Elenco pagine statiche

mercoledì 26 aprile 2017

LIBERTÀ DI STAMPA. LA COLPA DI GRILLO E M5S

Mappa Grillo Rfsdi Giangiuseppe Gattuso - Dal 77° al 52° nella classifica sullo stato della libertà di stampa, siamo saliti di 25 posti.
Un successo che ci conforta ma che ci tiene ancora ben lontani dalla zona alta dove spicca la primo posto la Norvegia. Ma prima di noi ci sono paesi come l’Argentina al 50° posto, la Romania al 46°, l’Uruguay al 25°, il Portogallo al 18°, la Svizzera al 7°, la Finlandia al 3° e la Svezia al 2°. La Corea del Nord, ovviamente, si trova all’ultimo posto. E ci mancherebbe.

Fittipaldi Papa Nuzzi Il notevole salto è dipeso dalla sentenza del tribunale vaticano di assoluzione dei due giornalisti Gianluigi Nuzzi e Emiliano e Fittipaldi per la vicenda Vatileaks. Mentre permangono le preoccupazioni per i sei giornalisti ancora sotto scorta per le minacce di morte, in particolare, dalla mafia o di gruppi fondamentalisti.

Ma poi, giuro non ci volevo credere, le motivazioni per cui siamo al 52° posto, è scritto nel rapporto di Reporters sans Frontieres, derivano dall'influenza di “responsabili politici come Beppe Grillo del M5S che non esitano a comunicare pubblicamente l’identità dei giornalisti che danno loro fastidio”. E quindi “i giornalisti si sentono sotto pressione da parte dei politici e sempre più spesso scelgono di autocensurarsi”.

Non ho parole. Credo sia una notizia che ha del clamoroso, un sostanziale nonsense.

Five Stars movement's leader Beppe Grillo gives a press conference on December 18, 2014 in Rome.  AFP PHOTO / ANDREAS SOLARO        (Photo credit should read ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)Come si possa considerare Beppe Grillo e il M5S un pericolo per la libertà di stampa è un grossolano, fuorviante, colpevole errore. La pubblicazione dei nomi di giornalisti che, secondo il M5S, avrebbero scritto fatti non veritieri non c’entra nulla con una qualsiasi intimidazione tale da limitare, per l’appunto, la libertà di stampa o imporre una pressione psicologica da costringere i giornalisti all'autocensura. Siamo seri.

E fa bene Grillo a sottolineare il paradosso. Il problema per la libertà di stampa in Italia non sono gli imprenditori e i politici proprietari di interi gruppi editoriali che spaziano dalla carta stampata, alle televisioni e alle radio. Non riguarda un servizio pubblico come la RAI quasi completamente lottizzata e gestita dal potere politico maggioritario. No, la questione dipende, nientemeno, dal “potere” di Beppe Grillo che scrive ogni tanto su un blog, fatte le debite proporzioni, come può esserlo PoliticaPrima. O scrive su Twitter e su Facebook. E i giornalisti, incredibile a dirsi, sono intimoriti dal Movimento 5 Stelle che notoriamente non gestisce praticamente nulla: niente governo, niente società pubbliche, niente finanziamenti, niente imprenditori e niente banchieri.

Erdogan RFSPer concludere, e senza tanto tergiversare, credo che la libertà di stampa in Italia può essere messa in discussione da tutto e da tutti tranne che da Grillo e dal Movimento 5 Stelle. Il solo immaginarlo fa semplicemente ridere. Restano, è vero, le altre criticità individuate dall'analisi di Reporter senza Frontiere che hanno origini e responsabilità diverse dal “potere” di Grillo e del M5S. Che sostengono da sempre la necessità di un'informazione accessibile a tutti, indipendente e libera.

Proprio la presenza di “giornalisti” indipendenti resta una priorità necessaria per il sano scorrere del dibattito politico. Per un serio controllo del potere, e a garanzia di un sistema politico democratico partecipato. Insomma, una stampa libera, è la cartina di tornasole di una società matura che ha nella libertà e nella giustizia sociale i principi fondamentali della convivenza civile.

