lunedì 24 giugno 2019

CARO DI MAIO PIÙ UMILTÀ E MAGGIORE ASCOLTO

di Maurizio Alesi - Non mi piace affatto la reazione di Luigi Di Maio nei confronti di un esponente importante come Di Battista, del quale in campagna elettorale andava invocando il suo contributo elettorale.
Penso che il nervosismo di Luigi (assai tollerante nei confronti del suo alleato di governo e isterico verso il dissenso interno), denoti una certa insicurezza e mostri un po' la coda di paglia.

Chi svolge le funzioni di capo politico, plenipotenziario e padrone assoluto del movimento che tutto decide senza dare conto e ragione a nessuno, quando la propria forza politica perde 6 milioni di voti dovrebbe avvertire l’umiltà, oltre che l’esigenza, di ascoltare chi ti sta vicino e che non può essere considerato un appestato. Soprattutto quando oltre al capo assoluto si fa anche il vice premier con due macigni di deleghe ministeriali come le sue.

L’attacco a distanza alla voce critica di un’autorevole rappresentante del movimento ha prodotto due effetti negativi: il primo è quello di mettersi contro quella parte movimentista che apprezza la coerenza e il richiamo alle origini gravemente compromesso da un’alleanza forzata tra due forze antitetiche; il secondo errore è quello che attaccando Di Battista ha provocato la reazione divertita di Salvini che gongola per l’insperata contrapposizione, alimentando le divisioni interne al movimento.

Di Maio, nonostante la sua giovane età, mostra un comportamento assai infastidito per chi osa mettere in discussione le sue scelte e questo non va certamente bene, soprattutto quando si tratta di un richiamo alla coerenza che proviene da persone in assoluta buona fede e che hanno a cuore il movimento. Richiama alla memoria la favola di Pinocchio che, infastidito dai buoni consigli del grillo parlante, gli tira una scarpa con l’intento di schiacciarlo sulla parete. Di Battista può essere accusato di essersi allontanato da un impegno istituzionale, però lui lo aveva detto fin dall’inizio del suo mandato parlamentare che non si sarebbe ricandidato: lo ha detto e lo ha fatto.

Nel suo breve libricino Di Battista si è limitato a mettere insieme alcune riflessioni che cercano di indagare i motivi del tonfo elettorale (riflessione mai avvenuta in altre sedi), cercando di interpretare i sentimenti di una buona parte di elettori e sostenitori del M5S, con l’intento di risalire la china e riconquistare i consensi perduti. Nulla di sovversivo, nessuna intenzione di mettere in discussione l’attuale leadership che anzi viene confermata e sostenuta da Alessandro. Luigi il grande, però, preferisce circondarsi da yes man sempre allineati e accondiscendenti, quanto colpevoli insieme al capo per non aver mai osato contraddirlo anche quando pensavano che stesse sbagliando.

Questa politica a me non è mai piaciuta e detesto chi soffoca il dissenso quando è fatto con le migliori delle intenzioni e con l’intento positivo di offrire il proprio contributo. Tutto questo accade mentre un’altra parlamentare lascia il Gruppo per passare al Misto. Si tratta della Nugnes che (non da sola e non da adesso), lamenta gravi carenze democratiche e assenza di dibattito all’interno dei gruppi parlamentari che impediscono un confronto mai avvenuto. Ora non si cada nella facile illazione che chi va via è sempre un traditore. Certo, c’è chi si allontana ammantandosi di nobili motivazioni mentre percorre solo interessi personali ma questo non può essere un alibi usato sempre e nei confronti di tutti al fine di assolvere Di Maio e criminalizzare chi ha qualcosa da ridire.

Il problema della mancanza di comunicazione esiste e non lo scopriamo oggi. Qualcuno pensa che sia giusto così e che il movimento debba parlare con una sola voce. È un’opinione plausibile, ma quando quella voce mostra alcuni limiti e non arriva più nelle orecchie della gente, ci si deve fermare un attimo e cercare di ascoltare chi non ha mai avuto voce in capitolo. Di Battista, nel suo libro, non può essere accusato di aver attaccato il suo ex amico e collega del quale esprime solo giudizi positivi e soltanto chi non vuol vederlo non coglie lo spirito costruttivo del suo ragionamento.

