di Giangiuseppe Gattuso - Senza soldi non si fa Politica, un'affermazione che è una quasi verità. Un'evidenza che sembrerebbe confermata dagli avvenimenti nostrani e dal sentimento di larga parte dell'opinione pubblica nei confronti della politica e dei politici.
Ernesto Galli della Loggia, Ordinario di Storia dei partiti e movimenti politici dal 1987, e dal 1993 editorialista di primo livello del Corriere della sera, non è uno che scrive così tanto per dire. E qualche giorno fa, il 15 maggio 2017, dalle pagine del Corriere ha dettato una sua riflessione sullo scottante tema del rapporto tra la Politica e i soldi. L'occasione, la clamorosa elezione, lo scorso 7 maggio, di Emmanuel Macron contro Marine Le Pen.
L'editorialista prende spunto dall'analisi che il quotidiano Libération nel numero del 12 maggio è riuscito a fare sulle risorse finanziarie utilizzate dal neo Presidente francese per la sua riuscita. Ponendo così una rilevante questione per i sistemi democratici moderni: la quantità di risorse di cui un candidato deve poter disporre per affrontare una importante competizione elettorale.
E infatti la cifra che il movimento "En Marche!" ha potuto disporre e spendere in un anno si aggira intorno ai 15 milioni di euro. Non pochi considerato che Macron non aveva alcun partito strutturato a sostegno. Hanno iniziato una trentina di familiari con una donazione di 7.500 euro a testa, limite massimo di legge. Per poi organizzare, con la precisa regia di un ex alto dirigente bancario, una infinità di incontri con altri donatori in cene e momenti del genere. Gli ambiti dei sostenitori, manco a dirlo, importanti banche d’investimento francesi e internazionali, società di gestione di capitali, aziende industriali. "Gli incontri per la raccolta dei fondi si fanno a casa dei donatori: 15 minuti di saluti, venti minuti per il discorso, e altrettanto per domande e risposte, e poi l’incasso".
A questo punto l'autore pone una importante questione. Se non esistono i partiti organizzati come una volta, venuto meno il finanziamento pubblico e l'apporto di altre organizzazioni sociali, vuol dire che il sistema politico-elettorale "non può che essere fatalmente dominato dalla ricchezza privata". La politica, quindi, nelle mani dei ricchi, delle banche e dei grandi interessi finanziari. E, continuando, "non è lecito dedurne sic et simpliciter che allora la politica sarà al servizio dei «ricchi». Ma certo è arduo pensare che stando così le cose essa possa mai prendere decisioni che gli dispiacciano. O che possano arrivare al governo persone che non abbiano il loro consenso di massima".
Il ragionamento a questo punto si concentra sull'essenza del sistema democratico nel quale i cittadini, nella maggior parte dei casi, si troveranno a votare quei soggetti che per la loro ricchezza sono in grado di imporre candidature e determinare fortemente il risultato. La democrazia, dice l'autore, è così "nella condizione fisiologica di tensione tra la politica e la ricchezza". Per cui gli elettori, in maggioranza certamente non ricchi, per le decisioni a loro favore, come per esempio una redistribuzione della ricchezza, dovranno avere l'approvazione di chi da ricchi hanno in mano le leve del potere. E allora convincendosi che "di fatto sono loro i «padroni» della politica, per i regimi democratici si apre la prospettiva di una catastrofica crisi di consenso".
Una situazione a dir poco da mettersi le mani nei capelli.
In buona sostanza la politica ha e deve avere un costo. E in Italia, continua Galli della Loggia, per sopperire al finanziamento pubblico si sono ipocritamente inventate le "fondazioni". Un modo per attingere a finanziamenti delle solite banche e imprese private per fare politica facendo finta di svolgere attività culturali.
La soluzione individuata "capace di ridurre in quantità significativa i costi della politica (e dunque il bisogno di denaro)" è tutta intrinsecamente legata a "un sistema elettorale fondato sul collegio uninominale maggioritario". Che, però, non ha "la minima probabilità di essere adottato".
Cosa c'è che non va nel ragionamento di Ernesto Galli della Loggia.
Intanto il fatto, dato per scontato, che la "politica" ha e deve avere un costo, rilevante. E che quindi l'attività che ne consegue, per le ragioni esposte prima, deve avere per forza di cose dei ricchi finanziatori. Dall'altro lato l'unica ipotesi per "ridurre" i costi deriverebbe da un diverso sistema elettorale incentrato sul collegio uninominale maggioritario. Un'opinione come un'altra.
Devo ammettere che comprendo lo spirito e la riflessione di Galli della Loggia e, per certi versi, la ritengo quasi ovvia perché immaginata da un personaggio come lui. Niente di personale, anzi. Ho sempre apprezzato i suoi editoriali, talvolta di altissimo livello. Ma, molto sommessamente, ritengo la sua sincera analisi frutto di un'esperienza lunghissima e di schemi mentali ancorati a sistemi partitocratici (forse) ormai superati.
