Domenico si mostra sereno e più volte dice di non avere alcuna paura. Il responsabile è un disoccupato con precedenti, che ha agito spinto da disperazione per disagi economici. Non aveva chiesto assistenza, né incontrato il Sindaco, che peraltro avrebbe potuto fare ben poco. Il che rende ancora più imprevedibile e grave l'incidente: oggi il portone, domani l’auto, la porta di casa, una botta in testa mentre ritorna a casa.
Quando ho detto ad amici che andavo a trovare Domenico, in molti mi hanno fatto presente che non era un attentato mafioso. Quasi che fosse una solidarietà un po’ inutile. Io credo, e l’incontro me l’ha confermato, che dietro questo gesto vi sia, invece, qualcosa di potenzialmente più pericoloso. Si tratta infatti della manifestazione esterna di un disagio grave diffuso nella società, che ad Alcamo riguarda le fasce dei giovani fino a 25/30 anni e degli anziani sopra i 60. I primi non riescono a trovare lavoro e i secondi non riescono a trovarne un altro.
Emergenze che hanno ricadute enormi nella vita quotidiana. Problemi identici al resto dell’isola. L’episodio rappresenta un metro attraverso il quale misurare quanto la situazione sia vicina a precipitare, con i sindaci in prima linea ma senza strumenti per intervenire, costretti a barcamenarsi tra assenza di risorse e mancanza di politiche regionali e nazionali per fronteggiare la situazione. Quanto accaduto non è la reazione ad un evento o ad una ingiustizia subita, ma solo esasperazione che prende una forma drammatica ed incontrollabile e ci spinge a riflettere su quanto sia indispensabile una riorganizzazione del welfare pubblico. E’ la misura di quanto questi ultimi 10 anni di assenza di governo stiano determinando dei costi altissimi per la nostra comunità.
Credo sia maturo il tempo di un nuovo sistema di protezione sociale che includa il rafforzamento delle reti di sostegno agli individui e alle famiglie più disagiate insieme a un piano come il reddito di cittadinanza, che forse sarebbe più corretto chiamare reddito d'esistenza. Sul welfare e sull’esigenza di prendersi cura di chi non ce la fa, avrò modo di occuparmi presto.
Oltre le questioni contingenti, abbiamo parlato della sua esperienza, di città e di programmazione. Il sindaco Surdi ha una visione chiara di cosa fare per riattivare e riorganizzare la sua comunità, il che ha reso l’incontro estremamente istruttivo. Il punto è il piano triennale delle opere pubbliche e il documento unico di programmazione. Spinti da una visione europea del bilancio le amministrazioni pubbliche e gli enti locali devono oggi procedere ad una armonizzazione dei bilanci che sappia dare azione e concretezza ai programmi ed alle pie intenzioni. La programmazione è la base necessaria per la costruzione della città futura. Non più quindi programmi senza base (il programma triennale delle opere pubbliche di Palermo ad esempio sulla carta pesa 4 miliardi, ma le risorse impegnate sono di 70 milioni).
Il tutto si “scontra” con una macchina amministrativa antiquata. Da un lato il sogno e il desiderio di costruire la città del futuro, dall’altro la consapevolezza della complessità di gestire e riorganizzare una macchina comunale nella quale più di 500 addetti su 700 sono precari e ad orario ridotto. Un’amministrazione che si regge sul precariato.
Un giorno la settimana viene dedicato alle esigenze dei cittadini. E anche se molte delle richieste non sono competenza del Sindaco la disponibilità all’ascolto è, e certamente deve restare, una delle note distintive delle amministrazioni 5 stelle.
Una curiosità, Alcamo ha una maggioranza in consiglio di 14 consiglieri, che votano compatti tutti i provvedimenti. Quasi tutte le delibere sono approvate 14 a 10. Circostanza che dovrebbe invitare i cittadini a riflettere, come la scelta a volte elettoralmente perdente di candidare una sola lista, è in realtà indispensabile per governare serenamente e nel rispetto dei cittadini.
Abbiamo affrontato anche un tema a me caro, la progettualità. La riorganizzazione della spesa pubblica sulla base della programmazione europea, ha invertito i flussi economici, dando ampio spazio alla creatività dei territori. E proprio in questo senso la Sicilia ha dimostrato grande inadeguatezza e incapacità di esprimere progetti per intercettare i fondi, il che ha comportato il deperimento della città, degli immobili pubblici, delle scuole, delle strade, dei servizi.
