Avvia così una incredibile e surreale campagna per le elezioni comunali del 2010 nella quale promette che non farà nulla per tutto il periodo del mandato, confessa di essersi candidato per uno stipendio sicuro e per potere usare i bagni del sindaco. E, tra le altre cose, che saranno bandite le droghe in consiglio fino al 2020.
Il Partito Migliore non fece alcuna attività di propaganda e nel giro di qualche settimana i sondaggi lo davano al 10%.
La campagna elettorale fu esilarante.
Tra i punti chiave: la piscina gratis per tutti gli islandesi, incluso le tovaglie; provvedimenti forti per l’economia: avrebbero importato ebrei notoriamente bravi con i soldi. Il programma teneva conto anche degli agricoltori che avrebbero avuto il diritto di portare una pecora in albergo, senza costi aggiuntivi. E ancora, per venire incontro ai problemi dei disoccupati avrebbe aperto una grande Disneyland con il diritto alle fotografie gratuite con i vari personaggi disney. Mentre per lo sviluppo turistico prevedeva un grande parco tematico con i dinosauri di Jurassic park, l’unico problema era fare acclimatare i dinosauri al rigido clima islandese, ma era certo ci sarebbero riusciti.
Partecipa ai programmi televisivi e, a un confronto televisivo, alla domanda su cosa intendesse fare per l’aeroporto locale, Gnarr dichiarò: “Ad essere sincero non ne ho la più pallida idea”. Abbandonò imbarazzato la trasmissione riconoscendo la sua inadeguatezza. I commentatori la definirono immediatamente la morte politica di Gnarr, ma dovettero ricredersi presto, la popolazione apprezzò la sincerità e il partito schizzò al 20%, fino a toccare punte del 38%.
Alla fine Il Partito Migliore vince le elezioni con il 34,7%. Non avendo preso impegni elettorali, tranne quello di non ricandidarsi, non hanno assolutamente nulla da perdere, e nessuna esperienza di politica e di governo. Hanno da gestire una città in ginocchio e talmente sfiduciata dalla politica da considerare un partito anarcosurrealista, nato per gioco, la migliore alternativa su piazza.
Per raggiungere la maggioranza in consiglio, e quindi governare, Gnarr promette di accordarsi con il leader politico che avesse visto tutte le serie di the Wire, la sua serie preferita. I socialdemocratici accettarono e Dagur Eggerson affittò la serie e chiuse l’accordo di governo.
Senza risorse Gnarr cerca di intrattenere gli elettori con diversivi degni delle sue competenze artistiche:
– all’incontro con una delegazione commerciale cinese chiese di liberare tutti i dissidenti detenuti in Cina;
– al Gay Pride si presentò vestito da donna;
– al seggio per le elezioni politiche vestito da Cavaliere Jedi;
– organizzò il concorso per il gatto più grasso di Reykjavík al fine di nominarlo cerimoniere delle feste natalizie cittadine;
– e il concorso “Il Giorno del Buongiorno”, chiedendo ai cittadini, almeno per quel giorno, di salutarsi con cordialità (la richiesta peraltro fu ben accolta dalla popolazione).
Mentre questo accadeva, forti anche dell’accordo con il partito Socialdemocratico, con un approccio al fare decisamente innovativo, una volta al potere Gnarr iniziò a lavorare seriamente, e il Partito Migliore portò ad un cambiamento strutturale l’amministrazione cittadina.
“La cosa più radicale che abbiamo fatto – dirà Bjorn Blondal, il Principe delle Tenebre, chiamato così perché incaricato di dare le brutte notizie – è stata andare al potere. E, una volta giunti al potere, lavorare sul serio“.
“Il bilancio di quattro anni di anarchici al governo fu inaspettato:
i punk hanno risanato le finanze, lasciato in eredità discorsi memorabili, creato 24 chilometri di piste ciclabili, realizzato un nuovo piano per i servizi pubblici, riorganizzato il sistema scolastico, finanziato giovani artisti, incentivato il turismo, favorito una città rilassante e al tempo stesso frizzante. Ora le istituzioni islandesi non inneggiano più allo spirito vichingo ma alla creatività. La creatività del popolo islandese” (tratto da Meno Crisi e più Punk di Constantin Seibt, su the Passenger, Islanda).
