di Maurizio Alesi - Ho letto e riletto più volte l’articolo di Giuseppe Savagnone, direttore dell’Ufficio Pastorale della Cultura dell’Arcidiocesi di Palermo, senza riuscire a comprendere il senso della sua analisi.
“La legge 104 e il reddito di cittadinanza” questo il titolo. Che mette in relazione le sortite sulla 104 del presidente Musumeci e la proposta del reddito di cittadinanza del M5S, distanti come il giorno e la notte.
Come si ricorderà il governatore siciliano denunciò in conferenza stampa alcuni presunti abusi dei dipendenti regionali per ottenere i benefici della legge 104. “In Sicilia ci sono dipendenti della Regione che si sono fatti adottare da anziani malati per potere beneficiare della legge 104 per l’assistenza”. Per Savagnone sono “coraggiose dichiarazioni” che prefigurano veri e propri reati commessi da dirigenti e dipendenti.
Non so voi, ma a me sfugge il gesto eroico di chi, nella qualità di massimo responsabile dell’amministrazione regionale, a conoscenza di ipotesi di reato, si limita a parlarne con la stampa (tra i sorrisini idioti degli assessori seduti al suo fianco), invece di recarsi negli uffici della Procura della Repubblica come sarebbe stato suo preciso dovere. E dire che Musumeci ha parlato esplicitamente di “falsificazioni e abusi dei soliti furbetti”, mica ci ha girato intorno.
Secondo lui i dipendenti che godono della 104 sono troppi (2350 su 13 mila), anche se è stato smentito da un articolo de “La Stampa” ed è stato pesantemente attaccato dai sindacati. Ovviamente non è una critica alla legge giusta che consente permessi sul lavoro per chi deve accudire congiunti non autosufficienti per tre giorni al mese.
Tra l’altro, Musumeci, essendo a capo di una regione a Statuto speciale, esercita una competenza legislativa primaria in tema di Sanità ed esclusiva sul personale dipendente. E ove si riscontrassero anomalie e distorsioni si avrebbe il dovere di porvi rimedio. Ma nel suo articolo Savagnone sembra ignorare che, se fossero riscontrate le accuse di Musumeci, la questione non riguarderebbe solo i lavoratori della regione ma chiamerebbe in causa le commissioni sanitarie, i medici e i funzionari che hanno attestato la legittimità dei requisiti per l’ottenimento della 104.
Il vero obiettivo dell’articolo di Savagnone, però, non è la 104. L’argomento, infatti, serve all’autore per puntare l’indice contro un altro possibile focolaio di abusi, illeciti e speculazioni: il reddito di cittadinanza proposto da quegli irresponsabili del 5Stelle. Per superare il dramma della disoccupazione e della povertà, secondo lui, ci vuole la “cultura del lavoro”: ecco la risposta che le famiglie indigenti aspettano dalle istituzioni.
Come non averci pensato prima. Di fronte all'attesa che cresca la “cultura del lavoro” la fame può aspettare, che problema c’è. Ma cosa vuoi che importi del reddito di cittadinanza. Vuol dire che il mutuo, i libri per la scuola dei figli, il pranzo e la cena, le medicine per gli anziani, le pagheranno con una ritrovata e consapevole cultura del lavoro. Trovo disgustoso che un personaggio che proviene da ambienti clericali (non è chiaro se Savagnone parla a nome della Curia o esprime opinioni personali), attacchi il Movimento per aver fatto del contrasto alla povertà uno dei suoi vessilli, usando argomentazioni irricevibili come la definizione di “provvedimento per i fannulloni”, che solo chi ha la pancia piena può usare.
Di Maio, secondo Savagnone, sarebbe un irresponsabile perché il reddito di cittadinanza è solo appannaggio di profittatori che invece di cercarsi un lavoro godrebbero dell’assistenza dello Stato e alimenterebbero il lavoro nero. Come se a cinquant'anni chi ha perso il lavoro lo ritrova l’indomani. L’assunto sarebbe il seguente: siccome c’è il rischio che qualcuno se ne approfitti, sì neghi alle famiglie realmente bisognose ed oneste di sopravvivere.
Secondo questo incredibile principio dovremmo abolire anche la 104 per gli abusi già ricordati, le pensioni di anzianità perché c’è chi continua a percepirla al posto del genitore defunto, aboliamo anche il lavoro visto che c’è chi timbra il cartellino al posto dei colleghi.
