di Patrizio Laconi - Progressismo, ce ne ricorderemo tutti, era decisamente una connotazione tipica della sinistra.
Tutti i partiti di sinistra si dichiaravano progressisti e anzi essere progressista e essere di sinistra erano dizioni sinonime. Per alcuni ancora oggi è così.
Se dovessimo andare a scavare più a fondo nella storia, dovremmo constatare che questo connubio è già certificato in tutti gli atti di nascita dei partiti di sinistra nell’ottocento. Infatti tutti i movimenti rivoluzionari si consideravano figli della Rivoluzione Francese e dell’Illuminismo che è stata l’espressione delle nuova visione del mondo all’interno della quale si motiva e si auto comprende la Rivoluzione Francese stessa. In quel contesto “progresso” contro “conservazione” e “reazione” identificavano classi e individui ben precisi che si combattevano armati, cosa che puntualmente si ripeté nella Rivoluzione Russa.
C’è però un modo di virare del significato del termine che alle volte inconsciamente, ma di norma dichiarato anche con enfasi, si associa a “ le forze del Progresso” o semplicemente alla parola “Progresso”. Tale significato è stato messo sull’altare ben più che la dea Ragione. Ad ergerlo e farlo proprio come visione totalizzante del mondo è, come si sa, il positivismo che segue in continuità l’illuminismo per tante suggestioni.
È un significato più ideologicamente pregnante, appunto ereditato e ripensato dalla fine del settecento, contro cui si scaglia il Leopardi de “La Ginestra”, chiamando il secolo che ne è stato cultore “superbo e sciocco” e usando per quest’uso ideologico del termine la famosa locuzione “magnifiche sorti progressive”.
La visione positivista (che in qualche modo contagiò anche Marx) lo unisce al progresso tecnologico secondo una sequenza che più o meno può essere così schematizzata:
--> Progresso scientifico-tecnologico
--> Progresso economico (capillare sfruttamento delle risorse globali)
--> Crollo delle barriere nazionali
--> diffusione del benessere
--> scomparsa di ogni sorta di particolarismo
--> Illimitata fiducia nella crescita e nell’accumulo dei beni materiali e non.
Questo schema dopo Darwin si arricchì di un altro punto fondamentale che avrebbe puntellato la fiducia nell’avvenire e avvalorato lo schema anche presso i più riluttanti:
-> La selezione naturale avrebbe fatto il suo corso per aggiustare tutte le disarmonie
o le cose ostanti.
Figuriamoci se la destra liberale non avrebbe abbracciato una tale visione.
Quanto alla sinistra, se solo si fossero aggiunti alla sequenza precedente i punti seguenti:
--> liberazione delle forze innovative politico-sociali
--> sviluppo della coscienza di classe del proletario internazionale
--> Rivoluzione proletaria
Il tutto poteva funzionare a meraviglia. Anche sulla selezione naturale: una volta stabilito il punto d’arrivo di una società senza classi, bastava capire chi e che cosa la stessa selezione naturale avrebbe dovuto falciare nel suo corso. Fatto questo tutto si poteva tenere.
Questa è dunque l’idea di progresso che, con varianti poco significative, è giunta fino ai partiti di sinistra o “Progressisti” del secolo “breve”.
Oggi non c’è chi non veda, se animato da un sincero impeto di giustizia e coinvolgimento nella difesa dei deboli, a cosa ha portato l’abbattimento delle sovranità nazionali. Il cosmopolitismo liberal-capitalistico, accettato dalla sinistra di sistema, in nome di un frainteso internazionalismo solidaristico è divenuto il mare magnum che solcano le forze della finanza mondiale per mettere in ginocchio paesi e popoli depredandoli delle loro ricchezze e strangolandoli coi tassi di interesse loro imposti.
Per le menti critiche non resta che valorizzare le Nazionalità, non come rancore e respingimento preconcetto dell’altro, ovviamente, ma come dovere di tutelare la diversità e difendersi dalle attività predatorie che distruggono le economie locali e, senza ormai remore, piegano le regole democratiche che ogni Paese si è dato al soddisfacimento dei bisogni di poche persone che tengono in pugno il mondo. Purtroppo queste menti critiche capaci di fare davvero i conti con la propria storia, sono assai poche.
Anche perché la sinistra cosiddetta di governo è brava ad affibbiare etichette (forse solo a affibbiare etichette) e ogni volta che sente criticare il pensiero liberal-globalista taccia di fascismo chiunque lo faccia.
Si stracciano le vesti per tutta la storia del comunismo, dichiarandosene estranei, senza accorgersi che ne hanno ereditato uno degli aspetti che fa da freno inibitore di ogni tentativo di migliorare le condizioni di vita dei popoli poveri del pianeta.
