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venerdì 9 febbraio 2018

UN POSTO IN PARLAMENTO NON SI NEGA A NESSUNO. MA CI VUOLE CURRICULUM!

Silvio grandedi Giovanni Caianiello - È ormai campagna elettorale piena e in campo c’è anche il VAR (Assistant Video Assistant) che nel calcio serve agli arbitri per verificare eventuali errori.
In politica invece si legge “Verifica Menzogne per Vocazione”. È utilizzato da numerosi cittadini, specie tra gli internauti, a condizione di essere immuni da malattie tipo sindrome di Stoccolma.

Infatti, mentre quasi tutti si chiedono perché questo paese proprio non riesce a invertire la rotta, sempre tanti continuano a farsi prendere per i fondelli dai soliti noti, dai tanti governanti, bravi, capaci e competenti che da quasi venticinque anni ci hanno condotto in questo stato semicomatoso.

Un drastico aumento della povertà, una sanità, che al di là della preparazione e professionalità dei medici, vede gli ospedali ormai a livello della Sierra Leone. Basta entrare in un qualsiasi Pronto Soccorso. Ricoverati per gravi patologie nei corridoi, senza barelle o persino degenti sulle sedie quando fortunati, ma anche seduti o coricati per terra. Da paese incivile. E poi il lavoro ormai introvabile, sempre più precarizzato, con l’Italia maglia nera d’Europa per retribuzione al di sotto della soglia contrattuale. E basta accettare un vaucher del valore di €7,50 a settimana per risultare occupato e far dire a chi governa di aver aumentati i posti lavoro. L’istruzione e la ricerca che viaggiano da tempo su binari morti, le infrastrutture fatiscenti e un meridione abbandonato al suo destino, i giovani che ormai hanno ben chiaro il proprio futuro: L’emigrazione.

Da tempo, infatti, le politiche dei governi, di quelli bravi insomma, sono al servizio dei diktat europei, per sostituire i nostri figli costretti a trasferirsi all'estero, con una nuova forza lavoro a buon mercato e senza pretese, migranti convinti a lasciare i propri paesi per l'eldorado Italia. Un paese sul baratro del fallimento sociale, materiale e morale. Però se ci dicono che l’economia cresce e così pure il lavoro, noi dobbiamo crederci, specialmente se a farlo sono gli stessi autori del disastro, quelli capaci e competenti e professionisti. Gli stessi che in clima elettorale, illuminati da Idia, dea della conoscenza, propongono ricette e soluzioni da premio Nobel per l'idiozia: il solito ponte sullo Stretto, sempre figo proporlo ad ogni tornata, soldi a palate per tutti, cancellazione del bollo auto, piani Marshall a go go, e qualcuno magari in preda di mistica autocelebrazione, le mestruazioni per le donne in menopausa.

Ma per riuscire servono gli uomini giusti nei posti giusti e soprattutto pronti a credere, ubbidire e combattere. Alla faccia della democrazia rottamata e ormai fuori moda, tanto da spingere i partiti ad abolire le primarie per scegliere i candidati, evitando il rischio di eleggere qualche non gradito. I partiti hanno così garantito i seggi per gli amici fidati e lo hanno fatto nelle segrete stanze, personalmente i vari Renzi, Berlusconi, Salvini, Meloni, Grasso e compagnia cantando.

Si direbbe ma perché li sceglie Berlusconi, visto che non è leggibile e non potrà avere assegnato alcun incarico istituzionale perché interdetto dai pubblici uffici? L’importante è traghettare in parlamento i tanti che come lui sono ingiustamente condannati, indagati ed accusati di essere autisti di camorristi. Del resto, lui ha esperienza da vendere in materia e quindi largamente qualificato. Chi dice il contrario, però, è il Giudice antimafia Di Matteo, “…per quasi un ventennio, le casse della mafia sono state costantemente e lautamente alimentate dall’imprenditore Silvio Berlusconi, proprio mentre quelle famiglie mafiose raggiungevano il culmine della loro potenza criminale a colpi di omicidi eccellenti… e Marcello dell’Utri, ha svolto una funzione essenziale di raccordo tra cosa nostra e Berlusconi…”.

antonino-di-matteoCerto, il procuratore Di Matteo avrà le sue ragioni, prove e sentenze, ma io non ci credo. Come è possibile che Silvio abbia fatto tutte queste cose, lui, da Presidente del Consiglio tanto amato da prendere, nel 2001 in Sicilia, 61 seggi su 61 e di vincere persino l’ultima campagna regionale?
Ma contro Silvio pubblicano di tutto, addirittura di presunti candidati condannati e imputati del suo centro destra. In Campania, con la fascia di capitano, candidato capolista al Senato, Luigi Cesaro, detto “Giggino a’ purpetta”, dicono indagato per voto di scambio e per minacce a pubblico ufficiale aggravato dalla finalità mafiosa. In Sardegna, il capolista Ugo Cappellacci, sul quel penderebbe una richiesta condanna per abuso d’ufficio nel processo sulla loggia P3 e condannato a due anni e mezzo di reclusione per il crac milionario della Sept Italia.