Messa in ginocchio dalla finanza, l’Islanda rinasce sotto la spinta surreale di un partito non partito. E trovò la sua salvezza dove mai avrebbe potuto sperare di trovarla, nell'irriverenza, nella creatività, nella follia.
Jón Gnarr spiegò che se è vero che avevano vinto elettoralmente e politicamente la sfida, il solo modo per “fottere” veramente il sistema (ricordo che si tratta di un partito anarchico e Punk) era non candidarsi quando avevano la certezza della vittoria in tasca. Per cui mantenne l’impegno e alle successive elezioni non si ricandidò. Rimase in carica dal 15 giugno 2010 al 16 giugno 2014.
Alle successive elezioni la competizione sul filo di lana fu tra Bjorn Blondal, il principe delle tenebre, che si presentò con una nuova formazione: Futuro Luminoso e Dagur Eggertson, leader socialdemocratico che poi vinse di poco.
Bjorn continua la sua esperienza politica e ha affermato: “Quando hai imparato a cambiare le cose poi ti diverti. E diventi bravo.”
A me questa storia ha affascinato enormemente.
Perché racconta un modo diverso di immaginare e fare le cose. Mette la speranza in fondo al tunnel ed affida alla creatività il compito di trovare soluzioni per quanto surreali possano sembrare. Contrappone alla tristezza del governo per come siamo abituati a concepirlo, l’entusiasmo e l’allegria del fare anche in modo irriverente e scanzonato.
Ad un durissimo attacco, anche personale, ricevuto in consiglio comunale da un rappresentante dell’opposizione, Gnarr rispose che gli dispiaceva quel pensiero, anche perché non ricambiato, in quanto pensava che lui invece fosse una persona intelligente, capace e perbene. L’idea di superare la contrapposizione del conflitto politico riconoscendo i meriti dell’avversario, è a mio avviso una strada straordinaria ed inesplorata della politica. Essenziale mi viene da dire, in questo momento storico in particolare, nel quale tutto sembra dover finire sempre in baruffa. Gnarr vinse e governò senza cercare baruffa, anzi evitandola il più possibile.
Questa originale vicenda politica ha almeno due motivi di grande interesse.
Il primo è che la soluzione di problemi complessi, nella società di oggi, non può appartenere al singolo o alla singola forza, ma è necessario il contributo di tutta la società, ed è indispensabile cercare soluzioni diverse, nella creatività ad esempio, che può aiutare a individuare ipotesi che altrimenti sembrano non esistere. È indubbio che il successo dell’esperienza islandese sta nella collaborazione leale tra gli anarchici di Gnarr, senza esperienza ma con nuovi punti di vista, e i socialdemocratici che conoscevano la macchina politica ed amministrativa. Il dato rilevante è che la politica per come l’abbiamo concepita finora da sola non ha le soluzioni e probabilmente è diventata il problema. L’accordo con i socialdemocratici dice anche che senza la politica tradizionale probabilmente non c’è risultato. La soluzione pertanto sta nel mezzo con e senza la politica. Personalmente credo che se Gnarr, da eletto, avesse provato a comportarsi da politico serio che non era, probabilmente la sua esperienza invece che memorabile sarebbe stata un disastro.
L’altro motivo di fascino è che Jón Gnarr ebbe un’infanzia difficile, era basso, magro, affetto da iperattività e deficit dell’attenzione, tentò due volte il suicidio, era considerato un ritardato. Diventerà un comico di successo e sindaco di Reykjavik. Tirando la città fuori da un baratro, che sembrava ineluttabile, nel momento più difficile della sua storia.
Questo esempio ci dimostra anche che ciascuno di noi possiede risorse e forze davvero sorprendenti.
Reykjavík è una città di meno di 200.000 abitanti. Solo un anarcosurrealista potrebbe immaginare di applicare quel modello alla Sicilia, che conta 5 milioni di abitanti e problemi immensi. Ma questa storia insegna proprio che quando c’è un momento nel quale tutto sembra perduto devi avere il coraggio di vestirti da cavaliere Jedi e trovare la soluzione, quella stessa che in doppio petto e cravatta non riesci a trovare.