Basterebbe effettuare i controlli necessari per ridurre i rischi di degenerazioni, senza negare il diritto alla vita e alla dignità umana. Per fortuna ho letto opinioni assai diverse da quelle di Savagnone espresse da molti sacerdoti in trincea contro la povertà come padre Cosimo Scordato, Antonio Garau, Don Mimmo Napoli e dello stesso Arcivescovo Lorefice sempre al fianco degli ultimi e dei poveri.
Lo dico da sempre. Molti personaggioni, che si cimentano in considerazioni politiche, troppe volte dimostrano di essere indubbiamente in perfetta mala fede o nella migliore delle ipotesi una ignoranza abissale. Io voglio pensare che sia solo questo il loro problema. Savagnone si avventura in un giudizio su una proposta di legge, che è lampante, non ha mai neppure letto. Basa quindi le sue convinzioni e le sue elucubrazioni sul mero sentito dire, senza aver compreso l'argomento di cui parla. Ignoranza carpina comune purtroppo a tanti presunti portatori sani di capacità di giudizio e lui ne è un esempio lampante.
RispondiEliminaQuando il culo è pieno chi se ne frega dei poveri... Vergognosi!!!
RispondiEliminaÈ solo l'ennesimo attacco meschino e gratuito del cecchino di turno, al soldo dei 'competenti' e 'capaci'
RispondiEliminaeh, gia'! Amen!
RispondiEliminaIl Vaticano è uno stato ricco, degli ultimi se ne frega. Il Papa nei suoi Angelus diffonde ovvietà. La fede cieca è sempre un male, ottenebra le menti. E questo vale per la religione e in tutti gli altri ambiti. Anche i preti fanno politica, dove sta la novità?
RispondiEliminaPerché non si prova a chiedere un parere al Vescovo?
RispondiEliminaPer me Savagnone fa discorsi politici e in "politichese" e mostra di avere una opinione negativa e preconcetta di chi non ha lavoro, assai lontana dalla realtà di chi soffre perché non lo ha. Condivido pienamente l'articolo di Alesi anche per quello che dice su Musumeci e la 104.
RispondiEliminaVorrei dividere il commento in due parti. Il primo commento vorrei dedicarlo a coloro che approfittano della legge 104 per fare i propri porci comodi, gente inetta e parassita, che non dovrebbe potersi guardare allo specchio la mattina. Detto questo, la Chiesa è questa, tutte le opere di "bene" che fa, sono effettuate attraverso soldi non suoi, donazioni, 8 x 1000, etc etc. Ma la cosa più riprovevole è che da sempre assume un ruolo politico che non le compete, influenzando milioni di persone che invece dovrebbero votare liberamente in uno stato laico e non cattolico. Non voglio entrare nel merito di queste ultime dichiarazioni sul reddito di cittadinanza, perchè mi sembra evidente che Savagnone lo abbia trattato in modo superficiale, voglio solo evidenziare che la Chiesa sarebbe ora che facesse solo ciò che le compete e che la politica la facesse fare ad altri.
RispondiEliminaChe le istituzioni troppo spesso se ne freghino di chi ha bisogno, purtroppo è cosa nota. Che sia anche parte della Chiesa a fregarsene è ancor più grave. Molti non riflettono sul fatto che non si tratta di un problema che riguarda solo "gli altri"... Oltre al fattore umano la povertà colpisce duramente tutta la società: più c'è fame e più aumenta la delinquenza
RispondiEliminaSecondo me il discutere di certe cose dopo trenta anni di mal governo o meglio di governo basato eslusivamente sul mercato dei voti: "io do na cosa a te tu me dai na cosa a me" è semoplicemente il continuare a rivoltare lo sterco di cui la pubblica amministrazione è satura senza arrivare a risolvere nulla. I dipendenti pubblici ormai sono solo l'espressione presuntuosa di gente che ha trovato il posto fisso e comodo pagandolo col voto suo e del clan. Tutto ciò è chiaro che si basa esclusivamente sulla mentalità nepotistica e clientelare che ha da sempre inquinato la retta conduzione dell'amministrazione pubblica.
