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lunedì 29 aprile 2019

DUE PAROLE SU ARMANDO SIRI DELLA LEGA

di Maurizio Alesi - Chi ha a cuore la questione morale e l’onestà come precondizione per presentarsi agli elettori e, soprattutto, per governare il Paese
non può che schierarsi nettamente a favore delle dimissioni, spontanee o forzate che siano, del sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Armando Siri accusato di avere ricevuto 30.000 euro a fronte di un emendamento presentato più volte, in favore di Paolo Arata imprenditore del settore energetico, a sua volta socio occulto di Vito Nicastri re dell’eolico, accusato nientemeno di aver favorito la latitanza di Matteo Messina Denaro.

C’è invece chi se ne fotte della decenza, delle nefandezze commesse nell’esercizio di pubbliche funzioni e difende i comportamenti equivoci di un condannato per bancarotta fraudolenta nonché colpito dalle recenti pesanti accuse. Di solito chi tiene questa posizione ripete sempre la solita frase fatta: fino al terzo grado di giudizio tutti i cittadini sono innocenti. Oppure: i processi si fanno in tribunale. E me cojoni direbbero a Roma. Nessuno ha mai messo in dubbio l’art. 27, co. 2 della Costituzione che c’entra come i cavoli a merenda sul caso Siri. Dipendesse da me, le intercettazioni in mano alla Procura sarebbero sufficienti per allontanare Siri in via precauzionale anche se non ancora condannato. Ma il sottosegretario deve andarsene per motivi che esulano dalle sue eventuali responsabilità penali che saranno accertate dalla magistratura. Il problema sta nell'aver piegato la sua funzione agli interessi personali. Questo getta ombre pesanti e mette a rischio la sua funzione di rappresentante di governo.

Il punto è che Siri, con la sua condotta, ha perso la fiducia del presidente del Consiglio mettendo a disposizione di un amico (e che amico), la sua posizione istituzionale. Non solo, ma ha anche mostrato di avere la coda di paglia mentendo e cambiando tre versioni sul suo grado di conoscenza di Arata. Se non fosse stato per il M5S che lo ha sempre bloccato avremmo approvato una legge ad personam come ai bei tempi di Berlusconi, che odorava di interessi mafiosi. Già è un fatto irrituale e sospetto che un sottosegretario si occupi, con tanto zelo, di una materia estranea alle sue deleghe di governo. Era infatti un vestitino su misura per l’imprenditore amico che avrebbe agevolato i suoi affari. Paolo Arata, amico di Siri, non è uno qualsiasi.

È uno a cui Salvini ha fatto scrivere il programma sull'energia per la Lega, ha relazionato in convegni pubblici sull'eolico a nome del Carroccio, anche se Salvini ha il coraggio di dire che lo ha visto una volta sola. È come se il piano dei trasporti lo scrivesse la Fiat. Si chiama conflitto d’interessi e le vicende giudiziarie, ancorché gravissime, non c’entrano nulla con la sacrosanta richiesta di dimissioni che rispondono piuttosto a principi di etica e di moralità. Molti difensori di Siri (sarà perché hanno tanti indagati in casa loro), continuano a sproloquiare di un malinteso senso del garantismo per coprire ladri e farabutti. L’Italia è forse l’unico Paese in cui le normali regole e comportamenti che usiamo nella nostra vita quotidiana, non si applicano alla politica e ai suoi rappresentanti.

C’è un eloquente esempio riferito da un importante magistrato che è questo. Affideremmo la nostra bambina per accompagnarla a scuola ad un nostro vicino indagato per pedofilia? Dal punto di vista giuridico è innocente fino al terzo grado di giudizio, tuttavia nessuno si sognerebbe di attendere la sentenza definitiva prima di prendere le necessarie precauzioni. Oppure, inviteremmo ancora a cena una persona che abbiamo visto uscire da casa nostra con l’argenteria in tasca? Anche quello è innocente fino all’ultimo grado di giudizio ma quale imbecille continuerebbe ancora a frequentarlo. Queste elementari precauzioni di buon senso dovrebbero valere ancora di più per chi agisce in rappresentanza dei cittadini, specialmente se si ricoprono incarichi di governo.

Si chiama prudenza e deve essere adottata nell'interesse della comunità amministrata, così come faremmo da privati cittadini di fronte a comportamenti scorretti o non del tutto chiari nei nostri confronti. La prudenza (ce l’hanno insegnato al catechismo), è una virtù cardinale che dispone la ragione pratica a discernere in ogni circostanza il bene nostro e degli altri e a scegliere i mezzi adeguati per compierlo. È un parametro che la politica dovrebbe adottare ancor prima, e senza aspettare le decisioni della magistratura. Invece si delegano i giudici a fare pulizia nei partiti, con i tempi biblici del processo penale.

