerai molto di più il sapore della vita e di tutto ciò a cui, prima di quel dannato virus, non avevi dato molto valore. Credo che questo sia l’unico aspetto positivo di un disastro che ha sconvolto il mondo. Auguri infiniti.

    RispondiElimina
  11. Quando non si è toccati personalmente o da vicino, i drammi tendono a essere percepiti in modo sfumato e ciò induce a sottovalutare il rischio e ad assumere atteggiamenti e comportamenti spavaldi.
    L'ignoranza non costa niente ma si paga cara e l'informazione che in questi mesi di pandemia non ha contribuito a colmare l'ignoranza ma l'ha alimentata con messaggi contraddittori che, tuttora, inducono le persone a comportarsi in modo da favorire i contagi.
    Questa premessa per sottolineare quanto sia importante questo lucido resoconto della disavventura vissuta da Giangiuseppe che, a differenza di tanti altri, si è conclusa bene ma che lascia la cicatrice indelebile di un ricordo non piacevole.
    Grazie per aver trasmesso, con questo resoconto quanto sia scioccante trovarsi contaminati e quanto sia dura e piena di incertezze la strada per uscirne fuori.
    Spero che siano in tanti a leggerti per comprendere e trasmettere agli altri il rispetto dei comportamenti che limitano il rischio di ulteriore diffusione dei contagi.
    Benvenuto

    RispondiElimina
  12. Bentornato grande Giangiuseppe, felice di risentirti.

    RispondiElimina
  13. Bentornato, alla grande vista la preziosa testimonianza di quanto patito. Complimenti

    RispondiElimina
  14. Dopo averlo letto tutto d’un fiato mi sono commosso �� riprenditi presto amico mio

    RispondiElimina
  15. Sono davvero contento Giangiuseppe, tvb. Augurissimi

    RispondiElimina
  16. Maria Emilia Baldizzi16 maggio 2020 alle ore 15:10

    La tua testimonianza è preziosa caro Giangiuseppe. Immagino non dimenticherai questa esperienza ma anche l'umanità e la competenza con cui sei stato curato.

    RispondiElimina
  17. Caro Gian Giuseppe l'importante che tutto si è risolto👍!!! Bentornato

    RispondiElimina
  18. Caro Gianni un abbraccio e pronto per ancora mille e una avventure, questa è passata.

    RispondiElimina
  19. Sono commosso e fortemente emozionato, una terribile esperienza che ti darà forza per il futuro. Un forte abbraccio

    RispondiElimina
  20. Caro Giangiuseppe, sono molto felice della tua guarigione. Ho letto la descrizione minuziosa della tua disavventura, ricca di particolari dove traspare una grande umanità tua e di tutte le persone che si sono prodigate per la tua salute. Mi hai fatto commuovere. E' da un po' di tempo che non frequento facebook: mi sono preso una pausa che non so se sarà breve o lunga perchè nonostante stia bene di salute, sto attraversando un momento difficile per altri motivi e pertanto non ho avuto lo spirito giusto per frequentare i social. Quelle poche volte che ho fatto capolino su facebook non mancavo mai di visitare la tua pagina per avere qualche notizia sulla tua salute. Grazie a Dio tutto si è risolto bene.

    RispondiElimina
  21. Non sapevo di quanto ti fosse accaduto. Leggendo, ho capito cosa si prova se si è colpiti da questa malattia e nel caso capitasse a me sono, grazie al tuo racconto, mi troverei preparato e fiducioso. Mi sono commosso. Non aggiungo altro. Ben tornato

    RispondiElimina
  22. Grazie per la tua testimonianza! Hai sconfitto un nemico pericoloso...
    Ce l'hai fatta, adesso goditi questa vittoria!

    RispondiElimina
  23. Essendo di Cremona, e mio marito medico, ho avuto molte testimonianze da entrambe le barricate. Molti colleghi non ce l'hanno fatta, ma x chi era in corsia, ognuno di voi rappresentava sempre una battaglia da vincere.
    Grazie per aver raccontato la tua.

    RispondiElimina
  24. Difficile commentare, basta dire.... bentornato Giangiuseppe, grazie di cuore a tutte quelle persone che hai menzionato per la professionalità dimostrata accompagnandoti in quel tormentato viaggio!

    RispondiElimina
  25. Non ti conosco personalmente, ma sappi caro Gianni, che ti ho molto pensato ed alla fine, l'unione fa la forza. In questo caso l'unione di tanti pensieri affettivi nei tuoi confronti oltre al tuo racconto/testimonianza vhe non può non toccare i fili del cuore. Bentrovato caro Amico Feisbucchiano.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vedo che non compare il mio nome. Ma qui l'anonimia non si aplica :) Sono Daniela Benatelli

      Elimina
  26. Il racconto della sua esperienza mi ha profondamente commossa è molto emozionante e pensare di aver passato tutto questo è doloroso ma lei ce l’ha fatta! Molto bello, auguri di tanta forza per una completa guarigione e di una serenità profonda.

