di Giangiuseppe Gattuso - Mi intriga sempre molto leggere le “analisi” sui risultati elettorali del 4 marzo scorso.
E mi incuriosiscono quelle di chi è rimasto aggrappato al sistema partitocratico come se non fosse accaduto nulla dal 1993/94 ai nostri giorni. Si chiedono, con rara sincerità, come possa essere accaduto un fenomeno come quello dei 5 Stelle. E come mai, per esempio, in Sicilia quei partiti che alle regionali del 5 novembre 2017 avevano ottenuto una buona affermazione, determinando la vittoria dell’uomo perbene di destra Musumeci, e soltanto qualche mese dopo siano stati letteralmente spazzati via.
Nella incredibile convinzione che le ragioni della “Politica”, quella buona, vicina alla “gente”, quella seria dei capaci e competenti, albergano soltanto o in larga massima sotto quelle insegne. Ecco allora i commenti più improbabili, le tesi più ardite, i ragionamenti dotti e scostanti. Il voto come protesta, solo temporaneo, praticamente inconsapevole. E ancora le bugie, la ricerca spasmodica di errori, di una qualche contraddizione, di un neo eletto portato a emblema dello scandalo a riprova della falsa diversità sbandierata.
E accenno soltanto al capitolo reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del M5S sin dalla sua nascita. Assurto adesso ad argomento principe come fosse stato l’amo lanciato all’ultimo momento al quale hanno abboccato qualche milione di cittadini sparsi per l'Italia con una maggiore incidenza al SUD. E sulla indegna bastardata inventata delle lunghe code in uffici e Caaf stendiamo un velo pietoso. Non si tratta di disonestà intellettuale. Quella è soltanto disonestà allo stato puro.
Lo spunto per questo breve ragionamento me lo ha dato, vedi caso, proprio il Presidente siciliano Musumeci. Che nonostante l’ondata di sdegno di migliaia di cittadini, la mozione di censura presentata dai 20 deputati grillini, le petizioni lanciate in rete per la sua rimozione che hanno raccolto la ragguardevole cifra di oltre 80.000 firme, non ha avuto ancora il coraggio di cacciare formalmente e definitivamente l’indifendibile Assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana. Si, avete letto bene. Identità Siciliana.
Il buon Musumeci, neo commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, oltre che idrica, dato che in Sicilia non ci facciamo mancare nulla, proprio in questi giorni, e con prorompente sicurezza, ha dichiarato: «A dicembre(!) presenteremo il Piano regionale dei rifiuti. Già abbiamo istituito il gruppo di lavoro. Stiamo pubblicando l’avviso per creare lo staff perché non abbiamo tecnici e utilizzeremo i fondi che l’Unione Europea ci ha messo a disposizione». E continuando. «Con uno staff di architetti, ingegneri, biologi, chimici ed esperti giuristi, avremo finalmente, dopo 15 anni, il piano regionale rifiuti la cui assenza ha determinato la sospensione di un congruo finanziamento da parte della stessa Ue».
Nella incredibile convinzione che le ragioni della “Politica”, quella buona, vicina alla “gente”, quella seria dei capaci e competenti, albergano soltanto o in larga massima sotto quelle insegne. Ecco allora i commenti più improbabili, le tesi più ardite, i ragionamenti dotti e scostanti. Il voto come protesta, solo temporaneo, praticamente inconsapevole. E ancora le bugie, la ricerca spasmodica di errori, di una qualche contraddizione, di un neo eletto portato a emblema dello scandalo a riprova della falsa diversità sbandierata.
E accenno soltanto al capitolo reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del M5S sin dalla sua nascita. Assurto adesso ad argomento principe come fosse stato l’amo lanciato all’ultimo momento al quale hanno abboccato qualche milione di cittadini sparsi per l'Italia con una maggiore incidenza al SUD. E sulla indegna bastardata inventata delle lunghe code in uffici e Caaf stendiamo un velo pietoso. Non si tratta di disonestà intellettuale. Quella è soltanto disonestà allo stato puro.
