di Peppe D'Elia - Negli anni di piombo sui muri delle nostre città vi erano scritte “né con lo stato né con le Brigate Rosse”, un’equidistanza tra terrorismo rosso e quello di stato. Un modo per sottolineare che non esisteva una reale rivoluzione al sistema mafiomassonico democristiano dominante, ma che il terrorismo era funzionale al rafforzamento di quel sistema che si voleva abbattere.
Oggi dopo l’illusione del M5S come fautore del cambiamento del sistema, e il suo asservimento al potere tramite l'alleanza col partito più corrotto, razzista e portatore di interessi della piccola borghesia settentrionale e dei gruppi industriali del nord legati alle mafie meridionali, si può dire che l'omologazione e il trasformismo si è compiuto col tradimento dei loro valori e del programma stesso.
Ribaltare il sistema in un contesto di modello economico, politico e militare in cui il nostro paese è inserito, è impossibile. Qualunque forza, e dico qualunque! tentasse di uscire dal paradigma del modello liberista occidentale, o verrebbe spazzato via dalle forze dominanti in Europa e negli Usa, o verrebbe inglobato e istituzionalizzato attraverso il gioco perverso delle alleanze e dei compromessi.
Il potere è un fortissimo legante, riesce a smussare contraddizioni e a contenere attraverso il consenso e il fondamentalismo ideologico la rabbia. La storia insegna che una rivoluzione per essere tale non può diventare governo, poiché perde il suo slancio, il suo moto e diventa a sua volta sistema di potere, a meno che non sia rivoluzione permanente.
Per quello che riguarda le opposizioni, vi è solo da stendere un velo pietoso. Ogni giorno la sinistra cerca un appiglio ai suoi fallimenti, avendo perso completamente i riferimenti, oggi si attaccano all'ologramma del Quirinale, ieri alla ultraliberista Bonino, avantieri a qualche articolo del Foglio o del giornale. O ancora a Draghi o a Junker... e magari sperano pure nella rinascita del pregiudicato Berlusconi pur di andare contro questo governo.
Sono totalmente incapaci di individuare nel liberismo e nei suoi effetti, il vero nemico, perchè sono permeati loro stessi da questa ideologia totalizzante e non ne escono. Se il governo mette una tassa sulle seconde case, cosa fatta anche da Prodi che istituì l’ICI graduale sulle prime e sulle seconde, come tassa patrimoniale quindi contro i ricchi... sento dire, da chi si reputa di sinistra radicale, che questo provvedimento è ingiusto solo perchè è una casa ereditata dai genitori. Se il governo dispone un ecotassa sulle auto inquinati, i verdi insorgono perchè non è giusto far pagare a chi ha un 3000 a gasolio vecchio perchè non può comprarsi un auto elettrica, peccato che questi provvedimenti in passato li hanno presi sempre i governi di sinistra.
Insomma il solito opportunismo della sinistra, brava col culo degli altri ignorando completamente che questa, come il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni è una misura di giustizia sociale e di redistribuzione. Sono i soliti disfattisti che buttano il bambino con l'acqua sporca perchè ottenebrati da un tifo ideologico che li rende i migliori alleati del sistema, innocui e residuali, utili idioti che combattono per partito preso, pregiudizio e incapaci di dividere le scorze dalle fave.
Combattere contro questa Unione Europea, così come è costruita, difendere la sovranità, riappropriarsi della nostra moneta e della nostra Costituzione, abolire il pareggio di bilancio, uscire dalle missioni di guerra, difendere il territorio dalle speculazioni, dalle trivelle, dalle grandi opere inutili come il Tav, combattere per un ambiente sano contro Mittal e palazzinari, ristabilire diritti, welfare, art 18, togliere privilegi e pensioni d'oro, ridare dignità ai giovani, alla scuola, ai precari, aiutare le piccole imprese, ecc... sono tutte cose di sinistra!... che la sinistra non ha mai fatto e che mai farà.
