di Michele Ginevra - La bella esperienza del Brancaccio di Anna Falcone e Tomaso Montanari, che si proponeva di costruire una sinistra alternativa al PD (ormai un partito di centro se non addirittura di destra) attraverso un processo dal basso, dalle persone in carne ed ossa, con i loro bisogni, e in stretto contatto con i territori, mi aveva fatto ben sperare.
Avevo ritrovato finalmente la mia “casa”, dispersa tra i mille rivoli di una sinistra litigiosa e soprattutto appannata nei suoi valori portanti.
Leggo però della candidatura, nelle liste di Liberi e Uguali, di Anna Falcone, un simbolo di quella esperienza del Brancaccio, alla quale Pietro Grasso ha garantito l’elezione, catapultandola in listini sicuri in Lombardia ed in Friuli, ben lontani dalla sua Calabria - e non è la sola. Ma non era lei che aveva sempre sostenuto (come si è sempre sostenuto nel progetto Brancaccio) che sarebbero stati i territori a decidere, attraverso un processo dal basso e che per essere credibili bisogna essere coerenti? Alla faccia della credibilità e della coerenza, mi viene da urlare, per una che accetta di candidarsi oltre 1000 Km lontana dalla sua gente e per giunta in una formazione politica come LeU, fino all’altro ieri criticata da lei e da tutto il popolo del Brancaccio.
Che delusione! Che le sirene del “poltronismo” possano aver attratto anche una personalità forte come quella della Falcone, mi disorienta e mi riempie di amarezza. E’ l’ennesima delusione che si somma alle già tante accumulate in questi decenni. Mai avrei pensato che Anna Falcone potesse cedere alle “lusinghe” di un partito come LeU, che io giudico come una costola di quel PD, tanto criticato, giustamente, per essere composto e guidato da tanta gente che ha avuto il coraggio di votare e far passare in Parlamento le peggiori nefandezze, che neanche Berlusconi riuscì a far passare con le sue maggioranze bulgare degli anni passati: dall’abolizione dell’art.18, alla legge Fornero, passando per il jobs act e i tagli a sanità e welfare, per finire alla pessima legge cosiddetta della “buona scuola” e al sostegno ad una politica ambientale scellerata, con l’appoggio alle trivelle, alla TAV, al MUOS e addirittura riprendendo un vecchio cavallo di battaglia berlusconiano del Ponte sullo Stretto, solo per citarne alcune.
Questo è stato il PD e i “compagni” di LeU oggi dicono, come lasciano intendere le parole di Grasso e D’Alema, che il riferimento di questa nuova (si fa per dire) forza politica resta comunque il PD! Ma di cosa stiamo parlando?
Oggi il mio timore è che si continui con queste incoerenze, con la fisiologica conseguenza di far perdere ulteriore credibilità alla sinistra. Pertanto, non possiamo poi meravigliarci se molti compagni per "disperazione", o per mancanza di un progetto credibile e unitario a sinistra che abbia un vero peso politico, o semplicemente in chiave anti destra fascio-leghista-berlusconiana, alla fine votino 5 stelle, nel tentativo e/o nella speranza di evitare che finisca, come purtroppo è finita, in Sicilia, dove si è consegnato il governo della mia amata isola al peggio del peggio della politica ed ai fascisti. Chiarisco che con i 5 Stelle, verso cui (contrariamente a tanti compagni) non ho particolari pregiudizi, penso si potrebbe (e forse addirittura si dovrebbe) aprire un dialogo, quanto meno per convergere su alcuni temi molto vicini ai valori della sinistra, a condizione però che questa si presenti in una forma compatta e determinante sul piano politico.
Ma per far questo occorre crearla questa forza, evitando così un'emorragia di voti dalla sinistra verso i 5 stelle, cosa che oggi avviene più frequentemente di quanto non si pensi. Dobbiamo essere consapevoli, che ci piaccia o no, che molti di coloro che sono di sinistra e non vogliono votare PD o LeU, hanno oggi poche alternative, in chiave anti destra: la loro intenzione, nella migliore delle ipotesi, è di votare Potere al Popolo, che pare stia cominciando ad avere sempre più consensi tra i compagni, oppure votare 5 stelle, o addirittura non andare proprio a votare, che la ritengo la peggiore delle ipotesi. Questi ultimi dovrebbero infatti riflettere sul fatto che non votando, favorirebbero comunque la destra, che si troverebbe così la strada spianata per regalarci altri 10 anni di berlusconismo, e francamente non credo che ce lo possiamo permettere... abbiamo già dato.
Michele Ginevra
01 Febbraio 2018
L'articolo di Michele Ginevra si riassume nel suo resoconto finale. Chi si potrebbe votare, in chiave anti-destra, se non il Movimento 5S. Anch'io sono un Socialdemocratico ed ho militato nel PD, ma non posso non tener conto dei gravi errori commessi da Renzi nell'aver intaccato i cardini dello Stato sociale e nel non aver intaccato il lurido sistema vigente fondato su mafia e corruzione. Un dialogo sarà necessario subito dopo le elezioni perché ne va della stessa esistenza del Movimento.
RispondiEliminaPrima di Renzi nessuno?