Ma cosa si dovrebbe fare secondo voi di fronte all'evidenza di un tonfo elettorale. Tacere? Dire che tutto va bene madama la marchesa? Girare la testa dall’altra parte facendo finta che si tratta solo di una fase transitoria e che tutto si metterà a posto da solo?

Una forza politica che non riflette sui propri errori e non si interroga sul proprio destino va incontro a disastri peggiori come è successo a Renzi (senza voler fare alcun paragone politico con Di Maio), che ha continuato imperterrito insieme al suo Giglio magico fino a scomparire definitivamente dalla scena politica. Tante volte ho espresso le mie personali convinzioni sulla debacle elettorale che ha motivazioni a matrice complessa, e non starò certo a ripeterle in questa sede.

Io non pretendo certo di avere la verità in tasca e non ho soluzioni da proporre, ma quello che è insopportabile è assistere all'arroganza di chi, forse, sta iniziando a familiarizzare e assaporare il fascino del potere. Questo, ritengo, sia l’allarme da raccogliere lanciato da Alessandro Di Battista nel suo libro.

Maurizio Alesi
24 Giugno 2019

38 commenti:

  1. DI MAIO, ALL'ASSEMBLEA DI TERNI: "Dobbiamo dircelo, su molti temi non avevamo delle posizioni nette. E' logico poi che quando arriviamo al punto di prendere una decisione qualunque decisione prendi scontenti". E ancora: "Non c'è stato modo di confrontarci regolarmente, di formarci, di incontrare professionisti che ci spiegassero bene alcune questioni per poter poi prendere una decisione". Poi l'ammissione: "Da quando siamo entrati nelle istituzioni e nelle dinamiche dell'Italia, abbiamo capito cosa si può fare e cosa non si può fare. E soprattutto nell'ultimo anno abbiamo capito quanto incida l'Europa". Questi alcuni dei passaggi dell'analisi dello stato di salute del M5S fornita da Luigi Di Maio in chiusura all'assemblea territoriale degli attivisti 5 Stelle a Terni, il primo di una serie di incontri convocati per rilanciare il Movimento dopo gli ultimi deludenti risultati elettorali. La riunione in teoria è off limits per i giornalisti, ma le porte della sala lasciate aperte e il tono concitato del capo grillino permettono ai cronisti di udire distintamente e registrare le parole di Di Maio anche dagli spazi adiacenti al luogo dell'incontro. Nel corso del suo intervento, il capo politico prova poi a placare i malumori degli attivisti e a galvanizzarli: "Ora dobbiamo rafforzare le fondamenta per tenere in piedi il palazzo, le fondamenta sono i gruppi sul territorio, quello è il nostro esercito".

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    1. Inutili idioti.

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    2. Marcello Capetta, ti trovavi meglio con gli inutili malfattori, quelli che ci hanno "governato" per anni e lasciati senza manco le braghe?

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  2. la base è una componente necessaria e sufficiente perchè ci sia un "vertice"

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  3. Condivido ogni parola... nulla da aggiungere.

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  4. Forse perché Di Maio si è reso conto che fare 2 mesi di campagna elettorale nel dire
    Salvini
    Salvini
    Salvini
    E niente altro ...
    ha solo regalato un paio di milioni di voti a salvini?
    Forse perché di maio è contrario alla caduta del governo mentre Di Battista sta lavorando a quello?
    Di Battista se vuole dare il suo contributo la smetta di proporsi come il portavoce di Andrea Scanzi e del FQ
    Parli di politica non di trapianti di capelli e fesserie varie
    Dica un no NETTO alla riforma delle autonomie!
    Se vuole contrapporsi a salvini lo faccia con argomentazioni politiche non con stupidaggini adolescenziali
    Chi piscia più lontano si fa da ragazzini

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  5. Di Maio più umiltà??? Ma per favoreeeee

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  6. Stefania Sardisco, ti sembra umile chi accentra in sè tutti poteri istituzionali e politici e non lascia spazio a chi ha qualcosa da dire. Continuate a farvi del male.

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    1. Maurizio Alesi, chi ha avuto qualcosa da dire e non è stato ascoltato?? Chi?

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  7. Cara Stefania Sardisco, tutti coloro su cui pesa la minaccia della scomunica e l'allontanamento. Ma quando vi svegliate. Non conosci i malumori interni dei vari deputati e Senatori che non ne possono più dello strapotere di Di Maio. Voi vedete solo la faccetta ingenua del capo. Non so se vi capiterà mai di ascoltare le confidenze di un parlamentare.