Il suo fallimento è nell'essere ormai baluardo perbenista e ipocrita, di un élite dominante classista che disprezza il popolo, ma da cui pretende il consenso, incapace di opporsi alle contraddizioni di questo governo sul decreto sicurezza o sul tentativo di scissione del nord. Restano chiusi in un autoreferenzialità penosa, che li condanna alla sconfitta culturale e politica, aprendo la strada al populismo xenofobo e fascista, di cui essa è la causa principale con le sue disastrose politiche di austerity e distruzione dei diritti sociali e costituzionali imposta dalle cancellerie eurocratiche.
La stupidità intrinseca alla sinistra radicale poi, ancorata a dogmi ottocenteschi e impermeabile al cambiamento, rendono impossibile una rinascita di una sinistra vera! antisistema, popolare sovranista e antiliberista che si fondi su solidarietà, pace e bene comune. Per questo ad oggi mi sento senza rappresentanza e urlo al mondo il tradimento subito sia dal M5S che dalla sinistra, e dico mai col governo e neppure con questa penosa opposizione.
Peppe D'Elia
02 Gennaio 2019
P.S. Volentieri pubblichiamo questa riflessione molto cruda sulla realtà politica italiana attraverso il punto di vista di un “anarchico, libertario, anticlericale, antifascista e sempre all'opposizione”, così si definisce l’autore. Che esprime delusione sia nei confronti del M5S, che ha tradito lo spirito originario, e ancor più profondamente nei riguardi della sinistra radicale. Peppe D’Elia, nato a Taranto nel 1961, dove vive, ha fatto studi classici, ha una laurea in ingegneria e cura un’azienda familiare. Sposato con due figlie, appassionato di politica ha votato i verdi, i radicali e la sinistra.
Benvenuto e buona PoliticaPrima
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Occorre che tutti si uniscano per combattere il governo più fascista d'Europa , una vergogna per la storia d'italia.
RispondiEliminaI 5 stelle sono i responsabili della consegna a Salvini del governo. Loro spariranno velocemente ma Salvini rimarrà a lungo.
RispondiEliminaGiudizio sul rapporto di governo fra M5S e Lega sbagliato.Non commento il seguito.
RispondiEliminaHo letto con attenzione le riflessione dell'Autore che, senza condizionamenti ideologici, ha commentato la fotografia dell'attuale situazione politica Italiana senza tralasciare lo scenario internazionale da cui, a mio avviso, derivano molti vincoli e poche opportunità.
RispondiEliminaConcordo con l'Autore che i vincoli esterni ostacolano fortemente qualsiasi cambiamento ma, aggiungo, che ostacolare non significa impedire e che i cambiamenti, a meno che non siano conseguenza di rivoluzioni, non possono essere repentini.
Tuttavia, prima di dire che il M5S abbia tradito la sua missione di cambiamento per essersi accordato a governare con la Lega, va considerato che:
- il compromesso di governo nasce a causa di una legge elettorale fatta "su misura" per ostacolare chi del cambiamento ha fatto la propria bandiera;
- un ulteriore errore delle sinistre o pseudo tali è stato il rifiuto di qualsiasi dialogo con il M5S;
- la scelta di rimanere puri e duri, avrebbe comportato l'assenza di un governo politico, aprendo ancora una volta la strada ai tecnici che, per le passate esperienze, non hanno che peggiorato la posizione del Paese rispetto al contesto esterno.
Ciò premesso non si può negare che in pochi mesi di governo si siano visti dei cambiamenti che incontrano il favore delle fasce più deboli per troppo tempo trascurate dai precedenti governi.
Qualcuno potrebbe obiettare che i cambiamenti posti in essere presentano qualche pecca ma, a mio parere, meglio qualche pecca che con il tempo si può aggiustare che il persistere di una politica rivolta agli interessi quasi esclusivi delle lobby.
