Se per il valore nominale è chiaro che si tratta della cifra che
verrà pagata alla scadenza da chi emette il titolo (Stato), vediamo
cosa rappresentano le altre voci che concorrono a determinare il
prezzo di acquisto di un titolo di Stato.
L’interesse è il corrispettivo riconosciuto a chi presta i
propri soldi e viene fissato da chi emette i titoli (lo Stato). Il
riferimento di base per la sua determinazione è il tasso ufficiale
con cui la Banca Centrale (in Europa la BCE) presta il denaro.
L’attrattività dell’investimento finanziario, confidando che il
debito sia onorato, dipende allora da quanto l’interesse sui titoli
sia superiore a quello della Banca Centrale.
Lo Spread rappresenta la componente di rischio legato alla
scelta di investire il denaro in un titolo di uno Stato rispetto a
quello giudicato a rischio zero e che, in Europa, è la Germania. Il
valore dello spread risulta da una serie di dati economici ufficiali
e che, pertanto, rappresenta una valutazione “oggettiva”. E fin
qui, nulla da eccepire; lo sconcerto assale considerando la terza
voce “CDS” salita alla ribalta agli inizi degli anni ’90 grazie
alla banca d’affari J.P. Morgan che li introdusse come derivati.
I CDS, sono derivati creditizi che fungono da “una sorta”
di assicurazione finanziaria rispetto al rischio di fallimento
(default) di chi emette un titolo. A differenza dello Spread che è
la risultante di una valutazione oggettiva, perché basata su dati
ufficiali, il valore del CDS risulta da contratti di “protezione”
in cui l’acquirente della protezione e il venditore della
protezione si accordano sul prezzo ritenuto congruo da loro due.
Quindi, il prezzo del CDS si basa percezioni, più che valutazioni,
“soggettive” in relazione al rischio che un titolo non sia
onorato alla scadenza. Per meglio chiarire il ruolo che giocano i CDS
bisogna tenere in conto che:
-
costituiscono un mercato che, a livello mondiale, vale 31.000 miliardi di dollari
-
sfuggono alla trasparenza, in quanto non fanno riferimento ad alcuna Borsa e quindi sono soggetti a speculazioni e manipolazioni
-
non c’è controparte “pubblica” centrale che garantisce il buon fine delle operazioni
-
i protagonisti sono i grandi broker JP Morgan, Goldman Sachs, Deutsche Bank, Citigroup, Bank of America e le altre grandi banche mondiali.
Oltre alla natura soggettiva, influisce sul valore dei CDS il fatto
che l’acquirente non necessariamente deve possedere il titolo a cui
il CDS si riferisce. Ecco perché prima ci si riferiva ai CDS come
una “una sorta” di assicurazione finanziaria; infatti un vero e
proprio contratto di assicurazione si accende per proteggere
l’assicurato da un rischio che egli stesso corre. Invece con i CDS
è come se si potesse assicurare da incendio e furto la macchina di
una terza persona e diventare titolari di risarcimento nel caso la
macchina andasse a fuoco o venisse rubata.
A questo punto, tenendo conto che nella determinazione del “prezzo
di acquisto” di un titolo il valore dei CDS concorre solamente per
abbassarlo e che gli acquirenti dei titoli (istituzioni finanziarie
che, tra l’altro usano il denaro dato in prestito dalla BCE a tassi
irrisori) quasi mai sottoscrivono CDS, ne consegue che per
l’acquirente la redditività di un titolo non dipende solo da
quella riconosciuta da chi emette il titolo (Stato) ma dalla
componente “speculativa” dei CDS che entra a determinare il
prezzo di acquisto; e la cosa che più da a pensare è che i
possessori di CDS hanno interesse ad aumentarne il valore.
Per meglio capire questo meccanismo con cui la finanza può diventare
un grimaldello per condizionare politiche di Stati, poniamo che siano
emessi titoli per un valore nominale di 100 a un tasso dell’1%,
considerando che lo spread è del 1% e che i CDS per quel titolo sono
1%. In tal caso l’acquirente dovrà pagare:
100 di valore nominale -1 di interesse -1 di spread – 1 di CDS = 97 prezzo di acquisto
per ottenere alla scadenza il valore nominale di 100, con un utile
finanziario di 1%; se poi si tiene conto che chi acquista
generalmente non compra CDS e che nessuno controlla, allora la
redditività effettiva, al netto dello spread, verrà a essere il
doppio (2%)… buon pro per l’acquirente.
