Una delle pagine più buie della storia di quel comune che diventa la prima grande città del Paese in default. Un enorme buco di bilancio di 1,6 miliardi di euro. Una situazione grave e difficile per i cittadini che ne pagheranno le conseguenze, i dipendenti, le imprese e l’economia catanese che gira intorno alla macchina comunale. Tutto parte dal lontano 2012 e ieri, 11 dicembre 2018, l’epilogo in Consiglio Comunale con l’approvazione del provvedimento definitivo e la conseguente nomina, che verrà, di 3 commissari da parte del Ministero dell’Interno.
Ecco cosa può succedere anche quando alla guida di una grande amministrazione comunale come Catania si sono succeduti Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali della “grande scuola della buona politica”. Che ha sfornato politici e amministratori competenti, capaci, esperti, impegnati fino all'abnegazione.
Uno di questi si chiama Enzo Bianco. Buoni studi, Liceo Classico e laurea in Giurisprudenza, massimo dei voti e lode, tesi in Scienza dell'Amministrazione e Scuola di perfezionamento a Bologna. Avvocato dal 1976. A 25 anni già guida la "Federazione Nazionale dei Giovani Repubblicani", il glorioso PRI. Vicino a Ugo La Malfa, Bruno Visentini e Giovanni Spadolini, ed è responsabile della politica esterna del PRI fino al 1984.
Sindaco di Catania per la prima volta nel luglio del 1988 fino a novembre 1989. il periodo della cosiddetta "primavera catanese". Nel 1991 è deputato all'Assemblea Regionale Siciliana. Nel 1992 va alla Camera dei deputati. Nel 1993, fino al 2000, di nuovo sindaco di Catania con La Rete, il movimento politico creato nel 1991 da Leoluca Orlando, Nando dalla Chiesa, Claudio Fava, Alfredo Galasso, Carmine Mancuso e Diego Novelli. Nel 1995 fa il presidente dell’ANCI (l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) per 5 anni.
Ministro dell'Interno dal 1999 nel governo D'Alema II e Amato II fino al 2001.
Di nuovo sindaco di Catania dal 2013 al 2018 per il Partito Democratico. Avendo accumulato una permanenza di ben 13 anni e mezzo nella poltrona di primo cittadino. Un tempo enorme.
Tutto questo per ribadire, sommessamente, senza urtare la sensibilità dei nemici della contentezza e gli affezionati dei politici bravi e competenti, degli elettori dei partiti tradizionali, i frequentatori delle segreterie politiche, gli addetti ai gabinetti, i cittadini innamorati della partitocrazia vittime della sindrome di Stoccolma, e, in ultimo, i tanti affetti dall’altra Sindrome quella da Psicosi Anti Grillina, la famosa SPAG, che per fare buona “Politica” non è necessario essere scienziati come Enzo Bianco e altri come lui.
Che per essere dei bravi politici e amministratori delle comunità locali non c’è bisogno di premi Nobel, di accademici, di professionisti, di ultra laureati. C’è bisogno di cittadini onesti, giovani, uomini e donne di media intelligenza che hanno voglia di impegnarsi per il bene della comunità. Che hanno passione per la Politica e che hanno un pizzico di visione. Che hanno nel loro intimo quel sentimento bellissimo e profondo che da la forza di affrontare problemi complessi, di rispondere alle esigenze dei cittadini, di risolvere situazioni incancrenite soltanto applicando la regola del buon senso.
Quel sentimento che serve a distinguere l’impegno disinteressato nel sociale dall'attività economica per il raggiungimento del profitto. Che ti guida nella ricerca delle migliori soluzioni utilizzando le risorse come fa il buon padre di famiglia. Che ti spinge a realizzare servizi per i cittadini, infrastrutture e opere soltanto perché utili e necessari impiegando la minore spesa possibile.
Insomma, Catania come emblema di una “politica” sbagliata ancorché nelle mani di professionisti esperti, competenti e con lunghe e qualificate esperienze. Che dimostrano plasticamente come la “Politica” sia una nobile arte innata nell'essere umano per quello che è. Con i suoi pregi e difetti. A prescindere dalle cosiddette competenze ed esperienze acquisite.
Giangiuseppe Gattuso
13 Dicembre 2018
Chiedete notizie al competente BIANCO.
RispondiEliminaDiciamo che, ognuno ha fatto la sua parte
RispondiEliminaTutto condivisibile, specialmente "..C’è bisogno di cittadini onesti, giovani, uomini e donne di media intelligenza che hanno voglia di impegnarsi per il bene della comunità. Che hanno passione per la Politica e che hanno un pizzico di visione" . Tutta la cultura e le lauree non servono se poi si manca della capacità di immedesimarsi nei problemi della gente e nel tentare di risolverli
RispondiEliminaCaro Giangiuseppe, la politica, quella con la p minuscola,ha dato i suoi frutti velenosi, e, per questo, non ha nessuna nobiltà. La Politica con la P maiuscola,invece, i suoi frutti non li ha dati, perché non c'è, e non c'è stata, i suoi frutti li darà, quando verrà. Intanto, vista la situazione che tu hai descritto egregiamente, dati alla mano, a Catania, come in Sicilia, possiamo dire, solamente, e sconsolatamente, cosa è, e cosa è stata, finora, la politica, in realtà, nella nostra terra: è stata delinquenza, mafiosità e criminalità organizzata.