Non si tratta di età, e nemmeno di posizionamenti politici. Credo, invece, ad una superficiale sua percezione delle dinamiche che, da qualche anno, continuano a modificare sensibilmente la nostra società. I rapporti tra cittadini, la capacità di interlocuzione, lo scambio di informazioni, la possibilità di conoscenza e di approfondimento prima impensabili. E con una velocità pressoché in tempo reale. Tutto questo, se da un lato può spingere a cambiamenti troppo veloci, dall'altro ha consentito a milioni di cittadini, in prevalenza giovani ma non solo, di acquisire una sempre maggiore consapevolezza delle loro potenzialità.
Non si spiegherebbe altrimenti come sia stato possibile la nascita di un movimento che, dal 2013, nonostante tutto e tutti, senza potentati e gruppi finanziari e industriali a sostegno, continua a rappresentare, in crescita, una larga fetta dell'elettorato italiano.
Il professore Galli della Loggia, da illustre studioso e fine osservatore delle dinamiche sociali e politiche, non può minimizzare, fino a ridicolizzarla, con il banale esempio dei click, una tale evidente realtà politica. Che, proprio delle criticità evidenziate riguardo al rapporto perverso tra la politica medesima e la ricchezza ha ampiamente dimostrato da che parte può stare la verità. E come sia realmente possibile, per uomini e donne comuni, potere entrare nelle istituzioni per svolgere il fondamentale ruolo di "cittadino politico" senza quelle sovrastrutture che l’autore, e non solo lui, ritengono ancora fortemente necessarie.
Giangiuseppe Gattuso
18 Maggio 2017
La politica quella dove si decide è sempre stata in mano dei ricchi
RispondiEliminaE le guerre alla base hanno sempre motivi economici
L’esempio che viene dal movimento 5Stelle, in effetti, ci dice che la politica può essere fatta anche a livelli di primissimo piano, senza grandi risorse. I componenti dei gruppi parlamentari grillini, sono stati eletti deputati e senatori, avendo speso mediamente 300 euro cadauno. Non solo, ma il movimento che rappresentano è oggi la prima forza politica italiana, a fronte dei milioni di euro (la cui provenienza dovrebbe essere meglio spiegata), spesi dagli altri gruppi o partiti. Tanto basta per affermare che, quando si hanno buone idee, programmi comprensibile dalla gente, persone perbene che trasmettono valori, principi e onestà, non servono i milioni. I soldi in politica sono necessari tutte le volte che devono sopperire alla mancanza di progetti credibili o per la ricerca di un consenso clientelare e drogato. Vorrei vivere in un Paese che tuteli i cittadini e gli elettori dalle incursioni di candidati spregiudicati e corrotti che comprano i voti con promesse fasulle o, peggio, elargendo danaro o pacchi per la spesa a chi ha bisogno.
RispondiEliminaLa politica ha un costo se viene assunta come strumento di scambio nella gestione ed il governo dei rapporti di forza economici e sociali . Può anche avere costi elevatissimi se nel governarle viene corrota e propende per le une piuttosto che per le altre , dissacrando quel sano principio di razionalita del linguaggio tra le parti . Evidentemente , Galli Della Loggia , non si rende conto che in Italia siamo nella fase della gestione corrotta della politica e come ogni intellettuale dell'ottocento si chiude nella sua torre di avorio , non guarda la realtà e quando va a votare , al massimo , si tura il naso . La politica può costare molto di meno se fatta per spirito di servizio e con l'utilizzo delle tecnologie moderne .
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RispondiEliminaLeggendo il tuo articolo, mi rendo conto del perchè si rende necessario dare un sostegno pubblico all'attività politica del proprio paese per rendere meno determinanti che altrove (ad esempio negli USA) i finanziamenti da parte delle grandi aziende portatrici di interessi spesso contrapposti a quelli dei cittadini.