Domenico Surdi ha tutta l’aria del collega di università un po’ più bravo degli altri, quello di cui ti fidi e dal quale ti fai prestare volentieri gli appunti delle lezioni. Quello fa le ore piccole per studiare e conoscere le cose prima di esprimersi. Sai di lasciarlo in frontiera, con la sensazione che lui e tutti i sindaci perbene abbiano montagne da scalare. E la certezza che ogni atto che compirà in questi anni sarà radiografato e costituirà un precedente per ogni futuro amministratore. Spero la nostra visita gli abbia dato la sensazione che sappiamo tutto questo e che siamo con lui e con la sua splendida squadra.
Giovanni Callea
13 Settembre 2017
P.S. Giovanni Callea si occupa di internazionalizzazione e sviluppo locale, e ha esperienza sui fondi comunitari. Ha progettato e gestito una piattaforma commerciale di prodotti tipici siciliani a Berlino; ha operato in Slovacchia, Olanda, Spagna, Lituania, Lettonia, Estonia, Polonia, Bielorussia. Attualmente segue la creazione di brand e di comunicazione in ambito enologico nel Nord Europa.
Si è occupato di reti locali ed ha coordinato la progettazione ed il piano di sviluppo per il distretto turistico “Pescasturismo e cultura del Mare” uno dei distretti turistici riconosciuto dalla Regione Siciliana di cui ha assunto il ruolo di amministratore delegato. Ha ideato e diretto festival e manifestazioni di richiamo nazionale tra cui: SoLe.XP primo festival sull’ambiente e la sostenibilità nel sud Italia. Ha curato inoltre Kals’art, per conto del comune di Palermo, un marchio ed un progetto noto e riconosciuto in tutta Italia di qualificazione urbana attraverso l’arte e la cultura; Vucciria, festival dedicato alla musica Siciliana, partecipando a tre edizioni del Womex, il più importante evento della musica indipendente etno-folk europea.
Esperto di comunicazione ha curato il restyling del brand di Palazzo Abatellis e la comunicazione esterna. Ha collaborato con il Teatro Massimo di Palermo, sotto la direzione di Ferruccio Barbera e Francesco Giambrone. Si occupa dei progetti speciali, la comunicazione web, le attività di Carta Giovani, il merchandising, il found rising per i prodotti editoriali ed il sistema di CRM. Inizia la sua attività imprenditoriale e professionale nel 1994, e con il marchio Romanza e produce varie pubblicazioni multimediali su cd-rom, tra cui Templi e teatri in Sicilia, Palermo città del sole, Il Teatro Massimo di Palermo.
La sua formazione universitaria è di tipo scientifico, una laurea in Scienze Naturali e una tesi di Ecologia e fitosociologia sperimentale sull’Imera Settentrionale. È nato nel 1970 e padre dal 2009. Le sue molteplici attività non lo hanno però distolto dalla passione per la Politica e ha trovato nei principi ispirativi del M5S la sua collocazione per un impegno diretto che lo vede tra i candidati alle regionali del prossimo 5 novembre 2017.
Ha anche un suo blog personale: giovannicallea.it
iO NON CREDO CHE L'ATTENTATO NON SIA MAFIOSO.E QUI MI FERMO.
RispondiEliminaGiovanni Callea ha voluto forse vedere quello che sarebbe più augurale per un Sindaco motivato e capace, che vuole migliorare le condizioni del proprio paese. Gli attentati possono nascere dal disagio economico-sociale ed è proprio su questo che la mafia trae linfa vitale. Non so quali siano gli interessi in gioco ad Alcamo e dunque quali siano le motivazioni che possano produrre tali accadimenti, ma io non scarterei così facilmente l'ipotesi di azioni mafiose.
RispondiEliminaIo conosco Alcamo.
EliminaSalvatore, io non la conosco e mi sono sorpreso non poco che i 5 Stelle abbiano vinto le elezioni, ma anche un comune difficile qual é Favara, o Bagheria nel palermitano meno Porto Empedocle ! Non sempre i grossi interessi mafiosi mirano alle amministrazioni locali, ma la manovalanza spicciola è molto diffusa per controllare i territori, anche se non tutti i cittadini sono disponibili a farsi avvicinare e coinvolgere, un po' i tempi sono cambiati , si sono evoluti perché l'interesse si è spostato soprattutto laddove i soli circolano per davvero.
EliminaNei comuni dove hanno vinto i candidati Cinquestelle, la gente ha toccato il fondo.
EliminaSignor Vito Reina lei scrive che Favara è un comune difficile, ci dica perchè...lei conosce Favara? Se è cosi ci dica perchè è un comune difficile, sarei curioso di saperlo grazie!