    RispondiElimina
  27. Complimenti a tua moglie �� Se non fosse stato per le sue insistenze le conseguenze avrebbero potuto essere ben peggiori.

    RispondiElimina
  28. Una realistica testimonianza per tutti coloro: "È una banalissima influenza come tutte quelle che abbiamo avuto negli anni scorsi"��
    Ti auguro di riprenderti subito e bene!

    RispondiElimina
  29. Carissimo Giangiuseppe, ormai rimane soltanto un brutto ricordo e fortunatamente ne sei uscito fuori. Credo che siamo tutti felici per la tua guarigione. BENTORNATO TRA NOI

    RispondiElimina
  30. E a chi altri poteva capitare se non a un autentico appassionato di giornalismo , così hai potuto raccontare dal di dentro , da protagonista , i momenti di una tragedia che sta travolgendo l’intera umanità. Scherzo , ma non tanto , so che l’esperienza , col tempo ti farà dire ‘io c’ero , ne sono stato testimone’.
    Dopo meno di una settimana ho iniziato ad avvertire la tua assenza dal social . Sarà impegnato ad altro , mi son detto , capita . Ho atteso ancora qualche settimana , sono andato a guardare sulla tua pagina , solitamente si lascia un post informativo . Niente . Allora ho saputo , tramite un amico comune , ma tu eri fuori pericolo . È stato choccante , anche se consolava il fatto che fossi in fase di guarigione . Contemporaneamente ho saputo di una parente , anche lei colpita , che si curava chiusa a casa , con figli e marito , per fortuna non contagiati , anche loro non tamponati perché asintomatici . Allora ho capito che il virus aggredisce anche in forme diverse , in forme meno virulente . Che dirti ? Quando una cosa brutta la si finisce per raccontare , vuol dire che è passata e viene archiviata come esperienza . Un abbraccio !

    RispondiElimina
  31. Beh che dirti! Intanto fai una buona convalescenza prendendosi tutto il tempo necessario. All'età nostra che senso ha correre ancora? E poi grazie per la tua testimonianza e le parole spese a ringraziare quanti in ospedale ti hanno curato e per certi versi coccolato. Da anni sostengo che questa sanità pubblica va avanti per l'infinita professionalità di quanti ogni giorno spendono la loro vita tra quelle corsie: che se non fosse stato per loro... non oso immaginare cosa sarebbe accaduto. Speriamo che passato questo momento, lì, nelle stanze dei bottoni, non dimentichino in fretta. Loro, che per salvare noi, hanno lasciato la loro vita in ricordo. Buona guarigione e a leggerti presto. Un abbraccio

    RispondiElimina
  32. Ti sono vicino, e soprattutto felice che presto per te si tratterà di un ricordo lontano. Sei una persona che stimo molto, sapere che hai affrontato e vinto il covid, accresce maggiormente la stima nei tuoi confronti! Forza amico mio❤️❤️

    RispondiElimina
  33. Giangiuseppe, grazie per il tuo racconto che ci riconduce all'umanità ormai persa dalla contabilizzazione dei morti, dei vivi e dei sopravvissuti, come te. Un grande abbraccio

    RispondiElimina
  34. Giangiuseppe, l’umanità nel racconto puntuale della tua sofferenza... è commovente! Ed io mi sono commosso! Ti abbraccio forte, amico mio. La tua esperienza ti cambierà... lo ha già fatto

    RispondiElimina
  35. Non e' molto quello da dire , le tue lacrime si sono mischiate con le mie con le nostre leggendo il tuo messaggio ne riparleremo con calma a presto Giuseppe Floris

    RispondiElimina
  36. Caro Giangiuseppe, è una vera gioia sapere che sei uscito indenne da questa esperienza drammatica che sta flagellando l'umanità. Adesso mi spiego la assenza di post per un così lungo periodo. Allora ben tornato e un abbraccione, sempre pronti a commentare il mondo.

    RispondiElimina
  37. Emozionante davvero... sono felice che tutto si sia risolto... signor GianGiuseppe le auguro tutta la fortuna del mondo...

    RispondiElimina
  38. SONO NINO PEPE.
    Purtroppo il sistema non mi fa entrare con il mio nome