RispondiEliminaCi vuole un cambiamento radicale ma è chiaro che perché ciò avvenga è necessario che vengano spazzati via i vecchi marpioni politici e che vengano radicalmente sostituiti da forze nuove e da persone di chiara onestà intellettuale e sociale. Sarà possibile arrivare a questo? Se si continua ad andare avanti così e la gente non ritrova la sostanza della solidarietà partecipata credo sia molto difficile che le cose cambino. Il M5S è, al momento, una speranza che, stando alle ultime elezioni comincia a divenire una realtà, "usque tandem"?!
Bisognerebbe che chi ha il potere di dare una svolta definitiva alla scelta del prossimo governo ma fino a che si continua a valorizzare delinquenti comuni chiedendone il parere in vista della formazione del governo dubito che si riesca a venirne fuori.
Le verità è che anche a gran parte dei cittadini va bene così il che impedisce anche ai politici, se intendono andare avanti, di comportarsi in modo onesto e leale verso tutti continuando ad essere i burattini nelle mani di chi ha il potere di farli eleggere.
Egr. Franco Gentile, approfitto del commento per farLe notare che sono rispettoso della sua decisione, per avermi bloccato su FB. Non capisco il senso in quanto non eravamo nemmeno amici virtuali, perciò devo ritenere che Lei l’abbia fatto per antipatia o perché non condividesse le mie opinioni su Politicaprima. Tuttavia se mi concede il permesso, vorrei commentare le Sue deduzioni fatte all’articolo di Maurizio Alesi. Lei fa delle affermazioni singolari se non addirittura assurde quando afferma che si valorizzino i delinquenti. Se avesse fatto un’analisi attenta delle ultime consultazioni elettorali, avrebbe constatato esattamente il contrario, di quella che ha definito, incautamente “valorizzazione”. Se Lei avesse la propensione a cambiare di colpo il decorso della politica e della storia, allora il cambiamento dovrebbe avvenire con un processo traumatico definito: rivoluzione. Attualmente, l’unico sistema utilizzato sono le libere elezioni e fino a quando sarà il libero voto l’unico strumento a nostra disposizione, si corre il rischio di qualche scelta sbagliata, ma affermare che si valorizzi la delinquenza è perlomeno azzardato.
EliminaCONDIVIDO quando afferma che “a gran parte dei cittadini va bene così” affermando indirettamente che alla fine non è solo colpa dei politici, che a mio avviso sono la rappresentanza di una società dedita al malcostume ed al malaffare. LEI HA FATTO un’altra giusta affermazione, cioè che “il cambiamento radicale, avviene solo con un cambiamento di cultura”.
Concludo chiedendoLe: è in grado di ritenere a priori chi è quella forza politica che è in grado di cambiare radicalmente la cultura della nostra società? Le confesso che, anche se lo spero, ho poca fiducia che ciò possa avvenire, dopo le tante delusioni che hanno costellato i “rinnovamenti” della politica italiana, quasi mai positiva. In questa campagna elettorale abbiamo sentito solo un chiasso assordante di promesse e di bugie in un ambiente già abbastanza rumoroso….. Vasa inania multum strepunt!
La Cultura è come il vino buono... se ne bevi qualche bicchiere te lo gusti e lo apprezzi ma se ne bevi troppo ti ubriaca e ti crea qualche problema.... poi... in un ufficio dedicato alla cultura è come lavorare in una cantina mentre il mosto nei grandi tini lascia liberi i suoi gas ... e.... ti ubriaca!!
RispondiEliminaSavagnone non mi piace, ora leggo l'articolo ma pure io penso che il reddito di cittadinanza - ammessa e non concessa la compatibilità finanziaria - possa favorire in molti opportunismi, lavoro nero e abusi.
RispondiElimina.... i poveri s'attaccano!
RispondiEliminaTutto quello che dite mi può trovare anche d’accordo ma non capisco come mai nessuno di voi prende posizione sulle migliaia di giovani costretti a lasciare la loro terra i propri affetti per un lavoro di 1000 euro e trasferirsi all’estero.
RispondiEliminadeve aver saltato davvero tanti post di Giangiuseppe Gattuso, sig. Pillitteri..... e, non so dove viva Lei, ma un lavoro a 1000 euro al mese e' un signor lavoro anche al Nord! (Mica tutti possono lavorare all'ARS....)
