di Maurizio Alesi - Non ha commesso nessun reato. È il verdetto chiaro e forte del Tribunale di Roma. Assolta perché il fatto non costituisce reato. In altri termini Virginia Raggi ha sottoscritto il famigerato documento (questo è il fatto), ma ha dichiarato la verità (dunque non c’è il reato). La Sindaca esce dal processo a testa alta e senza macchia contro tutte le previsioni (e i desideri) dei giustizialisti a targhe alterne, a seconda di chi finisce sotto inchiesta. Il Pm aveva chiesto la condanna a 10 mesi contro ogni logica, contro ogni elemento a discarico della sindaca. Un processo, che non andava fatto, dal quale non è mai emersa una sola prova a supporto dell’accusa, un testimone, un’intercettazione, una email. Niente.
La Raggi ha ingoiato due anni di fango i cui schizzi come un boomerang inonderanno le facce della vergogna di tutti coloro che erano già pronti a festeggiare. Sbavavano dalla voglia di gridare che sono tutti uguali, che i grillini non hanno titolo per parlare di etica e di morale, pur trattandosi di un’imputazione minuscola e ridicola. Immaginate lo scenario in caso di condanna. Si sarebbero abbarbicati in Campidoglio come hanno fatto qualche giorno fa, avrebbero occupato l’aula consiliare tappezzandola di cartelloni, manifesti, lenzuola con scritte tipo: “Vattene”, “Torna a casa”, “Roma liberata”, pregustando l’ebbrezza del ritorno dei barbari di mafia capitale.
Come non valorizzare il verdetto di un giudice che ha valutato scrupolosamente ogni carta, ogni fatto, ogni dichiarazione senza lasciarsi condizionare dalla tifoseria che esondava dalle pagine dei giornalacci e dai talk sempre più simili ad un megafono di partito. È la festa per la democrazia, per le istituzioni, per una magistratura accusata di essere di parte, che ha dimostrato di esercitare la sua funzione terza ribaltando la tesi dei colleghi dell’accusa. Oggi, con la pronuncia del dispositivo, sappiamo che Virginia Raggi aveva dichiarato la verità e che la nomina del fratello di Marra è stata eseguita, nell’ambito degli esclusivi poteri di ogni sindaco d’Italia, in piena autonomia, facendo crollare l’ipotesi di falso ideologico.
È sempre fastidioso dire: l’avevo detto, come risulta dal mio articolo del 29 ottobre su questo blog. Scommettevo sull’assoluzione su basi oggettive fondate sulle risultanze e l’andamento del processo, che rendevano improbabile, e assurda, una sentenza di condanna. Un’ipotesi che era solamente nella testa del PM.
Alla faccia di tutti gli infami e sciacalli (come li ha definiti Di Battista), vecchi e nuovi, aggregatisi all’elenco col crescere delle quotazioni in favore della condanna.
Per tutto il processo la Raggi ha tenuto un comportamento di rara compostezza istituzionale. Pur essendo sicura della sua innocenza e della trasparenza dei suoi atti. Sottoposta all’attacco concentrico di una stampa vergognosamente schierata, non ha mai proferito una parola irriverente contro chi la stava processando malgrado l’altissimo rischio e la posta in gioco.
Non ha mai fatto allusioni ad esiti politici, a toghe rosse, a giustizia ad orologeria ma si è difesa nel rispetto del codice di procedura penale e all’interno delle regole dibattimentali. Sembra una cosa normale ma non capita tutti i giorni, come è stato dimostrato nelle inchieste sulla nave Diciotti e sul sindaco di Riace. In tutti e due i casi gli indagati, al solo recapito dell’avviso di garanzia, hanno sgranato il loro rosario contro i magistrati che si erano permessi di aprire un fascicolo nei loro confronti. Hanno tenuto comizi puntando il dito contro le Procure, hanno insultato e accusato i magistrati di “non avere nulla di meglio da fare”. Quei magistrati “non eletti da nessuno che si sono permessi di indagare chi è stato eletto”.
Il sindaco Lucano (innocente o colpevole che fosse), è stato immolato a vittima sacrificale della procura di Cosenza persecutoria e politicizzata ancor prima che si svolgessero le indagini. Accusata di voler distruggere un progetto sociale, solo per avere voluto accertare eventuali responsabilità del sindaco.