    E’ stato difficile leggere questo che è l’articolo più bello tra i mille scritti da Giangiuseppe, pieno di umanità e di verità, senza quasi ad ogni frase dover fare una pausa per non fare montare la commozione che poi alla fine è tracimata, com’è anche giusto. Una confessione che prende perché vera e vissuta, perché la vicenda è toccata ad un caro amico, perché ci fa vedere da vicino quello che tante, tantissime persone hanno vissuto in questo inverno terrificante, e come troppe di esse non hanno potuto raccontare niente a nessuno.
    Di fronte ai freddi numeri della pandemia quasi sempre si sorvola e non si pensa che ognuno di quei numeri ha una storia, una vita, famiglia, figli, nipoti, feste e tristi ricorrenze, studi, sapere, professionalità, arte, tutto perduto nel buco nero di una terribile vicenda collettiva in cui tutto rimane prigioniero, anche la luce.
    Sapere che un nostro fratello sta attraversando un tunnel lungo e tortuoso, al termine del quale non è sicuro che ci sia la luce, vi posso assicurare che è una cosa incredibilmente brutta e spiacevole. Ogni giorno passato senza un minimo di bollettino medico ti lascia con una sensazione di vuoto…ma nemmeno potevo mettermi a camurrìa ogni giorno a chiedere notizie. Perciò quando Giangiuseppe mi chiamò al telefono, da un numero che non era collegato al suo nome e mi comunicò cjhe si trovava già a casa, credetemi, anche per me è stata la cessazione di un incubo, di un malessere che finalmente si era dissolto.
    Felice che tu sia tornato, caro amico, in mezzo alle persone che ti vogliono bene.
    Il virus ci ha fatto scoprire la nostra precarietà, la nostra provvisorietà, la piccolezza delle cose quotidiane che giornalmente ci fanno discutere, agitare, incazzare e talvolta, 1 su 99, gioire; la inutilità e futilità di quella che noi chiamiamo politica ma che altri non è che l’arte della sopraffazione legalizzata.
    Ecco, questo è il mio messaggio. La politica sia un po' meno importante di quello che pensavamo prima. Con meno politica si può anche vivere, senza salute non si vive.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo pienamente sulla politica che essa fa parte della nostra vita ma non e' tutto la cosa piu' importante e' senza alcun dubbio LA SALUTE persa quella non c'e' piu' futuro

      Elimina
  39. Minchia, signor tenente...,hai detto niente.... hai rischiato la vita veramente, te la sei cavata egregiamente. Giangiuseppe, Un abbraccio grande!!!

    RispondiElimina
  40. Caro Giangiuseppe, devo confessare che mi sono commosso nel leggere un racconto drammatico ma avvincente per i tempi che stiamo vivendo. Soprattutto ho scoperto una umanità senza pari da parte tua nel tratteggiare anche l'amicizia con il cane che dava vivezza alle tue giornate. Senza ombra di dubbio un racconto che merita essere ampliato in un libro perché la storia di questi tempi passerà sicuramente negli annali come memoria incancellabile.
    Un abbraccio Ciro Spataro

    RispondiElimina
  41. Questa forte testimonianza di lotta e resistenza per la vita ci deve fare riflettere a cosa porta un contagio. Un servizio ottimo è stato possibile perché i contagiati non hanno raggiunto, - grazie alla dichiarazione di rendere tutta Italia zona rossa - quel numero disastroso per mettere in crisi il sistema sanitario, in Sicilia. La tua testimonianza, come tante altre, andrebbero lette e meditate per indossare l'abito della prudenza che é più forte e vincente della mascherina, che quasi tutti indossiamo male. Tutti ci lamentiamo dei diritti negati o limitati. Tutti vogliamo ritornare al lavoro, fare vita sociale in fretta, perché la "Povertà" la mancanza di denaro ci mette paura. A me mette paura la tua storia - anche se si è risolta positivamente, grazie ai medici ed a Dio e sono contentissimo - e la storia di tutti quelli a cui è andata male. La lotta contro il contagio non è finita e la prudenza credo che latita. Intanto, un grande augurio per te e la tua famiglia.

    RispondiElimina
  42. Riccardo Giannuzzi Savelli16 maggio 2020 alle ore 16:41

    Giangiuseppe, caro amico, mi hai fatto veramente commuovere. Sono felice che ne sia uscito felicemente. Un abbraccio fortissimo. Se puoi telefonami.

    RispondiElimina
  43. Caro Giangiuseppe hai fatto benissimo a renderci partecipi della tua terribile esperienza che spero di monito a chi ancora oggi sottovaluta il problema!! Sei una roccia e sono molto contento del tuo ritorno! Durante la tua assenza due amici di fb gentilissimi mi hanno dato tue notizie e non ti nascondo una certa affettuosa preoccupazione c’è stata!! Ora pensiamo a riprendere le buone abitudini.........comincia a scrivere di politica!!!!!!!

    RispondiElimina
  44. Tantissimi Auguri. Una storia incredibile, per fortuna risolta bene

    RispondiElimina
  45. Che avventura... quando riuscirò a sapere se ho avuto il covid oppure no (io credo di si nella seconda decade di marzo), ti racconterò la mia.