E poi si lamentano dell’intrusione della magistratura in politica, quando sono i partiti ad abdicare ai loro compiti. Certo aver accettato di far entrare Siri, già condannato, nel governo (ancorché espressione della Lega e non del 5S) è stata una leggerezza per il Movimento ma non per questo può essere lasciato al suo posto dopo aver avuto piena contezza della sua scorrettezza.

Maurizio Alesi
29 Aprile 2019

20 commenti:

  1. Sono talmente pleonastici, questi discorsi, che non si dovrebbe avere il pensiero di scriverli. Credo che, dietro a tutto ciò, ci sia un balletto, che vedremo almeno fino al 26 maggio! Lecita, la richiesta del M5S, di accantonarlo, almeno per il momento. Incomprensibile, la piena difesa della lega, perché, a prescindere dall'esito delle indagini, in questo momento, non è uomo che possa rimanere dov'è.

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  2. Antonella Possoni Invece io credo che bisogna scriverli questi discorsi. Forse non si è capito che sta passando il messaggio che Siri deve restare perché non ha avuto nessuna condanna. Si lasci che almeno una voce nel deserto fornisca una lettura diversa.

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  3. Comprensibilissima la difesa della Lega, partito notoriamente legato al Berlusconi e i cui vertici originari sono stati condannati per uso improprio del denaro pubblico erogato dallo Stato a titolo di rimborso elettorale e svanito nel nulla. Se agissero in modo diverso chiaramente sarebbero in contraddizione con se stessi e inoltre riconoscerebbero di non fare gli interessi dei cittadini che li votano ma i propri e quello degli amici degli amici. Ergo....

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  4. Conte dovrebbe sollevarlo dall'incarico al più presto, di sicuro prima delle elezioni europee. Se non lo facesse darebbe segnali di debolezza e di subalternità alla Lega.

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  5. Concordo con quanto espresso da Antonella Possoni in merito al carattere superfluo di questi discorsi che, proprio per questo, non meriterebbero di essere fatti, tuttavia bisogna anche tener presente del contesto storico che stiamo vivendo, un contesto per certi versi Kafkiano in cui capacità di autocritica e critica sono azzerate.

    Purtroppo il contesto è quello dove si critica chi fa bene e si giustifica chi opera male, se non addirittura fuori legge, approfittando del fatto che l'opinione pubblica si abbevera a fonti di informazione drogate e, ahimè, ha una memoria da pesciolini rossi.

    Gli esempi sono tanti e solo per citarne alcuni rammento le critiche a chi realizzò la trazzera a tempi di record ovviando all'interruzione della strada (che per inciso ancora sussiste), il salvataggio delle banche a danno dei risparmiatori, la condanna definitiva spacciata per persecuzione della magistratura, le mutande versi, ecc...

    Così, accade che fatti palesemente in contrasto con i principi morali della convivenza civile, vengono artificiosamente sottratti al giudizio morale a vantaggio di quello legale, pur sapendo che non tutto ciò che è legale è morale.

    Quello che è pleonastico, allora, sono i mantra con i quali si mette in secondo piano il giudizio morale sull'operato di coloro che rappresentano le istituzioni i quali dovrebbero sempre essere al di sopra di ogni sospetto e, parafrasando Plutarco, conformarsi al principio per cui "La moglie di Cesare deve non solo essere onesta, ma anche sembrare onesta.

    Quindi, ciò che è pleonastico non sono i discorsi ma i comportamenti che rendono necessari fare questi discorsi.

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  6. Non posso negare che mi trova profondamente in linea con lei. CmQ anche la buona salute è importante, aggiungo che le malattie sono brutte ed incidono negativamente sullo stato d'animo.Sig Alesi, lei auspica la creazione di una società onesta, giusta liberata dal bisogno con una buona qualità di vita assicurata a tutti.

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    1. Non sono così utopista, mi limito ad auspicare una classe politica meno corrotta e più presentabile. Non risolverebbe tutti i problemi ma l’onestà è un requisito fondamentale. Basterebbe non votare chi non dà garanzia di moralità.

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    2. L'invito al non voto è spiegabile e giustificabile, però è sempre un diritto conquistato con sacrifici immensi.

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    3. Io non ho detto di non votare. Dico di non votare coloro che non offrono sufficienti garanzie di moralità.

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    4. Nessuno offre quelle garanzie, intendo nel genere umano, anzi garantiscono l'esatto contrario. Io per primo, lei per secondo e cosi via. Forse solamente il sig. Gattuso avrebbe queste caratteristiche, ma lui non fa politica, non è schierato, non è di parte, e non si propone.

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  7. Lo scrivo da sempre: il garantismo può valere per i cittadini comuni non di certo per i suoi rappresentanti. In politica, è l'indegno paravento per continuare a garantirsi poltrone, incarichi e privilegi fino alla fine. Un rappresentante dei cittadini, ha invece obblighi morali imprescindibili, di gran lunga superiore ad un cittadino normale.

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  8. 10/12 mesi dietro la lavagna non fanno male a nessuno.