Elimina"gravi errori"??? lo stai commettendo tu un grave errore, quello che ha fatto il PD negli ultimi venti anni lo ha fatto con consapevolezza, immensa consapevolezza....e se il PD sparirà sara un passo avanti verso la libertà e la democrazia per gli italiani.
EliminaSig. Risitano, Lei è una persona molto seria, Le giuro che sono sincero. Come fa a scrivere, però, una corbelleria del genere? E' proprio sicuro che il M5S è anti destra? Dai fatti pare il contrario, almeno da ciò che condividono su questioni strategiche.
EliminaCondivido le riflessioni di Ginevra, con particolare riferimento alla delusione per la Falcone che, al suo esordio, lasciava sperare nella nascita di una nuova leader tenace e preparata. Il tema dell’apertura del 5Stelle ad altre realtà (possibilmente più omogenee possibili, quanto meno per moralità), sarà inevitabile. Credo comunque che il modo migliore per rendere meno necessaria la “collaborazione” con altri soggetti, sia quello di impegnarci al massimo per fare ottenere al 5Stelle un risultato, tale da ridurre al minimo l'eventuale ricorso ad altri soggetti.
RispondiEliminaIo voglio spezzare una lancia in favore della Falcone ricordando che all'Interno della formazione di liberi e uguali, non vi sono solo coloro che hanno sostenuto il PD, ma vi è anche la formazione di Fratoianni e mi auguro che è a questi che sia più vicina. È una donna preparata e intelligente.
RispondiEliminaLillo, chi Fratoianni, quello che ha votato si alla legge Boccadutri?
EliminaAnzi si è astenuto per la precisione, cosa che è valsa a dire si.
Preparata e intelligente senz’altro. Ma in politica io non conosco nessuno, per quanto preparato possa essere, che sia utile alla società operando in un partito che va da un’ altra parte.
EliminaSono tutti nostalgici del vecchio sistema di partito. Dobbiamo allargare gli orizzonti e cambiare senza paura.
RispondiEliminaMichele Ginevra fa la fotografia della situazione reale. Siamo in epoca di transizione, lunga e difficile, transitiamo dalla terra bruciata delle vecchie ideologie alla terra di nessuno.Siamo senza bussola e senza unione, noi della sinistra degli ideali e dei valori etici e morali, siamo dispersi, andiamo avanti a tentoni, siamo come l'armata brancaleone.
RispondiEliminaMichele Ginevra definisce Anna Falcone una personalità forte...evidentemente non lo è...
RispondiEliminaAnna Falcone, una illusione ottica.
EliminaSono per l'immigrazione clandestina quindi non li voterei mai.
RispondiEliminaFalcone che si aggrega ai nostalgici del fu PD, sa di desiderio stantio di rientrare nel giro dell'élite che conta o di perdita improvvisa dei valori dei quali si era fino ad un certo punto doverosamente fatta ariete? In entrambi i casi, non mi pare sia il massimo per lei e per quello che rappresenta.
RispondiEliminaMI PARE CHE QUESTA VOLTA PIù DELLE ALTRE LEI ABBIA SCARICATO IL SUO INTIMO LIVORE SULLA PERSONA SBAGLIATA.
RispondiEliminaQuando nasce una nuova formazione politica deve essere valutata per gli obiettivi che si prefigge. Se poi nasce a ridosso delle elezioni, regolate da una legge elettorale sfavorevole alle piccole formazioni, è costretta, purtroppo, ad utilizzare i trucchi normativi per garantire l’elezione delle figure rappresentative. Questo è il caso di LeU, ad Anna Falcone, per le sue idee innovative, deve essere garantita l’elezione. Perché non dare credibilità alla formazione di Liberi e Uguali? Sta cercando di unire le galassie della sinistra: è un’operazione difficile! Ogni galassia della sinistra è antagonista alle altre, si ritiene più pura, trova sempre qualcosa da rimproverare alle altre. Il PCI era più attaccato da sinistra che dai naturali avversari. LeU non è il PCI, ma ha il merito di cercare di costruire i presupposti per dar vita ad una sinistra vera e finalmente unita. La formazione politica Potere al Popolo crede nella giustizia sociale, nell’uguaglianza, nella cooperazione, nella solidarietà: valori ai quali si ispira anche Liberi e Uguali, ma per il loro purismo considerano complici tutti gli altri per le scelte del passato. Agli uomini che hanno lasciato il PD, molti di quelli che lo agognavano, non vogliono riconosce alcun merito ma gli addossano il marchio, disonorevole, di averne fatto parte. Non comprendo la miopia con la quale si sovrappone la politica del PD di Bersani, non priva di errori, con quella del PD, molto diversa, di Renzi. Cari compagni vogliamo smettere di agire e ragionare alla bertinotti?! Si perché i compagni che non vogliono cogliere la novità politica di Liberi e Uguali preferiscono il gusto masochista di cercare le delusioni dove non ci sono. Renzi va ripetendo che votare LeU è come votare Salvini e il centrodestra. La sua vera preoccupazione è quella di vedere affermare Liberi e Uguali che potrebbe cogliere consensi a sinistra e fra gli astensionisti e, dopo le elezioni, dialogare con il M5S. Sono convinto che LeU farà la sua parte, il resto dipende dal M5S.
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