A tutti piacerebbe la perfezione ma nella realtà bisogna operare con quello che c'è, e quello che c'è lo ha ben messo in luce l'Autore a cui porgo il mio saluto associati agli auguri di Buon Anno.
quelli della sinistra non sono affatto rimasti "duri e puri"
Eliminaconcordo, non essendolo mai stati
EliminaVoglio pensare che il parallelismo usato da D’Elia sia stato scritto affrettatamente senza aver riflettuto sul significato di quella espressione. “Né con lo Stato né con le Br” rimanda la nostra memoria al periodo più buio della nostra Repubblica nel quale vili assassini ammantati da false ideologie politiche, ritenevano di cambiare il mondo sterminando fisicamente uomini politici, sindacalisti, giornalisti, docenti universitari, poliziotti, vittime innocenti fino a sequestrare e uccisidere Aldo Moro. Ricordo anche che l’espressione “né con lo Stato, né con le Br”, veniva usata da chi non aveva il coraggio di giustificare apertamente il terrorismo ma neppure di condannarlo. Era la stessa posizione di chi diceva: i brigatisti sono compagni che sbagliano. Come se uccidere centinaia di persone sia da considerare uno “sbaglio” e non una carneficina. Ecco perché trovo sproposito quel paragone. Usarlo per dichiarare la propria equidistanza sia dal governo che dall’opposizione è davvero un’iperbole e non si può accettare. Non entro nel merito delle valutazioni dell’autore rispetto al M5S e alle accuse di tradimento nei confronti dei suoi elettori, pur respingendo totalmente il suo giudizio. In realtà, come si è ricordato più volte, le condizioni in cui ci si è trovati dopo il 4 marzo, non lasciavano molte alternative all’attuale governo che, responsabilmente, ha cercato di limitare la sua azione ben conscio della diversità dei suoi componenti, definendo un percorso limitato ad alcuni obiettivi che si ritenevano condivisibili. Il minimo sindacale per evitare il ritorno al voto che non avrebbe risolto l’impasse ma lo avrebbe replicato. Concordo invece sulla valutazione di D’Elia quando parla di perdita del proprio slancio rivoluzionario nel passaggio ad una responsabilità di governo. Forse è inevitabile, fisiologico e vale per tutti i soggetti che passano dal dire al fare. Fatta questa premessa da persona pragmatica misuro l’azione di governo considerando la minore perdita possibile della spinta propulsiva, nel passaggio tra opposizione e governo. Secondo me il bilancio dell’azione del M5S è ampiamente positivo considerate le difficoltà e le divergenze congenite con cui si trova a Palazzo Chigi. Considerato che nessun governo può realizzare tutto ciò che ognuno di noi spera, io mi oriento con la somma algebrica tra le cose buone e le cose non buone o non realizzate. Se il risultato porta il segno positivo, vuol dire che l’esperienza va incoraggiata.
RispondiEliminaApplausiiiiiii.....
EliminaP.S. D'Elia spara spesso e volentieri i suoi giudizi negativi sul M5S...lui uno di quelli che voleva la chiusura di Ilva dalla sera alla mattina,dimenticando che un referendum sulla chiusura fu un flop.dimenticando che a Taranto alle amministrative fu scelto un sindaco pd...
A me sembra che Trump sia un po' in controtendenza... nonostante tutte le cose brutte che gli sono state dette non ha innescato una guerra mentre Obama - premio nobel per la pace - ha innescato 7 guerre.