RispondiEliminaImpossibile per chiunque fare peggio
RispondiEliminaE competenti del nulla
RispondiEliminaCondivido perfettamente la tua analisi. In realtà Bianco è stato per me una grande delusione. Era un giovane politico molto promettente, ed anch'io ho contribuito alla sua elezione a segretario nazionale della Federazione Giovanile Repubblicana, in uno scontro tra lui e Lino Buscemi. Debbo anche dire che, fino a quando era all'interno del PRI, la sua intelligenza politica era molto apprezzata. L'ho rivisto ad un convegno, parecchi anni dopo, e l'ho trovato scontato e politicamente banale, perfettamente inserito nel sistema dei parolai. Economicamente Catania, non è Palermo, ha un tessuto imprenditoriale vivo, non a caso IKEA, già parecchi anni fa, ha scelto Catania. È una città che ha nel suo DNA il commercio e capacità di iniziative l'imprenditoriali, e per tale motivo non si comprende come il comune sia in default. Bisogna essere bravissimi nell'incapacita per essere capaci di farla fallire. Per tale motivo contesto che a Catania vi siano stati politici incapaci, perché essere capaci di far fallire quel comune bisogna essere capacissimi in incapacità.
RispondiEliminaViva l'incompetenza e l'ignoranza. Questo è il messaggio che mi pare lei voglia trasmettere, forse si autodifende o auto celebra, se lei non ha studiato e non ha alcuna competenza,si fidi ,non sarà una colpa ma di certo non è cetamente un merito.
RispondiEliminaUn caso macroscopico, quello di Catania, che sfugge ai radar dell'informazione confermando, se ancora ce ne fosse bisogno, che esiste un "sistema" che coopta e protegge i suoi componenti che, con diverse finalità, contribuisce a preservarlo tetragono ai cambiamenti.
RispondiEliminaMi meraviglio ma è consolante che non ci siano, finora, commenti che difendano l'operato dei "competenti" che si sono avvicendati alla guida dell'amministrazione di Catania; tuttavia, siccome l'illusione è sempre la madre della delusione, non è escludo che qualcuno intervengo a spezzare una lancia a loro favore magari, dopo averla conficcata nella tua schiena
A prescindere dai partiti o dalle coalizioni, in Sicilia, dalla regione, enti intermedi vari, aziende pubbliche per finire con i comuni difficilmente si può vantare efficienza.
RispondiEliminaQuindi non ci sono speranze, è una condanna del fato e va tutto bene madama la marchesa
EliminaUn caso tra l'altro non isolato, che si commenta da solo
RispondiEliminaEd era la Milano del Sud, povera Catania grazie al fu sindaco Bianco
RispondiEliminaIl fallimento della Politica locale Industriale e Amministrativa catanese affonda le proprie radici su quello della Società 'Pubbliservizi di Catania'. Ne saprà qualcosa l'Avvocato Enzo Bianco nonché veterano ex Sindaco di Catania...!!!
RispondiEliminaGiangiuseppe sono stati i 15 anni di Governo di Centrodestra di prima di tornare Bianco che hanno rovinato Catania... Bianco ha cercato di mettere delle pezze ma già la città era collassata dai debiti e dal malgoverno.
RispondiEliminaSe "i politici competenti" producono guasti... non sono "competenti"! E' diventata impossibile anche la lingua italiana? La competenza non è una medaglietta che si appiccica una volta per tutte... si misura via via e non è mai definitiva.
RispondiEliminaQuesto gioco su competenti/incompetenti mi pare serva a nascondere gli incompetenti/incompetenti... e non è nemmeno divertente!
Dall'elogio della follia di Erasmo da Rottherda, all'elogio dell'ignoranza del sig. Gattuso.
RispondiElimina...l'elogio della banalità
EliminaStringi stringi, un fiume di parole e di retorica per dire una semplice cosa, che cioè per il bene di Catania ci vogliono i giovani a 5 stelle.
RispondiEliminaSiccome questo ragionamento è estensibile, possiamo risalire all'idea primigenia, che cioè per il bene dell'Italia i giovani a 5 stelle sono quello che ci vuole.
Un terzo degli elettori italiani lo ha capito, il restante 70% assolutamente no.
Se io dovessi fare il BIGNAMI di questo articolo avrei scritto soltanto queste quattro parole.
E' un'idea legittima, per carità, e forse un'idea vincente, forse.