Da ciò che si legge sui mezzi d’informazione parliamo anche di investimenti di 600 milioni di euro. Che richiedono l’attivazione di complessi meccanismi amministrativi, di controlli preventivi, di ricerca delle migliori condizioni, di conoscenza, di capacità e, principalmente di “competenza”. Sarebbe interessante, a questo proposito, conoscere che tipo di controlli siano stati effettuati dalla Regione Siciliana sugli atti amministrativi di questi enormi appalti.
Qui si tratta di livelli alti. Siamo di fronte a procedure che richiedono esperienza, preparazione, cultura e senso dello Stato. Mi riferisco alle alte sfere che tutto muovono, che hanno il potere di decidere e incidere. Di modificare, cambiare, aggiustare ogni ganglio operativo della sanità siciliana. Manager di provata fede, capacità e competenza che dovrebbero rivolgere il loro impegno, la loro fatica e intelligenza soltanto per migliorare quei servizi che stanno a cuore ai milioni di cittadini siciliani.
E d'altronde, ognuno di noi, per sé o per qualche parente più anziano, che ha avuto a che fare con i servizi territoriali dell’enorme apparato siciliano potrà testimoniare su come sia evidente questo impegno, e come questo si riflette poi in ogni attività e servizio erogato alla collettività.
Mi riferisco alle tante strutture distribuite nelle grandi città e in provincia. Gli ambulatori per le visite specialistiche, gli esami sierologici, le indagini strumentali più complessi e specifici come Raggi X, TAC, Pet, la fornitura di presidi sanitari, e altro ancora. Insomma quella mole di bisogni che migliaia e migliaia di cittadini devono soddisfare per le loro patologie più o meno gravi.
Ecco il nocciolo del problema. Come possiamo pensare che gente di così alto spessore e con tale mole di impegni possa avere il tempo per occuparsi di queste inezie. Di impiegare parte del loro prezioso tempo a individuare sistemi organizzativi e soluzioni per alleviare i disagi che tantissimi cittadini ogni giorno incontrano proprio nelle strutture territoriali. E ciò vale anche per i loro dante causa responsabili di governo che li hanno nominati. Sono interventi che richiedono tempo prezioso ma che non comportano “investimenti” cospicui. E, di conseguenza, nemmeno adeguati “ritorni”. Non so se sono stato chiaro.
Vi riporto, brevemente se ci riesco, la mia esperienza dopo il mio ricovero ospedaliero per Coronavirus. Nella nota di dimissioni mi sono stati prescritti alcuni esami di controllo da fare a una certa distanza di tempo. Il primo riguardava un prelievo sierologico entro sette giorni dalle dimissioni e cioè in pieno periodo di isolamento. Bene. Il mio medico personale ha dovuto fare i salti mortali per ottenere l’attivazione del prelievo domiciliare dal competente servizio territoriale dell’ASP. E ciò dopo avere consultato negativamente quattro laboratori privati non attrezzati per questo genere di intervento. Ma non è finita. Prima del prelievo bisogna pagare il ticket. E lo si può fare soltanto in sede, il calcolo va effettuato per ogni tipo di esame. Ho risolto grazie a un mio amico che, dopo avere stampato il file della prescrizione, si è recato in sede a fare il turno per il pagamento. Immaginate le difficoltà per chi vive solo o non ha i mezzi per adempiere a queste arcaiche prassi amministrative.
Un signore cerca di capire il mio caso, scrive con una certa difficoltà un modulo, me lo consegna e mi indica di andare giù direttamente alla radiologia senza pagare.
Attendo assieme ad altri pazienti e, arrivato il turno, l’addetta allo sportello dopo avere digitato al PC mi dice che devo pagare il ticket. Ovviamente. Risalgo e pago con il bancomat 53 €. Torno alla radiologia, presento la ricevuta e finalmente mi viene consegnato, con mio stupore, un aggeggio elettronico che mi avrebbe segnalato quando effettuare l’esame. Vedi che organizzazione! Ma soltanto qualche minuto dopo vengo chiamato allo sportello vengo informato dell’impossibilità di effettuare la TAC per un qualche motivo che non capisco. Gentilmente vengo accompagnato allo sportello ticket per il rimborso. Ma ci vuole una motivazione scritta che subito dopo arriva. Non si può, mancano i dispositivi di protezione degli addetti alla macchina. Praticamente è successo che leggendo meglio la prescrizione medica era scattato l’allarme: io ero un ex positivo al virus e avrei potuto contagiare tutti. Mentre per le altre centinaia di persone che gironzolavano in quegli stessi spazi nessuno si poneva il medesimo problema. Avranno avuto una certificazione scritta in fronte. Ma tant'è.
