La tecnica è sempre la stessa. Si comincia con l'accusa di utilizzo di armi chimiche per coinvolgere ed indignare l'opinione pubblica, si pagano mercenari facendoli passare per milizie anti regime, poi si ricorrere alle bombe. Le motivazioni sono sempre le stesse e così i metodi. Dopo aver messo nel mirino il governo del paese da conquistare, questo diventa immediatamente regime, il suo rappresentante un dittatore, poi sanguinario e successivamente assassino del proprio popolo perché utilizza gas letali, che puntualmente non vengono mai trovati.
Funzionò contro Saddam Hussein ed il suo paese fu distrutto sotto un pioggia di migliaia di tonnellate di bombe americane ed europee, che causarono oltre mezzo milione di vittime nel conflitto, a seguito delle accuse della coalizione capeggiata dagli Usa poi rivelatesi del tutto infondate, di un ipotetico possesso di armi chimiche di distruzione di massa, e di presunta oppressione dei cittadini iracheni da parte di una dittatura sanguinaria.
A fine guerra, con il paese ormai ridotto in cenere, gli ispettori indipendenti dello stesso ONU, che con la risoluzione 1441 viene votata l'8 novembre 2002, aveva appoggiato l’attacco, stabilirono che le accuse americane erano prive di ogni fondamento. Nel frattempo, iniziava il saccheggio dei ricchissimi pozzi da parte delle compagnie petrolifere americane ed europee.
La storia si ripete con la Libia di Gheddafi, dove lo stesso leader viene catturato e giustiziato immediatamente, proprio come era già successo a Saddam. Anders Fogh Rasmussen, segretario generale della Nato, aveva dichiarato che il Colonnello libico si era reso responsabile di crimini contro l’umanità e la Francia di Sarkozy, senza neppure aspettare la risoluzione dell’UNU, aveva già segnato la carica, iniziando per prima il bombardamento ed a chiedere la sua fetta di pozzi di petrolio nel territorio conquistato. Infatti subito dopo l’uccisione di Gheddafi, entrarono in gioco la Chevron americana, la Total francese e la British Petroleum inglese, fino a quel momento tagliate fuori, a danno dell’ENI, ridimensionata nonostante l’appoggio dell’Italia nella guerra, con la complicità del nostro governo scendiletto.
Oggi, tocca alla Siria con le accuse rivolte al suo Presidente Assad. Avrebbe utilizzato armi chimiche contro il suo stesso popolo, proprio come Saddam e Gheddafi. Ai media Tv e giornali, vengono fornite immagini di raccapriccianti di morti, con donne e bambini e la macchia anti Assad si propaga in tutto l’occidente. L’indignazione è palese, nei Tg e sui titoli dei giornali. Sui social la gente commenta sgomenta.
La Siria viene rappresentata come un paese da cui si fugge per le atrocità del regime, per la privazione dei diritti umani e religiosi, per le torture e condizioni di vita invivibili. Ma a pensarla diversamente è Padre Mtanios Haddad della Chiesa Greco Melchita, che ospite di Floris nel 2015, dichiarava “io sono siriano e vivo in Siria, e le cose che vengono raccontate in occidente sulla Siria sono esagerate o non sono vere. E’ un paese molto tollerante e vi vivono arabi cristiani ed arabi mussulmani, sciiti e sunniti assieme ed in pace. Molti dei cittadini scappano verso l’occidente perché terrorizzati e costretti dal Califfato ad abbandonare le proprie case. Padre Haddad, ce l’ha soprattutto con l’ISIS, colpevole di distruggere la vita, la società e la storia siriana e dichiara senza alcun dubbio, che dietro l’ISIS ci sono gli americani che intendono abbattere Assad. “Noi chiediamo agli americani: lasciateci vivere nella nostra dignità ed in pace nel nostro paese”. Parole forti, alle quali però nessuno sembra sentire e voler ripetere. Quando si dice l’onesta della stampa!