In Molise Michele Iorio, candidato al Senato, condannato a 6 mesi di reclusione per abuso d’ufficio e un anno di interdizione dai pubblici uffici. In Puglia Domenico Scilipoti, il cambia casacca d’occasione. In Sicilia la dinastia Genovese, dopo il cognato e figlio, piazza Mariella Gullo, donna di fiducia di Francantonio Genovese, con lei spicca Urania Papatheu, condannata per la vicenda ex Ente fiera di Messina. E, per il Lazio, il capolista è Antonio Angelucci, campione di assenza in Parlamento, è riuscito collezionare il 99.59% di assenze e una condanna un anno e 4 mesi per falso e tentata truffa.

Ma gli alleati di mister B, potevano essere da meno? Certo che no, infatti, la Lega replica con Edoardo Rixi, che vanta un coinvolgimento negli scandali di rimborsopoli in Liguria, Umberto Bossi, come noto, condannato a due anni e tre mesi per fatto uso personale dei finanziamenti pubblici destinati alla Lega. E, sempre per il centro destra in Lombardia, con Noi con l’Italia, Roberto Formigoni anch’egli giustamente capolista perché titolato con una condanna per corruzione. Fratelli d’Italia schiera in Veneto Maria Carretta e Sergio Berlato. Tutt’e due sarebbero imputati di falso per il tesseramento gonfiato dell’ex Pdl.

Il PD risponde con Piero De Luca, figlio d’arte, imputato per bancarotta fraudolenta, Umberto Del Basso De Caro, capolista indagato per tentata estorsione e voto di scambio, Nicola Marrazzo, imputato per peculato, Angelo D’Agostino, rinviato a giudizio a Roma per presunto giro di mazzette e Francesco Alfieri, "imputato per omissione d’atti d’ufficio.

Alessandro Di Battista SilvioTra le Forze Politiche fanno eccezione i Cinque Stelle, che da illustri dilettanti non sono riusciti a vantare nemmeno un inquisito, o meglio, ci sono andati solo vicino. Avevano infatti trovato un candidato che ne conosceva personalmente uno, un certo Emanuele Dessì, che una volta ci aveva persino ballato assieme, ma proprio non ci sono riusciti a tenerselo. Lui ha presentato le dimissioni. Incapaci!

Giovanni CaianielloGiovanni Caianiello
09 Febbraio 2018

20 commenti:

  1. Che quadro desolante....Se non capiscono 'stavolta...ed ha ragione Di Battista,siamo(sono) rincoglioniti !

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    1. disabile, mi faccio fare il curriculum.
      vado al parlamento per prendere al soldi ???

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  2. ...nel senso di vecchio?...nel senso che si ritirasse in buon ordine!...

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  3. I "fatti" incontrovertibilmente certificati dall'autorità giudiziaria sostanziano il titolo che l'autore ha dato al suo articolo.

    Che piaccia o meno, i fatti sono questi e la loro spiegazione affonda le radici nel mercato dei voti.

    Ebbene si, soprattutto quando l'astensione ha raggiunto quasi il 50% del corpo elettorale, chi riesce ad assicurarsi pacchetti di voti "modestamente significativi" - acquistandoli cash o a fronte di scambio di favori con i capi-bastone che controllano il territorio - non ci si può meravigliare più di nulla.

    Hanno creato un "sistema" che, dietro la maschera della democrazia, nasconde una lobby di potere che si è arroccata dietro leggi ad hoc che ne favoriscono l'incolumità giudiziaria - depenalizzazione dei reati, giro di vite sugli strumenti investigativi, trasferimenti insufficienti all'apparato giudiziario per ostacolarne il corretto funzionamento e favorire le prescrizioni...- e leggi elettorali che favoriscono la cooptazione attraverso la scelta di coloro che dovranno essere eletti.
    Sistema che giova di un contesto di riferimento in cui circa 80% (più di 3 su 4) è analfabeta funzionale, cioè: legge, guarda, ascolta, ma non capisce a pieno; è in grado solo di cogliere barlumi di significati poveri di organizzazione logica e riflessiva. Quindi una base elettorale facilmente influenzabili attraverso i mezzi audiovisivi che sono di quasi esclusivo appannaggio del "sistema". Questo spiega anche perché internet, difficilmente controllabile, sia una spina nel fianco verso cui periodicamente vengono lanciati attacchi.