    RispondiElimina
  46. Sono felice della tua guarigione, del tuo ritorno in famiglia e di essere tornato fra noi. La lettura del tuo racconto che ho letto ad alta voce per farla sentire a mia moglie mi ha commosso. Commozione che mi impediva di andare avanti nella lettura. Chiedevo scusa a mia moglie per le pause, ma anche lei era commossa. Alla fine della lettura un grande sollievo: il lieto fine di “una dura battaglia”. Il tuo racconto evidenzia la realtà dell’organizzazione sanitaria che, in questa emergenza, sta dimostrando il valore del servizio ospedaliero pubblico grazie al lavoro di tutto il personale sanitario il cui sacrificio, in alcune realtà: medici, paramedici e personale ausiliario hanno pagato con la vita. Tutto questo aggravato dalla mancanza di un coordinamento sanitario territoriale. In Lombardia malgrado la scelta politica di smantellamento del servizio pubblico per agevolare i privati: le strutture pubbliche hanno dimostrato grande efficienza. L’Ordine dei Medici della Lombardia ha inviato una lettera alla Regione evidenziando alcuni errori commessi dalla Lombardia nella gestione dell’emergenza del Coronavirus. Fra gli errori si elencavano tre aspetti: la totale assenza delle attività di igiene pubblica; la mancata esecuzione dei tamponi agli operatori sanitari del territorio e in alcune realtà delle strutture ospedaliere pubbliche e private, con ulteriore rischio di diffusione del contagio; il mancato governo del territorio che ha determinato la saturazione dei posti letto ospedalieri con la necessità di trattenere sul territorio pazienti che, in altre circostanze, avrebbero dovuto essere messi in sicurezza mediante ricovero. La situazione lombarda è nota: parlano i dati, soprattutto quello amaro dei deceduti.
    L’ultima follia della Lombardia: chiedere ai lombardi di farsi i tamponi da soli pagando fino a 70 euro. L’Assessore sostiene che “L’esecuzione del tampone non dovrà gravare sulle priorità della sanità pubblica”.
    Sono quelli che hanno sprecato risorse pubbliche per un ospedale fantasma!
    Ciao Giangiuseppe, ben tornato.


    RispondiElimina
  47. Una storia da pelle d’oca. Mi sono commossa.
    Sono contenta che stai bene. Un abbraccio fortissimo!
    Daniela Morfino

    RispondiElimina
  48. Caro Direttore e amico, credo che tutti noi ringraziamo, con gratitudine, tutti quelli che con grande efficienza, efficacia, dedizione, competenza, serietà hanno contribuito a farti uscire dal tunnel. Il tuo racconto preciso, puntuale e dove non neghi tutta la sofferenza fisica, io leggo anche di più. LA paura di non rivedere i tuoi cari, il senso di solitudine, la preoccupazione per chi era fuori, l'aggrapparsi alla vita sentendo il calore di un raggio di sole, l'umanità di un personale i cui occhi ti parlavano, lo guardo dolce di un cane randagio, il profumo del caffè'hai raccontato Giangiuseppe e questo vuol dire che l'hai superato. Il tempo ti aiuterà a riprenderti sempre meglio e a noi di riappropriarci completamente di te

    RispondiElimina
  49. Commovente e puntuale cronaca di una improvvida esperienza. Molto toccante. Mi congratulo affettuosamente per lo scampato pericolo. Ben tornato.

    RispondiElimina
  50. Caro Giangiuseppe hai fatto benissimo a renderci partecipi della tua terribile esperienza che spero di monito a chi ancora oggi sottovaluta il problema!! Sei una roccia e sono molto contento del tuo ritorno! Durante la tua assenza due amici di fb gentilissimi mi hanno dato tue notizie e non ti nascondo una certa affettuosa preoccupazione c’è stata!! Ora pensiamo a riprendere le buone abitudini... comincia a scrivere di politica!!!

    RispondiElimina
  51. Noi non ci conosciamo di persona, ma abbiamo imparato a conoscerci qui. Potenza di queste pagine, unico loro aspetto positivo. Pur non conoscendoti, sono davvero felice per averti potuto rileggere qui e ora, reduce da una battaglia la cui vittoria ti va fieramente e orgogliosamente a merito. Ma ti prometto che alla prima occasione, sia io a venire in un terra che amo, sia tu a salire in una terra che ti ospiterà volentieri, vorrò abbracciarti e condividere con te la gioia di questa battaglia vinta. Un abbraccio colmo di affetto e felicità.

    RispondiElimina
  52. Carissimo amico mio, ho penato tantissimo per te, perché attraverso mia moglie, che lavora presso un reparto Covid, apprendevo giornalmente le vicissitudini che attraversavano chi ne era infetto.... e ogni volta pensavo che anche tu le stavi attraversando... Quando finalmente ho saputo che stavi meglio e che presto saresti uscito, è stato come uscire da un incubo...
    Amico mio, un abbraccio, ti aspetto al lavoro.

    RispondiElimina
  53. Un Bentornato con tutto il cuore!!!! Che disavventura!!!! Il tuo racconto ci ha fatto vivere passo passo il dramma di chi viene colpito da questo mostro... Per fortuna sei di nuovo qui fra noi!!! Infiniti auguri!!!

