di Giovanni Caianiello - Nell'isola più grande del Paese cinquemila chilometri di asfalto su un totale di ventimila sono inaccessibili.
Viadotti ed autostrade, vecchi di oltre quarantanni, crollano sotto il peso dell’incuria, piloni implodono e si accartocciano su se stessi, continui cambi di carreggiate, svincoli chiusi al traffico. Itinerari stradali sempre in adeguamento, come la “veloce” Pa-Ag, diventano labirinti dove tentare di raggiungere la meta, equivale ad un Camel Trophy. E gli automobilisti fiduciosi si affidano a improbabili interpretazioni dei navigatori delle loro auto, attraverso percorsi montani e paesini visibilmente rassegnati all’isolamento. Sono ventuno le strade secondarie interrotte solo nella provincia di Palermo.
In realtà, alcuni tratti della viabilità interna della Sicilia è ferma al periodo dei Borbone.
Ma al di là dei ponti crollati e strade interrotte da frane mai risolte e conosciute, sono impressionanti le cifre degli stanziamenti pubblici mai spesi, complice l’inadeguatezza di governanti e classe dirigente a far fronte ai problemi dell’isola.
Il 28 marzo 2015, quasi due anni fa, una frana interrompe la strada di collegamento da Caltavuturo, piccolo comune delle Madonie, alla famosa A19, l’autostrada che Palermo con Catania. E, a completare l’opera, pochi giorni dopo, il 10 aprile, la frana, vecchia di 10 anni, travolse un pilone. Autostrada chiusa e la Sicilia spezzata in due.
Una situazione di piena emergenza che mette in ginocchio la viabilità e l’economia delle comunità interne mentre gli interventi delle istituzioni competenti, dall’Anas alla Regione Siciliana, colpevolmente tardano ad arrivare.
Una soluzione inaspettata e, per certi versi rivoluzionaria, arriva dai Cinque Stelle siciliani. Mettono mano al portafoglio, e con 300.000 euro tagliati dai loro stipendi, realizzano un vecchio progetto del comune di Caltavuturo: Rendere percorribile la regia trazzera “Prestanfuso” lunga circa un chilometro e larga cinque, che accorcia in tempi brevi il raggiungimento della A19 da Caltavuturo a Scillato. Ma anche un percorso alternativo più breve alla lunga e tortuosa deviazione per raggiungere Catania da Palermo e viceversa.
Una iniziativa che da speranza ai cittadini, ma lascia di stucco gli avversari politici che non tardano a reagire immediatamente affidandosi alla denigrazione e alle invettive. Eppure il progetto era sostenuto dal sindaco PD di Caltavuturo, Domenico Giannopolo. Addirittura, il deputato regionale del PD e imprenditore, Pippo Digiacomo, tra i primi, si affretta a sostenere “che è molto pericolosa… dovremmo stare attenti a non indurre i cittadini inconsapevoli a farsi male. Sorveglieremo con attenzione su tutti i pareri e i collaudi e le agibilità rilasciate per progettare, finanziare e dichiarare agibile l’arteria…, una trazzera nella quale può scapparci il morto”.
I detrattori a prescindere si cimentano come architetti, ingegneri, costruttori ed amministratori pubblici nell’arduo impegno del “nun s’avia a fari”.
L’allora Assessore siciliano alle Infrastrutture, uno dei 50 della giostra del governo Crocetta, Giovanni Pizzo così dichiara: “Se uno piuttosto che prendere l’ascensore si butta dal balcone arriva prima”. “Non ha le carte in regola, è una pista da sci, non supererà l’inverno, si sbriciolerà con le prime piogge, è illegale, mera propaganda politica”. Sulle pagine dei social, si sprecano i giudizi negativi dei contro a prescindere, di chi azzarda disastri imminenti, mentre i politici romani, con ostentata superficialità si scrollano le spalle, incassano il colpo e promettono immediati interventi. Matteo Renzi invia il ministro Delrio, che annuncia stanziamenti e soluzioni in breve tempo. Come la bretella urgente e “provvisoria” per bypassare l'interruzione, costata 30 milioni di euro, aperta al traffico soltanto il 16 novembre 2015. Oltre sette mesi dopo.
Infatti, come era prevedibile, ad oggi nulla è cambiato. Ciò che rimane ancora è proprio la regia trazzera, che sfidando il tempo e tutte le nefaste previsioni, non solo resiste, ma è ancora intatta, nonostante vi siano transitate finora oltre un milione e mezzo di automezzi.