Lo spunto per questo breve ragionamento me lo ha dato, vedi caso, proprio il Presidente siciliano Musumeci. Che nonostante l’ondata di sdegno di migliaia di cittadini, la mozione di censura presentata dai 20 deputati grillini, le petizioni lanciate in rete per la sua rimozione che hanno raccolto la ragguardevole cifra di oltre 80.000 firme, non ha avuto ancora il coraggio di cacciare formalmente e definitivamente l’indifendibile Assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana. Si, avete letto bene. Identità Siciliana.
Il buon Musumeci, neo commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, oltre che idrica, dato che in Sicilia non ci facciamo mancare nulla, proprio in questi giorni, e con prorompente sicurezza, ha dichiarato: «A dicembre(!) presenteremo il Piano regionale dei rifiuti. Già abbiamo istituito il gruppo di lavoro. Stiamo pubblicando l’avviso per creare lo staff perché non abbiamo tecnici e utilizzeremo i fondi che l’Unione Europea ci ha messo a disposizione». E continuando. «Con uno staff di architetti, ingegneri, biologi, chimici ed esperti giuristi, avremo finalmente, dopo 15 anni, il piano regionale rifiuti la cui assenza ha determinato la sospensione di un congruo finanziamento da parte della stessa Ue».
E non contento: «Certamente c'è un ritardo imperdonabile e sarà compito del mio Governo sanare questa omissione con un intervento rapido. Tante cose potevano essere fatte 5, 10, 15 anni fa e purtroppo non sono state fatte. E alcune di quelle che sono state fatte sono state fatte male». Ieri, invece, alla stampa estera a Roma accompagnato da Leoluca Orlando: «Abbiamo miliardi nel cassetto ma non possiamo investirli perché non ci sono progetti, rischiamo di restituire all'Europa il denaro che è stato messo a disposizione, perché non c'è stata qualità nei progetti". Non esiste un polo di sviluppo, abbiamo solo 600 km di ferrovia elettrificata. Solo tra 2-3 anni potremo dare alle imprese siciliane la netta impressione che le istituzioni credono che la Sicilia possa tornare a essere uno straordinario punto di riferimento e di crescita. Finora si è pensato in Sicilia di creare occupazione senza lavoro; invece di tutelare il lavoratore si è tutelato il posto di lavoro; ma quando l'azienda non funziona va chiusa, mentre oggi 45 mila precari vengono mantenuti col denaro pubblico».
Complimenti davvero. Una certificazione, con il sigillo del massimo rappresentante della Sicilia, dei disastri accumulati sulle spalle del popolo isolano che più chiara di così non sarebbe possibile. E, da persona “perbene”, quasi caduto dal pero, gli sarà probabilmente sfuggito che quelle gravissime responsabilità sono tutte della partitocrazia di cui sia lui, che il suo accompagnatore sindaco di Palermo, sono parte integrante da sempre.
Non credo possa esserci ulteriore ammissione di colpa. Sembra un paradosso ma è proprio così.
E per tornare all’argomento iniziale, allo stupore manifestato da chi è rimasto sorpreso dall’onda travolgente del M5S, mi pare bastino e avanzino le motivazioni sulla débâcle dei partiti, inconsapevolmente manifestate dal Presidente della Regione Siciliana. Resta, infine, l’amara realtà di un popolo che, anche se con ritardo, sa ribellarsi soltanto quando è libero di esprimersi, quando le articolazioni territoriali delle “strutture” del consenso allentano la soffocante presa.
Complimenti davvero. Una certificazione, con il sigillo del massimo rappresentante della Sicilia, dei disastri accumulati sulle spalle del popolo isolano che più chiara di così non sarebbe possibile. E, da persona “perbene”, quasi caduto dal pero, gli sarà probabilmente sfuggito che quelle gravissime responsabilità sono tutte della partitocrazia di cui sia lui, che il suo accompagnatore sindaco di Palermo, sono parte integrante da sempre.
Non credo possa esserci ulteriore ammissione di colpa. Sembra un paradosso ma è proprio così.
E per tornare all’argomento iniziale, allo stupore manifestato da chi è rimasto sorpreso dall’onda travolgente del M5S, mi pare bastino e avanzino le motivazioni sulla débâcle dei partiti, inconsapevolmente manifestate dal Presidente della Regione Siciliana. Resta, infine, l’amara realtà di un popolo che, anche se con ritardo, sa ribellarsi soltanto quando è libero di esprimersi, quando le articolazioni territoriali delle “strutture” del consenso allentano la soffocante presa.