Lo stile e la condotta della Sindaca di Roma dovrebbero fare scuola per i tanti impuniti che pretendono di essere immuni dall’azione giudiziaria. Adesso ci si attende dalla stampa la stessa intensità e partecipazione profusa sul caso Raggi, anche sugli altri processi in corso tipo il Caso Consip, l’intercettazione con la voce di Renzi che dà istruzioni al suo babbo su come affrontare l’interrogatorio dei PM. Si attende che ci aggiorni sugli indagati e imputati di fatti gravi appartenenti al cerchio magico renziano, a partire dal fido Lotti. Ci dica come procedono le indagini che riguardano i tanti inquisiti candidati nelle liste del PD alle politiche di marzo scorso. Ma forse è chiedere troppo a chi persegue solo la missione di distruggere una delle donne più straordinarie che abbiano mai guidato un comune così importante.
Una donna tanto gracile nel fisico quanto forte e determinata nel carattere e nell’azione amministrativa. Una donna dolce e preparata contro la quale si è scatenata la più colossale azione di denigrazione e delegittimazione a cui nessun altro avrebbe saputo resistere. Noi, che la vogliamo bene le siamo vicini, oggi più di prima, attestandole la nostra stima incondizionata.
Maurizio Alesi
11 Novembre 2018
Tranquillo amico mio la Raggi rispecchia e rappresenta al meglio i romani...governerà per i prossimi cento anni
RispondiEliminaCondivido ogni parola. Aggiungo che la stampa non si è limitata ad attaccare la Raggi sul piano politico e giudiziario (quest'ultimo totalmente infondato) ma anche vergognosamente sul piano personale con titoli ed articoli sessisti (patata bollente ed altre amenità del genere) ed entrando a gamba tesa nella sua vita privata e familiare, inventandosi persino fantomatici amanti. Tutto al fine di screditarne l'immagine, con un livello di bassezza mai vista prima. Chiunque sarebbe crollata. Ammirevole la sua tenacia e la sua compostezza.
RispondiEliminaBrava Virginia e evviva la giustizia. Atac resta dei cittadini e questa è un'altra buona notizia.
RispondiEliminaStampa italiana ridicola
RispondiEliminaRidicola e faziosa
EliminaRidicoli sono tutti quelli che hanno gettato fango su una persona innocente e perbene
EliminaCredo che l'accusa di puttanesimo rivolta a certa stampa sia il 'minimo' sindacale, che questa meritasse, checché ne dicano i suoi 'difensori', che poi sono tutt'uno con essa
RispondiEliminaTutto quello che volete. Non dimenticate che già Di Maio era pronto a buttarla fuori dal Movimento se un cazzone di giudice le avesse affibbiato una anche minima condanna. Una che adesso state santificando, sarebbe stata una reietta come se la decisione di un giudice ne potesse modificare l'essenza umana e politica.
RispondiEliminaInfatti ritengo che quella norma del regolamento interno del M5S è una cagata pazzesca!!
EliminaNino Pepe la santificazione spesso è motivata dal martirio che viene inflitto senza alcun motivo
EliminaIl fatto non costituisce reato ma c'è stato. Quindi è una bugiarda.
RispondiEliminaCi potresti spiegare dove sta il reato, visto che è stata assolta. Secondo la tua mente giuridica si può assolvere in presenza di un reato.
Eliminasi Maria te ne sarei grato anche io che argomentassi quanto da te detto e che ho già sentito da altre parti sempre senza argomentazioni...in cosa consiste la bugia?
EliminaComunque meglio così, i romani avranno modo di apprezzarla fino in fondo
RispondiEliminaProprio perché “imputazione minuscola è ridicola” dovrebbero vergognarsi, invece , come leggo , perseverano con le stupide osservazioni . Direi di lasciare al giudizio dei Romani , tra 3 anni ancora ! Del resto le prime valutazioni popolari iniziano a registrarsi. Atac rimane pubblica , l’84% dei romani non ha partecipato al referendum e del 16% che è andato a votare il 24% ha votato NO !
RispondiEliminaVito, imputazione ridicola proprio Raggi che ha dedicato la maggior parte del tempo con accuse ridicole contro Marino? Sul referendum di ieri e sul voto negativo in due municipi a giugno scorso unito al successo proprio a Ostia darei un giudizio negativo. Ma si sa che il cieco ottimismo aiuta lo spirito.