RispondiEliminaIl governo degli Stati Uniti e praticamente tutti i governi del mondo, sono "di proprietà" e gestito da dietro le quinte da parte delle multinazionali, internazionalisti che non hanno fedeltà o lealtà verso qualsiasi nazione. L'obiettivo di questi super-ricchi banchieri e degli industriali è di avere scambi commerciali senza limiti, senza confini, in modo da poter controllare la produzione di tutti i beni e di tutte le risorse naturali di ogni paese del mondo, in tutto il mondo, schiacciando e opprimendo i più deboli. Solo con democrazie organizzate dai popoli si superano le esigenze dei capitalisti
giangiuseppe,non ho mai ascoltato della loggia, perchè è sempre stato supino al potere e di seguito il m5s partecipa alla vita politica spendendo pochissimi denari. chi invece spende una miriade di "picciuli", sono finanziati a maggioranza dalle lobby, con il tempo dovrà restituire gli interessi, caso ilva docet! macron è identico a tsipras, pro sistema, pro iniziato, perchè è un "muratore", iniziato alle ur-ludges. la storia ci insegna che in passato esistevano le città "cuscinetto", oggi esistono gli uomini "cuscinetto". venezia è stata grande, per svariati secoli grazie alle città cuscinetto. oggi i grandi lobbisti si arricchiscono grazie a pseudo presidenti, scelti da loro per eseguire il loro programmi. renzi ha eseguito l'agenda politica della goldman sachs. il neo presidente francese è una creatura dei rothschild, una bolla mediatica tipo er bomba, un mediocre essere, spinto dai mass media ed elevato a statista. per la prima volta in vita mia, sono onorato di esser italiano,perchè in un paese come il nostro,bistrattato, pieno di contraddizione. casini, mafia, ruberie e etc. etc, è nato un movimento anomalo, senza poteri forti dietro, cittadini che si fanno stato. de andre diceva, cito testuali parole: da letame nascono i fior. ecco, il nostro fiore è il m5s ...oggi lo scenario geopolitico è messo male, un blocco di ignoranti al potere, incapaci, arrampicatori, senza visione politica. l'unico gigante in questo marasma è putin(ed io non amo putin), perchè tiene una strategia, ogni passo è ben studiato...
RispondiEliminaIl M5S ha dimostrato il contrario della tesi, secondo la quale ,per avere successo in politica bisogna disporre di ingenti quantità di denaro.Una tesi, questa, che dimostra la sua validità negli USA, oltre che nella operezione Macron in Francia.E' la tesi fondata sulla esistenza di poteri forti che decidono in economia come in politica.Io credo che questa sia la tesi ancora valida,e che, il M5S in Italia, ha rappresentato e rappresenta una eccezione.
RispondiEliminaIl M5S ha dimostrato che si può fare buona politica anteponendo le idee al denaro. Anteponendo, cioè, gli interessi generali a quelli particolari, mettendo in pratica una visione proiettata al benessere di tutti i cittadini prima ancora della finanza. Al centro dell’attenzione della politica deve esserci la crescita dell’uomo e la soddisfazione delle sue necessità primarie. Il soldo è il MEZZO per raggiungerle, non il FINE.
RispondiEliminaResterà un’eccezione? Un’utopia? Un flash? Una meteora? Una breve parentesi?
Chi lo sa! Potrebbe anche essere il segnale di un risveglio dell’etica, dei valori umani, dei giusti propositi, dello sguardo verso obiettivi sostenibili e duraturi. Potrebbe essere l’inizio di un nuovo capitolo della storia, visto che tutti i riflettori si sono accesi da ogni parte del mondo per osservare con attenzione il “fenomeno 5stelle”.
Del resto questa nuova tendenza (chiamiamola così) è lo specchio fedele della vita di tutti i giorni: i soldi sono importanti, ma se spesi male o se in mano a farabutti servono soltanto per distruggere anziché costruire.
L’umanità è da sempre arbitra del proprio presente e futuro, ma purtroppo sembra condannata (e la storia lo dimostra) a ripetere sempre gli stessi errori alimentati dall’egoismo e dalla mancanza di saggezza, che portano all’autodistruzione.
Personalmente sono più che convinto che la politica senza etica equivale al nulla.
Mi sono avvicinato al M5S per questa convinzione, perché in questo momento è l’unica forza politica che collima perfettamente con le mie idee sulla società e sulla convivenza civile.
Il mio spirito è sempre stato “grillino” e lo era molto prima che nascesse il M5S.
concordo assolutamente !
EliminaPer me è stata la stessa cosa....Prima che nascesse il M5S,sognavo che "normali" cittadini entrassero nelle Istituzioni a fare sana politica...
EliminaOrmai siamo nel vortice del populismo e la battaglia contro il finanziamento ai partiti.... Vuoi per Bossi... Vuoi per Di Pietro... E oggi il M5S Anche se erano quelli contro il sistema... Fanno sembrare giusto questo sentimento popolare.... Naturalmente chi ha fatto o fa politica sa che non è così....
RispondiEliminaNoi siamo un paese strano, abbiamo abolito il finanziamento ai partiti, poi lo abbiamo trasformato in finanziamento elettorale senza però, sia nel primo caso che nel secondo, effettuare controlli seri sulle spese. Ora si parla di abolire qualsiasi forma di finanziamento pubblico alla politica. La reazione di pancia è : aboliamo, basta finanziamenti. Poi guardo ciò che succede laddove non vi è finanziamento. In Francia la campagna elettorale di Macron è stata finanziata per 5milioni da Soros, goldman sachs e Rothschild,. Negli Stati uniti il maggiore finanziatore delle due campagne di Obama è stata Goldman Sachs ( come vedete si ripete). Ora che interessi hanno questi grandi potentati economici a finanziare la politica mondiale? La risposta è ovvia, quella di condizionarla. Allora cominci a ripensare se è la cosa più giusta sia quella di togliere i finanziamenti ai partiti. Forse sarebbe più opportuno cambiare il sistema e i controlli, ma evitare che questi signori entrino a piedi uniti nella politica italiana, più di quanto non facciano già sotto banco.