Giangiuseppe Gattuso
21 Marzo 2018
Alle regionali e comunali il cittadino non è libero,ma ancora sotto ricatto dei "signori" della politica,ancora si ragiona per clientelismo,ancora ci si nutre di promesse che saranno puntualmente disattese...Non ci resta che sperare...Complimenti a Giangiuseppe,gran bella riflessione....
RispondiEliminaIl re è nudo, il sistema partitico-clientelare si auto-smascherato ed ha pagato cn la sconfitta elettorale il suo eccesso di protervia e di sicumera. Adesso non si deve tornare indietro, si devono mettere a frutto i voti dei siciliani, e degli italiani, che hanno decretato, in massa, la discontinuità col vecchio sistema partitocratico, per avviare il cambiamento con i fatti, non soltanto con le parole.
RispondiEliminaLa storia insegna. Vedremo il futuro. io sono fiducioso
EliminaNon ho mai creduto alla retorica dell'uomo onesto Musumeci. Non perchè lo giudichi un disonesto (non ho elementi di valutazione nè a favore nè contro la sua moralità). Ma semplicemente perchè in un contesto politico di vecchio stampo, nel quale si trova ad operare il centro destra in Sicilia, non è l'onestà del singolo che può cambiare il modus vivendi. Cosa vuoi cambiare quando gli azionisti di maggioranza che sostengono Musumeci sono i Miccichè, la famiglia Genovese, i riferimenti di Raffaele Lombardo, gli amici di Cuffaro. Questo governo è ancora espressione della prima repubblica. Continuare ad enfatizzare la figura di Musumeci, foglia di fico e specchio per le allodole, è un’operazione infantile e fuorviante. Un presidente che non riesce a liberarsi di un assessore impresentabile come Sgarbi, avendo il potere di farlo, dimostra come Musumeci sia ostaggio e debba rispondere ai partiti che lo hanno fatto eleggere e che dimostrano di contare. Eccome.
RispondiEliminaMa non avevate scritto che sgarbi era stato cacciato?
EliminaSi, Sgarbi ha firmato le dimissioni ma ha imposto a Musumeci i suoi tempi. Lui, invece di imporre la sua autorità sostituendolo subito si è genuflesso alla sua volontà.
EliminaM5S ha avuto milioni di voti. Dai delusi del PD, di Forza Italia e da chi non votava. Gli estremisti e i facinorosi comprendano che il malato è il popolo: al Nord perché lo licenziano e al sud perché non lo assumono. Non è un problema di medici ma di cure che si fanno in equipe.
RispondiEliminaL'Eurozona ha determinato questo scenario. I politici siciliani, causa fondi limitati che riceve la Regione Sicilia, vincolati al FSE, non possono più "garantire" quel voto di scambio che prima era prassi consolidata. Dunque la gente, dopo aver provato ad attingere sia a dx che a sx, non potendo più estorcere nulla, ha votato quello che per loro è "il meno peggio" ( il termine peggio è già esaustivo). Il reddito di cittadinanza, unito alle promesse di vendetta contro la casta che la gente negli anni ha votato e si è arruffianata ma che oggi non rappresenta più una valida fonte da vampirizzare, ha optato per il voto al movimento. I sostenitori di Musumeci, sperando sempre in miracoli politici immediati, hanno cambiato idea nell'arco di tre mesi quando hanno capito che gli iter politici non corrispondono mai alle promesse, e questo vale per tutti, anche per le promesse degli altri partiti. Quindi la gente, mutevole come il vento di mezzogiorno, ha cambiato repentinamente idea aggrappandosi alla chimera pentastellata. Musumeci è passato per alcuni da Dio a m.... in pochi mesi, facendo emerge l'incoerenza degli elettori che non hanno una vera ideologia politica se non quella del tornaconto personale.
RispondiEliminaSpiace che il sunto del Tuo intervento sia un biasimo agli elettori. Il risultato è solo addebitabile alla classe politica e alle sue distonie. Il popolo reagisce. Tutto qui.
EliminaIl popolo è ipocrita e non obiettivo e i politici che oggi tanto critica li ha votati per anni.