Giangiuseppe Gattuso
26 Aprile 2017

25 commenti:

  1. Straordinario salto della libertà di stampa. Cioè, "guadagniamo" ben venticinque posti perché in un processo, qualche giornalista viene giustamente assolto, ma è anche quanto basta per dichiarare che la stampa non mente mai! Già, ma chi sono gli artefici di questo miracolo? Da non credere, proprio alcuni di quelli che hanno contribuito raggiungimento del 77° posto: Eugenio Scalfari e Roberto Saviano, la cui parzialità è una certezza marmorea, entrambi referenti italiani di Reporters sans frontières. Semplicemente stupefacente!

    RispondiElimina
  2. Ci sarebbe molto da opinare sui criteri con i quali viene stilata la classifica della libertà di stampa. Ora le cose sono due. O questi criteri sono sbagliati, parziali e ridicoli oppure sono criteri esatti e affidabili. Nel primo caso, la classifica non vale nulla, essendo nata con criteri sbagliati, e quindi è inutile e fuorviante perderci il nostro tempo a lamentarci della sua incongruenza. Nel secondo caso bisogna accettare la classifica così com'è senza fare tante storie nè tirarla per le lunghe.
    Leggendo l'articolo a me sembra che l'amico Giangiuseppe abbia giudicato questi criteri poco seri se non addirittura paradossali.
    E allora, caro giangiuseppe, se la tua opinione è quella espressa nel tuo scritto, perchè ti incavoli e addirittura ci scrivi sopra un articolo? Non ti sembra che questa classifica sia essa stessa ridicola e paradossale?
    E dunque, a che pro rovinarti il fegato per una cosa che non ha alcun valore?
    Insomma, diamo il giusto valore alle cose.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ci si rovina i fegato perché qualcuno, a queste classifiche, ci crede...e quindi credo che faccia bene Giangiuseppe Gattuso a dare la sua opinione sull'incongruenza: altrimenti che liberta' di stampa ci sarebbe se si tacesse?

      Elimina
  3. Poiché non esistono criteri di valutazione assoluti, ne consegue che le classifiche che ne discendono forniscono solo delle indicazioni che, lungi dal fornire un fedele fermo immagine della realtà osservata, servono a orientarsi su una strada di possibile miglioramento.

    Pertanto, le analisi che motivano le posizioni in classifica sono e saranno sempre parziali e, soprattutto, i movimenti di posto della classifica dipendono anche dalle performance degli altri che sono in graduatoria. Così si può salire se gli altri peggiorano o scende se migliorano.

    Questo tipo di analisi non è stato fatto, anche perché sarebbe assai complessa visto che il numero delle nazioni riconosciute sovrane sono ben 196.

    RispondiElimina
  4. a parziale rettifica aggiungo che la classifica è riferita a 180 delle 196 nazioni riconosciute sovrane nel nostro pianeta.

    RispondiElimina
  5. La scarsa libertà di stampa in Italia e le colpe di chi la vuole limitare sono dimostrate proprio dalle ridicole accuse rivolte a Grillo e ai 5 Stelle. Diffondere una supercazzola come questa vuol dire infatti continuare a distorcere la verità divulgando notizie false. Paradossalmente, chi afferma queste idiozie, certifica la propria responsabilità sulla nostra posizione nella graduatoria dei Paesi più censurati. Prendersela con Grillo che, per primo, ha lanciato lo streaming delle sedute pubbliche nelle Commissioni parlamentari, dando a tutti la possibilità di vedere e ascoltare senza filtri e senza censure, prima di essere una falsità, è un’idiozia. Viene il voltastomaco nel vedere ogni giorno, sdraiati permanentemente in tutte le trasmissioni televisive, gente che viene spacciata come giornalisti mentre sembrano funzionari di partito. A chi volesse avere un efficacissimo panorama sullo stato di salute della nostra informazione, consiglio il libro di Marco Travaglio “SLURP”. Nessuno poteva descriverla meglio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Maurizio sembriamo un paese alla frutta. Non vedo all'orizzonte un rigurgito di coerenza nei giornalisti tutti. Ieri la Gruber era vergognosa. Davanti a milioni di telespettatori è stata vergognosa. Se c'è un responsabile dei servizi giornalistici alla 7 è assolutamente connivente. Dovrebbe essere Mentana se non sbaglio. Allora che aggiungere? L'effetto é l'abbassamento drammatico del livello di moralità del paese. Una nazione che si sta abituando ed accetta disinformazione e malaffare. Leggevo che Scalfari e Saviano sono i referenti di Reporter senza frontiere. Allora le conclusioni esternate non meravigliano.