EliminaPer Nino Pepe, io non santifico nessuno, se qualcuno commette un reato è giusto che ne paghi le conseguenze e nel caso in questione, condivido quel che dice ormai da tempo Di Maio, anche perchè non lo ha detto soltanto 2 giorni fa, ma, la vera vergogna è stata la condanna senza appello, che molta stampa che citavo prima, ha inflitto alla Raggi fin dall'inizio di tutta la vicenda in questione, usando spesso e volentieri vere e proprie offese personali, come le patate bollenti o le mutande verdi e le tresche tra bracci destri e 'sinistri' ( a proposito di polizze) o secondo lei non sono vere queste cose?
RispondiEliminaLa verità è che i "giornalai" (venduti) e i conduttori/conduttrici di programmi televisivi (altrettanto venduti) sono stati ormai "sgamati" dai cittadini Italiani e le elezioni del 4 Marzo scorso, sono la tangibile prova.
RispondiEliminaNon capisco! Se il fatto non è reato a che serve ricorrere in appello, come hanno fatto gli accusatori della Raggi? Perdita di tempo e di soldi, e si intasano i tribunali.
RispondiEliminaun appello che assorbe le già magre risorse e che contribuisce all'allungamento dei tempi processuali di cause penali ben più importanti
EliminaL'appello si potrà, eventualmente, presentare dopo che saranno rese note le motivazioni non ancora disponibili. Può darsi che la Procura, dopo aver letto le motivazioni, rinunci all'Appello.
EliminaComplimenti ad Alesi per l'articolo che spiega benissimo la vicenda.
RispondiEliminae' veramente brutto notare i peggiori nemici del popolo siano proprio nel popolo...non posso crederci che si possa criticare l'unica forza politica che da all'etica politica il valore che merita per essere nobile. Forse qualcuno è talmente abituato alla corruzione e alla delinquenza di quella politica sporca che offriva lavoro solo in cambio di voti.
RispondiEliminaIl massacro mediatico inscenato dall'informazione main stream di carta stampata, televisioni e radio è la dimostrazione più palese di come il troppo storpia e finisce sempre per ritorcrsie contro chi lo manovra.
RispondiEliminaLa vicenda Raggi e le altre di cui la mala informazione si è resa responsabile gettano luce sui retroscena e gli interessi che si intendono tutelare e favorire gettando fango su chi non fa parte del "sistema" e, comunque, non dà segno di volerne far parte.
L'informazione corale di cui sopra è così smaccatamente di parte che si rende ridicola da sola come da solo hanno perso le forze politiche del "sistema" determinando la vittoria del M5s. Sono stati talmente competenti da perdere una competizione elettorale con degli incompetenti e i giornalisti, che ora si sentono tanto offesi, sono stati alleati e complici, gettando discredito su un mestiere che, se correttamente, svolto è uno dei fattori caratterizzanti di una democrazia
Sul caso Virginia Raggi ho pubblicato due post.
RispondiElimina- Il primo il 10.11.2018, alle ore 8:48: “Spero nell'assoluzione di Virginia Raggi. Il giudizio del suo operato, a fine mandato, spetta esclusivamente ai romani che l'hanno eletta. È inconcepibile che la scelta democratica, con il voto, possa essere ribaltato da un codice interno ad un partito. È già grave che i problemi della politica, spesso, vengono risolti dalla magistratura.”
- Il secondo l’11.11.2018, alle ore 12:17: “Sono fra quelli che hanno sperato in una assoluzione per Virginia Raggi, è andata bene! Un Sindaco deve essere giudicato, a fine mandato, dagli elettori che gli hanno dato fiducia conferendogli l’incarico. Nella vicenda romana trovo assurda la reazione di alcuni dirigenti del M5S, in particolare del ministro e vicepresidente Luigi Di Maio. La sua reazione, oltre ad essere scomposta, è ipocrita. In caso di condanna, era pronto a scaricare la sindaco appellandosi ad un codice etico interno al Movimento senza tener conto del volere dei cittadini romani che si erano espressi democraticamente con il voto. La reazione, dovuta a nervosismo di natura politica, è scivolata fino ad offendere e minacciare i giornalisti. Un rappresentante del Governo non può permettersi simili errori. A Di Maio e a tutti i rappresentanti del Governo, anziché attaccare la stampa, si consiglia di tendere l’orecchio alle domande che vengono dalle piazze dove un’altra Italia, senza i partiti, si auto organizza manifestando civilmente, senza offendere nessuno, per chiedere diritti, progresso e occupazione. È ora di smetterla con la propaganda, è arrivato il momento di misurarsi con i problemi reali del Paese, smettendola di recriminare sul passato, proiettandosi sul futuro.”