A Reykjavík la vera svolta è stato l’avere raggiunto il massimo livello di disperazione. La sfiducia verso la politica era tanta che anche un comico era ritenuto preferibile dalla popolazione a un qualunque politico classico. La forza di quel comico fu che rimase tale per tutto il periodo del suo mandato. Non dimenticò mai che non era un politico e diede il suo contributo alla Politica fornendo altri punti di vista, cambio la sua città per sempre e ha lasciato a tutti noi una straordinaria opportunità per riflettere.
Auguro a tutti di continuare a credere che esista una soluzione per tirarci fuori dai guai per quanto surreale quest’ultima possa sembrare.
Commenti e crediti
Ho cercato di documentarmi per quanto ho potuto su fonti in inglese (non conosco l’islandese), purtroppo non ho trovato informazioni sul gatto scelto per le cerimonie natalizie, se lo avessi trovato sarebbe stata l’immagine di questo post. Se un giorno dovessi fondare un partito anarcosurrealista e candidarmi a sindaco lo farei solo per potere scegliere il gatto cerimoniere del Natale a Palermo. Penso che la mia città ne abbia realmente bisogno. Ho preso ispirazione dall'articolo di Costantin Sibt su The Passenger Islanda che vi consiglio di leggere; e dal documentario Gnarr – Best Party (qui sottotitolato in inglese), che vi consiglio di guardare.
Consiglio inoltre di godersi il video-clip della campagna elettorale, considerato lo spot elettorale migliore di sempre.
Jón Gnarr spiegò che se è vero che avevano vinto elettoralmente e politicamente la sfida, il solo modo per “fottere” veramente il sistema (ricordo che si tratta di un partito anarchico e Punk) era non candidarsi quando avevano la certezza della vittoria in tasca. Per cui mantenne l’impegno e alle successive elezioni non si ricandidò. Rimase in carica dal 15 giugno 2010 al 16 giugno 2014.
Alle successive elezioni la competizione sul filo di lana fu tra Bjorn Blondal, il principe delle tenebre, che si presentò con una nuova formazione: Futuro Luminoso e Dagur Eggertson, leader socialdemocratico che poi vinse di poco.
Bjorn continua la sua esperienza politica e ha affermato: “Quando hai imparato a cambiare le cose poi ti diverti. E diventi bravo.”
A me questa storia ha affascinato enormemente.
Perché racconta un modo diverso di immaginare e fare le cose. Mette la speranza in fondo al tunnel ed affida alla creatività il compito di trovare soluzioni per quanto surreali possano sembrare. Contrappone alla tristezza del governo per come siamo abituati a concepirlo, l’entusiasmo e l’allegria del fare anche in modo irriverente e scanzonato.
Ad un durissimo attacco, anche personale, ricevuto in consiglio comunale da un rappresentante dell’opposizione, Gnarr rispose che gli dispiaceva quel pensiero, anche perché non ricambiato, in quanto pensava che lui invece fosse una persona intelligente, capace e perbene. L’idea di superare la contrapposizione del conflitto politico riconoscendo i meriti dell’avversario, è a mio avviso una strada straordinaria ed inesplorata della politica. Essenziale mi viene da dire, in questo momento storico in particolare, nel quale tutto sembra dover finire sempre in baruffa. Gnarr vinse e governò senza cercare baruffa, anzi evitandola il più possibile.
Questa originale vicenda politica ha almeno due motivi di grande interesse.
Il primo è che la soluzione di problemi complessi, nella società di oggi, non può appartenere al singolo o alla singola forza, ma è necessario il contributo di tutta la società, ed è indispensabile cercare soluzioni diverse, nella creatività ad esempio, che può aiutare a individuare ipotesi che altrimenti sembrano non esistere. È indubbio che il successo dell’esperienza islandese sta nella collaborazione leale tra gli anarchici di Gnarr, senza esperienza ma con nuovi punti di vista, e i socialdemocratici che conoscevano la macchina politica ed amministrativa. Il dato rilevante è che la politica per come l’abbiamo concepita finora da sola non ha le soluzioni e probabilmente è diventata il problema. L’accordo con i socialdemocratici dice anche che senza la politica tradizionale probabilmente non c’è risultato. La soluzione pertanto sta nel mezzo con e senza la politica. Personalmente credo che se Gnarr, da eletto, avesse provato a comportarsi da politico serio che non era, probabilmente la sua esperienza invece che memorabile sarebbe stata un disastro.