RispondiEliminaNon c'è niente di male nei finanziamenti, ma sarebbe giusto che il cittadino elettore ne fosse a conoscenza e che fosse tutto trasparente... quindi da dove (da chi) arrivano e dove vanno i soldi... poi sarà il cittadino informato a decidere se votare o meno per quel partito/candidato con i suoi finanziatori alle spalle...
RispondiEliminaQuesta è solo teoria, negli Stati uniti tutti conoscono i finanziatori, ma poi ti trovi a scegliere tra chi è Finanziato da Goldman Sachs e chi da Soros o Rothschild. Nel momento in cui la finanza ed i potenti finanziano la politica, anche pubblicamente, automaticamente l'assoggettano ai propri interessi. Negli USA, dove comandano questi potentati finanziari, la povertà è diventata trasparente, se ti ammali gravemente e non hai la giusta assicurazione, che costa un fottio di soldi, o muori o se hai una casa te la devi vendere per curarti. Se il finanziamento è pubblico e soprattutto controllato, le scelte rimangono nostre. La verità è che ci stanno spingendo verso l'americanizzazione del sistema e quello americano è il sistema dei ricchi. Bisogna viverci negli stati uniti per capire qual'e' quella realtà. Teniamo lontani questi finanziatori dal nostro sistema. Abbiamo avuto un esempio in Italia ultimamente quando Renzi ha cercato di assecondare le richieste di J. P Morgan, facendo una riforma costituzionale e del mondo del lavoro in linea con il documento del 2013 nel quale J. P Morgan sostiene che la nostra Costituzione è troppo garantista, che il mondo del lavoro necessita di ulteriore flessibilità e meno garanzie, che bisogna accentrare il potere allo Stato. Ora si conoscono più incontri e cene di Renzi con il responsabile in Europa della suddetta J. P e sappiamo quanti milioni è costato l'incarico conferito alla suddetta banca per occuparsi della MPS evitiamo di legittimare i loro interessi nel nostro Paese.
RispondiEliminaIl movimento 5 stelle è per l abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.
RispondiEliminaI fondatori del movimento sono molto vicini alle banche e ai poteri forti.
5 sono stati i fondatori 5 sono le stelle e 5 sono le punte di ogni stella. Non nascono dal basso né tanto meno consentono le decisioni della base.
Nel movimento o la base sposa e propone ciò che il vertice approva oppure si è espulsi dal momento.
Mi pare siamo messi molto ma molto male.
Purtroppo è la realtà..... il movimento non è nato solo per l'evidente malcostume della politica (condivisibile), ma anche per interessi di alcuni poteri che riescono a manifestarsi attraverso la "longa manus" della Casaleggio-Associati. Credo che molte cose potranno apparire alla luce del sole, nel momento in cui il M5S andrà al governo del Paese.
EliminaOttimo articolo e argomento interessate. I soldi per finanziare la politica. Ne occorrono veramente tanti? NO! L’entusiasmo dei ragazzi pentastellati e FB dicono che con poco si può fare politica. Nel mio paese l’11 giugno si vota per le Amministrative. 4 candidati sindaci, ormai dichiaratisi tutti indipendenti,( i partii qui non esistono più) Hanno scoperto FB. Tutti i giorni appena apro FB lo schermo è invaso dalle loro facce e di quelle dei consiglieri. Tutto gratis. Spendono qualche cosa solo per affittare a poco prezzo una sala per un mese dove hanno sede i loro comitati elettorali. Pochissimi manifesti. Peccato che i pentastellati, pur avendo ottenuto il 39% dei consensi alle politiche del 2013 non siano stati in grado di presentare un candidato sindaco.
RispondiEliminaIl finanziamento ci sta.. i soldi servono.. ma servono regole ferree e limiti ad impedire che un finanziamento diventi un cappio al collo di chi lo riceve ed una arma di ricatto per chi lo fa. Oggi la politica si gioca tutta su questo equilibrio.
RispondiEliminaallora partiamo dalla cosa logica ..oggi viviamo in un mondo ancora piu' dominato dall'unico vero DIO UNIVERSALE :..IL DIO DENARO .....LA POLITICA ..in Italia abbiamo toccato ampiamente il fondo dal punto di vista etico ..vedi finanziamento pubblico ai partiti partiti.....una VALANGA DI SOLDI . lA SCUSA E' SEMPRE STATA LI FINANZIAMO COSI NON SONO COSTRETTI A RUBARE O ACCETTARE...BUSTARELLE ...siamo ad un livello di corruzione che pochi paese al mondo hanno :::Da sempre a governare le nazioni sono stati i RICCHI E I POTENTI ..e lo sono anche adesso .Il fenomeno del movimento e' la riduzione volontaria delle RICCHISSIME INDENNITA' PARLAMENTARI E REGIONALI ..sara' cosi alla sua nascita e presenza in parlamento alcuni di loro sono andati via dal movimento eo sono stati espulsi perche' non volevano rinunciare ad un solo centesimo dell'indennita' parlamentare ..morale il denaro corrompe quando e' troppo ..poi ci si abitua ad un regime e li si perde l'onesta' e si accetta di tutto ....
