giovedì 4 ottobre 2018

CE LO IMPONE IL MERCATO… MERCATO CHI?

76d368462634d519aa2df6bc64ef0769-0008-kDTF-U303011333014Rx-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443draghi-juncker-e-gli-euroburocrati-minacciano-litalia_2112919di Francesco salvatore - Il “prezzo di acquisto” di un titolo di Stato è dato dal suo valore nominale meno:
  • l’interesse riconosciuto all’acquirente,
  • lo spread e
  • il CDS (Credit Default Swap).
Se per il valore nominale è chiaro che si tratta della cifra che verrà pagata alla scadenza da chi emette il titolo (Stato), vediamo cosa rappresentano le altre voci che concorrono a determinare il prezzo di acquisto di un titolo di Stato.
L’interesse è il corrispettivo riconosciuto a chi presta i propri soldi e viene fissato da chi emette i titoli (lo Stato). Il riferimento di base per la sua determinazione è il tasso ufficiale con cui la Banca Centrale (in Europa la BCE) presta il denaro. L’attrattività dell’investimento finanziario, confidando che il debito sia onorato, dipende allora da quanto l’interesse sui titoli sia superiore a quello della Banca Centrale.
Lo Spread rappresenta la componente di rischio legato alla scelta di investire il denaro in un titolo di uno Stato rispetto a quello giudicato a rischio zero e che, in Europa, è la Germania. Il valore dello spread risulta da una serie di dati economici ufficiali e che, pertanto, rappresenta una valutazione “oggettiva”. E fin qui, nulla da eccepire; lo sconcerto assale considerando la terza voce “CDS” salita alla ribalta agli inizi degli anni ’90 grazie alla banca d’affari J.P. Morgan che li introdusse come derivati.
I CDS, sono derivati creditizi che fungono da “una sorta” di assicurazione finanziaria rispetto al rischio di fallimento (default) di chi emette un titolo. A differenza dello Spread che è la risultante di una valutazione oggettiva, perché basata su dati ufficiali, il valore del CDS risulta da contratti di “protezione” in cui l’acquirente della protezione e il venditore della protezione si accordano sul prezzo ritenuto congruo da loro due. Quindi, il prezzo del CDS si basa percezioni, più che valutazioni, “soggettive” in relazione al rischio che un titolo non sia onorato alla scadenza. Per meglio chiarire il ruolo che giocano i CDS bisogna tenere in conto che:
  • costituiscono un mercato che, a livello mondiale, vale 31.000 miliardi di dollari
  • sfuggono alla trasparenza, in quanto non fanno riferimento ad alcuna Borsa e quindi sono soggetti a speculazioni e manipolazioni
  • non c’è controparte “pubblica” centrale che garantisce il buon fine delle operazioni
  • i protagonisti sono i grandi broker JP Morgan, Goldman Sachs, Deutsche Bank, Citigroup, Bank of America e le altre grandi banche mondiali.
GoldmanSachsStoryOltre alla natura soggettiva, influisce sul valore dei CDS il fatto che l’acquirente non necessariamente deve possedere il titolo a cui il CDS si riferisce. Ecco perché prima ci si riferiva ai CDS come una “una sorta” di assicurazione finanziaria; infatti un vero e proprio contratto di assicurazione si accende per proteggere l’assicurato da un rischio che egli stesso corre. Invece con i CDS è come se si potesse assicurare da incendio e furto la macchina di una terza persona e diventare titolari di risarcimento nel caso la macchina andasse a fuoco o venisse rubata.
A questo punto, tenendo conto che nella determinazione del “prezzo di acquisto” di un titolo il valore dei CDS concorre solamente per abbassarlo e che gli acquirenti dei titoli (istituzioni finanziarie che, tra l’altro usano il denaro dato in prestito dalla BCE a tassi irrisori) quasi mai sottoscrivono CDS, ne consegue che per l’acquirente la redditività di un titolo non dipende solo da quella riconosciuta da chi emette il titolo (Stato) ma dalla componente “speculativa” dei CDS che entra a determinare il prezzo di acquisto; e la cosa che più da a pensare è che i possessori di CDS hanno interesse ad aumentarne il valore.
Per meglio capire questo meccanismo con cui la finanza può diventare un grimaldello per condizionare politiche di Stati, poniamo che siano emessi titoli per un valore nominale di 100 a un tasso dell’1%, considerando che lo spread è del 1% e che i CDS per quel titolo sono 1%. In tal caso l’acquirente dovrà pagare:
100 di valore nominale -1 di interesse -1 di spread – 1 di CDS = 97 prezzo di acquisto
per ottenere alla scadenza il valore nominale di 100, con un utile finanziario di 1%; se poi si tiene conto che chi acquista generalmente non compra CDS e che nessuno controlla, allora la redditività effettiva, al netto dello spread, verrà a essere il doppio (2%)… buon pro per l’acquirente.
JP MorganMa un’altra conseguenza è che, nella quotazione di borsa, l’oscillazione dei titoli non dipenderanno solo dagli scambi effettivi influenzati dal fattore oggettivo di “rischio” rappresentato dallo Spread ma, ahimè, dalla componente speculativa di percezione soggettiva della “paura” espresso dai CDS. Così coloro che hanno in portafoglio i CDS senza avere i titoli, possono speculare al rialzo e, così facendo, far diminuire il valore del titolo anche con volumi scambio irrisori o nulli.
In definitiva si viene a determinare una palese distorsione nel meccanismo di funzionamento dei “mercati” in quanto il valore di scambio non dipende più dalla sola dinamica della domanda e dell’offerta ma anche da una componente “opaca” che esprime la paura degli operatori CDS.
Questi sono i fatti, se poi si tiene in conto che gli interessi finanziari si muovono oramai palesemente su piani sovranazionali, dove gli Stati da attori protagonisti sono diventati comparse marginali da poter muovere secondo il tornaconto degli stessi interessi finanziari, appare chiara l’urgenza di mettere mano a un processo di revisione che riduca il rischio che le politiche degli Stati possano essere condizionate o, peggio pilotate, dall'esterno. Rischio, peraltro, tangibile visti i meccanismi, gli strumenti e i protagonisti sopra richiamati. E appare altresì chiaro cominciare a fare luce su quello che si cela dietro alla generica parola “mercati” alla quale si ricorre per giustificare azioni che nulla hanno a che fare con gli interessi e il benessere dei cittadini e degli Stati.