EliminaIl mio profilo è libero ,comunque se non mi sono spiegato parlavo di giovani laureati e siccome non mi interessa fare polemica ho espresso il mio modesto parere con questo la saluto buona giornata
Elimina5 stelle e lega sono quasi uguali nei loro programmi e nel loro elettorato non vedo perchè perdere tempo a fare il governo.Il presidente del consiglio è poco importante anzi sarebbe bene che facessero un passo indietro sia salvini che di maio.
RispondiEliminaIl reddito di cittadinanza per combattere la povertà o la disoccupazione? Ci sarebbero altre misure per combattere la povertà, mentre per combattere la mancanza di lavoro occorrerebbe agevolare le assunzioni e non incoraggiare la la disoccupazione.
RispondiEliminaE' molto facile schierarsi per la cultura del lavoro quando non si conoscono gli stenti e le sofferenze di una famiglia numerosa dove nessuno ha un reddito. Tutti vorremmo che si creassero iniziative per creare posti di lavoro. Il problema, banalmente, è che chi non ha un lavoro o l'ha perso in età avanzata e non riesce a dar da mangiare ai propri figli, non può aspettare i tempi di una politica inconcludente in attesa di un lavoro che non gli darà. Ci sono milioni di famiglie in stato di assoluta povertà che hanno bisogno di mangiare subito. Come si fa a non capire questa verità così elementare.
EliminaIncoraggiare la disoccupazione?
EliminaIntendevo dire (in modo un po' provocatorio) che se sarà strutturato male il reddito di cittadinanza potrebbe non essere utile ad incentivare la cultura del lavoro e favorire una certa tendenza all'opportunismo ed al lassismo forse nel DNA di molti siculi.
EliminaPietro Spalla quindi anche il reddito di inclusione e tutti gli ammortizzatori sociali, in teoria... E naturalmente Lei ritiene che tutti abbiano la tendenza a far timbrare il cartellino dai colleghi, quindi Le chiedo, senza polemica, visto che ritiene sia il comportamento naturale lo fa anche Lei?
EliminaBisognerebbe anche studiare come è articolato il reddito di cittadinanza e non sparare giudizi in maniera superficiale
RispondiEliminaGent.le Sig. Alesi, sono pienamente d'accordo con lei quando scrive: «Ho letto e riletto più volte l’articolo di Giuseppe Savagnone, direttore dell’Ufficio Pastorale della Cultura dell’Arcidiocesi di Palermo, senza riuscire a comprendere il senso della sua analisi». Non posso che darle ragione. Forse, però, alla luce di questa onesta ammissione, potva evitare di riscrivere il mio articolo in base a ciò che (non) aveva capito, attribuendomi affermazioni che non ho fatto, e che non condividere. avrebbe evitato che una venitna di pesone, chel'articolo non l'hanno letto e si sono basate su quello scritto da lei,perdessero il loro tempo a espreimere nei miei confronti un disprezzo che forse merito per altri motivi, ma crto non per le cose ch elei mi ha attribito e che io non ho detto. Non ho nè scritto - perchè non lo penso - che Di Maio sia «un irresponsabile perché il reddito di cittadinanza è solo appannaggio di profittatori che invece di cercarsi un lavoro godrebbero dell’assistenza dello Stato e alimenterebbero il lavoro nero». Ho scritto, invece - e lo ribadisco - , che in un meridione dove ci sono problemi struturali che impediscono lo sviluppo (costringendo i nostri ragazzi migliori a fuggire per trovare lavoro) non basta togliere i soldi dei vitalizi (cosa giusta), ma evitare gli infiniti sprchi che derivano dall'individualismo selvaggio e dal misconoscimento delle regole elementari di responsabilità veso la comunità (come gli abusi della legge 104, in sè giustissima, dimostrano), «il vero problema non è di spostare dei privilegi da una categoria all’altra, ma di riscoprire, in Italia, il senso di un bene comune che deve spingere tutti – parlamentari e semplici cittadini – a svolgere con piena coscienza il loro servizio alla comunità, ognuno secondo il proprio ruolo».e concludevo con una frae che è precisamtne il contrario di una condanna senza appello dle reddito di cittaidnanza, ma lo situa in un contesto: «Solo sulla base di questo chiarimento di fondo e di una politica culturale che, a partire da esso, miri efficacemente a rinnovare la situazione, l’attribuzione di un reddito di cittadinanza non si risolverà in un’ulteriore occasione per “mungere” lo Stato senza dar nulla in cambio» Saranno capaci i 5stelle di questo? (...) il futuro del Sud – come quello del nostro intero Paese – dipende dalla risposta a queste domande».Questo era il mio articoo, che lei ha trovato «disgustoso» e contrario ai poveri. mai poveri non hanno biosgno di sussidi, più o meno mascherati, quanto piuttosto di lavoro. da trpp tempèo si fa in Siclia assistenzialismo (abbiamo più guardie forestali del Canada....), che fa rima con clientelismo. Cultura del lalvoro significa dare alla gente quelloo a cui ha diritto: la possibilità di guadaagnrsi il pane senza chiederlo a nessuno.Lei e isuoi lettori ha avete il diritto di non condividere le mie idee, ance perchè potrei pure sbagliare (come voi, del rsto). ma il buon giornalismo consiste nel confrontarsi con gli altri per ciò che hanno detto enon perciò che non hanno detto.