EliminaArrivati a questo punto, mi intriga di più il linguaggio Parlamentare su cosa accadrà e come sarà utilizzata al meglio la forza che il popolo sovrano ha attribuito al Movimento 5Stelle! Ripeto Movimento 5 Stelle ! Mi gusto questo delicato passaggio. Tutto il resto è noia, abbondantemente e sufficientemente superata.
RispondiEliminaCarissimo Giangi condivido come sempre le tue riflessioni che sono veri e propri editoriali in punta di penna e di gran gusto. Aggiungo una banale considerazione. Vogliamo pensare che il Re di Francia e lo Zar di Russia siano stati due gran fessi? E se non erano fessi perchèmmai hanno fatto quella brutta fine? Purtroppo per loro chiusi nei palazzi del potere non avevano saputo capire. E se non avevano saputo capire loro che erano 'teste coronate' come potrebbero mai capire queste gran 'teste di c... '? Bacini
RispondiEliminaSilvio s'è mangiato Alfano, Fitto, Lorenzin e tutti i traditori. Ora sa che Salvini nessuno lo sosterrebbe a Premier e si fotte il Senato senza dare visibilità a Di Maio a cui lascia la Camera. Aspetta l'incarico esplorativo a Romani e prepara il carnet degli assegni. Ha perso?
RispondiEliminaAlfano con Berlusca, s'è fatto i cazzi suoi e prima di lui coi nostri corregionali, abbandonandoli quando non servivano più, e non viceversa, ritirandosi quando ha capito che le fonti si erano esaurite. Con Salvini, non so, lo vedo malefico e più traditore di Alfano. Vedremo quando si dovrà votare il conflitto di interessi, perché il problema si porrà!
EliminaCaro Carlo, Berlusca non è il conte Ugolino che mangiò i suoi figli sia perché assai indigesti sia perché rischierebbe di finire come 'i dieci piccoli indiani'... e poi non rimase nessuno. Il Berlusca ha fatto il suo tempo e non mi riferisco alla prescrizione di cui ha abbondantemente usufruito. Salvini è l'unico vincitore del centrodestra e non vede l'ora di disfarsi del vecchio che lo circonda. L'accordo con 5 Stelle è la sua unica chances. Quanto alle presidenze Di Maio ha chiesto la Camera e visti i risultati non ci sono dubbi che gli spetti
EliminaStimolante riflessione. Ma non posso non concordare con Maurizio Alesi. Come lui, anch'io non ho mai avuto dubbi sulla doppiezza politica dell'attuale inquilino di Palazzo d'Orleans. Gli ostinati elettori buonisti, lo hanno riesumato come il salvatore colpevolmente dimenticato, perché dopo averli provati tutti, restava solo lui, l'ultimo Highlander di un mondo marcio via di estinzione. Ma si, togliamoci anche questo dubbio avranno detto. Ma sarebbe bastato fermare un attimo la ruota del criceto che è in noi, per capire che la tonaca che predica bene e razzola male, non è mai buon cristiana. Aver accettato nella propria lista elettorale una incredibile accozzaglia di trombati ed impresentabili, tra i quali qualcuno persino con ben 22 procedimenti penali a carico e per mero calcolo politico, un personaggio imposto da parrino Berlusconi e sentitamente ostile ai cittadini, attribuendogli addirittura l'assessorato all'identità siciliana ha dell'incredibile. Come incredibile è la sua incapacità a metterlo definitivamente alla porta,a fronte di una indignazione popolare e di ben ottantamila firme che glielo impongono. Salvo improvvisa fulminazione sulla via di Damasco, niente di nuovi sotto il cielo siciliano, almeno, fino alle prossime regionali, cosa che non sembrerebbe neppure tanto lontana, posto che all'ARS è già priva di una concreta maggioranza.
RispondiEliminaBell'articolo Giangiuseppe, ma io nutro poca fiducia nel popolo siciliano o, come ho sempre detto, nel 70% di esso. Esso dimentica facilmente, è volubile e propenso alla rassegnazione. Tutto ciò ha fatto della nostra Sicilia una delle Regioni più disastrate d'Italia: Mafia e corruzione si annidano nei gangli degli apparati politici ed amministrativi. Una flebile speranza per il voto del 4 Marzo, dunque, per una consapevole voglia di riscatto dal giogo perenne dei millantatori e degli affaristi. Tutti devono alzare il capo ed appoggiare i 5S in questa impari battaglia contro una dominazione peggiore di quella angioina, perché perpetrata ai danni del proprio Paese. Traditori? Sì, questo è il termine giusto per definirli.