    Così non ci si ferma davanti a niente e nessuno per racimolare quella percentuale di voti che assicura la vittoria, percentuale che appare modesta se a votare ci andassero tutti.

    Ed è proprio questo che temono i partiti del "sistema" temono che la gente torni a recarsi alle urne e la spiegazione è semplice.
    Infatti, se non ci si reca a votare, cioè a mettere nell'urna la propria scheda ancorché nulla o bianca, il numero assoluto dei voti necessari per essere eletti si riduce.
    Questo aumenta l'efficacia dei voti di scambio e/o comprati che, com'è noto, non sono appannaggio di persone oneste e che sono a gestione mafiosa.
    ‪‬
    Se, invece, si va a votare in massa si scombinano le carte principalmente per seguenti motivi:‬
    ‪1) sballano i calcoli che rendono i collegi sicuri;‬‬
    ‪2) i voti comprati e/o scambiati potranno non bastare per garantire l'elezione‬‬;
    ‪3) si rende più difficile superare lo sbarramento del 3% per i partiti creati ad hoc nelle coalizioni;
    4) siccome la percentuale degli astenuti è la metà dei votanti, qualora chi si rechi alle urne esprima anche una scelta di foto le famose percentuali per avere la maggioranza potrebbero essere raggiunte‬‬ nonostante il Rosatellum.


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  4. Piaccia o no, oggi Berlusconi è l'unica spersnza di non fare precipitare l'italia nel caos. é l'unico che può tenere a bada l'ondata fadcista e ancor di più l'unico a potere fare un governo. Renzi non credo possa farcela ed i grillini non hanno la minima tdea di ciò che significhi governare e poi sarebbe la loro e la nostra rovina.

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  5. Che aggiungere a quanto detto da Caianiello. Cosa deve ancora accadere perché si capisca che con questa gentaglia il Paese non può avere un futuro. Ci sono 5 milioni di italiani che apprezzano uno come B. che delinque fin dagli anni ’70, uno che ha più processi che capelli in testa. Uno che ha corrotto giudici, guardia di Finanza, testimoni giudiziari, frodato il fisco, uno che è andato con le minorenni e stipendiato prostitute, ospitato mafiosi a casa sua, “comprato” parlamentari. Un delinquente seriale che mette in lista la peggiore rappresentazione della società e viene pure invitato in televisione a parlare di legalità, di recupero dell’evasione fiscale senza che nessuno gli ponga domande sulla sua condotta e sulla sua moralità. I suoi alleati non si pongono problemi di etica e sfruttano i suoi consensi. Se a una buona parte di cittadini italiani sta bene così (centrodestra dato al 40%), prima di dare addosso alla politica, dovremmo prendercela con chi vede B. come modello e magari vorrebbe essere come lui.

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  6. Ho solo detto e ripeto che forza ttalia + l'unico partito oggi che può assicurare un governo. L'italia non può permettersi di non avere una maggioranza, Berlusconi è l'unico che può riuscirci. Grillo è un pagliaccio a cui non interssa niente se non il suo blog con il quale ha incassato centinaia di milioni di euro senza pagare una lira di tasse.

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    1. se grillo è un pagliaccio. Berlusconi è un magnaccio, mafioso, massone ed un traffutore fiscale e delinquente seriale. W 5 stelle.

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  7. Quando l'ignoranza diventa padrone della ragione, ecco che le stupidaggini assumono valore di verità.
    Chi vive di preconcetti finisce sempre per raccontare opinioni e mai i fatti. I guadagni di un blog derivano esclusivamente da banner e sono assolutamente risibili, coprono infatti, solo i costi di gestione del sito” e qualche volta neppure quelli. I calcoli
    si fanno sulla sulla base di un ragionamento logico-statistico, per cui se un blog come quello di Grillo, ha 100 mila visualizzazioni nei momenti di picco, il tasso che misura l’efficacia della pubblicità, il "click-through rate", è dello 0,5% e ogni clic è pagato intorno a un centesimo, per cui secondo matematica, gli introiti non vanno oltre i 2/3 mila euro al mese”. Informarsi è sempre meglio che raccontare idiozie.

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  8. Notoriamente in questo blog non c'è limitazione alcuna a ciò che viene pubblicato dai commentatori. Vale per tutti sin dal primo giorno in cui siamo andati in "onda". Con una prescrizione riguardante i cosiddetti anonimi. E cioè che sarebbero stati tollerati soltanto se impossibilitati tecnicamente ad autenticarsi o, in ultima analisi, se si fossero attenuti al merito dell'articolo. Ed evitando nella maniera più assoluta di personalizzare il dibattito fino ad arrivare allo scontro.
    Per anni abbiamo resistito e continueremo a farlo nonostante alcuni stupidotti che non mancano mai. Questo per dire che elimino immediatamente i due ultimi commenti anonimi. Con viva e vibrante soddisfazione.
    Faremo altrettanto con altri analoghi inutili commenti.