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  9. Questo tema fa di sicuro perdere la faccia ad entrambi i contraenti di questo scellerato patto di governo (chiamarlo contratto è vomitevole).
    I 5 stelle rischiano di perderci anche una buona fetta di consenso, dato che alle roboanti dichiarazioni a mezzo stampa (o social) non sta facendo seguito un beneamato cavolo di nulla, tranne il (giusto) ritiro delle deleghe da parte di Toninelli. In tutto questo la figura (e la persona) del Presidente del Consiglio viene ridotta a scendiletto delle due forze politiche che appoggiano il suo Governo, rischiando di bruciare una buone dote di credibilità che il "Povero" avv. Conte si era creato in questi mesi a Palazzo Chigi.
    Quanto al fatto che il Movimento abbia accettato come Sottosegretario ai Trasporti un personaggio condannato in via definitiva per bancarotta fraudolenta (che certifica il comportamento da ladro DOC da parte del condannato) è forse ancora più grave dell'inerzia con cui si sta gestendo l'attuale "empasse" dei rapporti di questo delinquente acclarato con altri signori con lui sodali.
    Vien da dire....ma allora son davvero tutti uguali! (PD, FI, Lega, UDC...e Movimento 5 Stelle).
    Il rischio è la dissoluzione completa (come un cucchiaino di sale in una pentola di acqua bollente) del Movimento. Se anche sul piano morale uno vale l'altro...tanto meglio scegliere "L'originale"

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    1. Uno dei nemici più insidiosi per il movimento è proprio l’incertezza, il tentennamento, le accelerazioni brusche a cui fanno seguito le frenate. Quando si dichiara una posizione in modo così perentorio e irrinunciabile, devono seguire risposte altrettanto perentorie ed immediate. Non bisogna mai dare l’impressione che si sta trattando o, peggio, di pensare ad una marcia indietro.

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  10. Condivido l’analisi dell’articolo di Maurizio Alesi. Armando Siri doveva, per decisione personale, dimettersi subito. Invece stiamo assistendo ad un vergognoso balletto dove la questione morale sta cedendo il passo alle preoccupazioni elettorali. Dopo l’episodio della mancata autorizzazione a procedere nei riguardi di Salvini, la Lega intende affermare la tesi che chi è eletto è al di sopra della legge. Questo partito ha anche uno strano concetto della questione morale: alcuni parlamentari della Lega sono stati condannati, in primo grado, per aver truffato sui rimborsi la Regione Lombardia. Siri, per il suo precedente giudiziario, non doveva entrare nel governo. Ho l’impressione che la questione si trascinerà fino alle elezioni europee per dopo veder prevalere la ragion di Stato come nel caso Salvini. Mi auguro di essere smentito perché, su questo caso, tutto il Governo non ne uscirebbe bene, soprattutto il M5S.

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  11. Siamo fortunati, non trovo altra parola. In questo articolo abbiamo tutto quello che serve ai magistrati per emettere una sentenza. Abbiamo il processo già celebrato. Sappiamo tutto quello che c'è da sapere sulla vicenda, anche i retroscena. Abbiamo il "cui prodest", abbiamo una serie di tessere che cadendo con effetto domino ci portano alla mafia. Abbiamo ovviamente la difesa d'ufficio del M5S, colpevole, ma non tanto (è stata una leggerezza) di avere fatto entrare nel governo un bancarottiere che aveva patteggiato; insomma non manca niente. Allora, vogliamo aiutare la giustizia a guadagnare tempo nel concludere l'eventuale processo? Mandiamo questo articolo ai magistrati e non se ne parli più.
    Peccato che, nonostante gli sforzi di Alesi, le cose non sono così semplici e lineari, ma bisognose di approfondimenti che potrebbero condurci a risultati non del tutto in linea con quanto prospettato dal valoroso articolista. Che comunque va lodato per il suo impegno e per la tensione morale che esprime.

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    1. Se avessi letto il mio articolo (o capito nel caso l’abbia letto), ti saresti risparmiato il solito sarcasmo. Io non ho mai parlato o anticipato sentenze, nè avallato motivi giudiziari per giustificare l’allontanamento di Siri. Ho detto proprio il contrario: Siri se ne deve andare perché non ha più la fiducia del presidente del Consiglio. Ho anche detto che in politica contano i comportamenti e l’etica, al di là dei reati che saranno valutati dalla magistratura. In ogni caso non c'è bisogno di mandare nulla ai magistrati. La Procura ha già le carte che gli servono per continuare ad indagare.Tu come sempre, di fronte ai personaggi opachi, per si e per no ti butti sempre in loro difesa. E non rinunci mai alle provocazioni.

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  12. Io non ho sentito ne letto della non fiducia del presidente del consiglio nei confronti di Siri. Lei dove lo ha sentito e quando?

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  13. La risposta la trova nella incessante richiesta del presidente Conte, a far dimettere Siri. Le pare che uno che si fida del suo sottosegretario possa volerlo fuori dal governo senza se e senza ma?

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