RispondiEliminaIl vento del cambiamento soffia e si sente, ma se non verranno convertite in tempi rapidi le promesse fatte in campagna elettorale i Siciliani, purtroppo, come loro consuetudine, per necessità impellenti come non mai verso cui crederanno che "altri" possano trovare una qualche soluzione ai propri problemi esistenziali, saranno essi stessi i primi ad essere vittime incolpevoli del vento e seguirne la direzione come fossero bandiere. Quel vento si chiama Povertà irrisolta...!!!
RispondiEliminaIn realtà non si chiedono nulla e non possono analizzare un bel niente, sono tutte parole, l'analisi dello stato delle cose e delle ragioni e motivazioni di questo risultato le aveva già fatto l'uomo della strada ed erano p a l e s i, hanno coscientemente ignorato, e adesso fingono di analizzare........ e promettono "non lo faccio più"..... ( a questo corrispondono tutti i "dobbiamo" ....meglio tacere?
RispondiEliminaIl 7 marzo ho pubblicato un post sui risultati elettorali, in un passaggio scrivevo: <> Nino Pepe, commentando, affermava: “Il fatto che la Sicilia abbia contribuito così tanto alla vittoria dei 5 stelle non lo considero una cosa positiva. La stessa Sicilia nel 2001 decretò il 61-0 per Berlusconi. Sono voti instabili e provvisori, pronti a prendere altre vie qualora il vento cambiasse direzione.” Non ha torto, effettivamente l’elettore è volubile. Bastano poche delusioni per cambiare: il PD dal 40,82% del 2014 è sceso al 18,72% del 2018. Questa parabola in caduta dimostra che in politica il consenso non è stabile, può aumentare a certe condizioni, se queste vengono meno l’asticella va, inesorabilmente, in basso. Se confrontiamo il dato siciliano del 2018 con quello del 2017 emerge il risultato del M5S: dal 26,70% balza al 48,00%, è mancato poco al raddoppio. Un dato che non è giustificato dall’affluenza che dal 46,76% è passata 62,70%, più 15,94%. Vuol dire che molti siciliani, rispetto alle regionali del 2017 hanno cambiato a favore del M5S. Alla luce di questo dato mi sono chiesto perché i siciliani hanno preferito Nello Musumeci (39,80%) a Giancarlo Cancelleri (34,70%). Si direbbe che abbiano voluto mantenere un certo equilibrio perché hanno poca fiducia nei politici locali che malgrado l’alternanza non hanno saputo dare risposta ai bisogni del popolo siciliano. Ora con il risultato delle politiche del 4 marzo ’18 si affidano alle politiche dello Stato. Questo è l’ultimo appello.
RispondiEliminaL’articolo ti rispecchia come sempre. Crolla il PD e tutti si chiedono come mai sia potuto succedere. Capisco pure chi dalla sinistra non si vuole discostare. Bisogna però chiedersi di quale sinistra stiamo parlando?Nel tentare di dare delle spiegazioni sento ripetere continuamente la frase “Non abbiamo saputo interpretare le richieste dei cittadini; ci hanno sentito distanti; eppure tanto abbiamo fatto ma non abbastanza ecc”Nessuno che dica che siamo stufi di una politica fatta per interessi personali, per sistemare parenti e amicidi favoritismi e costi della politica altissimi, del disgusto per la casta. Il voto al M5S non è stato un voto di protesta ma di voglia di cambiamento forte anche da parte di un ceto medio appiattito e scomparso. Per la nostra povera Sicilia non ho parole. Non poteva votare il cambiamento alle regionali?Che dire di Musumeci ?Quasi mi sembra la copia di Crocetta. In concreto non serve a niente e in più è circondato da personaggi fatti che avremmo dovuto disfare. Sgarbi si è dimesso non è stato certo cacciato.Io suggerisco una petizione per essere allontanato dagli schermi televisivi. Speriamo che questo governo si faccia e inizi col diminuire i costi della politica.
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