Patrizio Laconi
24 Gennaio 2018
Non capisco il senso di questo articolo.Patrizio, vuoi forse evidenziare l'inconsistenza della sinistra progressista e la sua sostanziale coincidenza con la destra conservatrice?
RispondiEliminaLa sinistra storicamente ed ideologicamente fallimentare...ha fatto dell'ipocrisia e della demagogia la sua ultima riserva...il vero progresso è nel DNA della destra social/popolare...non quella liberal/capitalista che non è altro il rovescio della medaglia della sinistra statalista la cui anima rimane bolscevica.
RispondiEliminaIo voglio che riflettiamo insieme sulla troppo scontata equivalenza:
RispondiEliminaProgresso = Crescita Economica = Sueperamento dei Particolarismi = Cosmopolistismo = Globalizzazione.
Dico che almeno due dei termini di questa sequenza di equivalenze hanno subito un'erosione totale, e non possono più andare d'accordo con la difesa dei più deboli. E sono:
Crescita economica, Globalizzzione.
Questo è sotto gli occhi di tutti.
Ora, se due punti chiave di questa impalcaturai non reggono, mi pare ovvio ripensare il tutto, alla luce di un'analisi critica veramente senza pregiudizi. L'Idea di Progresso lineare e per accumulo non è oggi più sistenibile nemmeno nelle scienze sulla cui base il positivismo ( e quanto c'è di positivismo nel marxismo ) aveva costruito la sua visione del mondo. Per conto mio mi basta notare quanto sia a ciò recalcitrante il pensiero "liberal-globale" , chiamiamolo così ( in realta capitalismo finanziario pervasivo) , per capire come orientarci.
Condivido il pensiero di Patrizio Laconi in ogni suo punto. La ormai cosiddetta sinistra di questo paese e non solo, annacquata nei suoi veri valori, ha abbandonato da tempo da quel sano provincialismo che la rendeva concreta espressione della classe operaia e dei bisogni dei poveri. Indossa oggi la cravatta ed i gemelli ai polsi della finanza speculativa, tanto da arrivare persino alla cancellazione dei diritti dei lavoratori, insieme ai quali aveva lottato in passato. E, non è un caso, che la rottamazione a cui è oggi sottoposta sia opera proprio dei cittadini più deboli.
RispondiEliminaLa sinistra e il mito dell'insuccesso.
RispondiEliminaA maggior chiarezza: Non si tratta di demonizzare il "Progresso" inteso in senso lato. Non si può credere che qui si vogliano difendere posizioni oscurantiste o di idelizzare un "paradiso terrestre" che prima fu e ora non è. No il ounto chiave è che la sinistra ha visto nelle parole crescit e globalizzazione, derivandole come necessario supporto del Progresso, i tabù inamovibili che avrebbero fatto da discrimine per qualificare ogni azione di "Sinistra".
RispondiEliminaIo credo, molto semplicemente, che tutti i principi fondanti della vecchia sinistra progressista, storica, di classe, che si contrapponeva alla conservazione tipica della destra tutta ordine e disciplina, ha perso la sua bussola. Il mondo globalizzato, il capitalismo esasperato fuori controllo, la perdita della sovranità nazionale hanno snaturato i presupposti per i quali la sinistra è nata ed è stata protagonista fin dalla Rivoluzione francese. Basti guardare al nostro Paese e alle forze che ancora si ostinano a definirsi di sinistra, per comprendere la fondatezza di questa analisi. Oggi viviamo un tempo in cui la politica difende, non più classi sociali, ma interessi particolari, lobby, gruppi finanziari e bancari. La destra e la sinistra (almeno quella di governo), sono indistinguibili e sovrapponibili. Renzi va a braccetto con Marchionne e si mette contro i lavoratori con lo schifo che è il Jobs act. Elimina l'art.18 mentre tutela gli interessi di Oscar Farinetti e la sua Eataly. Riempie di soldi le banchette amiche e fa piangere i piccoli risparmiatori ridotti sul lastrico. Vorrei sapere che sinistra è mai questa. Caro Patrizio, la tua analisi non poteva essere più puntuale.
RispondiEliminaÈ nel patrimonio politico-culturale della sinistra storica che ci debba essere progresso, sviluppo e crescita guidato da criteri di equità, giustizia sociale, pari opportunità, equilibrio fra le classi sociali. Nell'epoca del domnio del capitalismo assoluto, la preaticabilità di questi criteri, è altamente compromessa dagli impari rapport di forza in campo.
RispondiElimina"gli impari rapporti di forza" sono stati voluti dalla sinistra...
EliminaNon è così. La potenza del sistema capitalistico è sempre stata di gran lunga superiore a quella di tutti i partiti di sinistra messi assieme. I partiti di sinistra hanno soltanto arginato, mai superato,la capacità distruttva del sistema capitalistico, divenuto, per questo, assoluto.dominatore della scena.economica, politica e sociale, mondiale.