    RispondiElimina
  54. Caro Gianni hai scritto migliaia di articoli,belli, interessanti, ma mai avevi raggiunto un livello di scrittura così eccellente, superiore, degno di scrittori famosi, certificati,degno di essere pubblicato in un libro, un romanzo di grande letteratura. Il tuo racconto oltre che vero,
    emozionante ,ha le caratteristiche di un thriller, della vita vera drammatica, piena d'amore per i propri affetti, ma anche di. Il giorno che venne l'ambulanza mi sono avvicinato per salutarti, ma i due astronauti mi hanno fermato. Poi ricordo il giorno di Pasqua, che ho portato mia moglie al pronto soccorso dell'ospedale Ingrassia, perché da giorni accusava dolore lancinante al torace e la cura che le praticavo non risolveva il problema e fu forse quella notte, che ti scrissi alle 3 di notte! E tu mi rispondessi, "caro Pino soffri anche tu d'insonnia? " Si ho sofferto d'insonnia per la paura e l'ansia di un mostro sconosciuto, più leggevo sul coronavirus e più tremavo ed avevo paura, ed ancora ne ho, che il mostro super infettivo penetrasse s'impossessasse del mio DNA, del mio genoma,padrone della mie cellule e distruggesse me,i miei cari,i miei amici e i miei vicini. Ancora questa mattina sono stato ad un funerale ed il dolore interiore continua, anche per la mostruosa distruzione economica della nostra patria! Complimenti ancora per il tuo racconto degno di un grande giornalista e scrittore. Tvb

    RispondiElimina
  55. Quante e quante volte avevo pensato di telefonarti, magari un breve messaggio su WhatsApp, seguita sempre da una decisione, apparentemente saggia di non romperti le scatole, almeno per il momento perché qualcosa mi faceva pensare che non eri a casa ma non per una semplice passeggiata. Tutto è passato grazie a Dio ..... e vaiiiii. La gioia e la felicità di sapere che hai superato una prova molto pesante. L’erba tinta non la fotte nessuno e continueremo tutti a assaporare la grande persona che sei. Ti abbraccio

    RispondiElimina
  56. Beddazzu!!!!!
    Non immagini quanto mi fai felice in questo momento!!!
    La tua stessa presenza mi infonde positività e fiducia nel futuro!

    RispondiElimina
  57. Ora comprendo il perché della tua assenza sul web e devo dirti che avere appreso ciò che hai vissuto mi ha davvero turbato. Ritornerò con piacere a leggere i tuoi post pur nella consapevolezza che su tanti non concorderò ma ti voglio pimpante e fresco per potere contraddirti.

    RispondiElimina
  58. Dedicato ai "complottisti" che continuano ad infestare i social con le loro farneticanti considerazioni:
    È un semplice influenza!
    Non sia mai, e sinceramente non glielo auguro, che doveste un giorno provare l'esperienza come descritta dall'amico al quale auguro una guarigione completa e un'esperienza da dimenticare

    RispondiElimina
  59. Mi scuso per stupidi errori

    RispondiElimina
  60. Giangiuseppe è un mio vecchio e caro amico. Abbiamo condiviso tanto e abbiamo anche tanto litigato, come si fa tra amici. Il 13 marzo l'ultima telefonata, mi chiedeva sul lavoro agile e come muoversi rispetto la normativa. Poi il buio. Niente post, niente chiamate. Niente. Sbirci nel profilo e comprendi la gravità della cosa: Giangi ha il covid 19. Ieri è tornato alle sue battaglie e alla sua vita.
    E per prima cosa ha voluto testimoniare la sua esperienza.
    Vi invito a leggerla. Toglie ogni dubbio su chi ancora gli sembra che non sia questa cosa terribile che dicono essere.
    A mio fratello Giangiuseppe il ben ritrovato con tutto il cuore.

    RispondiElimina
  61. Il mio amico di gioventù Giangiuseppe Gattuso, ce l'ha fatta! La brutta malattia COVID 19 è stata sconfitta. Invito tutti gli scettici, quelli che continuano a scrivere "...c'è qualche cosa che non mi quadra" di leggere fino in fondo questa testimonianza, forse finalmente avranno la possibilità di imparare qualcosa dalla vita reale.

    RispondiElimina
  62. Giangiuseppe sei un antipatico, mi hai fatto commuovere. ��
    Bentornato a casa. Mi sei mancato

    RispondiElimina
  63. Bentornato Giangiuseppe. Pensa che io, vedendo la tua bacheca inattiva, avevo pensato che eri stato bloccato per qualche post non gradito! Poi ho letto che non stavi bene, ma nessuno scriveva cosa avessi. Grazie per la bella e dettagliata testimonianza della tua malattia e della guarigione. È stato un percorso lento e difficile ma alla fine sei uscito vittorioso! Auguri!

    RispondiElimina
  64. Giangiuseppe, mi spiace aver saputo solo dietro il tuo annuncio, anche se ...cosa avrei potuto concretamente fare? Io ho avuto mio fratello, per lo stesso problema, ma fortunosamente in forma minore, ricoverato a Partinico. Ora è uscito, ma ancora il tampone finale non glielo hanno fatto.
    Ti invio un abbraccio galattico, felice di saperti uscito da un incubo non indifferente, augurandoti un sereno futuro unitamente all’intera famiglia

    RispondiElimina
  65. Carissimo, lieto di poterti rileggere. Ti dico solo che il Tuo resoconto ha determinato una tale commozione, in mia moglie, fino a farla piangere.

