di Teresa Fabiola Calabria - La storia è più o meno questa: un gruppo di ebrei ortodossi decide di alloggiare presso l'hotel Apartmenthaus Paradies di Arosa in Svizzera, dotato di piscina che offre inoltre la possibilità ai clienti di accedere al congelatore dello stabilimento.
Quest'ultima caratteristica si rivela preziosa se non fondamentale per i clienti di credo ebraico, in quanto secondo il loro testo sacro, la Torah, gli ebrei osservanti devono necessariamente seguire alcune rigide regole alimentari, definite kosher.
Questo modo di preparare gli alimenti prescrive il divieto assoluto di associare carne e latticini – e derivati tipo burro -. Ne consegue che essi abbiano la reale necessità di conservare i loro alimenti separatamente. Segnaliamo al lettore che la struttura ha già ospitato in passato comitive di ebrei anche ultra ortodossi, provenienti da Usa, Uk ed Israele, senza mai aver avuto problemi di nessun tipo. Fatta questa doverosa premessa, analizziamo i fatti accaduti.
Succede che gli ospiti di credo ebraico, contrariamente alle più comuni regole igieniche che obbligano chiunque a fare una doccia prima dell'ingresso in piscina abbiano non solo evitato di fare la doccia ma addirittura si siano presentati vestiti con le magliette, dress code sicuramente pudico, ma inadatto alla piscina, cosa che ha portato i gestori dell'hotel, subissati dalle proteste degli altri avventori dell'albergo, ad affiggere un cartellone con su scritto: “I nostri clienti ebrei, donne, uomini e bambini, sono pregati di fare la doccia prima del bagno. Se non rispetterete questa regola saremo costretti a escludervi dalla piscina”.
Non solo. Riguardo alla vicenda “congelatore” sembra – stando ad un'ulteriore cartellone affisso dallo staff dell'albergo – che gli ospiti di credo ebraico abbiano preteso di accedervi agli orari più disparati, tanto da costringere la direzione della struttura ricettiva a specificare: “Per i nostri clienti ebrei: è possibile accedere al congelatore solo in questi slot: dalle 10 alle 11 del mattino e dalle 16,30 alle 17,30 nel pomeriggio. Spero capiate che la nostra squadra non ama essere disturbata costantemente”.
Apriti cielo. Subito l'indignazione l'ha fatta da padrone. Un “dàgli al nuovo Hitler” si è diffuso più velocemente della notizia del pignoramento dei beni di Gianluca Vacchi, manco fossimo alla vigilia di un nuovo apartheid. Durissima la reazione da parte di Israele che, ha chiesto le scuse ufficiali tramite il proprio vice ministro degli Esteri, Tzipi Hotovely, che ha definito l'accaduto un “atto antisemita della peggior specie”.
Naturalmente a nulla sono valse le scuse della responsabile dell'albergo, che ha ammesso che sebbene il concetto di fondo fosse sacrosanto, avrebbe dovuto estenderne il contenuto a tutti gli ospiti. Ma ad essere colpiti sono stati degli ebrei, ergo l'hotel è diventata una nuova Auschwitz da evitare come la peste, senza se e senza ma.
La verità purtroppo è una: spesso, su internet soprattutto, è facile puntare il dito senza pensare troppo. L'accusa di razzismo è grave, e deve essere ben fondata e ponderata: se qualcuno ha sbagliato lo si deve punire, ma non basandosi solo sul credo differente. Se qualcuno – chiunque di noi, cristiano, indù, buddhista come vi pare – decide di alloggiare presso una struttura pubblica che ovviamente, non è casa nostra, noi accettiamo le regole di quel posto.
Se poi la struttura decide di essere accomodante nei confronti di un cliente, lo fa per un proprio interesse ma ciò non significa che il cliente possa fare tutto ciò che crede. E il lettore non creda che chi scrive sia ateo o non abbia a cuore la religione. Qui la religione non c'entra. E' questione di educazione, buon senso, quieto vivere.
Teresa Fabiola Calabria
17 Agosto 2017
Tutti i miei amici in facebook conoscono la qualità e la quantità dei miei interventi sempre a favore di Israele, le denunzie delle menzogne che circolano contro lo stato ebraico, le mie prese di posizione contro il movimento 5 stelle che, a mio parere, nei suoi più importanti e conosciuti esponenti è sempre contro Israele, e il mio rispetto per questo piccolo grande paese che, circondato da oltre 200milioni di islamici che invocano e preparano la sua distruzione è un esempio al mondo di sviluppo tecnologico, medico, scientifico, letterario e artistico.
RispondiEliminaInsomma, ho letto sui giornali la vicenda narrata nell'articolo, e francamente ritengo che tutto questo casino per un episodio disdicevole e, credo, circoscritto all'hotel in questione sia esagerato. Ma bisogna osservare che la cosa è stata gestita male dal management dell'hotel, perchè sarebbe bastato avvisare singolarmente i clienti ebrei affinchà rispettassero le regole e tutto sarebbe andato a posto senza polemiche.