EliminaHo definito difficili i comuni di Favara e Bagheria espugnati dai 5Stelle perchè territori politicamente fortemente radicati alla vecchia Democrazia Cristiane Prima e dopo a Forza Italia . Invece Porto Empedocle , forse perché attaccato al mare , meglio si presta a delle infiltrazioni innovative . Ma anche Comuni difficili sarebbero San Giovanni Gemini o Cammarata , dove risiedo i cui territori , per le stesse ragioni di Favara , si prestano ad un controllo politico serrato , e difficilmente potrebbero essere penetrati da una novità politica come i 5 Stelle . Per questo mi siorprendevo che a Favara , la tradizione politica di un La Russa o di un Bosco , lasciassero vincere il movimento di Grillo .
EliminaGli attentati, indipendentemente dalla matrice, non sono mai da sottovalutare e, anzi, richiedono la massima attenzione per individuare i responsabili materiali, il movente e i mandanti.
RispondiEliminaTutto ciò a prescindere da chi sia l'obiettivo che si vuole colpire o intimidire.
Questo è un compito delle forze dell'ordine e della magistratura ma, per essere ancora più efficace, richiede la collaborazione dei cittadini in merito a quanto sanno o sospettano, direttamente o indirettamente.
Se non si ha nulla da dire, visto che gli attentati non sono scherzi che rallegrano l'ambiente....è doveroso il silenzio.
Ciò premesso, concordo con quanto riportato dall'autore sulla necessità di una strategia nazionale e regionale per fronteggiare il disastroso fenomeno di indigenza che, secondo l'Istat riguarda 4 milioni e 742mila individui in condizioni di "povertà assoluta" e 8 milioni 465mila individui in "povertà relativa" (gravi condizioni di indigenza).
Oltre 13milioni di persone indigenti su un totale di circa 61milioni, dovrebbe costituire un campanello di allarme per chi governa il paese, ed è il risultato prevedibile della politica di dirottamento delle risorse dalle disponibilità di chi amministra il territorio a quella del governo centrale.
Campanello di allarme che non è iniziato a suonare all'improvviso ma che, anzi, ha visto i responsabili di governo girarsi dall'altra parte, lasciando che organizzazioni di volontariato, laiche e religiose, si facessero carico di un problema che le amministrazioni comunali non sono in grado di affrontare per mancanza di risorse.
La povertà è una grave malattia che, se trascurata, esclude intere fasce di popolazione dal contesto produttivo, prima, e sociale, dopo.
Ignorare questo aspetto, oltre che moralmente abietto, è politicamente miope.
Fa bene, quindi, il sindaco di Alcamo a denunciare il problema, auspicando una visione più lungimirante dello Stato che induca a non considerare i più deboli come "vuoti a perdere"
Accertare la matrice dell'attentato spetta alle forze dell'ordine e alla polizia giudiziaria. Che ad Alcamo ci sia la mafia, invece, è un fatto già abbondantemente accertato nelle tante sentenza emesse. Va dato merito, in ogni caso, al sindaco di essersi posto il problema del disagio sociale che in ogni caso, quando diventa disperazione per sè e la propria famiglia, può anche degenerare in atti di violenza contro gli altri e, soprattutto, contro chi rappresenta lo Stato in tutte le sue forme. Auguro all’amministrazione alcamese di dare ai propri concittadini il segno palese di un cambiamento profondo e radicale, cominciando proprio dagli ultimi e dai giovani. Cambiare la politica ad Alcamo vuol dire essere sulla buona strada per cambiare il nostro Paese.
RispondiEliminaAl di là della matrice mafiosa o che si tratti del gesto isolato di una persona esasperata questo atto non è da sottovalutare, è facile che chi è esasperato possa perdere il lume della ragione e diventare preda della mafia che da sempre pesca dove c'è disagio economico e sociale.
RispondiEliminaSolidarietà al sindaco
RispondiEliminaRiscoprite improvvisamente la mafia? Non avete mai detto o scritto una riga su questo.
RispondiEliminaMa con chi ce l'hai? Voi chi? Ma tu chi sei.
RispondiEliminaSig. Alesi, quando quando una cosa non ti piace, fai lo gnorri. F.Alberti è stato chiaro, voi del M5S non avete mai detto una parola sulla mafia, ed in particolare ora che siamo vicini alle elezioni.Hai capito ora? o continui a fare lo gnorri?
EliminaCon la tua solita approssimazione dai dei grillini a tutti, senza sapere neppure con chi stai parlando. Vorrei informarti che questo è un blog (come il suo stesso nome dice), che si occupa prevalentemente di politica ed esprime giudizi sui comportamenti delle varie forze politiche. Adesso ci tocca pure sentire che, un Anonimo, si mette a dare patenti di antimafia. Dicci a quale partito appartieni tu così potremo valutare anche noi l’impegno della tua parte politica in tema di mafia. Scrivi tu un articolo sulla mafia e poi giudicherai dai commenti.