      Elimina
    2. La Gruber non è un caso come gli altri, da quattro anni partecipa alle riunioni segretate del Bildberg, dove nessun giornalista è ammesso e i cui partecipanti sono gli uomini più potenti del mondo. L'atteggiamento della Gruber è vergognoso da sempre, si stende a tappetino con i veri potenti, con Monti in particolare, collega del Bildberg e ex presidente Europeo della trilateral. Sono giornalisti come la Gruber che ci pongono come una nazione dove il giornalismo è teleguidato da interessi di grandi potentati. La Gruber sperava che ieri sera la giornalista di skai le facesse da sponda, ma quando quest'ultima ha sostanzialmente rappresentato che i dubbi espressi dal M5S sulle ONG erano fondati perché erano gli stessi dubbi della Procura di Catania, si è irritata maggiormente. È un pericolo e nessuno la potrà mai smuovere da lì, né Mentana né l'editore, dietro vi sono gli uomini più potenti del mondo.

      Elimina
    3. Un cognome su tutti FRESCOBALDI sponsor ufficiale del pinocchio di Rignano

      Elimina
    4. Il sistema dittatoriale Italiano imposto dai Poteri Forti
      Ritorno su questi argomenti perchè ormai i Poteri Forti sono sfacciatamente PALESI:
      L'Italia e la seconda repubblica:
      1994 dopo vari governi di centro-sinistra, arriva il nuovo vero populista mezzo puttaniere, padrone incontrastato delle tv commerciali e legato a doppio filo con cosa nostra tramite il coo-fondatore di forza Italia già condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso Marcello Dell'Utri, Padron Silvio.
      Con promesse tipo "daremo lavoro a 1 milione di persone e toglieremo le tasse" e altri slogan che sanno di vera demagogia, conquista l'Italia, gli Italiani aspettavano uno come lui da tempo, un miliardario che "se fatto da se" a detta dei suoi collaboratori e soci più stretti, anche se l'opinione di qualche pentito è diversa...............................................https://it.wikipedia.org/wiki/Trattativa_tra_Stato_italiano_e_Cosa_nostra

      Elimina
    5. Quello che hai scritto non sono solo tue idee, sono dati che ho pure io ed è chiaro a tutti il colpo di Stato del 2011. Se a questi dati si aggiungono le strategie economiche per mettere in ginocchio l'economia Italiana attraverso l'aumento dello spread, si ricompone un puzzle e viene fuori una immagine chiara della storia italiana e dell'Europa da dopo la caduta del comunismo. Io a febbraio 2012 lo avevo ricomposto il puzzle in un breve saggio, ma ciò che oggi è noto a tutti, cinque anni fa era indicibile, nessuno l'ha voluto pubblicare. La globalizzazione, e tutto ciò che sta accadendo nel sistema politico-economico è un progetto pianificato decenni fa, basta andare a leggere una intervista di Agnelli, membro della trilateral, resa al Corriere Della Sera il 30 Gennaio 1975.