    RispondiElimina
  66. Giangiuseppe, bentornato!
    E grazie per il racconto veramente commovente e sincero.
    Traspare tutta la passione e l'amore per la vita che ti caratterizza e che, probabilmente, ti ha dato una mano ad uscire da questa brutta avventura!
    Un abbraccio ovviamente virtuale, però molto forte!

    RispondiElimina
  67. Bentornato, Giangiuseppe! Bentornato alla vita di tutti i giorni, al dono prezioso di un respiro, alla libertà di una passeggiata, all'appuntamento irrinunciabile del pranzo in famiglia, a tutte quelle piccole cose che rendono grande la vita! Grazie della tua testimonianza, ci commuove e ci scuote: non daremo più niente per scontato, ringrazieremo Dio per ogni istante che ci viene concesso, ci meraviglieremo per il miracolo di un nuovo giorno. Tantissima gioia, adesso, per te, Giangiuseppe, solo gioia, la meriti, la vita te la deve!! Un grandissimo ed affettuoso abbraccio, con tutto il cuore...

    RispondiElimina
  68. Mi dispiace tantissimo, per fortuna tutto è passato, ricomincia ad essere battagliero e tienici attivi un bacio, augurissimi.

    RispondiElimina
  69. Mio caro Giangiuseppe...che dirti? Mi/ci hai fatto stare in gran pensiero per Te! Sono stata davvero felice di trovare poi il tuo post e adesso questo articolo che colpisce al cuore ogni lettore. Un abbraccio virtuale ma ugualmente affettuoso

    RispondiElimina
  70. Caro amico, mi hai commosso. Non aggiungo altro, altre parole sarebbero superflue.

    RispondiElimina
  71. Bentornato... ho letto tutto. Racconto molto commovente. Sono felice che sei tornato a casa e in famiglia. Adesso riprenditi e, appena ti è possibile, cerca di darmi una mano contro alcuni leghisti leoni da tastiera perché da solo non riesco riesco a tenerli a bada. Spero di leggerti presto. Un abbraccio.

    RispondiElimina
  72. Questo Tuo racconto mi ha profondamente emozionato, è stata una grande sofferenza, ma per fortuna è andata bene, Ti rinnovo il bentornato, Ti auguro di rimetterti in forma il prima possibile e rivederci quanto prima. Un abbraccio affettuoso.

    RispondiElimina
  73. Giangiuseppe, la tua è una interessantissima narrazione liberatoria. Sono contenta di sapere che tutto si è concluso nel migliore dei modi.
    Buona convalescenza e buona vita.

    RispondiElimina
  74. Grandissimo Giangiuseppe sono felicissimo. Mi dispiace non averne saputo niente, perché anche da lontano ti sarei potuto stare “vicino”.
    Un fortissimo abbraccio e bentornato

    RispondiElimina
  75. Caro Giangiuseppe ho letto con molta attenzione e davvero ho avuto i brividi, ma la cosa che fa paura è l'affrontare da soli tutto questo!! È la fisicità dell'abbraccio, che manca credo, la mancanza dell essere fisicamente accanto ai nostri affetti. Dico fisicamente perché come hai detto tuoi affetti li hai sentiti. Sappi che in ufficio siamo stati molto in pena!! Finalmente l'incubo è finito e presto ritorneremo a vederci.

    RispondiElimina
  76. Bentornato Giangiuseppe.... Noi del liceo canonizzato siamo dei guerrieri e tu lo hai dimostrato e continuerai ancora... Mi sono mancate le tue opinioni politiche

    RispondiElimina
  77. Eccoti finalmente! Grazie a te per la preziosa e commovente testimonianza ed al Buon Dio per averti dedicato una "speciale carezza". Bentornato Giangi!

    RispondiElimina
  78. Soltanto adesso, leggendo la tua memoria , so cosa ti è capitato. Ne ero ignaro. Sono stupefatto. Non ho parole. Leggendoti mi hai fatto provare insieme a te tutte le angosce e le emozioni che hai vissuto e descritto con grandissima efficacia. Sono felicissimo per te , per la tua famiglia e per me che ho ritrovato un vecchio e caro amico che invece non sapevo di poter perdere .
    Un abbraccio grande grande.

    RispondiElimina
  79. Il mio commento è quello appena pubblicato alle 23,56, con incipit "soltanto adesso....". Non so perché , ma non ha riportato il mio nome.
    Sono Pasquale Nevone
    Domani ti chiamo
    Ciao

    RispondiElimina
  80. Letto d'un fiato, lacrimucce e felicità nel leggerti, ti vogliamo tanto bene Giangiuseppe bentornato!