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  8. Concordo con Stefania, perchè più umiltà? in un anno ne ha passate di ogni, sempre sotto attacco! ha dovuto anche accettare, per poter far passare i punti importanti al Movimento, accettare le sparate del felpone. E dovrebbe essere umile? che deve fare ancora? fare il leccalulo?

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  9. Maurizio Alesi, e perchè l'han rivotato come capo del Movimento? potevano sfiduciarlo ma tutti zitti e poi dietro fanno i frignoni? qualcuno forse ma quelli che contano non credo proprio.

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    1. Lo ha rivotato lo 0,1 degli elettori. La sua rielezione a capo è priva di ogni valore politico poichè non rappresenta lo scontento della stragrande maggioranza di chi vota il movimento. In ogni caso io non volevo fare il processo politico a Di Maio. Ho solo stigmatizzato il suo comportamento verso i dissidenti e verso coloro che gli sono sempre stati vicini.

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  10. Io vedo un Di Maio molto stressato, attacchi continui da chi non ha a cuore il bene dell'Italia, attacchi da tutte le parti politiche e sociali e tanti problemi ereditati di non facile soluzioni. In Italia non vengono puniti i corrotti, chi è stato causa dei disastri, vengono puniti coloro che vogliono risolvere, riparare i danni creati,
    Il film L'ora Legale la dice lunga!

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  11. Di Maio ha solo troppa umiltà ... accusarlo di questo è davvero il colmo!

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    1. Ti sembra umile una persona che si è autoattribuiti due ministeri, che fa il vice premier e che è anche capo assoluto del movimento? Questa si chiama arroganza altro che umiltà. Non c'era proprio nessun altro all'altezza a cui delegare qualche funzione delle sue? Non ricordo un solo caso di tanto accentramento di potere nelle stesse mani, neppure nella Prima repubblica. E ho detto tutto.

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  12. Viviamo in un mondo di lupi o quasi tali, chi non si allinea o di adegua al sistema è tagliato fuori e noi ci caschiamo sempre perché in fondo in fondo amiamo l'orrido che è in noi.

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  13. Credo ci sia una certa incomprensione da parte di qualcuno nei confronti di ciò che ha scritto Maurizio Alesi.
    Non si tratta dell'umiltà in più che il capo politico deve avere nei confronti degli altri, degli esterni e avversari del M5S. Si tratta, invece, di quell'attenzione che proprio lui ha il dovere di avere nei confronti di chi, dall'interno, e specialmente da chi ha contribuito a farlo nascere il Movimento, manifesta perplessità, cerca di cogliere le esigenze che emergono e prospetta un percorso per modificare una situazione di difficoltà. Perché credo sia innegabile, se non vogliamo turarci occhi e orecchie, che il M5S da quando è al governo attraversa un lungo periodo critico. E i segnali arrivati dalle europee del 26 maggio e quelli delle amministrative, nonostante sia vero che quel tipo di elezioni non è molto congeniale alla struttura del Movimento, sono incontrovertibili.
    Il problema, quindi non può essere Maurizio Alesi, cara Stefania Sardisco, e nemmeno Alessandro Di Battista che esprimono un pensiero, magari urticante, ma che rispecchia una situazione oggettiva.

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    1. Grazie caro Giangiuseppe per la tua opportuna precisazione che rispecchia perfettamente il mio pensiero. Purtroppo, come diceva qualcuno più illustre di noi, "Il sonno della ragione genera mostri.

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    2. Giangiuseppe, nessun mi toglie dalla testa che le decisioni che contano, non quelle di ordinaria amministrazione e regolamentari nel M5S, sono di gruppo, del gruppo di comando, sempre, mai individuali. Diversamente non sarebbe il M5S.

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    3. Giangiuseppe Gattuso carissimo, anche a te �� certo il problema non è Maurizio che esprime il suo parere, seppur di parte, legittimante. Ma se fosse stato Di Maio a fare interventi nel contempo della presentazione del suo libro, non oso pensare chi e come si sarebbe scagliato contro Luigi. Buon pomeriggio.

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    4. Giangiuseppe, il problema è stare al governo ma far finta di stare all' opposizione.
      Di battista di politicamente rivelante non ha detto nulla.
      Il solito bla bla bla su salvini.