Francesco SalvatoreFrancesco Salvatore

04 Ottobre 2018

12 commenti:

  1. Mi chiedo se non sarebbe meglio non indebitarsi e fare le cose con le proprie forze? Una sana e forte autarchia ci farebbe stare meglio? Smettiamola con coca cola mc donald telefonini e caffè e petrolio. L'italia agli Italiani. Facciamo rientrare tutti i nostri lavoratori all'estero che pagano le tasse in paesi stranieri. infine dotiamoci di armamenti adeguati ad un grande paese. Se un domani dovessimo affrontare militarmente la Francia o la Turchia come faremmo?

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    1. Un commento davvero notevole. L'autore dell'articolo ne sarà molto compiaciuto.

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  2. Ma lei chi c.... é? i suoi articoli e i suoi commenti sono veramente penosi capisco che non abbia forse studiato e neppure letto niente in vita sua. si dedichi a migliorarsi ne ha bisogno. di italiani come lei non se ne sente il bisogno.

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    1. Purtroppo per "lei" sono quello che ha il potere di eliminare le sue idiozie. Che però mantengo per dimostrare ai lettori a che livello si può arrivare. Insomma per mortificarla.

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  3. Senza polemica puo dire che studi ha fatto cosa ha letto e di che si occupa? ovviamente oltre a lavorare su internet non so per chi ma lo immagino.

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    1. Questo blog non è una vetrina del sottoscritto e non riguarda la mia persona. È un luogo aperto al dibattito e se ne ha voglia scriva ciò che crede nel merito degli articoli pubblicati. Altro non conta.
      P.S. Questo è l'ultimo avvertimento.

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  4. Pe andare bene bisogna essere in linea con il suo pensiero unico? Altrimenti manganello ed olio di ricino per poi passare ai campi di internamento? lei è proprio uno xenofobo e reazionario.

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  5. Siete degli "abusivi"; nessuno vi ha eletto

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  6. Merde fuori dall'Europa

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  7. Lo abbiamo capito che è così, forse purtroppo non tutti.

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  8. Per mia abitudine non commento gli anonimi e neppure agli sproloqui, e mi chiedo ancora una volta che senso hanno gli scritti senza firma? Ma sopratutto, perché non vengono eliminati imnediatamente?

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  9. Sono anni che lo ripeto. Se gli italiani capissero come è stato creato ad arte il debito pubblico,cos'è realmente lo spread, come viene determinato e chi lo manovra, darebbe vita ad una rivoluzione senza precedenti. Se gli italiani capissero chi e perché privatizzò la Banca d'Italia, chiusa la zecca di Stato che stampava denaro gratuitamente, per farci prendere in prestito quello di una banca privata ad interessi dalle banche private, imbraccerebbero armi e forconi. Se gli italiani sapessero che la BCE è una banca privata e non pubblica, che stampa danaro dal nulla ed anziché prestarlo direttamente all'Italia, lo cede ad altre banche private perché possano speculare nel concederlo al nostro paese, domani mattina ci sarebbe la presa della"Bastiglia". Se sapessero i nomi dei politici "italiani" che hanno permesso tutto questo, istituirebbero una nuova Norimberga. Eppure, i nomi e cognomi dei colpevoli ed i fatti sono più che noti, peccato che la maggior parte delle persone preferisce essere cieca,sorda e muta.

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