    RispondiElimina
  81. Grazie per avere raccontato tutto questo con il cuore. Sono contentissima che tutto si sia concluso bene. Sono belli i rapporti di affetto che si sono instaurati con coloro che ti hanno aiutato a superare le difficoltà della malattia. Ben ritornato!

    RispondiElimina
  82. Caro Giangiuseppe, sono rimasto basito nell'apprendere della tua battaglia con il Coronavirus, davvero impressionante. Sono felice che hai superato questa prova difficile e pericolosa. Mi dispiace di non averne saputo nulla

    RispondiElimina
  83. Ciao carissimo amico dei bei tempi... felice di sentirti bene e felice di sapere solo ora che è passato tutto, questa notizia... fortunatamente qui è stato tutto più ovattato e meno eclatante che altrove ma tu sei la conferma che il problema c'è stato anche da noi e chi lo ha vissuto come te ha sofferto veramente pur avendo la fortuna ,da quanto capisco, di non necessitare della terapia intensiva. Sicuramente un monito perchè nessuno di noi sottovaluti il prossimo futuro... Auguri di una veloce e totale guarigione amico mio.

    RispondiElimina
  84. Grazie Giangiuseppe per la tua importante e intensa testimonianza, mi sono commossa!!! Bentornato alla vita e tanti auguri.

    RispondiElimina
  85. Bentornato Giuseppe, sono felice che la brutta esperienza sia passata, spero che questo periodo passi presto così da darci la possibilità di conoscerci.
    Un abbraccio virtuale

    RispondiElimina
  86. La tua storia mi ha commosso. Hai sofferto. Ma ce l'hai fatta. Auguri Gianni. Ti abbraccio

    RispondiElimina
  87. A noi il piacere di leggerti, a te il privilegio di potere raccontare questa avventura e questo epilogo. Auguri!

    RispondiElimina
  88. Bentornato. Felicissima che l’hai scampata bella. Spero che la tua toccante testimonianza raggiunga chi pensa che sia già tutto finito.

    RispondiElimina
  89. Un abbraccio Giangiuseppe felicissimo di leggerti, non sapevo di questa Tua dura battaglia. Felice due volte: per la Tua salute, per la serenità ritornata tra i Tuoi affetti e poi perché tornerà per tutti noi amici di Facebook il Tuo giudizio luminoso e colto. Un abbraccio

    RispondiElimina
  90. Un Abbraccio Giangiuseppe e un bentornato, grazie per aver raccontato la tua esperienza, l'ho condivisa per tutti quelli che si sono lamentati e che continuano a farlo per le restrizioni alla loro libertà... l'alternativa era ed è il contagio... una scommessa con la Vita o la MORTE....

    RispondiElimina
  91. Caro Giangiuseppe, con animo felice e rilassato apprendo finalmente dal tuo articolo "lOdissea" della tua malattia. Oggi 17 maggio tiro un respiro di sollievo, quel respiro che trattenevo da giorni perchè nessuno era in grado di fornimi notizie precise. Io ero intenzionato a chiamarti a telefono, perchè in possesso e da te gentilmente fornitomi, però mi sconsigliava una mia amica parlermitana. Beh... che dire caro Giangiuseppe, ti faccio i miei auguri per la tua guarigione definitiva ed un fraterno abbraccio.

    RispondiElimina
  92. Felice ritorno,ed un grande applauso a tutti medici infermieri e tutte quelle persone che in prima linea hanno aiutato con forza e coraggio e amore.

    RispondiElimina
  93. Giangiuseppe, penso che ad accudirti siano stati i miei colleghi infermieri... chi ti somministravano farmaci erano infermieri chi controllavano i monitor erano gli infermieri chi ti faceva l'igiene erano infermieri chi avvertiva il medico del tuo stare male erano infermieri... Chi erano a contatto con te erano i miei collegi rischiando il contagio erano i miei colleghi... concludo grazie al personale infermieristico... mi sembra doveroso ringraziare i miei colleghi prima dei medici.

    RispondiElimina
  94. Gian Franco Ferraris17 maggio 2020 alle ore 23:14

    sono molto felice che sei sulla via della guarigione. E hai scritto un diario vero e commovente - utile per chi si potesse ammalare

    RispondiElimina
  95. Ah ecco dove eri finito! adesso però si torna a litigare. Complimenti grandi per la guarigione e auguri cari per la convalescenza se ne hai bisogno. Bentornato Giangiu

    RispondiElimina
  96. Ohmmiddio!! Bentornato caro Gianni, sono felicissimo per te che ce la hai fatta, la tua determinazione è da ammirare davvero. Un abbraccio caro e sii forte come sei sempre stato.

    RispondiElimina
  97. Francesco Quartararo17 maggio 2020 alle ore 23:22

    Il tuo bel sorriso è tornato tra noi; grande guerriero vittorioso su un nemico molto insidioso; penso che ci risentiremo.

    RispondiElimina
  98. Che esperienza Giangiuseppe, posso immaginare.... Sono felicissima che ti sia ripreso e che sia tornato tra i tuoi cari. Ti abbraccio!