RispondiEliminaIl terrificante debito pubblico è aumentato soprattutto a causa della GLOBALIZZAZIONE SUBITA INVECE DI AFFRONTARLA, con soluzioni decenti, CHE ESISTONO, senza rompere le tasche a noi italiani; tasche nell'accezione di portafoglio e logorio psico-fisico
RispondiEliminaPolitici e sindacalisti, PERDONO IL PIL MA NON IL VIZIO.
E disoccupati e imprenditori continuano a suicidarsi; sono già diverse migliaia. Ma a questa tragedia si può e si deve porre fine ! È possibile il risorgimento economico-occupazionale-sociale-morale-demografico
Non ci arrivano alla semplice conclusione che se le industrie delocalizzano i costi della struttura dello stato si ripartiscono su una base di contribuenti ridotta e a basso reddito quindi il debito non può che aumentare
RispondiEliminaChi governa questo mondo?
RispondiEliminaL'alta finanza, i vari potentati che stanno realizzando quel progetto infernale che si chiama Nuovo Ordine Mondiale.
Dunque chi, se non loro, dovrebbe finanziare i politici in ascesa, futuri missi dominici ben addestrati e ben pagati; in grado di garantire e rafforzare quel sistema inattaccabile del potere dominante: all'interno di loro settori prevalenti, avvocature e banche, su algoritmi di servizio in funzione di una nuova geo politica tutta a favore?
Occorrono tanti soldi se hai una sede di sceicchi come il nazareno che ci costa 12,5 milioni di euro ogni anno o se vuoi accumulare soldi per investire in diamanti e lingotti d'oro in Tanzania come la Lega o se vuoi creare un patrimonio miliardario come quello del Pd... banche assicurazioni coop e 1240 immobili che hanno un valore stimato di circa 1miliardo 300milioni di euro sui quali il Pd non paga un euro di tasse perché suddivisi in fondazioni... tutti soldi nostri!
RispondiEliminaQuesto bisogna controllare, la spesa effettiva, e rimborsare il dovuto, ma togliere ogni forma di finanziamento significa legarsi mani e piede ai potentati economici che non aspettano altro, saranno loro a scegliere gli uomini. Scusate vi siete chiesti come nasce Macron in Francia,? Chi lo ha scelto, chi lo ha finanziato, dove aveva i 5milioni. Di fatto il signor Sores, il sig. Rothschild e i signori di Goldman Sachs sì sono scelti l'uomo fuori da ogni partito, lo hanno finanziato e se lo sono eletto. Evitiamo di ragionare con la pancia. I nostri nemici fanno leva proprio su questi istinti. Non vi viene il dubbio sul fatto che Renz amico di Marchionne, di Confindustria, di J. P MORGAN etc.. non è contrario a togliere i rimborsi elettorali? Meditate, voi parlate alla vostra pancia, loro parlano al cervello. Ricordo che tutti eravamo felici delle liberalizzazioni. " GIUSTO meglio il privato" oggi guardatevi attorno, il privato ha tutte le leve dell'economia in mano, detta le sue leggi e se le fa approvare in parlamento, mentre i nostri figli devono vivere con seicento euro al mese. Ma ascoltate Briatore quando dice che il problema sono i giovani che pretendono troppo e non accettano lavori umili,? Signori evitiamo di fare come quel marito che per fare dispetto alla moglie che lo tradisce, si taglia le palle. È quello che vogliono gli amici di Renzi e quelli che finanzanziano la sua Fondazione.
EliminaLe pillole, prenda le pillole la prego o almeno uno sciroppo.
EliminaNon rispondo agli ignoranti mentecatti ai quali non basta una pillola per far fronte alla propria ignoranza. Gli effetti su di lei sono stati troppo devastanti preferisco u sciroppu di cuttunina che non la cura seguita da lei.