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    5. Giangiuseppe, quindi sputtaniamoci a vicenda che è costruttivo e umile! E caro Maurizio Alesi modera i termini che a esser mostri, a quanto pare, si è bravi in molti.

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    6. ...certo Giangiuseppe ognuno esprime il proprio pensiero in libertà totale. ma tra dire ciò che si pensa e fare un dibattito unilaterale a discapito di Di Maio, se permetti non è dire ciò che si pensa ma far valere il proprio pensiero a tutti i costi. e di tuttologi che vogliono avere sempre ragione a tutti i costi è pieno il mondo. lo sappiamo tutti che è un momento molto delicato per il M5S ma anzichè passare il tempo a inasprire questi problemi, io lo passo a condividere ciò che il M5S e specie il nostro Di Maio sta facendo un ottimo lavoro! condividete il tavolo di Taranto anziché stare qua a criticarlo! e chiudo perchè non spreco tempo in sterili discussioni!

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  14. Io vedo un NON problema tra Di Maio e di Battista, alimentato dal meretricio mediatico, e finanche da tifosi dell'uno o dell'altro.

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    1. Purtroppo la polemica è alimentata esclusivamente da Di Maio che ha rilasciato più di una dichiarazione netta, contro Di Battista che a suo dire "denigra" il movimento. Stavolta i media c'entrano poco. Di Maio lo ha scritto anche sul Blog delle stelle.

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  15. Di Maio ha avuto per lunghi mesi tanti attacchi da quelli che non possono sopportare Salvini in quanto tale, figuriamoci come alleato di governo. Gli attacchi si sono acuiti e moltiplicati a partire dalla vicenda del mancato processo a Salvini. Batti oggi e batti domani, il povero Di Maio forse si è convinto che il torto era suo, e, negli ultimi due mesi di campagna elettorale ha ceduto, ascoltando le comari implacabili, come Alesi, che qualsiasi governo si porta appresso, e ha cominciato ad andare addosso a Salvini all'arma bianca. Il risultato lo abbiamo visto tutti. Consensi più che dimezzati e inevitabili processi sommari contro Di Maio. Adesso alle comari non va bene che Di Maio si incazzi un pò per quello che Di Battista ha scritto nel suo libro, e lo rimproverano sollevando la questione del dissenso e della democrazia interna. Nel mentre non si accorgono che il chiacchierone Di Battista con i suoi continui cicalecci contro Salvini gli sta facendo un altro favore, quello di aumentargli ancora il consenso, ma Di Maio deve ascoltarlo, che tradotto significa che anche lui deve dare addosso a Salvini. Ciò però contrasta con la realtà delle cose, come si è visto dai risultati elettorali. Insomma, care comari, qualsiasi cosa faccia Di Maio, a voi non va bene. Come si dice in dialetto siculo: larga nun vi veni e stritta nun vi frasi.
    Consiglio: andate voi a fare il vice premier e capo del Movimento. Vediamo cosa sapete fare.

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  16. Lascio a te l'epiteto di comare che ti è assai più congeniale viste le tue preferenze politiche e le tue scelte elettorali, sempre in soccorso dei peggiori. Io ho parlato di un tema molto preciso e circostanziato, senza generalizzazioni o processi sommari. Se hai argomenti per confutarli (dubito fortemente visto la mancanza di allenamento al ragionamento), fai uno sforzo e cerca di esternarli, altrimenti abbi la decenza di tacere senza avventurarti in improbabili analisi. Di Battista dice cose che pensano in tanti e Di Maio ha il dovere di rispettare chi ha contribuito a fondare il movimento e che continua ad avere diritto di parola. Tu continua pure a fare l’avvocato delle cause perse ma ogni tanto fai un po' di ripasso. Dopo quello che hai detto su Di Maio e i 5S vederti con la toga a difenderlo fa un po' sorridere. Ma tu sei fatto così.