RispondiEliminaGentile professore, non avere compreso la sua analisi non certifica automaticamente la bontà del suo articolo. C’è un’altra possibilità: che le sue argomentazioni contro il reddito di cittadinanza siano carenti, ingiustificate e, dunque, incomprensibili. Per quanto riguarda l’accusa che mi rivolge di aver travisato il suo pensiero basta leggere il suo articolo per verificare tale circostanza o se invece ne è stata data un’interpretazione autentica. Lei si è schierato inequivocabilmente contro il reddito di Cittadinanza (e contro chi lo ha proposto), esprimendo giudizi aspri e perentori; gliene cito qualcuno: “nel meridione sono in molti a cercare, più che un posto di lavoro, un “posto di stipendio”, dove si lavori il meno possibile”, e ancora (parlando del reddito di cittadinanza): “Il contesto della 104 getta un’ombra inquietante sul significato che di fatto esso potrebbe assumere nelle regioni meridionali”. Si rende conto che questi messaggi colpiscono la carne viva di tanti poveri che non hanno di che vivere e di che sfamare i propri figli? Scrivendo il suo articolo, ha pensato che da cattolico non può schierarsi contro il diritto alla vita e alla dignità umana. Qualunque intervento di welfare implica il rischio di distorsioni e di parassitismi ma non per questo possiamo immaginare di abolire il welfare. Spetta allo Stato il controllo e l’affermazione della legalità, non alla chiesa. A me dispiace se qualcuno ha mostrato disprezzo nei suoi confronti, spero non me faccia una colpa. Io mi sono limitato ad esprimere un’opinione diversa dalla sua. Lei che è abituato a scrivere e a rivolgersi ad un pubblico vasto dovrebbe mettere in conto che può incontrare opinioni diverse. Lei non ha esplicitamente scritto che Di Maio è un irresponsabile ma ciò è facilmente deducibile dalle considerazioni che fa sul provvedimento adottato dl 5Stelle. Basta leggere i titoli con cui è stato presentato il suo articolo: “Chiesa Diocesi di Palermo contro il Reddito di cittadinanza: al Sud vogliono stipendi senza lavorare” (Sito ufficiale Arcidiocesi), oppure: “La diocesi di Palermo boccia il reddito di cittadinanza. Al sud serve il lavoro” (La Gazzetta ennese), e ancora: “La Diocesi di Palermo boccia il reddito di cittadinanza: Basta furbetti, al sud serve più cultura del lavoro” (Famiglia Cristiana.it). Se lei pensa davvero che io abbia travisato il suo pensiero riconosca almeno che sono in buona compagnia. E poi, come si fa a dire che “i poveri non hanno bisogno di sussidi” e a parlare di “assistenzialismo che fa rima con clientelismo”. Scusi ma a me sembra puro cinismo nei confronti di chi non può neppure comprarsi le medicine per curarsi. Se lei conosce qualche altro rimedio alla povertà, ma che sia rapido ed urgente, lo scriva in un prossimo articolo. Lo applaudiremo.