Ma il premier Renzi non si da per vinto, il suo 41% di popolarità rischia di scendere sotto i quaranta, contrattacca e inaugura una carreggiata del viadotto Himera. Peccato che quella carreggiata dell’A19 non è mai crollata e fu “battezzata” la prima volta nel 1975. Ma forse nessuno l’ha avvisato.
Certo “la strada dell’onestà”, come l’hanno chiamata i Cinque Stelle, nelle intenzioni non era una soluzione, ma una pezza di fronte all’assenza delle istituzioni. E a distanza di oltre un anno e mezzo dalla sua realizzazione, quella soluzione d’emergenza e diventata una realtà. Vale sempre il detto “non c’è nulla di più definitivo del provvisorio”.
Da alcuni mesi si parla tanto di incapaci, incompetenti, impreparati etc…, allora una riflessione viene naturale, ma dov’è la presunta superiorità dei politici e amministratori esperti? Dov’è questa capacità, competenza, preparazione della classe politica tradizionale decantata da molti sostenitori per denigrare quotidianamente gli “altri”, se una intera isola, già provata dalle sciagure, delle depredazioni subite sin dal 1860, dalla mafia, fino alla strafottente ignavia dei governanti, è abbandonata a se stessa persino negli spostamenti interni?
Tutto questo mentre nel resto d’Italia ci sono autostrade ad otto corsie, strade provinciali e comunali adeguate, treni Freccia Rossa e d’Argento superveloci. I siciliani, invece, governati dai politici bravi e competenti vivono ogni giorno i disastri e le manchevolezze di infrastrutture degne dei paesi del terzo mondo. Parliamo di competenti… dove sono?
Giovanni Caianiello
14 Febbraio 2017
Complimenti per i contenuti di un articolo che a distanza di tempo si pone al di sopra delle polemiche a caldo consentendo di ragionare sulla scorta di fatti, da un lato, la bontà dell'intervento e, dall'altro, il disfattismo delle critiche.
RispondiEliminaUn disfattismo che suona come una legittima difesa di una capacità di navigare nel torbido per trarre vantaggio dai mali altrui.
Quando??? Aspettiamo i competenti? Ba boh...
RispondiEliminaNon sono Siciliano,
RispondiEliminaNon posso esserlo,
Non posso neppure capire cosa voglia dire "essere Siciliano"
Come potrei,non so neppure cosa sia la Sicila?
Chi crede di saperlo dice che si tratta di una delle 20 Regioni d'Italia.
Chi crede di saperlo dice che si tratta di una Regione a statuto speciale,
Chi crede di saperlo dice che si tratta di uno Uno Stato a se con le sue leggi e le sue regole.
Ma chi la ama neppure importa cosa sia.
Chi la ama sa che è l'essenza del Mondo, di ogni componente del mondo che si racchiude in quel frammento di luogo.
Chi la ama sa che la fusione di ogni singola componente non poteva generare ne equilibrio ne caos, singole componenti che non potevano fondersi, ma solo incastrarsi.
Chi la ama sa che questo incastro non può essere gestito con la Logica, con la Competenza, con la Risolutezza, con le Capacità Tecniche.
Chi la ama sa che l'unica possibilità di gestirla è amarla, più di se stessi,
amarla al punto da mettere in gioco se stessi,
Chi potrà avere una minima chance di riuscire quantomeno ad inculcare la convinzione che esista se non altro la possibilità di tracciare un percorso virtuoso, non saranno coloro che avranno capacità o competenze.
Saranno gli illusi, i passionari, i visionari, i folli.
SARA' CHI LA SICILIA LA AMA
Bravo Giovanni, hai messo a fuoco una realtà politica fatta di sapientoni e competenti. Questi irresponsabili dei grillini vogliono mettergli i bastoni tra le ruote, ma non sarà facile. Loro hanno la perseveranza e la faccia tosta di continuare a massacrare la Sicilia e il Paese intero, addossando la colpa ai “populisti” che non li fanno lavorare e che dicono solo dei no. Loro invece dicono sempre di si: agli speculatori, ai palazzinari, ai corrotti, ai disonesti, agli incapaci, ai cementificatori, ai trivellatori. Vuoi mettere?