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    1. Perché te la prendi così tanto per una battuta. Se io facessi come te dovrei incazzarmi come una iena, perchè tu pretendi conoscere ma soprattutto censurare le mie presunte preferenze politiche, perchè pretendi che io non sappia ragionare, perchè quando dico qualcosa su qualcuno, in questo caso su Di Maio, tu pretendi che me ne debba ricordare finché campo o che non possa dire altro di diverso o che, al limite, non possa cambiare idea.. Rilassati un poco, io continuerò a fare l'avvocato delle cause perse, ma non mi permetterò mai di offendere uno col quale ogni tanto, anche se soltanto per polemizzare, mi permetto dialogare a distanza, visto che non abbiamo nemmeno il contatto diretto in fb

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  17. Penso che chi è grillino nell'anima non ha lasciato il movimento e chi l'ha lasciato si sia diretto verso la lega, forse per quella posizione netta contro gli immigrati clandestini e la legittima difesa, temi che stanno a cuore a tanti italiani che vivono male i continui episodi delinquenziali contro le loro attività o che, vivendo nelle periferie con le famiglie, temono lo spaccio di droghe e tanto altro di più. MA I VERI grillini, sono rimasti fedeli al movimento che rappresenta una speranza di liberazione dal marcio delle corruttele vergognose di magistrati e giudici targati PD. Chi non è andato a votare non crede nel movimento e ha fatto il gioco di altri partiti. E chi è ritornato al PD, meglio ci resti.. non avendo capito che quel partito ha toccato il fondo Spero che Di Maio e Di Battista formino presto il sodalizio di sempre e non diano adito agli pseudo giornalai di soffiare su una piccola scintilla che sperano diventi un incendio

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    1. La politica non è una religione a cui si aderisce per fede. La politica è quanto di più concreto e materiale possa esistere. Non ci sono "i veri grillini" rimasti fedeli al movimento. La fedeltà è un valore legato ai propri principi e alla propria morale, non ai partiti o ai movimenti. Si rimane in un partito finchè la sua condotta coincide con ciò a cui si crede, altrimenti si cerca altro o ci si dissocia dal voto. Questo vale in via generale. I 6 milioni di elettori scappati via non possono essere accusati di non appartenere alla sacra categoria dei "fedeli al movimento" ma si tratta di persone deluse dalle scelte opinabili del movimento nel corso di quest'ultimo anno di governo.

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  18. Trovo l'analisi di Maurizio Alesi perfetta, chissà quando di Maio riuscirà a comprendere che la strada del movimento, in questo modo, porta al baratro. Ha delle enormi responsabilità, si attorni di gente capace, invece di sorridere eternamente come un ebete, mentre il treno gli va addosso...

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  19. … indipendentemente da tutto, vorrei ricordare che Di Maio è il rappresentante che abbiamo eletto, colui a cui abbiamo caricato la responsabilità di tutte le nostre aspettative. Non voglio credere che stia nascendo una polemica tra Di Maio e Dibattista, sicuramente a breve tutto verrà chiarito, se così non fosse, inviterei Dibattista a non fare come i nostri avversari … ora che sono fuori dal Governo sbraitano ogni giorno la loro soluzione che quando erano al Governo non avevano. … Di Battista, con tutto l'affetto e il rispetto possibile, hai deciso di stare fuori e ora non puoi rientrare a "gambatesa", dividendo il Movimento.

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  20. Maurizio Alesi carissimo, non voler fare bene i conti su come si son persi tali voti non è giusto. I voti persi vengono da una grossa fetta di antirenziani che hanno abbandonato il PD proprio per farlo notare e all'arrivo di Zingaretti son tornati dal loro amore "malato" il PD come se il tale Zinga fosse l'angelo salva partito ed è pure indagato. Un'altra fetta è di italiani senza coscienza che han riempito la pancia di Salvini contro i migranti, perché del resto nulla ha fatto. Dulcis in fundo i casti e puri del Movimento che hanno bersagliato pubblicamente, causa la loro infatuazione del DiBa perché ha lasciato il posto a DiMaio o del nemmeno immaginare cosa sia significato governare con la melma lasciata dagli altri. Inoltre aver non digerito che la maggioranza ha votato contro il processo del Salvini, evviva il rispetto della democrazia. Bastava che avessero votato contro, ma si sono astenuti dal farlo vigliaccamente. Se DiMaio è umile, e lo è, per i media e molti grillini è scemo, se tiene duro non è umile. Mi sembra tutto così assurdo. Personalmente lo ringrazio per come ci ha messo la sua vita in mezzo a tali delinquenti politici e molti forsennati grillini. Remember, così facendo si perdono ancora più voti da quelli che non si documentano e superficialmente si definisco "delusi".

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    1. I delusi del M5S sono delusi convinti, non superficiali. Dal M5S si aspettavano una rivoluzione vera, autentica, non mediata da partiti del sistema come la Lega. Inseguire i compromessi è una prerogativa dei vecchi partiti e non dei pentastellati. Hanno voluto fare il governo con la Lega a tutti i costi e adesso stanno pagando pegno, anche se hanno fatto delle buone leggi. Questa enfasi su Di Maio vi porterà a sbattere. Ci siamo vicini.