RispondiEliminaCondivido parzialmente, perchè, premettendo di non essere innamorato a prescindere ne di Grillo e neppure del movimento 5 stelle, dico solo che in realtà, dopo una latitanza pluridecennale dalle urne, tranne che per quelle referendarie, ho pensato di interromperla giusto più di 5 anni fa e credo anche di non essere il solo, non perchè 'sedotto' dai loro ideali o ideologie, cone qualche decennio prima mi era successo con la 'gloriosa' vecchia sinistra, almeno questa 'lezione' mi è bastata, ma semplicemente per verificare se esiste ancora in questo paese, una seppur labile possibilità di una vera e propria svolta, che permetta ai comuni cittadini, come me di riappropriarsi di quello che ci appartiene, come la presa di coscienza della necessità di democrazia partecipata, capace di renderci protagonisti attivi della gestione della cosa pubblica, a tutela degli interessi della collettività, da contrapporre seriamente a quel sistema atavico, che a partire dalla peggiore organizzazione criminale, tra le più potenti al mondo da secoli, come il clero, che ci ha 'anestetizzati' da qualche millennio, riducendo il nostro ruolo primario, in quello di semplici delegatori verso 'altri' nella tutela dei nostri interessi collettivi, coi disastrosi risultati che tutti ormai conosciamo, e almeno al clown genovese andrebbe riconosciuto, il merito di aver contribuito, in un certo modo, al parziale o totale risveglio di tante coscienze, senza ripeto, volere assolutamente idolatrare la sua 'creatura' come una panacea di tutti i mali di questo paese, visto che stiamo parlando di una compagine ancora intrisa di diversi difetti di 'gioventù tutt'altro che semplici da correggere, in quanto al suo interno, c'è ovviamente la componente umana, ancora abbastanza 'suscettibile' verso tentazioni e trappole varie, non a caso, le recentissime espulsioni, potrebbero pur voler dire qualcosa, anche in tal senso, ma anche e sopratutto, perchè viste le regole di 'ingaggio' con cui hanno affrontato finora, le varie competizioni elettorali, compresa l'ultima, senza stare a elencarle, tanto le conosciamo tutti, adesso, come mai, visto l'ambiguo ruolo dei loro 'contraenti' che a mo' di colpo di coda, il sistema a costretto il movimento a considerarli controparte di un contratto di governo, con il loro ruspa...te leader, che sta ancora traccheggiando, forse in vista dell'eurovoto, se svelare o no la maschera, per palesarsi come cavallo di troika, io non mi sento ancora capace, come lei, a parlare di vero e proprio tradimento pentastellato, anche perchè, in buona sostanza, dovremmo essere anche noi cittadini a essere bravi, come si dice dalle mie parti, a ce verè, 'e fatt nuostre, cercando di monitorare continuamente il loro operato, senza sentirci protetti o garantiti dalla loro 'onestà' che è arrivato giusto il momento di mettere alla prova, quindi al suo posto, aspetterei ancora un altro po', prima di emettere un giudizio definitivo, in fondo, quantomeno, non avremmo 'quasi' nulla da rimproverarci, in termini di rassegnazione all'immobilismo, non foss'altro se pensiamo alle sorti di chi sta dietro di noi, dal punto di vista generazionale.
RispondiEliminaPeppe D'Elia ha espresso un punto di vista rispettabile e argomentato. Forse viziato da troppa fretta. È vero però che l'alleanza di governo ancorché sottoscritta con un contratto c'è e chi ha una certa repulsione per quella forza politica ha non poche difficoltà ad accettarla. Nemmeno a me piace, l'ho scritto parecchie volte e lo ripeto ancora.
RispondiEliminaMa questo passa il convento dopo il vergognoso no del PD, e soluzioni diverse sarebbero state impraticabili tranne quella di tornare al voto. O, addirittura, sorbirci un nuovo governo con a capo Cottarelli che non avrebbe avuto alcuna maggioranza parlamentare.
Sento di dire, inoltre, che non è ancora possibile esprimere un giudizio complessivo sui pochi mesi di governo e anche la delusione di cui parla l'autore nei confronti del M5S mi sembra eccessiva.
Non nego, però, che alcuni segnali non sono nelle mie corde e mi riferisco alle questioni riguardanti il fenomeno migratorio, i porti chiusi, le asprezze su questi temi che invece andrebbero sempre trattati con molta accortezza e un pizzico di umanità.