RispondiEliminaSono gravissime le inadempienze della Regione e dello Stato riguardo alle vie di comunicazione siciliane. L'A19, come la nostra A18, sono sempre in pessime condizioni e mettono a repentaglio la vita di chi vi transita.Molti tratti ferroviari sono stati tagliati e si viaggia in tutta la Sicilia ad un solo binario. Possiamo dire insomma che tutte le infrastrutture ferroviarie e viarie sono rimaste quelle, eccetto le dovute eccezioni, del Ventennio. Il malaffare imprenditoriale, gestito od assoggettato alla Mafia, l'ha fatta da padrone, realizzando delle opere insicure e destinate a crolli per il materiale usato o per la scelta di luoghi geologicamente non appropriati. Dopo tanto tempo, un solo Movimento ha dato un mirabile esempio di moralità e di amore per questa nostra terra. La Regia trazzera, finanziata con il decurtamento degli stipendi è diventata realtà. Essa è lunga un km e larga 5m. Nonostante le critiche dei detrattori politici di quel tempo, essa ha agevolato in tempo e sicurezza gli automobilisti.Giovanni, io e tutti i non asserviti al sistema si chiedono: dove erano è dove sono tutti questi competenti della tanto onorevole scuola politica della Prima e della Seconda Repubblica? Una cattiva e strumentale interpretazione della parola capacità sta aleggiando in tutti gli ambienti politici per mettere sotto accusa i 5S, prendendo ad esempio la questione del Campidoglio romano. L'Aristocrazia romana non è all'altezza di fare e quello che fa lo fa male, cercando nel fare solo un utile interesse per sé stessa e per le combriccola ad essa assoggettata. Diogene è sempre in cerca di discernimento e...moralità....io lo seguo.
RispondiEliminaÈ proprio vero! Pochi uomini che hanno amministrato la Sicilia hanno dimostrato di amarla! La Sicilia è una terra generosa, bella, ricca di arte, una terra dove il sole batte X 350 giorni l'anno, dove la gente sorride e mostra solidarietà, la Sicilia è accogliente di suo figuratevi se i politici l'avessero amata davvero cosa sarebbe stata!
RispondiEliminaIl 29 gennaio 2017, Michele D'Amico nel suo articolo: "Sicilia beni culturali. Le idee sbagliate per la gestione" descriveva la sconcertante situazione dei beni culturali siciliani, la inefficienza gestionale e la impossibilità di visitarli per la carente o inesistente rete di comunicazione. L'articolo di Giovanni Caianiello, puntualmente, descrive la pietosa situazione della rete dei collegamenti che assieme alla carenza delle infrastrutture condannano la Sicilia ad un perenne stato di arretratezza, non lo merita l'Isola ne tanto meno i siciliani che, malgrado tutto, amano questa terra. Tutte le speranze di cambiamento si infrangono in quei "competenti", dove sono? si domanda l'autore dell'articolo: ovviamente non ci sono nell'ANAS ne nella Regione Siciliana. Dopo il disastro dell'autostrada A19 che richiedeva un immediato intervento per non aggravare ulteriormente il disaggio dei trasporti, nessuno dei "competenti" è intervenuto per ripristinare il tratto franato. Si sono materializzati per dichiarare molto pericolosa la famosa trazzera ideata dal M5S e realizzata con l'impegno lavorativo ed economico di tanti volontari. In merito si rammenta l'articolo del 1° agosto 2015 "A19. La trazzera delle polemiche infinite" di Giangiuseppe Gattuso. Quante volte, in questo blog, abbiamo affrontato i problemi siciliani nella speranza di intravedere un cambiamento di rotta! Purtroppo l'illegalità continua a bloccare lo sviluppo siciliano. Cosa ci si può aspettare da un sistema contributivo, quale quello siciliano, che in 10 anni non ha riscosso 52 miliardi di tasse dei quali 22 non ancora prescritti. Nel 2015, di 5 miliardi e 770 milioni sono stati incassati 480 milioni, l'8%. Oggi la riscossione delle tasse sui redditi che superano il mezzo miliardo è ferma al 3,66% rispetto al resto del Paese. Grandi evasori: 133 comuni; deputati regionali siciliani non hanno pagato le tasse anche per milioni; piattaforme petrolifere che operano in Sicilia; grandi evasori milionari in diversi settori. Non pagavano e non erano perseguiti ha dichiarato, Antonio Fiumefreddo amministratore unico di Riscossione Sicilia, alla Commissione Parlamentare Antimafia. Questa situazione rappresenta una zavorra per il futuro siciliano. Come superare l'ostacolo se i deputati di Palazzo dei Normanni danno cattivo esempio?
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