    RispondiElimina
  99. Sono contenta di risentirti Giangiuseppe.
    Visto che gli angeli esistono? Ma soprattutto il buon Dio che non ci abbandona mai....
    Un abbraccio

    RispondiElimina
  100. Grazie del tuo condividere con noi, così forse potremo capire meglio cosa è ammalarsi di coronavirus che tanti, forse troppi hanno preso un po' superficialmente. Un abbraccio di cuore e bentornato

    RispondiElimina
  101. Bentornato amico virtuale.
    Ho letto tutto fino all'ultimo rigo. Mi sono commosso leggendo la tua triste esperienza ma sono felice di poterti abbracciare simbolicamente ed augurarti un mondo di bene.
    Auguri e bentornato!

    RispondiElimina
  102. Sono Felice che posso sentirti, comprendo in parte il calvario che hai vissuto, Dio Ti assista in ogni attimo Della tua vita, un forte abbraccio virtuale, sentiamoci x un buon caffe. t.v.t.b.

    RispondiElimina
  103. Carissimo Giangiuseppe, che emozione leggerti....non sai quante volte ho controllato la tua pagina con la speranza che avessi scritto qualcosa, ho anche pregato per te, perché mentre leggevo dei tuoi giorni più difficili io li ho immaginati quasi così. Questo virus non è una storia che si racconta per fare paura, ma è la paura. Tu ne sei uscito e sarai ancora più forte, sei stato tenace, una roccia. Sarà stato difficile anche per la tua famiglia, non poterti stare accanto. Penso che di tutto questo periodo, il pensiero dell'isolamento e l'idea della lontananza dai propri affetti è quello che ci ha distrutto tutti. Adesso però godi della tua guarigione. Tanti Auguri di vero cuore

    RispondiElimina
  104. Ottima vena narrativa che fa capire l'alternarsi dei particolari momenti sfortunati e attimi di felicità. Un detto siciliano che diceva: tutto bene quello che si può raccontare.... Auguri

    RispondiElimina
  105. Carissimo Giangiuseppe, sono felice che tu sia guarito. Ho condiviso la tua esperienza e testimonianza affinché tutti leggano e comprendano quanto insidioso e pericoloso sia questo virus e quanto altrettanto pericoloso sia l'allentamento dell'attenzione che si sta verificando ovunque.

    RispondiElimina
  106. Mi sono commossa, per fortuna che sei qui a raccontarlo!!!tutto si è concluso nel migliore dei modi, buona vita! Ma sai come ti sei contagiato?

    RispondiElimina
  107. Ciao Gianni, sono felice che questa brutta avventura sia finita positiva= mente.
    Il tuo articolo, bellissimo, mi ha
    commosso ed intristito pensando a tutti quelli, specie anziani che sono lasciati soli anche fino alla morte.
    Comunque tu ce l'hai fatta e ciò ci rende felici
    A presto rivederci.

    RispondiElimina
  108. Mi sono commosso sino alle lacrime a leggere questa tua avventura conclusa, grazie a Dio, positivamente. Ti ringrazio dal profondo del cuore per avermi voluto rendere partecipe di questa tua esperienza e mi congratulo per la tua guarigione. Un abbraccio caloroso e fraterno e te caro Giangiuseppe con l'auspicio che passata la "procella" chi di dovere consideri che la Sanità Pubblica deve tornare al centro degli interventi statali, che il personale medico e paramedico, mai troppo lodato e ringraziato, torni ad essere numericamente idoneo. Grazie ancora.

    RispondiElimina
  109. Quello che conta è vincere le battaglie, specie quelle mosse da un nemico che ci ha aggrediti subdolamente. Tu hai saputo combattere e vincere splendidamente la TUA. Mi auguro che tanti, come te, ci riescano e che vengano meno molti dei malanni che affliggono questo nostro pianeta, almeno quelli da noi stessi procurati.

    RispondiElimina
  110. Sebastiano Parasiliti22 maggio 2020 alle ore 20:58

    Un grande abbraccio Giangiuseppe, il tuo racconto mi ha commosso. Ti sono vicino. Il peggio è passato, forza e coraggio carissimo!

    RispondiElimina
  111. Carissimo Giangiuseppe, la lettura di questo Tuo scritto mi ha emozionato tantissimo e commosso allo stesso tempo, tantissimi auguri per la tua guarigione e il ritorno alla serena Tua quotidianità.

    RispondiElimina
  112. Rosa Maria Di Benedetto4 giugno 2024 alle ore 17:46

    Carissimo Giangiuseppe solo adesso per caso leggo questo Tuo scritto.Cercavo riferimenti della dott.ssa Busardo'che mi ha in cura.Non sapevo nulla di quanto Ti fosse capitato.Importante che tutto si sia risolto.Sei stato molto corretto nel volere manifestare la Tua gratitudine a chi Ti e'stato vicino in tanta difficoltà. Vi abbraccio Tutti con grande affetto.

    RispondiElimina