Non ho altro da aggiungere salvo due considerazioni:
- 1) Pur ammettendo l’eccessiva e quasi morbosa attenzione delle stampa su Virginia Raggi, non è il primo caso di aggressione su forze politiche o singoli politici senza aver registrato eccessive reazioni dei diretti interessati o qualche dimostrazione di solidarietà da parte degli avversari.
- 2) Non spetta a noi suggerire alla Magistratura quello che deve fare su altri casi che investono il mondo della politica. Come ha agito bene sul caso romano, con il medesimo equilibrio agirà sugli altri casi pendenti.
Considerazione finale: ora Virginia Raggi deve recuperare sui suoi ritardi. Per quelli vecchi, poiché la questione di Roma appartiene a tutti, deve intervenire il Governo con risorse adeguate e l’assegnazione di poteri speciali al Sindaco della Capitale.
Caro Lorenzo, ho letto due volte il tuo commento e mi verrebbe la voglia di leggerlo ancora una volta. Le tue riflessioni, che condivido appieno, rappresentano il risultato di un oggettività politica onesta e lucidamente ragionata, difficilmente riscontabile nel mondo della critica attuale. Non vuole essere, il mio, un futile ed inutile complimento, ma una presa d'atto spesso trascurata o volutamente non accettata da chi si sente contraddetto nelle sue valutazioni. Ormai la politica si evolve in una assurdità di insulti , volgarità e prese di posizione a prescindere. Certamente la comunicazione mediatica non è quasi mai sovrapponibile a quella che vorremmo definire verità, secondo la propria opinione, ma enfatizzare le distorsioni di alcuni giornalisti, non comporta l'autoassoluzione di alcune inadempienze verso un popolo che intende essere governato.
EliminaTotalmente in disaccordo con Romano... perché ciò che conta è l'imparzialità etica che obbliga alle comparazioni, alla reciprocità, e alle proporzioni. "cu avuto avuto avuto...cu a dato a dato a dato, scurdammone o passato simmo e Napole paesà."a convenienza; con la solita retorica pretendendo "atti eroici", con camuffata razionalità, solo dal personaggio ridotto a capro espiatorio (Virginia) immolato sull'altare della cattiva coscienza del vecchio e corrotto potere politico partitico in primis il PD....e di una magistratura ammantata di sacralità incriticabile che chiude gli occhi su reati sociali gravissimi e concentra tutte le sue energie su una inezia con un parossismo moralistico da tribunale dell'inquisizione di lugubre memoria.
EliminaChe la magistratura in Italia stia assumendo sempre di più un ruolo "metapolitico" è assolutamente inquietante...per "metapolitico" intendo neanche più politico - già grave - ma addirittura al di sopra della politica; in qualche modo analogo, per intenderci, a quello del papa nel medioevo ...e non è casuale, un paese si porta dietro, nel bene e nel male, tutta la sua storia che ne forma il "carattere genetico"; l'Italia ha dei "geni" malati che riemergono attraverso le generazioni nell'ambito socio-culturale e politico in forme diverse come nel caso del trasferimento di un sensum religioso occulto alla magistratura.
EliminaSilvio, non sono affatto d’accordo. Almeno in questo caso il rischio di incidere profondamente sulla politica con le eventuali dimissioni della Raggi in caso di condanna, non è dipeso dalla magistratura, che ha solo fatto il proprio dovere (i media ne hanno montato un caso come se si trattasse di Al Capone) ma solo da un assurdo regolamento interno ai 5 stelle che prevede le dimissioni in caso di condanna in primo grado a prescindere dal tipo di reato contestato. Questa è la vera anomalia, tutta interna ai 5 stelle, che mette nelle mani della magistratura oltre la valutazione in se del fatto giudiziario (cosa sacrosanta) anche le eventuali conseguenze politiche.