EliminaAssurdità...i partiti della sinistra sono complici...l'Italia è il paese peggiore d'Europa...la causa principale è stata la malefica volontà demagogica della sinistra a cui di fatto interessava soltanto l'autotutela dei privilegi di casta politica e clientelare delle lobby finanziarie.
EliminaLa scomparsa della "vera" sinistra è sotto gli occhi di tutti. Oramai i vecchi schemi "destra" e "sinistra" sono scomparsi, fagocitati entrambi dalla globalizzazione, dal neo-liberismo, dal capitalismo, dalla dittatura finanziaria a tutti i livelli, dalle lobby e dall'intreccio di interessi particolaristici di natura sia destrorsa sia sinistrorsa, fusi in un'identità indistinguibile. Tant'è che oggi le due realtà si confondono al punto tale che la destra sembra portare avanti valori di sinistra e la sinistra viceversa.
RispondiEliminaL'esempio più lampante ce l'abbiamo in casa, dove la politica di Renzi non ha fatto altro che perseguire il programma di Berlusconi e metterlo in pratica con riforme di stampo neoliberista, tutte sbilanciate dalla parte dei cosiddetti poteri forti a scapito del tessuto sociale meno abbiente. Perfino inutile ricordare il fallimentare Job Act, la riforma delle scuola, i tagli alla sanità e la sconclusionata riforma costituzionale che sembrava non solo scritta da pazzi usciti dal manicomio, ma pensata apposta per porre le basi di una dittatura.
Oggi all'elettore è offerto un panorama politico tutt'altro che chiaro e delineato, bensì un'accozzaglia di partiti senza programmi seri e lungimiranti e che non si sa bene a che cosa servano se non a conquistare qualche scranno insignificante. Per colpa di una legge elettorale demenziale devono far finta di coalizzarsi fra di loro, per poi dividersi il giorno dopo le elezioni consegnando, di fatto, un'Italia ingovernabile e peggiore rispetto a prima.
La realtà è che si sono persi i valori (sia di destra che di sinistra) a solo vantaggio del dio denaro. Le democrazie sono sempre meno forti e si assiste ad un progressivo arricchimento dei più ricchi (una minoranza) e ad un altrettanto progressivo impoverimento dei più poveri (la maggioranza).
Un mondo così è destinato a crollare in breve tempo.
Ci risiamo! Di nuovo addosso alla sinistra! A quale sinistra? Quella i cui valori originali sono stati annacquati dai partiti che si definiscono di sinistra o, quella che secondo alcuni non esiste più? O ancora, sempre secondo alcuni, quella che si contrappone o si confonde con la destra? Io ho creduto e continuo a credere negli ideali di sinistra. Quella sinistra storica che parla di “Giustizia Sociale”, per intenderci, quella che tiene conto dei diritti fondamentali uguali per tutti. Vogliamo dire che la sinistra, quella storica, è in crisi? Si, lo è perché sono venuti meno i soggetti che la rappresentano o chi la interpreta lo fa nel modo sbagliato. Ammettere la crisi ideale della sinistra non vuol dire rinnegare il suo valore progressista. In Italia, gli eventi sono illuminanti: dalla Resistenza, alla nascita della Repubblica e alla conquista dei diritti il contributo della sinistra, se non determinante, è stato importantissimo malgrado i soliti negazionisti smentiti dalla storia. Forse è esagerato affermare che sinistra è sinonimo di progressismo, ma come si spiega il fatto che l’1% della popolazione detiene il 99% della ricchezza? Sarà per effetto di una globalizzazione sbagliata ma è dovuto anche alla crisi della sinistra, è venuto meno il suo modo di concepire il progresso. E si vede, basta guardarsi in giro! L’Europa che pensa solo alla stabilità economica, si sta dimenticando della giustizia sociale relegando l’Italia, per povertà, disoccupazione ed esclusione sociale, al 23° posto sui 28 paesi membri. Non voglio farla lunga, per la diversità fra sinistra e destra e i rispettivi valori, condivido il pensiero di Salvatore Mancuso. So che l’Italia, in quanto a giustizia sociale ha tanto da recuperare, la politica deve fare tanto. Cosa deve fare? Valgono ancora le parole di un grande uomo della sinistra storica, Enrico Berlinguer: <>.
RispondiEliminaPurtroppo gli ideali, senza qualcuno che li incarni e li trasformi in atti concreti e in produzione politica, rimangono solo ideali. Berlinguer e la Resistenza sono ormai un ricordo del passato e vengono usati dalla sinistra di governo, solo come un feticcio da sbandierare per darsi una credibilità e una dignità politica che hanno perso ormai da anni. Purtroppo i fatti sono assai diversi e i partiti di sinistra, come quelli di destra e di centro, pensano solo a conservare le proprie posizioni. Non vedo altro.