Ovviamente, una volta pubblicata in facebook la notizia corredata dalle foto degli "avvisi", si è messo in moto un meccanismo di autodifesa diciamo "a prescindere" da parte dello stato israeliano che ha portato a questa crisi diplomatica basata quasi sul nulla. Bisogna anche considerare la particolare sensibilità acquisita da Israele fin dalla sua nascita riguardo la serie interminabile di attacchi e di menzogne portati indiscriminatamente da tutto il mondo, dalla stampa internazionale e purtroppo anche dagli stati europei soprattutto a causa della martellante campagna condotta allora da Arafat che ha convinto tutto il mondo sulle miserie dei "poveri palestinesi", e il quadro risulta ancora più chiaro.
Io ritengo che tutta la questione di cui si parla nell'articolo sia una cosa di poco conto e che i clienti ebrei dell'hotel abbiano avuto torto e per essersi comportati in maniera non conforme alle regole della struttura che li ospitava e per avere pubblicato la notizia suscitando il vespaio che ne è venuto fuori.
Quì non è questione di antisemitismo ma di cattiva educazione.
Io credo che le religioni vanno tutte rispettate, ma sono anche convinto che a causa degli ultra ortodossi di qualsiasi religione, le stesse portano più danni al mondo che bene.
RispondiEliminaNel caso specifico, penso anc'io che si tratti unicamente di maleducazione. L'igiene è un elemento che travalica qualsiasi credo religioso. In piscina ci si va dopo aver fatta la doccia. Se non vuoi che sia così, ti fai una piscina per i fatti tuoi e lì potrai nuotare anche con il cappotto indosso.
Caro amico Pepe, l'antisemitismo non è (come affermi) questo. E' fuori luogo quindi la protesta di Israele.
Da ignorante in materia quale sono, sapevo del cibo degli Ebrei, ma non sapevo nulla sulle regole per fare il bagno. Per quanto riguarda l'esistenza dello Stato Ebraico, e le minacce del mondo mussulmano e palestinese di "cancellarlo" dalla faccia della terra, mi pare che Israele abbia fin quì saputo difendersi. E non solo difendersi caro Pepe, ma anche invadere territori che sicuramente non le spettavano. Questo non significa che gli Ebrei (Israele) abbia torto e gli altri ragione. Ma certamente gli attacchi preventivi, e l'occupazione di territori altrui, non aiuta. Nemmeno i massacri di Chabra e Chatila, hanno portato più ragioni alla causa Israeliana.
Concordo con la posizione espressa nell'articolo di Teresa.
RispondiEliminaL'articolo di Teresa Fabiola Calabria è scorrevole e piacevole io non posso che condividerlo. Più volte mi sono espresso ed ho preso le difese di Israele, tralasciando quelle che sono le considerazioni religiose, essendo io agnostico ma rispettoso di tutti i credi religiosi. Ho sempre sostenuto che se avessero vinto i Palestinesi le diverse guerre sostenute dai due popoli, il Mediterraneo si sarebbe tinto di rosso per il sangue semita dopo il sistematico massacro da parte dei fanatici arabi palestinesi. Detto questo, reputo deprecabile il comportamenta degli ospiti ebraici nel citato albergo, perché ritengo che ciascuno di noi, non essendo in casa propria, debba rispettare le regole o le usanze dell'ambiente ospitante. Dunque, ha fatto bene il gestore a riprenderli specificando il loro luogo di origine o la loro etnia e religione di appartenenza.
RispondiEliminaUna precisazione. Il gestore dell'hotel non ha "ripreso", cioè rimproverato i clienti ebrei, ha soltanto pubblicato delle regole applicandole a loro, ma che avrebbe fatto bene a specificare che trattavasi di regole generali.
EliminaToccare questo argomento e' come innescare una ..bomba atomica ...questa storia definisce perfettamente .il razzismo ..almeno per me , la strada su questa direzione e' scoscesa ripida e difficile ..si sono scritti chilometri di articoli piu' o meno validi ..la protesta pretestuosa di Israele ..non ha senso ..ognuno chiunque sia deve rispettare ..le regole che sono vigenti in qualsiasi paese della Terra ..sempre altrimenti puo' serenamente tornare a casa ..e godere di questo ...
RispondiEliminaBella ma tosta la vice ministra degli esteri israeliana. Una protesta ufficiale per una ragazzata che ha scatenato la stupida reazione dello staff alberghiero. Una tempesta in bicchiere d'acqua giustificato, in parte, dalle tragedie subite dal popolo ebraico. Speriamo sia una bolla estiva da non ripetere.
RispondiEliminaPenso che sicuramente gli ospiti hanno "peccato per quanto riguarda l'educazione e il rispetto degli altri clienti dell'hotel. ..ma anche lo staff dell'albergo avrebbe dovuto avere più tatto ...quei cartelli sono irritanti perché rivolti solo agli israeliani,urtandola loro suscettibilità e facendo tanto rumore per niente. Avrebbero potuto fare un nuovo cartello per tutti i clienti...e,per quanto riguarda il congelatore .contattare direttamente i trasgressori ed avvertirli delle regole sugli orari..si sarebbero così salvati capre e cavoli
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