      Elimina
    6. Scusate Io già detto in un altro commento sento parlare in Italia dei poteri forti dal 46' Tuttavia girando il mondo per 50 anni per lavoro mai sentito parlare di poteri fori sia in Europa che Scandinavia e Nord America Perchè da loro non ci sono?????? Grazie

      Elimina
  6. ... libera stampa in libero mercato ...

    RispondiElimina
  7. Segnalare le notizie false contribuisce al miglioramento e non al peggioramento. Il M5S, da quando è in Parlamento, ha fatto rivelazioni su rivelazioni sui complotti e gli inciuci dei falsoni di palazzo! quindi darei il merito e non la colpa a Grillo e al M5S! come al solito è tutto al contrario! Il ladro che viene tutelato e il derubato in tribunale, il redditometro ai cittadini e non agli amministratori di soldi pubblici e la colpa della disinformazione in Italia a Grillo e non ai manipolatori e proprietari di giornali in palese conflitto di interessi. La solita solfa ormai ci sono abituata! Tengo duro perchè credo ancora che tutto questo finirà! deve finire!

    RispondiElimina
  8. Tempo fa, i tg della RAI erano divisi fra le forze politiche. Oggi mi chiedo quale potrebbe essere la soluzione a questo degradante 52esimo posto, migliorato dal 73esimo dopo 1 anno. Non esiste un rimedio in questo momento perché il tessuto politico-sociale italico è marcio. Non ci potrà mai essere libertà di stampa fino a quando la politica sarà assoggettata ai potentati economicin e fino a quando l'Italia non avrà piu' bisigno di giornalisti eroi per amore di verita' ed onesta' intellettuale. Il servilismo e l'arrivismo sono i pilastri su cui si regge la nostro giornalismo. Che se ne voglia fare una colpa a 5S mi sembra assurdo e fuorviante, anche perché, se c'è una cosa per cui dobbiamo loro riconoscenza, è l'avere aperto gli occhi al popolo, ormai rassegnato ad ascoltare e leggere le solite fandonie su mezzi di informazione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Tempo fa, i tg della RAI erano divisi fra le forze politiche" ... tempo fa, e tempo oggi, le forze politiche, in Italia(e non solo), sono al soldo del potere economico... l'economia e non il pensiero condizionano e formano l'azione politica... con buona pace dell'etica e degli ideali...

      Elimina
  9. Io metterei da parte le classifiche e i classificatri ufficiali. Direi, semplicemente, che la libertà di stampa in un paese è direttamente proporziale al grado di plutocrazia presente nei rapprti fra potere costituito e cittadini.

    RispondiElimina
  10. Il ridicolo della valutazione penso sia da ricercarsi fra coloro, persone o enti, che, ovviamente, finanziano questo, come chiamarlo? Gruppo? Società per azioni? Tribunale della Stampa?
    La valutazione è talmente ridicola e fuori di ogni sensata considerazione da far dubitare sulle capacità intellettive di chi emette certi giudizi e principalmente chi ne tiene conto.
    Sulla questione stampa e la sua libertà di espressione o meno ci sarebbe tanto da discutere visto che in Italia la maggior parte dei mezzi di informazione fa capo a potentati economici che, ovviamente, li mantengono perché gli siano utili e poi esiste l'immenso scandalo della RAI che ad ogni cambiar di poteri cambia indirizzo sempre però al servizio di chi siede a Palazzo Chigi mai che sia un po di qua e un po di là......
    Personalmente ignorerei completamente certi tipi di giudizi e continuerei placidamente a stare dalla parte di chi ritengo più giusto, ovviamente, attento a valutare il peso umano e utilitaristico del pensiero di chi lo formula......purtroppo però la gran parte dei cittadini ritiene di doversi comportare secondo i vari vangeli dettati dagli staff operanti dei componenti il corpo della testata e non riesce mai a farsi da solo una idea precisa della realtà che li circonda.
    Per concludere: la vera libertà sta nel giudizio che si ha personalmente per un evento, un personaggio, una idea.....ma per arrivare a questo bisognerebbe liberarsi completamente dall'interesse personale, di parte, di utilità e ragionare col proprio cervello sancendo così la propria libertà interiore nel rispetto dello stesso altrui fattore.