Ma un’altra conseguenza è che, nella quotazione di borsa,
l’oscillazione dei titoli non dipenderanno solo dagli scambi
effettivi influenzati dal fattore oggettivo di “rischio”
rappresentato dallo Spread ma, ahimè, dalla componente speculativa
di percezione soggettiva della “paura” espresso dai CDS. Così
coloro che hanno in portafoglio i CDS senza avere i titoli, possono
speculare al rialzo e, così facendo, far diminuire il valore del
titolo anche con volumi scambio irrisori o nulli.
In definitiva si viene a determinare una palese distorsione nel
meccanismo di funzionamento dei “mercati” in quanto il valore di
scambio non dipende più dalla sola dinamica della domanda e
dell’offerta ma anche da una componente “opaca” che esprime la
paura degli operatori CDS.
Questi sono i fatti, se poi si tiene in conto che gli interessi
finanziari si muovono oramai palesemente su piani sovranazionali,
dove gli Stati da attori protagonisti sono diventati comparse
marginali da poter muovere secondo il tornaconto degli stessi
interessi finanziari, appare chiara l’urgenza di mettere mano a un
processo di revisione che riduca il rischio che le politiche degli
Stati possano essere condizionate o, peggio pilotate, dall'esterno.
Rischio, peraltro, tangibile visti i meccanismi, gli strumenti e i
protagonisti sopra richiamati. E appare altresì chiaro cominciare a
fare luce su quello che si cela dietro alla generica parola “mercati”
alla quale si ricorre per giustificare azioni che nulla hanno a che
fare con gli interessi e il benessere dei cittadini e degli Stati.
Mi chiedo se non sarebbe meglio non indebitarsi e fare le cose con le proprie forze? Una sana e forte autarchia ci farebbe stare meglio? Smettiamola con coca cola mc donald telefonini e caffè e petrolio. L'italia agli Italiani. Facciamo rientrare tutti i nostri lavoratori all'estero che pagano le tasse in paesi stranieri. infine dotiamoci di armamenti adeguati ad un grande paese. Se un domani dovessimo affrontare militarmente la Francia o la Turchia come faremmo?
RispondiEliminaUn commento davvero notevole. L'autore dell'articolo ne sarà molto compiaciuto.
EliminaMa lei chi c.... é? i suoi articoli e i suoi commenti sono veramente penosi capisco che non abbia forse studiato e neppure letto niente in vita sua. si dedichi a migliorarsi ne ha bisogno. di italiani come lei non se ne sente il bisogno.
RispondiEliminaPurtroppo per "lei" sono quello che ha il potere di eliminare le sue idiozie. Che però mantengo per dimostrare ai lettori a che livello si può arrivare. Insomma per mortificarla.
EliminaSenza polemica puo dire che studi ha fatto cosa ha letto e di che si occupa? ovviamente oltre a lavorare su internet non so per chi ma lo immagino.
RispondiEliminaQuesto blog non è una vetrina del sottoscritto e non riguarda la mia persona. È un luogo aperto al dibattito e se ne ha voglia scriva ciò che crede nel merito degli articoli pubblicati. Altro non conta.
EliminaP.S. Questo è l'ultimo avvertimento.
Pe andare bene bisogna essere in linea con il suo pensiero unico? Altrimenti manganello ed olio di ricino per poi passare ai campi di internamento? lei è proprio uno xenofobo e reazionario.
RispondiEliminaSiete degli "abusivi"; nessuno vi ha eletto
RispondiEliminaMerde fuori dall'Europa
RispondiEliminaLo abbiamo capito che è così, forse purtroppo non tutti.
RispondiEliminaPer mia abitudine non commento gli anonimi e neppure agli sproloqui, e mi chiedo ancora una volta che senso hanno gli scritti senza firma? Ma sopratutto, perché non vengono eliminati imnediatamente?
RispondiEliminaSono anni che lo ripeto. Se gli italiani capissero come è stato creato ad arte il debito pubblico,cos'è realmente lo spread, come viene determinato e chi lo manovra, darebbe vita ad una rivoluzione senza precedenti. Se gli italiani capissero chi e perché privatizzò la Banca d'Italia, chiusa la zecca di Stato che stampava denaro gratuitamente, per farci prendere in prestito quello di una banca privata ad interessi dalle banche private, imbraccerebbero armi e forconi. Se gli italiani sapessero che la BCE è una banca privata e non pubblica, che stampa danaro dal nulla ed anziché prestarlo direttamente all'Italia, lo cede ad altre banche private perché possano speculare nel concederlo al nostro paese, domani mattina ci sarebbe la presa della"Bastiglia". Se sapessero i nomi dei politici "italiani" che hanno permesso tutto questo, istituirebbero una nuova Norimberga. Eppure, i nomi e cognomi dei colpevoli ed i fatti sono più che noti, peccato che la maggior parte delle persone preferisce essere cieca,sorda e muta.
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