EliminaL'articolo di Ernesto Galli Della Loggia constata un fatto empirico realmente accaduto: nelle elezioni presidenziali francesi ha vinto Macron, una singola persona che si è candidata senza avere alle spalle i partiti politici tradizionali attraverso un nuovo movimento politico fondato dallo stesso Macron da meno di un anno e che a breve si trasformerà in partito politico per partecipare alle elezioni parlamentari. Tale successo elettorale si è fondato su una forte struttura sorta in poco tempo in tutta la Francia grazie ai finanziamenti di ricchi, facoltosi e potenti privati. In Francia è andata così. In Italia da anni è in corso un attacco mediatico contro i costi della politica ed una nuova forza politica sorta negli ultimi anni ha individuato uno dei propri cavalli di battaglia proprio nella lotta agli sprechi della politica. Personalmente ritengo che la democrazia debba tutelare le esigenze dell'intera collettività e garantire soprattutto i più deboli. Conseguentemente un sistema politico democratico non deve essere asservito agli interessi economici di privati finanziatori. Per tale ragione sono sempre stato favorevole a forme di finanziamento pubblico dei partiti e dei movimenti politici e a limiti al finanziamento dei privati. La lotta agli sprechi investe le distorsioni del sistema e, dunque, non è una lotta alle spese legittime, cioè alle spese strettamente necessarie per lo svolgimento delle funzioni politiche. Come tutte le risorse pubbliche anche quelle destinate ai partiti politici devono essere gestite senza distorsioni. Per evitare gli sprechi servono, oltre ai controlli e alla trasparenza anche sistemi sanzionatori per coloro che trasgrediscono usando le risorse del finanziamento pubblico per fini di arricchimento. In ogni caso la misura di tali risorse deve essere contenuta scongiurando fenomeni distorsivi
RispondiEliminaÈ certo che i media ed i mezzi d'informazione tutti hanno dato, come dice Giangiuseppe, un apporto non indifferente ad una disamina più approfondita del mondo politico, specialmente per quanto riguarda i giovani. Chi ha dunque un sano approccio con la propria coscienza ha potuto constatare che la politica è assoggettata ai potentati economico-finanziari, sia per quanto riguarda i finanziamenti "leciti" sia per quelli che si esplicano in maniera subdola e corruttiva. Galli della Loggia ha espresso un'opinione valida ed ineccepibile, indicando nel sistema uninominale maggioritario l'unica forma elettiva che possa arginare il dispendio di risorse economiche ed umane: tutto questo però visto sotto un'ottica attuale di politica e di Sistema. Il M5S ci dà una versione diversa e di superamento delle vecchie modalità. Esso ci ha fatto capire come i cittadini possano avere un peso preponderante, raggruppandosi e unendosi in un movimento politico senza mezzi pecuniari molto onerosi e con metodi conformi ai dettami costituzionali ed etico politici. Si può obiettare che non c'è molta democrazia nel Movimento; sì è vero! Ma in questo momento storico è indispensabile l'esistenza di un Direttorio che regoli il Movimento e che sia rigidamente garante della sua dirittura morale. Se si vuole abbattere questo insulso e decrepito sistema, si devono usare metodi risolutivi che contrastano qualsiasi forma di distruttivo libertinaggio.
RispondiEliminaUno: Quoto! Due: Se non fosse così il Movimento diventerebbe anarchico al suo interno. Tre: L'aggregazione della gente per nascere ha comunque bisogno sempre di un elemento catalizzante.
EliminaQuando c'è stata mani pulite, ricordo tutti gli italiani erano giustamente indignati. La caduta della prima Repubblica fu accolta come una liberazione. Tutti gioiosi del nuovo corso. Gli esiti di questo nuovo corso li stiamo toccando con mano. Abbiamo osannato i rappresentanti della società civile in politica che però caso strano non sono operai o figli di operai, bensì industriali, figli di industriali, banchieri e figli di banchieri tutti sottilmente più ladri e imbroglioni di quelli della prima repubblica. Ora si pone il problema del finanziamento della politica. Tutti a ritenere che bisogna toglierlo. Io ho imparato una cosa dalla vita : Quando il ricco sorride il povero piange, quando il ricco da ragione al povero ha il suo tornaconto di cui il povero in quel momento non si accorge. I cittadini possono avere una possibilità di vincere solo se scendono nelle piazze, scorre il sangue e forse riesce a far saltare il tavolo, ma immaginarsi di riuscire a sconfiggere chi detiene le leve del potere economico giocando la partita sul suo piano è un errore, è come andare in guerra con una pistola in mano mentre dall'altra parte il nemico scende sul campo di battaglia con bazuka, carri armati, caccia e bombe. Dove la politica è lasciata al finanziamento dei privati, sono quest'ultimi che dettano le regole. Guardate gli USA dove i privati finanziano la loro politica. Nessun welfar. Non dimentichiamo che Soros da solo ha messo in crisi mezzo mondo compresa l'Italia, quando l'ha voluto. Noi italiani spesso ci facciamo trascinare in battaglie che sembrano essere liberatorie in realtà ci utilizzano per cambiare carceriere. Il fatto che, su questo tema, i potentati economici sono concordi con noi poveracci dovrebbe farci pensare tanto. Pensiamo invece ad un controllo serio sulle spese dei partiti.
EliminaIn Democrazia, condizione necessaria del successo in politica è il supporto popolare, frutto di un continuo dialogo fra politica e corpo elettorale da cui scaturisce un progetto da perseguire nell’interesse della collettività.