Come finisce? Il mio medico che avevo avvisato del problema mi invita ad aspettare. Una sua telefonata ha fatto succedere una piccola rivoluzione. Sono arrivati i dispositivi di protezione e la TAC è stata effettuata. E, incredibilmente dopo appena 20 minuti mi è stato consegnato il referto.
Tutto questo per dire che quando si vuole arrivano pure i risultati. Ecco perchè bisognerebbe imporre ad ogni manager, ai dirigentoni di competenza e ai politici di governo l'obbligo di recarsi ogni settimana da semplici pazienti nelle strutture territoriali. Si renderebbero così conto, sulla propria pelle, dei problemi che i cittadini sono costretti ad affrontare ogni giorno. Sembrerebbe un'ovvietà. Ma io credo che qualcosa cambierebbero sicuramente in meglio.
Corrotti, corruttori e delinquenti a parte.
Giangiuseppe Gattuso
22 Maggio 2020
Attendo assieme ad altri pazienti e, arrivato il turno, l’addetta allo sportello dopo avere digitato al PC mi dice che devo pagare il ticket. Ovviamente. Risalgo e pago con il bancomat 53 €. Torno alla radiologia, presento la ricevuta e finalmente mi viene consegnato, con mio stupore, un aggeggio elettronico che mi avrebbe segnalato quando effettuare l’esame. Vedi che organizzazione! Ma soltanto qualche minuto dopo vengo chiamato allo sportello vengo informato dell’impossibilità di effettuare la TAC per un qualche motivo che non capisco. Gentilmente vengo accompagnato allo sportello ticket per il rimborso. Ma ci vuole una motivazione scritta che subito dopo arriva. Non si può, mancano i dispositivi di protezione degli addetti alla macchina. Praticamente è successo che leggendo meglio la prescrizione medica era scattato l’allarme: io ero un ex positivo al virus e avrei potuto contagiare tutti. Mentre per le altre centinaia di persone che gironzolavano in quegli stessi spazi nessuno si poneva il medesimo problema. Avranno avuto una certificazione scritta in fronte. Ma tant'è.
Come finisce? Il mio medico che avevo avvisato del problema mi invita ad aspettare. Una sua telefonata ha fatto succedere una piccola rivoluzione. Sono arrivati i dispositivi di protezione e la TAC è stata effettuata. E, incredibilmente dopo appena 20 minuti mi è stato consegnato il referto.
Tutto questo per dire che quando si vuole arrivano pure i risultati. Ecco perchè bisognerebbe imporre ad ogni manager, ai dirigentoni di competenza e ai politici di governo l'obbligo di recarsi ogni settimana da semplici pazienti nelle strutture territoriali. Si renderebbero così conto, sulla propria pelle, dei problemi che i cittadini sono costretti ad affrontare ogni giorno. Sembrerebbe un'ovvietà. Ma io credo che qualcosa cambierebbero sicuramente in meglio.
Corrotti, corruttori e delinquenti a parte.
Giangiuseppe Gattuso
22 Maggio 2020
P.S.
Ecco cosa ha dichiarato il Colonnello Gianluca Angelini della Guardia di Finanza a commento dell’operazione “Sorella Sanità: "È stata disvelata l’esistenza di quello che può essere definito un vero e proprio centro di potere, che conosce e determina i fabbisogni della pubblica amministrazione e gestisce le relative dinamiche di spesa. Centro di potere nel quale si muovono pubblici ufficiali infedeli, faccendieri e imprenditori senza scrupoli disposti a tutto per ottenere appalti milionari.