EliminaCaro Nino Pepe, un Direttorio in questo momento è indispensabile e quel Codice per adesso non si dovrebbe toccare. Esso rappresenta un tratto distintivo dei 5S e li rende eticamente diversi dagli altri raggruppamenti politici. In più è un deterrente necessario per qualsiasi pur possibile umana debolezza...poi si vedrà.
RispondiEliminaMaurizio Alesi ha scritto un articolo molto bello e intenso.
RispondiEliminaHa con efficace sintesi ricostruito la vicenda incredibile al limite dell'assurdo del processo a Virginia Raggi. La sindaca più insultata, denigrata e vilipesa della storia d'Italia. Una giovane donna, avvocata, onesta, seria e impegnata che ha avuto l'ardire di pensare di modificare il "sistema" Roma. La Capitale che ha subito stupri multipli per decenni da una classe politica e dirigente collusa e corrotta. Con la benevola simpatia di larghissima parte dell'informazione, la stessa che ha condotto nei suoi confronti una guerra vergognosa, incivile, indecente. Giornalisti che con le loro penne hanno offeso la sua dignità di donna, di madre, di professionista, di rappresentante e prima cittadina di Roma. Addossandole di tutto e pretendendo dal suo impegno di Sindaca la soluzione di problemi atavici, cronici, enormi. Che solo poteri sovrumani avrebbero potuto risolvere in così breve tempo. Per questo non mi sento di condannare certe reazioni, ancorché esagerate. Che però nulla c'entrano con l'ipocrita difesa della libertà di stampa e d'espressione mai messe in dubbio da nessuno del M5S.
Non ci vuole molto ad ammettere un'evidenza quando si ha un pizzico di onestà intellettuale. E mi dispiace leggere commenti cattivi, stupide battute, esempi improbabili, confronti fuori luogo.
Basterebbe, sul serio e con amore della verità, mettere a confronto la gestione Raggi con alcune amministrazioni governate da sempre da quei politici competenti, adeguati, esperti delle tre più grandi città siciliane. Ne verrebbe fuori una realtà enormemente diversa da quella pompata quotidianamente dal sistema mediatico. E non sarebbe a favore dei cosiddetti competenti. Accetto la sfida.
Che la stampa di questo paese sia affetto dal pensiero unico di regime è lampante.
RispondiEliminaQuotidiani apertamente schierati non ne fanno neppure più mistero, anche se, dopo l'assoluzione della Raggi, facendo mea culpa, qualche giornalista, abbia riconosciuto l'accanimento mediatico contro la Sindaca. Infatti, i titiloni offensivi alla dignità sopratutto personale, come donna ed ai suoi familiari. " La vita agrodolce della Raggi. PATATA BOLLENTE ", "La Bambolina", " Le Mutande verdi della Raggi", solo per citarne qualcuno, in questi due anni sono stati all'ordine drl giorno.
Se questa è informazione! Oggi, però si scandalizzano per essere stati definiti esattamente per quel che sono: Puttane.
Assolutamente d'accordo con la sentenza molti continuano a far finta di dimenticare cosa era ROMA AL MOMENTO DELL'INSEDIAMENTO di Virginia Raggi .devastata dalle fondamenta dalla corruzione di decenni collusioni della politica e dei sindaci con la MAFIA DI ROMA un buco di bilancio che definire COLOSSALE e' fargli un torto ..secondo voi un buco cosi come si riesce a coprire non ci riuscirebbe nemmeno San Pietro con un "miracolo" la verita' e' che l'ingresso di una persona ..ONESTA ha spezzato tutto l'intrallazzo di Buzzi e Carminati ..con la questione delle Olimpiadi ha levato di bocca l'osso sempre alla mafia locale era OVVIO l'attacco sopratutto del PD che era pesantemente COLLUSO con la mafia stessa ..i giornali non li voglio nemmeno citare ..Brava Virginia ..continua cosi fai gia parte della BELLA STORIA D'ITALIA quella della gente ...ONESTA ,poi errori ne facciamo tutti ma molti sono sicuramente fatti in buonafede poi questo e' il mio parere ..ovviamente criticabilissimo ..
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