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  9. Un plauso a Giovanni Caianiello per la passione che mette nei sui articoli. Che sono sempre il frutto di sue considerazioni avvalorate da approfondite ricerche su quanto ci propone.

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  10. Lei ha cancellato il commento sui guadagni milionari del blog di grillo. documentati. questo suoi gesto parla da solo.

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    1. Dei guadagni milionari non ce ne frega assolutamente nulla. Ma poiché ciò che scrive è una minkiata colossale, la prego di farmi avere la documentazione. E questo commento non lo cancello.

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  11. Si, siamo in piena campagna elettorale! Potremmo dire quasi alla fine, mancano 22 giorni all’alba del voto. A questo punto vale la pena di recriminare sui nomi dei candidati e sulla loro scelta più o meno democratica?! A dire il vero di scelta democratica, nemmeno l’ombra. Il vero metodo democratico consiste nel coinvolgere le Sezioni Territoriali, le Federazioni, i Comitati Regionali. Questo accadeva in quei partiti dove l’organizzazione non derogava dal principio costituzionale del metodo democratico. E poi, i candidati dovevano passare dal giudizio degli elettori con il voto di preferenza. Parliamo di altri tempi quando il divieto costituzionale del mandato imperativo era ritenuto intangibile. Con gli ultimi sistemi elettorali viene impedita la scelta democratica dei candidati, vengono imposti: prendere o lasciare. Al cittadino, non avendo la possibilità di scegliere fra i candidati, gli viene impedito di incidere sulla vita politica. Tutto dipende dalla scelta dei capi partito o delle segreterie. È evidente che il candidato eletto in modo surrettizio non ha alcun legame con l’elettore, dimostrerà fedeltà alla segreteria o al capo del partito. Questo metodo non piace a noi elettori, ai patiti sì. Evitiamo di affannarci a trovare differenze che non esistono, gli atti di fede vanno bene per i dogmi. La situazione del Paese, anche se vista da diverse angolazioni, è nota a tutti. I sostenitori della maggioranza, pur riconoscendo alcuni successi del governo, lamentano ritardi su provvedimenti ritenuti inderogabili. Gli oppositori rinnegano qualsiasi successo del governo anche se ne godono i benefici. Fra voti di protesta e voti di fedeltà tutti auspichiamo il cambiamento. Non dimentichiamo che la maggioranza ha perso ogni speranza e preferisce disertare le urne. Nella prospettiva del cambiamento il programma elettorale assume un ruolo centrale: deve tener conto della realtà, della verità e della difficoltà di cambiare alcune cose. È così? No! Fra programmi raffazzonati o scopiazzati, niente di serio. Tutti giocano al rilancio promettendo cose assurde e irrealizzabili. Basta notare che nei confronti diretti, quando ci sono, anziché illustrare il proprio programma si accusano a vicenda. Nulla di paragonabile con le tribune politiche dei tempi che furono! Se volete verificare, e nello tempo divertirvi, le inconsistenze fra promesse e possibilità di realizzarle vi consiglio di vedere qualche puntata della trasmissione su LA7 “Var Condicio”. Cosa accadrà dopo il 4 marzo? Si prevedono tanti scenari. Il più plausibile è quello di un supplemento di elezioni in autunno, ovviamente con un’altra legge elettorale. Questa eventualità dimostrerebbe una sconfessione di tutta la classe politica. Quando descritto da Giovanni Caianello difficilmente si ripeterà nella prossima campagna elettorale.

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  12. Grillo non è solamente un pagliaccio. é anche un evasore fiscale che ha approfittato di tutte le sanatorie e condoni. é anche un miliardario che ha fatto decine di sanatorie edilizie per le ville da nababbo che ha sparse per il mondo.

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  13. Contro Berlusconi è in atto la rivolta dei nullafacenti e dei parassiti che non hanno mai saputo e voluto fare niente nella vita. Dovremmo tutti essere grati per quello che ha creato e per quanto lavoro ha dato. avrebbe potuto andarsene ovunque a godersi la via ma resta in italia per amore della sua patria.

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  14. Mi sembra che il movimento stia facendo una figura di m..... Occorre un intervento di Gattuso. Metta la foto della Raggi.

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  15. Sig gattuso lei nel sistema ci ha sguazzato alla grande. Adesso vuole fare lo stesso in un eventuale nuovo corso.

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    1. con i grillini, purtroppo per me, non si può! Però lei continui con i suoi. Con loro si può.

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