Ecco cosa ha dichiarato il Colonnello Gianluca Angelini della Guardia di Finanza a commento dell’operazione “Sorella Sanità: "È stata disvelata l’esistenza di quello che può essere definito un vero e proprio centro di potere, che conosce e determina i fabbisogni della pubblica amministrazione e gestisce le relative dinamiche di spesa. Centro di potere nel quale si muovono pubblici ufficiali infedeli, faccendieri e imprenditori senza scrupoli disposti a tutto per ottenere appalti milionari.
Sono state indagini estremamente complesse che hanno denotato un quadro assolutamente allarmante e sconfortante relativo alla gestione degli appalti in un delicato settore quale quello della sanità pubblica. Le gare interessate sono quattro per un valore di circa 600 milioni di euro. Nel corso dell'indagine abbiamo rilevato grazie alle intercettazioni telefoniche ed ambientali che gli indagati applicavano un vero e proprio tariffario sulle commesse alle quali bisognava applicare il 5% che corrispondeva alla mazzetta che gli stessi avrebbero introitato nel tempo". (Cit. Giornale di Sicilia)
Non credo lo faranno mai. Loro hanno i canali preferenziali e nessun interesse a vedere come noi normali cittadini, combattiamo ogni giorno...
RispondiEliminaNon mi meraviglierei affatto se un giorno si scoprirà che ci potrebbe essere un servizio tamponi a domicilio per gli amici degli amici....
RispondiEliminaIo farei di più, obbligherei tutti i cittadini a passare, una volta ogni tre mesi, un giorno in un reparto rianimazione. Credo che ciò cambierebbe il senso della vita a tanta gente.
RispondiEliminaCerto che dopo la tua esperienza non sia facile far capire i problema della sanita' nazionale , sicuramente sono stati fatti dei tagli poderosi a favore della sanita' privata il caso Lombardia lo dimostra perfettamente quel settore muove una vagonata di soldi per certi versi "facili " anche io ho notato da "vecchietto " ho 73 anni che per esempio se un certo esame urologico chiamando l'ufficio per prenotare era gennaio 2020 la mia visita sarebbe stata a ottobre del 2020.Il mio e' solo uno dei tanti esempi per finire ho fissato una intramoenia (visita privata ) e ho fatto l'esame a pagamento in pochi giorni .E va bene cosa si puo' fare non so ma sicuramente questa pandemia spero portera' delle novita' in un settore che e' strategico per la salute di un popolo !!
RispondiEliminaIo credo che manager e politici conoscono bene il disservizio a cui dobbiamo essere sottoposti per diritti che ci spettano...se ne fottono!
RispondiEliminaNon è solo che se ne fottono ma lo provocano e ci sguazzano
RispondiEliminaLa loro malattia non sarebbe trattata come quella degli altri !!!
RispondiEliminai "colletti bianchi" (buona parte) servono due padroni: le istituzioni pubbliche e le organizzazioni private del malaffare.
RispondiEliminaLo sanno, li conoscono i problemi e se ne fottono, perché sono integrati nel sistema, tutt'ora florido delle tangenti, e rispondono solo a quello. Dalle industrie farmaceutiche a quelle bio-sanitarie, che elargiscono la percentuale pattuita coi politici per vendere i loro prodotti. I manager sono gli intermediari stabili tra questo giro di affari, i politici cambiano, ma il linguaggio è sempre quello. Troppo leggera lo spazzacorrotti! Sta agli italiani elettori pretendere pene più pesanti e processi più celeri!
RispondiEliminaOgni manager dovrebbe vivere h24 con due o tre finanzieri accanto.... per legge. Se poi il manager è di osservanza fasciopadana si potrebbe anche arrestare preventivamente....
RispondiEliminaPs. A volte mi stupisco del mio garantismo nei confronti della comunità dei contribuenti!!!!
Dici bene, principalmente "competenza"! Bisogna dire che in molti ne hanno tanta, ma tanta, di questa competenza. Non si spiega altrimenti la grande capacità di impadronirsi di milioni e milioni di euro fagocitando tutto ciò che dovrebbe essere tutela e servizi per i cittadini ��
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