EliminaSe per lei far notare rischi di abusi, come appunto emerge dalle frasi che cita, equivale a bocciare una proposta di legge non so davvero cosa le si può rispondere. Le cose non sono nere o bianche. So che ormai le questioni si tagliano con l'accetta senza andare troppo per il sottile, tanto più facile è ottenere visualizzazioni con titoloni che parlano di "stroncatura", "la chiesa dimentica i poveri" eccetera. Peccato che le cose non stiano così, e chiunque abbia avuto modo di leggere senza pregiudizi quanto Savagnone ha scritto non può non vedere che il succo dell'articolo è un altro: il reddito di cittadinanza può funzionare se accompagnato da una cultura del lavoro che bisogna cominciare a preparare.
EliminaGli autori dei siti che lei cita e che fraintendono pacchianamente il senso dell'articolo dovrebbero farsi urgentemente un corso di giornalismo, ma a loro mi pare Savagnone abbia risposto sul suo profilo personale adeguatamente.
Ho riportato i titoli dei quotidiani che, evidentemente, hanno colto la sintesi del discorso di Savagnone. Tra i siti che lei definisce pacchiani c'è anche Famiglia Cristiana.it e il sito ufficiale della Cura palermitana. Dica lei se sono autori pacchiani.
EliminaEvidentemente hanno fatto una pesante caduta di stile. Si sa, di questi tempi le tentazioni di cedere al sensazionalismo sono particolarmente forti. Del resto l'autore stesso ha suggerito l'interpretazione corretta , se servisse a fugare i dubbi.
EliminaPrendo atto che molti commentatori, al di là della "corretta interpretazione” dell'autore, hanno capito che Savagnone è contrario al Reddito di cittadinanza, contrapponendo ad esso la cultura del lavoro contro l’assistenzialismo. Io mi chiedo quale cultura del lavoro può essere invocata di fronte a chi ha un problema urgente ed immediato, di sfamare sé stesso e i propri figli. Di fronte al dramma di chi ha perduto il lavoro in età avanzata con una famiglia sulle spalle, occorre intervenire subito con un sostegno economico senza porsi troppe domande e fare troppi distinguo. Forse qualcuno ricorderà di quella povera pensionata che è svenuta per la fame dentro un supermercato. Chi avrebbe il coraggio di dire a questa persona che ci vuole più cultura del lavoro.
EliminaMi scuso: per imperizia non ho messo il mio nome. Sono, ovviamente, Giuseppe Savagnone
RispondiEliminaEgr. Giuseppe Savagnone,
RispondiEliminaSono sempre stato convinto che dotarsi di cultura, significasse assumere anche una buona dose di equilibrio e saggezza. Devo per confessarle però, che il suo scritto, attenta fortemente le mie convinzioni. Non volendo pensare alla malafede, che si addice più i militanti e partigiani politici e non al Direttore dell’Ufficio Pastorale della Cultura dell’Arcidiocesi di Palermo, mi sforzo di propendere per una mera estemporanea superficiale valutazione delle cose.
Nel chiaro riferimento al Reddito di Cittadinanza, pur evitando di attaccare frontalmente la proposta di legge, afferma: “ il vero problema non è di spostare dei privilegi da una categoria all’altra …”, e che non considera Di Maio un irresponsabile, solo “… perché il reddito di cittadinanza è solo appannaggio di profittatori che invece di cercarsi un lavoro godrebbero dell’assistenza dello Stato e alimenterebbero il lavoro nero”. Dichiarazioni inequivocabili del suo pensiero, che lasciano intendere chiaramente come la legge, possa contemplare ed indirizzare dei privilegi da una categoria all’altra dei cittadini ed essere ad uso e consumo di nullafacenti, che potendo godere di un “vitalizio” statale, non si preoccuperebbero mai di cercarsi un impiego, alimentando addirittura il lavoro nero.
Signor Savagnone, dopo aver letto ciò che ha scritto, a meno di essere stato colpito da una improvvisa lacuna di memoria, ciò che dimostra senza alcun dubbio, è di non conoscere affatto l’argomento di cui discute e di non aver mai neppure letto la proposta di legge sul Reddito di Cittadinanza.
In tal caso, le informo, per sua conoscenza, che quella legge, che io al contrario mi sono preso la briga di andare a leggere, non contiene nessuna delle illazioni da lei rappresentate, tutt’altro, infatti, il sostegno economico è di natura temporanea e non per divanisti. Impegna il beneficiario a prestare lavori socialmente utili e la frequenza di corsi di qualificazione per l’inserimento nel mondo del lavoro, attraverso i Centri per l’Impiego appositamente riformati. Quindi dove si realizzerebbe il lavoro nero? Quali soggetti profitterebbero dell’assistenza dello Stato al punto di rinunciare alle aspirazioni di lavoro?