EliminaCaro F. Alberti. Sulla Mafia c'è molto poco da dire, se non che è stato ed è il tumore che ha azzopato la Sicilia e la nostra economia. Ma, per fortuna, io come molti altri cittadini che hanno deciso di dedicare qualche anno della nostra vita ad una possibile diversa speranza per la nostra terra, riteniamo che la Mafia la combatti tagliando i cordoni al sottosviluppo, al bisogno economico delle classi meno abienti, garantnedo diritti e libertà, anche economica, a tutti. E naturalmente con interventi concreti delle forze dell'ordine. I secondi li lasciamo alle forze dell'ordine, che hanno sempre il nostro sostegno. Per i primi ci impegnamo giornalmente per diffondere una diversa cultura politica, che è il solo modo per determinare un significativo cambiamento culturale. Affermare, isinuare, ventilare che il movimento possa non essere attivo contro la Mafia, le ingiustizie, il sottosviluppo significa veramente rifutarsi di ascoltare e leggere e capire cosa stiamo cercando di fare e cosa faremo in Sicilia quando saremo al governo. F. Alberti, io penso che se sei animato come io credo e sembra da buoni propositi dovresti avvicinarti al movimento e comprenderai quale grande opportunità di cambiamento abbiamo tutti noi insieme. Comunque continuerai a pensarla buona fortuna a tutti noi.
RispondiEliminaCelebrativo, ma interessante. Vedremo alla lunga quanto il sindaco sia capace di dar seguito alle sue intenzioni, che sembrano davvero guardare lontano. In Sicilia il problema non è soltanto il partito d'appartenenza ma i condizionamenti che la politica subisce da parte dei poteri esterni al Palazzo. E non credo che i grillini ne saranno risparmiati.
RispondiEliminaTecnicamente non sono in grado di ricostruire la vicenda, citando atti e delibere, ma in parole povere il comune ha tolto l'autorizzazione ad alcuni pozzi e siccome la gestione della fornitura acqua è passata nelle mani del comune una famiglia che si vede ritardare il turno di erogazione deve chiedere un buono. Ma è ovvio che se non si è in regola con le bollette non lo danno. Praticamente i condomini si ritrovano senza acqua e a livello personale mi chiedo come puoi pretendere puntualità di pagamento per un servizio che il cittadino è costretto a pagare due volte? I disagi sono tanti, te lo assicuro.
RispondiEliminaAnche in bulgaria si votava tutto all'unanimità! Sintomo anche li di democrazia?
RispondiEliminaIn Bulgaria c'era un solo partito.
EliminaPrima di tutto solidarietà al Sindaco e a tutti i cittadini di Alcamo per l’attentato al portone del Comune. Sembrerebbe un gesto isolato di una persona. Spetta agli organi competenti far luce sul caso, comunque non va sottovalutato l’episodio perché nella disperazione pescano le organizzazioni criminali. In Sicilia più della metà della popolazione vive in famiglie a rischio di povertà e la disoccupazione è il doppio della media europea. Queste situazioni di estremo bisogno sono, giornalmente, vissute da un sindaco che non ha strumenti e fondi adeguati, nemmeno, per l’ordinaria amministrazione. Non tutti sanno che povertà e disoccupazione, oltre alla congiuntura economica, dipendono da errate politiche nazionali e regionali per cui il cittadino bisognoso si rivolge al rappresentante del potere più vicino, il Sindaco. I migliori sindaci sono quelli che hanno una capacità progettuale tale da mantenere salda la maggioranza che li sostiene: dal racconto di Giovanni Callea, il sindaco, di Alcamo, Domenico Surdi ha queste capacità. L’esperienza di Alcamo non può essere considerata una eccezione. In Italia i sindaci capaci, a prescindere dall’appartenenza politica e dalla composizione della maggioranza, sono tantissimi. Alcuni vivono il mandato come un impegno esclusivo a lavorare per il bene dell’intera comunità che rappresentano. Non mancano i casi di quei sindaci che conquistano la fiducia di tutte le forze politiche presenti nel Consiglio Comunale. Alcuni subiscono minacce e attentati perché non si piegano ai ricatti del malaffare. SONO TANTI I SINDACI SENZA PAURA CON LE PAURE e sappiamo quale sono quando c’è di mezzo la criminalità organizzata. Il vero salto di qualità consiste nel dotare i comuni di strumenti normativi e risorse finanziarie per operare con tempestività ed efficacia. Comunque, in ogni caso, i sindaci non devono mai essere lasciati soli.
RispondiEliminaQuanto ha scritto Giovanni Callea è interessante.E' difficile dire se si tratta di un gesto mafioso o no.La mafia oggi ha tante sfumature ed è molto variegata.
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