    RispondiElimina
  11. Chiedo scusa, c'è un errore nel mio commento:il termine "direttamente" va cancellat e sostituito col termine INVERSAMENTE.

    RispondiElimina
  12. Si è vero La stampa in larga maggioranza in Italia è di parte. Questa parzialità nasce con la Repubblica italiana nata nel 1946 e non è mai terminata. Allora la cosa che amalgamava la parzialità della stampa era il pericolo comunista. Nonostante questa parzialità il partito comunista è arrivato ad avere il 33% dei consensi. Allora si diceva "la stampa borghese" per sottolineare la parzialità. Oggi nonostante il 71esimo posto prima e il 52esimo attuale il M5S viene accreditato tra il 30 e il 33% di consensi ricevuti. Quindi non credo che Il partito di Grillo sia stato danneggiato dalla stampa italiana, anzi più lo attaccano e più crescono i consensi. Io non ho la minima idea come viene stilata la classifica e non ho mai creduto che siamo al 71esimo posto. chi ci crede deve accettare anche il fatto che dicono che in parte la colpa sia anche di Grillo.

    RispondiElimina
  13. Un passetto in su lo abbiamo fatto dal 77esimo posto al 52esimo posto per libertà di stampa e corretta informazione. Ma noi non siamo il Regno di Norvegia. Ricordo il mio professore di lettere che, quando entrava in classe, vedendo noi ragazzi far un po' di kasino per sgranchirci le gambe, esclamava: "Picciotti, chi è Repubblica? E va bene, repubblicate, repubblicate!". Nel mondo ci sono Repubbliche serie e repubbliche di banane!
    L'informazione da noi mi ricorda la casa discografica "La voce del padrone" il cui marchio era un cagnolino che ascoltava la musica davanti un grammofono.
    Quando condivido alcuni post facebook se non sono molto convinto, per non apparire fazioso e scemo, scrivo: SE NON È UNA BUFALA.
    La stampa, la Rai, Facebook, la politica, l'economia sono simili alla guerra dove non si sparano solo bombe, ma anche SOLENNI MINCHIATE!

    RispondiElimina
  14. SIII TUTTA COLPA DI QUEL CATTIVONE DI GRILLO!! PDittatura
    Sono iniziate le purghe renziane. Tutta quella sinistra, che durante gli editti bulgari di Berlusconi era salita sulle barricate, adesso non dice una parola, mentre nel giro di tre giorni è stata annunciata la chiusura degli unici talk Rai, che ogni tanto hanno dato una visione differente della dittatura renziana dell'ottimismo: Ballaró e Virus. Per non parlare dell'allontanamento di Belpietro da Libero ad opera dell'editore Angelucci.

    L'idea di Renzi è chiara: lasciare solo pochi talk, quelli fedeli al padrone, e fare in modo che tutte le informazioni vengano filtrate dai Tg. Gli stessi Tg i cui direttori sono nominati da lui per interposta persona, e che in questo momento lascia sospesi, nonostante scaduti per la governance, per far in modo che restino fedeli a colui che decide di dargli o togliergli la poltrona.

    Questa idea di paese è dittatoriale. Siamo al 77esimo posto su 180 paesi per libertà d'informazione, e in un solo anno abbiamo perso ben 4 posti in classifica. Fa meglio di noi anche il Burkina Faso.