Lei stesso ha scritto, “un buon giornalismo consiste nel confrontarsi con gli altri…”. Concordo ed aggiungo, che un confronto sulle idee è un conto, ben altra cosa è parlare dei fatti. Si, perché quelli sono concreti ed incontestabili, salvo volerne discutere senza conoscerli e pretendere anche di giudicarli, come nel suo caso.
Si dice che Dio mette a disposizione di ogni uomo la scelta tra la verità e la presunzione di sapere, molti scelgono la via più facile e quindi la seconda.
In un'Italia dei furboni e furbastri ...di carriera, corruttori e corrotti di classe politica italiana parassitaria da decenni, con privilegi di casta feudale... mentre nel frattempo continua la mattanza dei lavoratori che muoiono mentre compiono il proprio dovere con paghe che sfiorano lo schiavismo...cosa va di moda adesso ? la caccia ai "furbetti", in uno Stato ladrone legalizzato ... tutto il carico morale non lo si attribuisce a chi dovrebbe dare l'esempio perché detiene il potere...ma ai disoccupati, ai pensionati a chi non ha un cent. per mangiare ... il reddito di cittadinanza viene denigrato come l'estrema "comoda" frontiera morale per stornare ipocritamente l'attenzione dai parassiti della politica che da decenni dilapidano quest'Italia in totale decadenza!
EliminaAttenzione alla continua strumentalizzazione mediatica in atto che fanno dire al papa , ai vescovi ecc. cose che non dicono o non pensano. Se pure fosse fidatevi della giustizia vince sempre anche quando viene nascosta o messa a tacere. Il reddito di cittadinanza rimane uno strumento di sostegno necessario visto il disastro delle cosidette riforme ai lldanni delle figure più deboli della società. Una riforma che va bene in Germania può non anndare bene in Italia, perchè? Perchè in Italia non si rispettano le leggi. È il paese che ha bisogno urgentissimo di una riforma della politica fatta dall'alto, non da loro stessi, che vivono surrogandosi il diritto di vuotare le casse inps dei lavoratori che sarebbero dovuti andare in pensione. Ma nel contempo mantenendo loro diritti a vitalizzi e pensioni immorali.
RispondiEliminaConsiderata la provenienza politica del reddito di cittadinanza, purtroppo, dietro l'attacco a questo provvedimento da parte di molti, si nasconde il tentativo di denigrare il M5S. Naturalmente chi si schiera contro non ha problemi di reddito. Ergo, se ne fotte di chi sta male.
EliminaInserimento nel mondo del lavoro... centri per l'impiego... ma Giovanni Caianiello impiegarli dove se tutte le aziende chiudono fallite e, altre, si trasferiscono all'estero??? Sai che qui pago 100 euro al mese ogni mille euro di busta paga?? In italia 780 di cosa parli ?? Vedi che il tuo reddito di cittadinanza presa per il culo agli ignoranti esiste da mo... per non parlare quanto prendono di disoccupazione!! La flat tax serve e un condono tombale sulle tasse per far decollare le imprese altro che reddito di demenza !!! Il lavoro bisogna creare !! Negli ultimi 10 anni ho dimezzato il personale , troppe tasse da pagare !!
RispondiEliminaUn ragionamento ...purtroppo ipocrita! perché si attribuisce al "reddito di cittadinanza" una caratteristica intrinsecamente negativa per giustificare, attraverso una forma di fallacia retorica, tutte le storture e le ingiustizie sociali attuali (senza risalirne alle cause) ... quando il "reddito di cittadinanza" ancora non c'è!!! è chiaro che il "reddito di cittadinanza" può essere concepito in un quadro di giustizia sociale e fiscale (troppo lungo entrare nei dettagli...ma ci capiamo). Poi come fai a non accorgerti della contraddizione formale che hai espresso, te lo riporto: "Inserimento nel mondo del lavoro ...centri per l'impiego ... ma Giovanni Caianiello impiegarli dove se tutte le aziende chiudono fallite e, altre, si trasferiscono all'estero ???"... E POI: "Il lavoro bisogna creare !!!"...appunto: Ti accorgi come il prologo e l'epilogo che hai affermato siano in contraddizione!!! Scriveva Ezra Pound: "dire che non c'è lavoro è come dire che un ingegnere non abbia i chilometri per fare le strade!"... il "reddito di cittadinanza" modulato con rigore e criterio avrebbe enormi vantaggi sociali, in primis sarebbe un deterrente contro il lavoro nero...perché deve comportare un sistema di controlli a campione oggettivi e capillari, da parte dei centri per la "promozione" del lavoro....sarebbe un modo per riprendere in mano il territorio e il controllo sociale da parte dello Stato.