Infatti, nessuno parla delle reali condizioni di vita in Siria e quali sono le mire occidentali su quel paese sovrano, dove gli interessi occidentali non sono ancora riusciti a penetrare. Del fatto che, Bashar Al-Assad, contrariamente a quanto viene raccontato dalla stampa e Tv filo americane, gode invece di un grande sostegno popolare in Siria. La società ha un orientamento di tipo occidentale, le donne hanno gli stessi diritti degli uomini nello studio, sanità e nell’istruzione e non hanno obbligo di indossare il burka, mentre la Sharia (legge islamica) è dichiarata incostituzionale. La Siria, infatti ha una Costituzione di tipo laico, tanto da contare ben cinque papi nella sua storia. Non c'è una banca centrale che fa capo alla finanza internazionale, è proibita l’importazione di alimenti geneticamente modificati e la loro coltivazione, (è uno dei pochi paesi negato alla potentissima Monsanto americana), è l'unico paese arabo che non ha debiti con il fondo monetario internazionale e quindi non ricattabile economicamente, è l'unico paese del Mediterraneo che è rimasto proprietario delle risorse petrolifere e ha rifiutato di privatizzarle.
Ma questa volta gli interessi dei famelici americani, inglesi e francesi, che da tempo pressano senza successo il Presidente Assad, puntano diritto al passaggio del gasdotto Qatar-Turchia, sotto il controllo americano, lo stesso che dovrebbe attraversare anche la Puglia e sul quale ruotano interessi stellari di molti paesi, desiderosi di affrancarsi dal gas russo. Assad invece, alleato della Russia, che sul territorio siriano ha già delle basi ed aeroporti militari, ha già dato il suo benestare alla costruzione di un altro gasdotto, quello russo appunto, negando il proprio territorio agli USA già irritati per la stessa ragione durante il governo Obama, che ebbe a dichiarare che Assad doveva essere rimosso dalla presidenza siriana.
Per la pubblica opinione, la coalizione capeggiata dagli Usa interverrebbe perché in Siria ci sarebbero stati settantacinque morti da gas nervino, arrogandosi il diritto di sceriffi del mondo, utilizzando bombe e missili, che nella migliore delle ipotesi causerebbero diverse migliaia di morti tra i civili, il tutto per un presunto possesso di armi chimiche, che ad oggi nessuno ha dimostrato, nonostante le insistenze dal rappresentante russo all’Onu, rivolte in particolare a Macron che in pieno bluff vantava di possedere e che non ha mai esibito.
È chiaro che gli Usa, Francia ed Inghilterra, con questo attacco, abbiamo voluto forzare la mano ad Assad per costringerlo a cedere, in un gioco estremamente pericoloso. Infatti, gli alleati della Siria Russia ed Iran, hanno immediatamente condannato l’attacco e minacciato di intervenire direttamente nell’eventuale conflitto. La speranza è che la pazzia espansionistica degli esportatori di democrazia pelosa, possa rientrare nei termini della ragione, perché il rischio di un conflitto globale è altissimo ed il mondo certo non se lo può permettere.
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lunedì 16 aprile 2018
SIRIA. La GUERRA del GASDOTTO dei CONQUISTATORI
di Giovanni Caianiello - Era già successo e rischia di succedere di nuovo. Se un paese ha risorse che fanno gola agli altri e si rifiuta di metterle a disposizione è un paese da distruggere.
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Come per gli attentati terroristici a firma isis
RispondiEliminaRitengo tutto ciò altamente probabile nonché causa di destabilizzazioni e conseguentemente emigrazioni di massa
RispondiEliminaGrazie Giovanni hai ben sottolineato come la storia di ripete e come, a dispetto dei pretesti umanitari dichiarati, la ragione di ogni conflitto è radicato negli interessi economici di pochi.
RispondiEliminaNon a caso Baron Rothschild ebbe a dire "Il momento di comprare è quando il sangue scorre nelle strade."
La colonizzazione non è mai finita, si è soltanto trasformata.
RispondiEliminaNon rimestare sull’ignoranza. Si parte in Siria già con mezzo milione di morti, cioè più di Afghanistan e Iraq messi assieme.