    Renzi decide vita, morte e miracoli della TV di Stato. Questa non è una democrazia: intervenga l'Unione Europea come già chiesto da Roberto Fico due mesi fa a Bruxelles.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In un paese come l'Italia dove la libertà di stampa è garantita dalla Costituzione il venirne meno non può, salvo forzature, essere esclusivamente imputato a soggetti esterni al mondo dell'informazione come non possono essere ritenuti credibili i parametri usati nel rapporto del RSF per definire una graduatoria. Dal 77° si sale al 52° posto! Credo che sia conveniente ignorare questa graduatoria. Ciò non esclude l'importanza di una stampa che informa correttamente, i giornalisti seri e coraggiosi che nel precedente articolo venivano definiti " I Gladiatori della Verità" non mancano. Il nostro compito dovrebbe essere quello di esaltare le positività cercando di isolare chi attacca la stampa con le minacce di intimidazioni verbali e fisiche. Dobbiamo dire basta alle liste di proscrizioni. Libertà di stampa?! La colpa non è di Grillo, comunque la sua influenza sulla stampa non è positiva ma negativa.

      Elimina
  15. Chiedo scusa. Quanto sopra non è risposta ma commento.

    RispondiElimina
  16. Noto la straordinaria rapidità di soccorrere il buon nome di Beppe Grillo, ogni qualvolta viene citato per un pur trascurabile riferimento. Tuttavia, a parte la notizia riportata nel servizio, dal direttore Gattuso, attualmente c’è ancora qualche ingenuo che possa dar credito alle graduatorie ed in particolare, al giornalismo italiano? Possiamo ancora immaginare che il giornalismo possa ritenersi asettico da qualsiasi influsso politico? Beh… se non vogliamo rincorrere le utopie, dobbiamo convincerci che giornale e politica sono a tutti gli effetti, un binomio indivisibile come “calore” e “temperatura”. Credo inconcepibile andare dietro fantomatiche graduatorie, stilate su ridicoli parametri di valutazione, perciò, non si capisce quale valenza possano avere ai fini di una concreta credibilità. Perché non prendere coscienza che il giornalismo italiano si è paurosamente ridotto a non conoscere l’Italia ma soltanto la sua politica, il suo potere, le manipolazioni e gli intrecci della stessa politica? Dobbiamo prendere atto che con questo atteggiamento, l’informazione, ha finito, in sostanza, per disprezzare la società, poiché si intende vedere solo il peggio o quello che gli stessi giornalisti vogliono vedere. Viene quasi sempre accettato il peggio, addirittura esaltandolo, invece di dar voce a quanto c’è di meno evidente ma di più promettente. I giornalisti, hanno finito per abituarsi e abituarci a un’idea della politica fatta di intrighi e di pettegolezzi, rendendo l’Italia un paese dal provincialismo esasperato e tremendamente ignorante. L’accettazione dell’esistente ha voluto significare per i giornali, l’accettazione della stupidità della politica e dell’arroganza del potere economico, ma (fatto grave), con la presunzione di essere loro dei correttivi della politica contrapponendosi ad essa, negli stessi linguaggi e a servizio degli stessi padroni. Ascoltiamo spesso, questi signori dell’informazione, improvvisarsi stimati tecnici, enunciando “ricette” salvifiche di alta e raffinata politica economica e sociale. Addirittura, è tanta l’ostentata esaltazione, che c’è chi definisce il giornalismo, il “quarto potere”; niente di tutto questo, ma solo un pezzo dell’ingranaggio del potere economico e politico. Non ho mai cambiato il mio concetto, verso coloro che si definiscono “grandi firme”, ostinatamente e ipocritamente di essere indipendenti, ma solo servi mediatici capaci però di mal’informare, disinformare e pubblicizzare. Ma, lo voglio ripetere ancora una volta, il peggio è CHE ESSI HANNO PRETESO DI ESSERE LORO L’OPINIONE PUBBLICA, INVECE DI ASCOLTARLA E DI AIUTARLA A CRESCERE E CONTARE DI PIU’…..Questa a parer mio, è l’aspetto centrale dell’anomalia italiana e della nostra decadenza morale e civile, conta poco essere classificati al 77° o al 52° posto nella graduatoria mondiale.


    RispondiElimina