EliminaRispetto l'analisi di Patrizio, ma la giudico un po' capziosa e fuorviante. Vogliamo fare una critica filosofica alla Sinistra per dimostrare la sua inutilità o inefficienza dal punto di vista politico? Mal riuscito perché, a parer mio, il Marxismo ha messo in atto proprio le indubbie verità illuministica e positivistica, immettendole in una dimensione umana molto reattiva e dunque problematica. Credo che tutti abbiano preso atto del fallimento del Comunismo e della sua catalogazione nel registro delle utopie; credo inoltre che ci sia stato, ed ancora c'è, un certo snobismo in certi ambienti o salotti di Sinistra; nonché qualche subdola azione difensiva nel rimarcare un certo periodo storico per mettere in risalto un ecumenico afflato sociale. Detto questo, al di là degli errori e dei comportamenti astrusi dei dirigenti e dei governanti di Sinistra, io dovrei porgere un grazie al Socialismo ed al comunismo per avere sparso i semi per la nascita di una Sinistra finalmente realizzabile: la Socialdemocrazia o Socialismo liberale, un'idea di Sinistra che non contrasta con le nostre tare genetiche e quindi realizzabile. Ciò che la Destra non potrà mai pronunciare, per non essere tacciata di ipocrisia, è GIUSTIZIA SOCIALE, parola molto caratterizzante ed esclusiva. Poi...e'vero, tutto va avanti con le gambe,...la testa ed il cuore degli uomini.
RispondiEliminaIn questo specifico periodo storico non c'entrano molto le rivoluzioni del passato. Personalmente penso che la globalizzazione sia un'amputazione delle culture e che a livello economico non potranno mai reggere dato che questo sistema è basato sul potere e sull'arroganza. La sinistra NON ascolta e la destra non ha mai ascoltato. Ormai è tutto un gran caos al quale ci han fatti abituare a modi "rana bollita"! ma chi ha veramente a cuore il futuro di QUESTO splendido Paese e soprattutto dei propri figli...non ci dormirà sopra. Io guardo le proposte, guardo quanto credibili possono essere e cerco quella piu vantaggiosa per me e per i miei cari. Fin'ora gli unici credibili sono i 5 stelle!
RispondiEliminaLa penso come lei, però proprio a 5 stelle non affiderei proprio niente.
EliminaCi risiamo! Di nuovo addosso alla sinistra! A quale sinistra? Quella i cui valori originali sono stati annacquati dai partiti che si definiscono di sinistra o, quella che secondo alcuni non esiste più? O ancora, sempre secondo alcuni, quella che si contrappone o si confonde con la destra? Io ho creduto e continuo a credere negli ideali di sinistra. Quella sinistra storica che parla di “Giustizia Sociale”, per intenderci, quella che tiene conto dei diritti fondamentali uguali per tutti. Vogliamo dire che la sinistra, quella storica, è in crisi? Si, lo è perché sono venuti meno i soggetti che la rappresentano o chi la interpreta lo fa nel modo sbagliato. Ammettere la crisi ideale della sinistra non vuol dire rinnegare il suo valore progressista. In Italia, gli eventi sono illuminanti: dalla Resistenza, alla nascita della Repubblica e alla conquista dei diritti il contributo della sinistra, se non determinante, è stato importantissimo malgrado i soliti negazionisti smentiti dalla storia. Forse è esagerato affermare che sinistra è sinonimo di progressismo, ma come si spiega il fatto che l’1% della popolazione detiene il 99% della ricchezza? Sarà per effetto di una globalizzazione sbagliata ma è dovuto anche alla crisi della sinistra, è venuto meno il suo modo di concepire il progresso. E si vede, basta guardarsi in giro! L’Europa che pensa solo alla stabilità economica, si sta dimenticando della giustizia sociale relegando l’Italia, per povertà, disoccupazione ed esclusione sociale, al 23° posto sui 28 paesi membri. Non voglio farla lunga, per la diversità fra sinistra e destra e i rispettivi valori, condivido il pensiero di Salvatore Mancuso. So che l’Italia, in quanto a giustizia sociale ha tanto da recuperare, la politica deve fare tanto. Cosa deve fare? Valgono ancora le parole di un grande uomo della sinistra storica, Enrico Berlinguer: <>.
RispondiEliminaLasciando perdere Di Maio anche perscè non c'è tanto da dire sul suo conto. Mi sembra invece importante che si sapesse chi farebbe il ministro dell'economia e cosa farebbe.Penso anche che i 5 stelle fanno il pieno in sicilia a Roma ed in Piemonte. Il sistema li favorisce e possono vincere facillmente. Resta iil fatto che purtroppo hanno scelto un giovane bello ma assolutamente inadeguato.
RispondiEliminail programma politico di berlinguer è attualissimo è un programma liberale laburista non ancora attuato
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