L’altro motivo di fascino è che Jón Gnarr ebbe un’infanzia difficile, era basso, magro, affetto da iperattività e deficit dell’attenzione, tentò due volte il suicidio, era considerato un ritardato. Diventerà un comico di successo e sindaco di Reykjavik. Tirando la città fuori da un baratro, che sembrava ineluttabile, nel momento più difficile della sua storia.
Questo esempio ci dimostra anche che ciascuno di noi possiede risorse e forze davvero sorprendenti.
Reykjavík è una città di meno di 200.000 abitanti. Solo un anarcosurrealista potrebbe immaginare di applicare quel modello alla Sicilia, che conta 5 milioni di abitanti e problemi immensi. Ma questa storia insegna proprio che quando c’è un momento nel quale tutto sembra perduto devi avere il coraggio di vestirti da cavaliere Jedi e trovare la soluzione, quella stessa che in doppio petto e cravatta non riesci a trovare.
A Reykjavík la vera svolta è stato l’avere raggiunto il massimo livello di disperazione. La sfiducia verso la politica era tanta che anche un comico era ritenuto preferibile dalla popolazione a un qualunque politico classico. La forza di quel comico fu che rimase tale per tutto il periodo del suo mandato. Non dimenticò mai che non era un politico e diede il suo contributo alla Politica fornendo altri punti di vista, cambio la sua città per sempre e ha lasciato a tutti noi una straordinaria opportunità per riflettere.
Auguro a tutti di continuare a credere che esista una soluzione per tirarci fuori dai guai per quanto surreale quest’ultima possa sembrare.
Commenti e crediti
Ho cercato di documentarmi per quanto ho potuto su fonti in inglese (non conosco l’islandese), purtroppo non ho trovato informazioni sul gatto scelto per le cerimonie natalizie, se lo avessi trovato sarebbe stata l’immagine di questo post. Se un giorno dovessi fondare un partito anarcosurrealista e candidarmi a sindaco lo farei solo per potere scegliere il gatto cerimoniere del Natale a Palermo. Penso che la mia città ne abbia realmente bisogno. Ho preso ispirazione dall'articolo di Costantin Sibt su The Passenger Islanda che vi consiglio di leggere; e dal documentario Gnarr – Best Party (qui sottotitolato in inglese), che vi consiglio di guardare.
Consiglio inoltre di godersi il video-clip della campagna elettorale, considerato lo spot elettorale migliore di sempre.
Giovanni Callea
17 Settembre 2018
Articolo interessante e gustoso di Giovanni Callea. Certo, curioso e surreale, ma non tanto per la mentalità degli islandesi, che conservano ancora l'ultimo panino confezionato in quel paese da McDonald, prima che chiudesse i battenti sull’isola e che intitolano una via di Reykjavík a Darth Vader, personaggio del film Wars. Ma eleggere un comico che fonda un partito satirico, con una campagna elettorale a dir poco kafkiana, rientra certamente nella mentalità islandese, dove l'interpretazione della vita, è indubbiamente più leggera che in ogno altro luogo, specie nel nostro paese, dove tutto è estrememante serio, come pure le menzogne e le verità. Eppure, anche se in modo in modo non così surreale, a pensarci bene, anche in questo paese c'è stato un comico che ha deciso di sognare. Fondato un Movimento che dal nulla è diventato il primo partito del paese ed adesso governa. Ed a leggere il suo programma, non è neppure tanto distante dalle cose che Jon Gnarr, ha di fatto realizzato in Islanda, solo che a differenza di Jon, lui non ha mai aspirato a cariche pubbliche ed è ha continuato a fare quello che gli piace di più: il comico. Questi esempi, dimostrano che dietro farsesche, spassose ed umoristiche facciate, spesso c'è più genio di tanti autoproclamati " Unti del Signore".