RispondiEliminaMan mano che tale dialogo viene a mancare, il concetto di Democrazia si corrompe e il vuoto partecipativo delle masse viene soppiantato, come dice Maurizio Alesi, da “un consenso clientelare e drogato” in cui il denaro diventa indispensabile.
Il fatto che questo denaro provenga dal risorse pubbliche o private non cambia la sostanza del problema, se il concetto di Democrazia viene usato solo come una parola vuota, un paravento per nascondere interessi e trarre vantaggi a danno della pubblica utilità.
In conclusione mi associo nel ritenere che Galli della Loggia abbia maturato le sue considerazioni in una torre priva di finestre, immaginando una realtà avulsa da quella in cui vive la gente comune e, cosa ancor più grave, negando la possibilità di cambiamento che possa restituire alle future generazioni almeno la… speranza.
Io vorrei fare un ragionamento diverso. Partiamo da un punto di domanda. Servono soldi e notorietà o servono soldi oppure notorietà? Io sono un grillino, uno di quelli che grillino, comunista, radicale, rifondarolo, lo è stato sempre. Nel senso che sto dando un'etichetta alla mia natura di populista, cioè "per il popolo" e "al servizio del popolo e della nazione". Lo sono perché attratto dal passato di denunce fondate e dalla notorietà di Grillo. E come me tutti gli altri. Il Movimento poi da solo, con le sue lotte, si é amplificato. Non c'è dubbio da quello che ci sta dimostrando la storia che se non hai i soldi non vai da nessuna parte. Se non hai i soldi però puoi tentare l'avventura solo se hai, in alternativa, la notorietà. Casaleggio quando ha pensato al Movimento 5 Stelle, insieme a Grillo, sapeva che poteva contare su anni di denunce e lotte verbali e spettacoli teatrali e una brutta storia di espulsione dalla RAI che solo Grillo poteva assicurargli. Oltre naturalmente a una visione assolutamente avanguardistica dell'uso della rete. Contavano sulla convinzione che la preparazione all'accettazione del Movimento della gente doveva avvenire prima con il martellamento in rete e poi con tutta una serie di manifestazioni il cui esito era legato alla bravura di Grillo nell'abbattimento del muro dell'indifferenza. Abbattimento che è stato possibile soltanto perché Grillo è inattaccabile e nel corso degli anni è stato un visionario. La sua vita intera è stata spesa per preparare quello che nemmeno lui sapeva. Quindi il "fenomeno" del Movimento è appunto un "fenomeno irripetibile". Io pertanto sono del parere di Ernesto Galli Della Loggia. Per fare politica sono necessari molti soldi e molti compromessi, che però alla fine generano solo una politica sporca. Inaccettabile. La politica degli interessi e non dei popoli.
RispondiEliminaI 5stelle, tutti, si tagliano lo stipendio e vivono lostesso! Non prendono rimborsi elettorali ma fanno le loro campagne! La trazzera tanto contestata (costata 300 mila euro!!!) è ancora l'unica strada per evitare km ekm e ore di perdita di tempo. Falcone diceva: "seguite i soldi e troverete le mafie!". Ecco, fatelo e poi chiedetevi come mai i 5stelle ce la fanno e tutti gli altri NO
RispondiEliminaDi Maio oltre 10 mila euro al mese avevano promesso 2600.
EliminaIn Europa non si tagliano nulla.
Smettiamola con sta panzana.
Condivido l'analisi del professore e nel caso del 5 stelle ritengo che tu non abbia valutato l'apporto di Grillo, quale personaggio influente e mediaticamente conosciuto, senza il quale nulla sarebbe stato possibile. La sua notorietà ha decretato il trionfo del 5 stelle, ovviamente nom da solo poiché credo che sia circondato da abili politologi ed esperti di politica. Infine per fare politica servono i soldi e quelle del 5 stelle sono state finanziate in parte dalle donazioni di chi si aspettava come do ut des, l'introduzione del reddito di cittadinanza.