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  21. un mio modesto contributo: se di Maio ha una rotta o programma da attuare può soltanto modificarlo dinanzi a situazioni oggettive. Non può ascoltare ognuno individualmente chi rema perché sappiamo che se ci casca arriva il caos.

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    1. Non so proprio cosa ci sia di più oggettivo di una perdita catastrofica di consensi. Se mantiene la stessa rotta in queste condizioni vuol dire che ha la vocazione all'autodistruzione.

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  22. Di Battista versus Di Maio

    Di Battista col suo libro sta offrendo idee e contenuti e perfino pezzi di anima a un Movimento che vive una crisi bizzarra. Il Movimento governa bene, sta mantenendo le promesse, è l’unico che non ruba, eppure in un anno ha dimezzato i voti seppur alle europee. Roba mai vista in politica. Eppure i fatti dicono che milioni di persone non si sentono più rappresentate dal Movimento in questa fase. Ed è proprio in questo che Di Battista può essere fondamentale. A recuperare quel patos e quel rapporto con la società che il Movimento ha perso passando dalla “lotta” al “governo”. Tra chi ha voltato le spalle al Movimento ci sono molti traditori, molte vittime di una stampa da terzo mondo, molti che del Movimento non sono in realtà mai stati, ma anche molti delusi “veri”. Delusi che però non hanno votato il vecchio regime, sono stati a casa. Come se volessero mandare il messaggio di essere disposti a rivotare a 5 stelle non appena si riconosceranno ancora nel Movimento. Milioni di cittadini che non possono certo essere ignorati e che poco hanno a che fare con la “riorganizzazione interna” e molto di più con la percezione del governo gialloverde. Per tentare di ricucire lo strappo coi delusi, oggi come oggi non c’è nessuno meglio di Di Battista. E questo non solo perché è il migliore comunicatore, ma anche perché è promotore di temi politici e culturali che costituiscono l’anima del Movimento. Temi che il Movimento non ha tradito, ma che governando con la Lega ha accantonato. Un grosso errore anche se comprensibile. Troppa roba da fare e la responsabilità nazionale non è uno scherzo, ma c’è un contratto. C’è una lista di cosa da fare con la Lega, non un’alleanza. E il Movimento ha tutto il diritto di portare avanti le sue idee e i suoi valori nella società anche se a Salvini non piacciono. Al governo, il Movimento deve procedere col freno a mano tirato per mantenere gli equilibri, ma fuori ha tutto il diritto di guardare oltre questa esperienza gialloverde, rivendicando la sua diversità e rinnovando la sua agenda per il futuro. Cittadini esasperati da anni di crisi economica e marciume politico, vogliono che le proprie ambizioni di cambiamento radicale, rimangano vive. E oggi solo Di Battista potrebbe riuscirci ridando al Movimento quella personalità e quei contenuti e quei toni che milioni di cittadini ritengono il Movimento al governo abbia smarrito. E Di Battista avrebbe tutto il diritto di farlo visto che questa maggioranza e questo governo sono lì grazie a molti voti che ha portato lui in anni di campagne elettorali. Ma dualità o litigi o tifoserie che difendono i loro idoli, è robaccia da vecchia politica che farebbe male al Movimento. Di Battista e Di Maio sono entrambi fondamentali. Uno di lotta e l’altro di governo. Due anime che possono e devono convivere. A differenza dei vecchi partiti, il Movimento è plurale e non in mano a boss e cordate. Quello che lo unisce è il nemico comune, è la battaglia. E il cuore del Movimento sono i cittadini, non i “leader” che vanno e che vengono. E in attesa che emergano nuove facce che guideranno il Movimento domani, Di Battista oggi è l’unico che potrebbe riuscire a rilanciare il Movimento. Il dubbio è che Di Battista dia fastidio più a Salvini che a Di Maio e che in questo senso "destabilizza". Salvini teme molto Di Battista sia mediaticamente che intellettualmente . Ma questa dovrebbe essere una ragione in più per dare il bentornato al guerriero e per ridare al Movimento quel volto “di lotta” che l’esperienza governativa ha comprensibilmente assopito.

    Tommaso Merlo

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