RispondiEliminaIn Islanda può succedere di tutto, è un'isola fredda e va bene ogni cosa che riscalda. In Sicilia è l'esatto contrario. Resta comunque un caso originale e unico.
RispondiEliminaNon esito a definire questo di Callea, uno degli articoli a tema politico più interessanti e originali che abbia mai letto in questo blog. Sembra di essere avanti di cento anni rispetto alla miseria e allo squallore della politica nostrana. Personaggi come Jon Gnarr andrebbero ricercati in ogni angolo della terra per metterli in campo al servizio della collettività. La sua genialità emerge persino dai suoi tratti somatici e dall’originalità dei suoi clip pubblicitari. Certo, essere nati in un Paese come l’Islanda favorisce l’acquisizione di un pensiero politico così originale, distaccato e finanche gioioso. Credo anche che la collaborazione di Gnarr con il partito socialdemocratico abbia funzionato perché la politica tradizionale in quei Paesi democraticamente avanzati, non ha nulla a che vedere con la partitocrazia becera che alligna dalle nostre parti. Basti pensare a quanto il rapporto M5S-Lega risenta di vecchie incrostazioni del passato. Dopo la lettura di questo bellissimo racconto dovremmo anche rivedere la vecchia concezione negativa di anarchia, come sinonimo di assenza di governo e libertarismo che, vista dalla prospettiva di Reykjavik, sembra invece una formula da esportare.
RispondiEliminaUn articolo godibilissimo che pone sul tavolo un fatto su cui raramente si è indotto a riflettere, cioè che la politica incide sulla vita sociale così come la scienza incide nel progresso tecnologico e ciò avvenne solo con la ricerca condotta attraverso la sperimentazione.
RispondiEliminaLa ricerca traguarda sempre idee nuove che, spesso, metto in discussione le precedenti e che, pertanto, richiedono una buona dose di pervicacia e coraggio in coloro che le perseguono sperimentando.
La vicenda Islandese è un esempio di tale pratica innovativa che, in quanto elemento che mette in qualche misura in discussione gli equilibri del sistema precedente, è in sé rivoluzionaria.
Le rivoluzioni più temute dai sacerdoti del sistema non sono quelle condotte con le armi ma quelle che diffondono idee nuove e alimentano le speranze e inducono a guardare dietro le maschere di ipocrisia dietro le quali si celano inenarrate nefandezze.
Sta accadendo anche in Italia e, sempre rimanendo, ai nostri giorni è accaduto in Uruguay con Pepe Mujica che, come presidente del Paese ha impartito al mondo una lezione di stile intriso di coerenza, trasparenza, onestà non soltanto intellettuale e sincerità, sempre tenendosi con i piedi per terra, la medesima terra che viene calcata dai cittadini "normali".
Concludendo sottolineo che il carburante delle nuove idee che caratterizzano le esperienze Islandesi, Italiane e Uruguaiane non lo fornisce solo chi propone l'innovazione ma, soprattutto, chi ha portato la gente alla disperazione che inculca coraggio per riguadagnare la speranza.
Un bell'articolo, che ci fa immergere in un'atmosfera quasi irreale; che ci sorprende ma che ci fa riflettere. Certo, l'Islanda ha circa 350.000 abitanti ed un territorio particolare - a tal proposito mi sono ricordato di un'operetta morale di Leopardi che ci parla della ricerca della serenità di un islandese - ma io credo che farebbe bene ai nostri illustri benpensanti e rappresentanti del popolo leggere questo sorprendente racconto. Jon Gnarr, un comico islandese con alle spalle esperienze problematiche, vince su tutti le elezioni ed insieme ai socialdemocratici governa il suo Paese in modo impeccabile e costruttivo. Le sue promesse ed il suo approccio con le masse si erano svolti in un modo, a dir poco, scherzoso. Ora io mi chiedo, riportandovi nella nostra atmosfera politica: dove ci ha portato la nostra politica seriosa e perfettina; dove, i nostri dibattiti ideologici; dove, le divergenze e gli odii? La vita è tutta una commedia....ma talvolta, se l'interprete é bravo come Gnarr, diventa più piacevole ed accettabile. C'è qualche similitudine con Grillo e 5S? Può darsi...voi che ne dite?
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