RispondiEliminaSul finanziamento della politica non intendo seguire il ragionamento di Ernesto Galli della Loggia e nemmeno paragonare il sistema italiano con quelli oltre confine. Il nostro sistema politico è basato sull’organizzazione dei partiti definiti da Palmiro Togliatti “la democrazia che si organizza”. Sono i cittadini che scelgono di associarsi o costituire partiti. L’articolo 49 della Costituzione è chiaro: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.” Per metodo democratico si intendono: criteri per eleggere gli organismi dirigenti, elaborazione del programma, modalità di scelta delle candidature, trasparenza patrimoniale e fonte dei finanziamenti. Criteri non applicati per mancanza di una regolamentazione legislativa non voluta dai partiti. Con la degenerazione dei partiti si è consolidato l’intreccio fra politica e i soldi. Nel nostro sistema si è creata una stretta connessione tra questione politica e questione morale tanto da domandarsi se i politici vivono di politica o per la politica. Che senza soldi non si fa politica è la verità. La politica ha bisogno di finanziatori, dalle piccole alle grandi donazioni. I cittadini, partendo dai principi costituzionali, dovrebbero, quelli che ne fanno parte, riappropriarsi dei partiti e pretendere la massima trasparenza e la collegialità in tutte le decisioni. A livello nazionale occorrono regole chiare per i finanziamenti possibilmente accompagnate da un sistema elettorale che riduce i costi delle competizioni. Comunque va fissato un tetto per le donazioni e per le spese elettorali. L’esperienza significativa del M5S non è detto che debba ripetersi. Da non sottovalutare che il successo del Movimento oltre a raccogliere il malcontento è stato trainato dalla popolarità di Grillo e dall’attenzione dell’informazione stampata e soprattutto visiva. Prima di loro, negli anni 60/70, un’altra formazione politica esercitava il contenimento delle spese elettorali e gli eletti lasciavano all’organizzazione grosse fette degli emolumenti. Parte dei finanziamenti veniva utilizza per la scuola di Partito che formava i futuri amministratori, allora non pochi operai preparati sono entrati in Parlamento. Più che i finanziamenti dei ricchi mi preoccupano quelli del malaffare che garantiscono le elezioni dei politici collusi. Il sistema politico deve guadagnare credibilità, ma tutti dobbiamo fare la nostra parte. Non possiamo abbandonarci al sentimento dell’indifferenza. Piero Calamandrei sosteneva che “Lo Stato siamo noi”.
RispondiEliminaInfatti la fesseria che si possa fare politica senza finanziamenti, rimane una utopia demagogica Italiana. Togliamo i "rimborsi elettorali" e portiamo alla luce, anche defiscalizzandoli, i contributi volontari alla politica. Meno formazioni politiche più governabilità. Poi vinca che riesce a proporre il miglior programma per il bene del Paese. Questa sarebbe la politica che vorrei (almeno una parte).
RispondiEliminaCaro direttore, sono stato fuori sede per 6 giorni, perciò ritengo giusto scusarmi del ritardo. Ho letto il servizio, perciò ritengo opportuno stilare una mia riflessione, per un concetto, certamente apprezzabile, di un’opinione espressa da un grande editorialista e storiografo della “statura” di Ernesto Galli della Loggia. Il suo, è certamente un giudizio espresso, sui finanziamenti dei partiti che regolano le attività politiche, frutto di personali osservazioni vissute verso la politica italiana a partire dalla nascita della nostra repubblica. Ha fatto bene il giornalista a mettere in evidenza le varie strategie, spesso truffaldine, adottate per raggirare quella che dovrebbe essere la specularità dei finanziamenti che reggono i costi della politica. Da parte dello Stato occorre una maggiore attenzione atta a smascherare quei sistemi che sfuggono ai normali controlli, su alcuni movimenti di danaro, che concorrono esclusivamente a rendere più efficace l’azione di una forza politica rispetto ad un’altra meno dotata strategicamente o magari, meno disonesta. Anch’io sono convinto che è utopistico affermare che la politica non debba avere un costo. Credo che sia del tutto sbagliato, confrontarsi con chi potrebbe disporre di ingenti risorse, finiremmo per affidare il governo di uno Stato esclusivamente a personaggi facoltosi e buttare alle ortiche il valore della “partecipazione” democratica. Tuttavia, caro direttore, probabilmente mi attirerò addosso tutti gli “strali” degli amanti del social, ma sempre rifiutato il confronto a distanza, anche se chi è convinto che l’informatica annulla qualsiasi distanza, al limite la riduce. Inoltre non ho mai nutrito alcuna fiducia nella divulgazione mediatica del web, in particolare nel campo della politica. Mi rendo conto che si sta innescando un percorso di propaganda, forse inarrestabile, ma nutro la convinzione che quando saremo in grado di rilevare i guasti prodotti, sarà troppo tardi. Attualmente già stiamo toccando per mano cosa produce l’onda elettromagnetica nella diffusione del terrorismo. Avere fiducia in questa moderna forma di distrazione di massa, che contrariamente a quanto ritenuto, la considero una materiale e sistematica tendenza alla dissociazione. L’uomo tenderà ad allontanarsi sempre di più da un suo simile e verrà a mancare irrimediabilmente l’unico mezzo di contatto reale:IL DIALOGO. Caro Giangiuseppe, il mio interlocutore voglio guardarlo in faccia, in seguito, sarà affidata alla mia capacità di capire, la ratio di chi ho di fronte, se trattasi di un delinquente o una persona per bene. Certamente posso anche commettere un normale errore di valutazione, ma il rischio del dialogo attraverso una pagina web, è esponenzialmente più alto. Per chiudere, anch’io sono pronto a sposare, per una nuova legge elettorale, il maggioritario con piccoli collegi uninominali, ma senza l’interferenza dei partiti per quanto concerne i capilista.
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