E' proprio per le tue valutazioni che io parlo di somma algebrica dell'azione di governo. Non tutto potrebbe mai essere condivisibile e non tutto è da bocciare. Si giudica il bilancio complessivo che, per quanto mi riguarda, porta il segno +
EliminaChe visionario!! Fusaro è, al cospetto, un dilettante allo sbaraglio...
RispondiEliminaHo letto attentamente l’articolo di Peppe D’Elia, riflessione originale, spontanea e coraggiosa che condivido in toto. Sono gli articoli che apprezzo perché escono fuori dal coro dei “partigiani” a prescindere ma frutto di una visione oggettiva. Sono certo che la sua, non è una riflessione isolata, ma una opinione largamente condivisa che uscirà alla ribalta, non appena si diraderà la nebbia che acceca la grande voglia di cambiamento. Non credo di essere l’unico a pensarlo, ma la politica sta assumendo un punto di criticità tale difficilissima da controllare. E’ un vento impetuoso che travolge uomini e cose in un coacervo di linguaggi e di idee confuse e contraddittorie. Tuttavia, in questa enorme confusione, direi mondiale, esiste una specificità esclusivamente italiana che spingono l’autore dell’articolo a diffidare anche del M5S. Ho letto dei commenti critici nei suoi confronti, mentre io, condivido la sua giusta riflessione circa l’alleanza di due forze politiche che non hanno assolutamente nulla a che fare con quanto vaticinava il fondatore Casaleggio e propagandava il venditore Grillo. Non è mica vero che il “movimento” rifiutava ogni tipo di accordo con le altre forze politiche? Non è mica vero che il “NUOVO” era rappresentato soltanto dal M5S? Come si fa a dare torto a Peppe D’Elia? Non è forse una verità oggettiva quando l’autore afferma che: “Qualunque forza, e dico qualunque! tentasse di uscire dal paradigma del modello liberista occidentale, o verrebbe spazzato via dalle forze dominanti in Europa e negli Usa, o verrebbe inglobato e istituzionalizzato attraverso il gioco perverso delle alleanze e dei compromessi”? Non c’è stato forse un “compromesso” tra lega e pentastellati per il governo del Paese impropriamente definito “Contratto di governo” anziché chiamarlo “Contratto per il potere”? Lo spiega molto bene Peppe D’Elia, quando afferma che….” Il potere è un fortissimo legante, riesce a smussare contraddizioni e a contenere attraverso il consenso e il fondamentalismo ideologico la rabbia, diventando così sistema di potere….. “ E’ certamente vero che sia i media che i politologi facciano ancora fatica a comprendere ed a tenere il passo con un cambiamento radicale che sta trasformando il panorama politico. E’ pur vero che il crollo economico e finanziario, l’austerity, la paralisi politica e la crisi di legittimità dei regimi democratici hanno contribuito a creare fenomeni nuovi, troppo spesso bollati semplicemente come populisti o antisistema, ma non possiamo fermarci alla sola logica della purezza e dell’onestà, generalmente appartenente alla polemica utile a chi si pone all’opposizione. Ormai è abbastanza materializzata la crisi del vecchio sistema bipolare, perciò dovremmo ripensare a guardare la politica con un’ottica totalmente diversa, che non è riscontrabile nelle forze che si definiscono convintamente di cambiamento. “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”…..scriveva Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo. Il cambiamento è certamente necessario, ma deve essere considerato come fenomento che non viene dall’esterno, ma all’interno di tutti noi. Questo è il vero cambiamento, anzi la vera rivoluzione se vogliamo che tutto possa cambiare. Attualmente, assistiamo a gesti trionfalistici ed eclatanti: “Abbiamo sconfitto la povertà”. Il cambiamento deve avvenire nelle nostre coscienze e nella nostra anima, perché finiti i proclami, tutto rimane come prima. Questa è la delusione sentita da Peppe D’Elia.
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