RispondiEliminaIeri ho visto un filmato di Pandora tv, mi pare, che mi ha molto impressionata... faceva vedere che molte di quelle fotografie di bambini siriani siano fatte ad hoc, per suscitare in noi indignazione e dolore...bambini portati al trucco per "creare" ferite e alcune di queste immagini io le avevo viste e sembra che le foto taroccate vengano vendute a prezzi altissimi.... tutto questo per poter giustificare un'aggressione a uno stato sovrano... e la storia si ripete....
RispondiEliminaPRIMAVERE ARABE, E FU SUBITO INVERNO. INVERNO CHE CONTINUA ANCHE SUL MARTORIATO POPOLO SIRIANO. CERTI STATI LA SMETTANO DI ROMPERE LE SCATOLE ALLA SIRIA ED ALTRI STATI!
RispondiEliminaCol nostro disastroso maxidebito CONTIAMO nel mondo come il due di coppe con briscola a denari o A SPADA, e non potemmo opporci al bombardamento (dei nostri "amici" alleati) della Libia; e le bombe caddero anche sull'accordo italo-libico commerciale e di buon vicinato! Ma con consapevolezza degli italiani e sensibilità politica e sindacale possiamo risorgere.
Ho sempre auspicato ed auspico un ' Italia economicamente e militarmente forte e neutrale, amica di tutti, alleata con NESSUNO.
Adesso da Sigonella potrebbero partire gli aerei USA verso la Siria ! Forse i guai di Bettino Craxi iniziarono da Sigonella. È quelli di Berlusconi dall' accordo commerciale con la Libia e dai suoi buoni rapporti con Putin.
Dopo il Premio Nobel la Pace ad Obama, anche a Trump ? USA , Gran Bretagna, Francia si adoperino pel la Pace SENZA BOMBE E SENZA MACELLERIA UMANA !
USA e Gran Bretagna andarono in Irak per cercare le armi di distruzione di massa, ma non le trovarono; Saddam Hussein non era uno stinco di santo, ma in Irak c'è puzza di petrolio. Anche in Siria, come in Irak e Libia, c'è puzza di petrolio, infatti è stata gettata nel caos a causa di contrastanti interessi per il passaggio di oleodotti e gasdotti sul suo territorio.
Clap,clap,clap...condivido ogni parola e mi chiedo perché cosi tante persone abbiano le menti chiuse
RispondiEliminaSono un elettore convinto dei 5 stelle, devo però dire che a leggere gli articoli ed i commenti di questo blog rischio di cambiare idea. La politica è una cosa ma il fanatismo è altro.
RispondiEliminaNessuno oggi si pone la domanda: “Quanti sono, attualmente, le guerre e i conflitti armati nel mono?” La risposta, per difetto: “Oltre 400”. E quanti morti? Quanti sfollati? Dieci anni fa, ogni minuto, 6 persone erano costretti a fuggire dalla propria casa, oggi 24. L’attenzione e i commenti si focalizzano su quei territori dove ci sono risorse naturali da depredare, le risorse umane non contano. La Comunità Internazionale e gli organismi preposti per garantire un processo di pace mostrano indifferenza e inefficienza. Non mi sono mai piaciuti gli interventi militari, non hanno portato pace ma destabilizzazione. In Siria si sta riproponendo il solito copione: Stati, armi chimiche o no, che decidono di attaccare, altri che prendono le distanze, nessuna strategia diplomatica per ristabilire la pace, i siriani ne hanno bisogno. Pace che non può essere garantita con la presenza di un dittatore crudele come Assad. Dall’inizio del conflitto civile, anno 2011: oltre 400 mila morti, la maggioranza bambini e donne; quasi sei milioni hanno lasciato il Paese ridotto in macerie; la maggioranza di quelli che sono rimasti vive nella totale miseria. Questi sono i veri dati che dovrebbero far riflettere il così detto mondo civile. Attenzione e diplomazia non dovrebbero mai venir meno per ripristinare la pace in Siria e in tutte le zone di guerre e conflitti. Purtroppo dobbiamo registrare un cinico disinteresse e un dibattito politico dove ogni rappresentanza è più preoccupata a marcare la propria posizione. Per concludere: la Comunità Internazionale può continuare ancora a guardare senza valutare il rischio della possibilità di un conflitto globale?!
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