EliminaInoltre la "flat tax" è un'altra berlusconata da demenza senile!!! Bisogna ritornare a principi di giustizia!!! Se non si spiega bene cosa vorrebbe dire "flat tax"... se si intende tassa "UNICA" in senso assoluto sarei d'accordo ... mi spiego meglio: 1) qualunque tipo di tassa (indipendentemente dal tipo di soggetto fiscale, persona fisica o impresa) dovrebbe essere inglobata in essa (cioè tasse statali e locali) ciò significherebbe una maggiore libertà del cittadino sotto l'aspetto del "tempo esistenziale"... 2) tassa "unica" ma a scaglioni di percentuale rispetto al reddito, altrimenti sarebbe un'ingiustizia; direi dal 5 al 25%...e applicando il principio di solidarietà sociale escludendo da ogni tassa per es. il pensionato con 500 euro al mese...oppure pensate a un insegnante ... attenzione che ovviamente è un laureato ... con uno stipendio d'entrata oggi in Italia di 1200 euro al mese, con casa in affitto e costretto a viaggiare, ditemi come fa a campare!!! Ecco che la flat tax, se modulata con giustizia, diverrebbe una valida leva di promozione e miglioramento sociale generale.
EliminaTanti imprenditori non sanno che l'operaio sereno, con la giusta sicurezza sociale, lavora meglio e resiste meglio a sforzi non previsti, fu anche il segreto di Robert Bosch, inventore ed industriale tedesco, chiamato anche re dei componenti elettrici delle automobili::Sono ricco perché pago tanto..., Lui ha capito che il vero cuore della sua impresa sono i lavoratori, lui compreso!
EliminaHai capito che stiamo parlando di gente che non può mangiare? Se tu hai il problema del costo del lavoro, anche se è verissimo, c'è chi ha il problema di sopravvivere.
EliminaCaro Maurizio, i piani su cui ti muovi sono diversi. Il presidente Musumeci è indifendibile e purtroppo la sua corte è da cortiglio e purtroppo ancora è scelta nostra. Sugli abusi della 104 dei dipendenti regionali come diciamo noi siculi" Sunnu a meno spisa"Se Musumeci volesse veramente moralizzare la regione più corrotta d’Italia, farebbe ben altro. Il caso specifico del dipendente che si è fatto adottare è nel pieno della legge. La colpa più grande che ha è non guardare le storture del sistema. Basterebbe documentare le assenze con timbro dell’azienda sanitaria per iniziare. Concludo che come Crocetta Musumeci non c’è. Per quanto riguarda G. Savagnone, se non sbaglio, fa parte del Petro Arrupe. Uomo legato alla chiesa?Per niente le sue dichiarazioni sono di presa politica. Non penso non conosca il documento proposto dal M5s, non credo che non l’abbia messo a confronto con il reddito d’inclusione e non credo nemmeno che pensi che serva per non cercare lavoro. Sta solo facendo campagna elettorale. Penso con amarezza che non ci possiamo fidare di nessuno. Il vescovo di Palermo Lorefice è impantanato in un brutto scandalo cui sono legati finanziamenti. Intanto tante persone che già non ricevevano da un anno lo stipendio sono state licenziati-Non è certo l’atteggiamento verso i poveri che ci aspettavamo.
RispondiEliminaSavagnone è uno dei tanti che, conducendo una vita comoda e agiata, probabilmente non ha mai avuto il tempo di fermarsi a riflettere su chi sta dietro e peggio di lui. Il contenuto del suo articolo, pieno di inutili sofismi, sta lì a dimostrarlo. Il Petro Arrupe fa politica da sempre ed è per questo che io ho sottolineato che dietro le critiche al reddito di cittadinanza c'è un malcelato attacco al 5Stelle.
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